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Autore: DonnieTZ    19/03/2021    7 recensioni
[Destiel] [Human!AU]
Dean ha una vita semplice: un lavoro all'officina di Bobby, i venerdì sera al Roadhouse, una storia lunga un anno alle spalle e il desiderio (irrealizzabile?) di avere una famiglia tutta sua, un giorno.
Poi un certo Castiel Novak porta a riparare la sua macchina e "semplice" non è più la parola che Dean userebbe per descrivere la sua esistenza.
O forse sì?
Perché perfino la cosa più complicata, profonda e sconvolgente della vita può rivelarsi quella giusta.
***
Questa storia è fluffosa e spensierata. Insomma, è la family!fic di cui avevo bisogno, in questo periodo incerto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Gabriel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Sono sul divano, sullo schermo della televisione c’è il catalogo di film da cui non hanno ancora scelto, perché dopo la pizza sono rimasti lì a parlarsi e parlarsi. Soprattutto di Jack, ma anche dei loro lavori, delle loro preferenze, di musica e libri e film. Restano a distanza, anche se nella mente di Dean continua a risuonare la voglia di baciare Cas. Lo guarda, così scompigliato e rilassato, e vorrebbe solo annullare la distanza e far incontrare le loro labbra. Immagina quel bacio in mille modi diversi e ogni secondo in cui non si stanno baciando gli sembra un secondo sprecato.
«Ti sto annoiando?» 
La voce di Cas è ancora più ruvida dopo tutto quel parlare, ma non fa quella domanda con delusione o dispiacere: è una domanda sincera, come se nessuna risposta potesse offenderlo, solo metterlo a conoscenza di un dato di fatto.
«No, no, non è questo,» risponde Dean.
«Sei stanco?»
«No, neanche questo.»
Dean sa che il rossore dev’essergli risalito fino alla punta delle orecchie.
Seduto sul suo divano di seconda mano, si è immaginato un sacco di futuri possibili, tutti con serate come quella, magari con Jack che dorme nella sua stanza. Altre piccole parole quotidiane, dei “com’è andata la giornata?” mormorati piano.
Più baci.
Decisamente molti più baci.
«Se qualcuno mi avesse detto che, non lo so…» Dean si passa la mano sulla nuca, l’imbarazzo una presenza piacevolmente scomoda nello stomaco. «Che sarei stato felice di passare una serata così con un altro uomo, non gli avrei mai creduto.»
Cas abbozza un sorriso, le rughe attorno agli occhi che si fanno più marcate sotto il riflesso bluastro che arriva dalla televisione.
«Sei felice, Dean?»
Quella stessa domanda gliel’ha fatta Lisa, prima della fine, e lui non ha saputo rispondere. In quel momento, invece, con una giornata di lavoro alle spalle, una pizza condivisa con Cas, la consapevolezza che proveranno a uscire e vedere dove tutto quello li porterà…
«Sì.» Sorride e si accorge di non aver fatto altro, da quando si sono seduti lì. «Sì, sono felice.»
Cas allunga la mano sui cuscini fra di loro, e Dean non esita neanche un istante a prenderla. Ha palmi caldi e lisci, Cas, così diversi dai suoi. Una differenza che si completa, però, quando le dita si intrecciano e tutto sembra giusto nell’universo.
«Pensavo… uno di questi giorni vorrei portare te e Jack a visitare l’apiario di Cain. Ho già chiesto se gli va bene e ha detto sì.»
Il sorriso di Cas è ancora più ampio, sembra illuminare l’intera casa.
«Mi piacerebbe. E sono sicuro che piacerebbe anche a Jack.» Poi, dopo un attimo di esitazione, con l’espressione nuovamente seria. «Vorrei che fossimo cauti davanti a lui, però.»
«Certo.»
«Non credere che sia perché non ho fiducia in quello che succederà fra noi,» chiarisce Cas, stringendo un po’ la presa. «Ma-»
«Cas, non devi spiegarmelo, sono d’accordo,» lo interrompe Dean. «E anche se non lo fossi, sei suo padre, hai tutto il diritto di chiedermelo.»
«Oh. Bene, allora.»
«E poi non ho intenzione di avere il nostro primo appuntamento da Cain. Voglio dire, è già imbarazzante che lui sappia… cose
Cas inclina la testa di lato, nel sentire quelle parole, e Dean si fa scappare una breve risata.
«Potrebbe aver intuito il mio interesse per te, quando sono andato a razziargli il magazzino solo per farmi perdonare,» spiega.
Cas si tocca il braccialetto con la mano libera e fa un’espressione un po’ sognante che Dean vorrebbe fotografare e portare sempre con sé. Vedergli quel braccialetto addosso continua a scaldargli il centro del petto, ma sapere che anche per Cas è un simbolo così importante riesce ad aumentare quella sensazione fino a renderla incontenibile.
«Grazie, Dean.»
«Per cosa?»
«Per aver avuto il coraggio di fare il primo passo.»
«Tecnicamente dobbiamo ringraziare Benny. E, prima ancora, Cain. E decisamente Charlie e Sammy.»
«Non ti dai abbastanza credito.»
«Tu non l’avresti fatto?»
«Confessarti il mio interesse? No, Dean. O forse solo se mi fossi sentito costretto a farlo. Prima di un grande addio, magari.»
«Ehi, non dire queste cose. Che grande addio, mh? Hai intenzione di andare da qualche parte?»
Cas torna a sorridere e si fa più vicino sul divano, finché Dean può sentire il calore del suo braccio e il contatto delle loro gambe.
«No. Basta scappare.» Cas posa la testa sulla spalla di Dean. «Sono proprio dove vorrei essere.»

 
***

Si rendono conto dell’ora quando gli sbadigli iniziano a inframezzare troppe parole, la televisione che finisce per andare in pausa da sola. Cas sbircia sul suo telefono e si alza di scatto.
«Domani ho una riunione,» spiega, aggirandosi in fretta per la stanza per recuperare le sue cose.
«Presto?»
«No, no. Però vorrei dormire almeno qualche ora,» dice, voltando il telefono perché anche Dean possa realizzare che si sono parlati fino a notte fonda.
Dean si alza con molta più calma – il corpo stanco dopo quella giornata piena di emozioni – e si avvicina riluttante alla porta. Non vuole che il suo tempo con Cas finisca, ora che può averlo. Non vuole, ma sa che deve, anche solo per riprendersi dal vortice inaspettato che è stato quel giorno.
«Grazie per la serata,» è il saluto di Cas appena lo raggiunge.
Restano a guardarsi, fermi all’ingresso, e di nuovo il desiderio di colmare la distanza diventa difficile da trattenere, per Dean.
«Venerdì vieni al Roadhouse?»
«Non credo di riuscire, non voglio lasciare Jack da solo troppe sere a settimana.»
«Giusto, giusto…»
Altro silenzio, un altro sguardo carico di aspettativa.
«Posso baciarti, Dean?»
Il tempo sembra fermarsi, il cuore di Dean inizia a sfarfallargli dietro lo sterno come se volesse uscirne, e la mente gli si svuota da ogni pensiero.
«Sì. Sì, certo. Voglio dire… sì.»
Cas sbuffa fuori una piccola risata, prima di allungare la mano e posarla con delicatezza sul suo collo. È calda e morbida, proprio come Dean la ricorda dalla stretta che si sono scambiati sul divano e da ogni altro contatto prima di quello. Spedisce un brivido lungo la spina dorsale, che si disperde da qualche parte più in basso appena Cas si avvicina.
I suoi occhi riempiono il campo visivo di Dean, facendolo annegare in tutto quel blu.
«Sicuro?» mormora Cas, con un sopracciglio alzato e un tono basso che gli riverbera fin dentro le ossa.
Non c’è tempo per una risposta, né c’è bisogno di darla, perché Dean è stanco di aspettare e finisce di avvicinarsi, posando le sue labbra contro quelle di Cas.
Ed è come un primo bacio dovrebbe essere. Niente fuochi d’artificio, niente campane e cori angelici, solo le loro bocche che si sfiorano e imparano a conoscersi piano, con delicatezza, alla ricerca delle giuste risposte nell’altro. Cas dischiude le labbra e il bacio si fa più profondo senza mai farsi urgente. Resta lento, esplorativo, tanto che Dean deve aggrapparsi alla camicia di Cas per non perdersi in quell’attimo e impazzire.
È tutto quello che si aspettava e, allo stesso tempo, molto, molto di più.
Quando si separano per prendere fiato, non vanno lontani: restano fronte contro fronte, a fissarsi dritti negli occhi, confondendo i loro respiri.
«Wowie,» mormora Dean, per stemperare l’intensità del momento.
Cas ride nel ricordare una delle espressioni preferite di Jack, poi posa un ultimo bacio veloce sulle labbra di Dean e si allontana.
«Concordo,» dice. «Buonanotte, Dean,» aggiunge con più tenerezza.
Ma Dean deve ripescare la propria voce e riordinare i propri pensieri per riuscire a dare una risposta sensata.
«Uhm, sì, buonanotte, Cas,» riesce a dire, prima di aprire la porta e vedere l’uomo che gli ha sconvolto la vita allontanarsi dal suo appartamento.

 
***

Quella notte – nelle poche ore che dorme –, Dean continua a rivivere il bacio nei suoi sogni, trasformandolo in mani che si aggrappano ai vestiti, che spogliano corpi, che cercano e trovano un contatto profondo. Si sveglia sudato e decisamente eccitato, ma questa volta non si sente in colpa a prendersi cura di sé sotto la doccia, con l’immagine di Cas nella mente e la sensazione delle sue labbra ancora addosso.
E i giorni che seguono, Dean li passa tutti a scambiarsi messaggi con Cas, sopportare le prese in giro di Benny e i rimproveri di Bobby. Il tutto si calma solo quando conferma che quel fine settimana inizieranno i lavori a casa di Cas, e forse solo per la prospettiva di tormentare l’altra metà della coppia.
Coppia.
Dean non riesce ancora a crederci. A volte la paura lo paralizza e gli riempie i pensieri di prospettive tetre: perché uno come Cas dovrebbe stare con uno come lui? che ci trova di bello? cosa potrebbe mai dargli? Ma la felicità che gli è sbocciata nel petto riesce a tranquillizzarlo anche in quei momenti, come poche altre cose nella sua vita hanno avuto il potere di fare.
Così sabato mattina si fa la doccia, si veste e prepara un caffè in attesa di Sam. Non ha nessuna intenzione di andare con lui a casa di Cas senza prima dirgli tutto. Anche se rischia di svenire dalla tensione alla sola idea.
Suo fratello arriva puntuale, facendosi trovare fuori dalla porta con un sacchetto dello Spicy che Dean accoglie come un dono divino.
«Allora, Dean, mi vuoi dire perché non ci siamo visti direttamente da Cas?» chiede, oltrepassandolo per entrare in casa senza neanche salutarlo.
Dean gli strappa di mano la colazione senza troppe cerimonie e spalanca il sacchetto per vedere cosa si nasconde dentro.
«Oh, avanti, muffin alla carota?! Sul serio?!»
«Mi rifiuto di essere la causa del tuo imminente infarto.»
«Bitch
«Jerk
Sam si siede al tavolo dove Dean e Cas hanno parlato poche sere prima, e Dean sente l’agitazione toccare un nuovo picco. Ma deve parlargli, deve dirgli tutto, deve per se stesso e per quello che vuole costruire con Cas.
No, vuole.
Posa una tazza davanti a suo fratello, ne prende una per sé, e si siede di fronte all’espressione da cucciolo bastonato di Sam.
«È una cosa seria?»
«Sì. Cioè, niente di preoccupante, non c’è bisogno che mi guardi così.»
«D’accordo,» è la risposta dubbiosa di Sam.
Quando Dean esita ad aggiungere altro, suo fratello si mette a scavare nel sacchetto e ne esce con uno dei suoi disgustosi muffin, concentrandosi sulla colazione. Dean non sa da dove iniziare, come trovare le parole, e in quel momento realizza per l’ennesima volta quanto Sam sia stato e continui a essere coraggioso.
«Gabriel ti ha… ti ha detto qualcosa?» inizia.
«Qualcosa?» chiede Sam da sopra la tazza, dopo aver buttato giù un sorso di caffè.
«Su Cas.»
«Uhm… no? Insomma, immagino di sapere su di lui quello che sai tu.» Sam gli riserva un’occhiata indagatrice. «Cosa succede? Cosa c’entra Cas?»
«Ok, allora… ecco.» Dean immagazzina fiato e cerca di controllare il respiro e il battito del cuore. «Allora…»
«Mi sto preoccupan-»
«Io e Cas abbiamo deciso di uscire insieme.» E poi, cercando di non dare spazio a fraintendimenti. «Perché ci piacciamo e vogliamo stare insieme. Tipo una coppia. Insieme insieme
Sam lo fissa con le sopracciglia alte sulla fronte, le parole spezzate in bocca dalla sorpresa. Si riprende in fretta, però, e fa un sorriso che mescola la felicità alla sorpresa.
«Va bene.» Fa una corta risata di sollievo, come se si fosse tolto un peso dalle spalle. «Dio, Dean, pensavo mi avessi chiamato per farmi la predica su Gabriel o darmi qualche notizia orribile.» Sam si alza all’improvviso, gira attorno al tavolo e si abbassa per stringere Dean in un abbraccio. «Sono contento per te. Per voi. È una bella notizia!»
«Oh. Va bene. Credo. Va bene, no?»
«Sì, Dean, certo che va bene!»
«Ora spostati però. Niente momenti da commedia romantica, mh?»
Sam si separa da quell’abbraccio sgraziato e torna al suo posto, un sorriso contento dipinto in faccia.
«Com’è successo? Insomma, non per niente, ma non ti ho mai visto interessato a un uomo.»
«Beh, è… complicato. Neanche tu ti sei mai interessato a un uomo prima di Gabriel, no?»
«Non proprio.»
«Non voglio neanche sapere cosa intendi. In ogni caso, è successo e basta. Non lo so… insomma, l’hai visto? È arrivato all’officina e prima che me ne accorgessi volevo passare ogni secondo con lui, no?»
Dean sente il rossore risalirgli fino alle orecchie a quell’ammissione, ma dirlo ad alta voce lo rende ancora più vero. Il bacio gli lampeggia di nuovo nella mente: è stato così importante, così diverso da quelli a cui è abituato, ma ancora non abbastanza. Tanto che Dean non vede l’ora di replicare, magari con meno inesperienza e più esplorazione. Ma sa anche che forse niente sarà mai abbastanza, quando si tratta di Cas, perché con lui vorrebbe sperimentare tutto.
«Possiamo parlare d’altro? Non voglio fare questi discorsi con te,» dice, più per zittire i propri pensieri e impedire loro di finire in posti in cui è meglio non finire in compagnia di suo fratello.
«Ero solo curioso, non c’è bisogno di scaldarsi.»
«Beh, sii curioso dopo. Ora dobbiamo andare.»
Dean finisce di bere il caffè e ignora gli stupidi muffin di Sam con tutte le sue forze.
«Sì, giusto, dobbiamo andare a casa del tuo ragazzo, per fare il lavori per il tuo ragazzo, che è il tuo ragazzo
«Giuro che ti seppellisco sotto il suo pavimento.»
Si guardano e sorridono.
«Sono contento per te. Davvero, Dean. Meriti di essere felice, non importa con chi.»
«Oh, ‘sta zitto.»
Quella risposta la dà con la consapevolezza di avere un’espressione stupida in viso.
È felice.
È incredibilmente felice.
E fino a qualche giorno prima non era certo che avrebbe mai provato quella sensazione, nella sua vita.

 
***

Quando arrivano, Benny e un paio di altre persone sono già lì ad aspettarli, le cinture di attrezzi allacciate ai fianchi e le tenute da lavoro fatte di Jeans consunti e magliette abusate. Sul furgoncino di Benny sono caricati tutti i materiali su cui si sono accordati per riparare i danni maggiori alla casa. Gabriel sembra completamente fuori posto nella sua camicia a fiori, mentre distribuisce ciambelle, ma Sam si illumina comunque appena lo vede, nell’attimo in cui Dean parcheggia l’Impala.
«Fai schifo,» gli sibila Dean.
«Certo, certo, come vuoi,» è la risposta di Sam, che scende in fretta dall’auto e va a salutare Gabriel.
Di Cas non c’è l’ombra, e il cuore di Dean sembra accartocciarsi dietro il suo sterno.
Chiude l’auto e si avvia verso il gruppetto di persone, continuando a guardarsi attorno per essere sicuro che non ci siano capelli scompigliati e camicie bianche in vista.
«Dean-o!» lo richiama Gabriel. «Ho la ciambella perfetta per te!» Subito dopo gli indica una delle sue delizie nell’enorme scatola dello Spicy che sta porgendo a tutti. «Confettura di mela e cannella. Quanto di più vicino a una torta tu possa assaggiare.»
Dean inclina la testa di lato, sorpreso da tutta quella gentilezza, ma il sorriso di Gabriel si fa subito furbo.
«Jack non sta avendo una mattinata facile,» gli dice. «Cas mi ha chiesto di fare un salto finché non arrivavi tu, per lasciarti le chiavi. Passerà a portarvi il pranzo e si fermerà il pomeriggio. Si scusa profondamente, e cito, per non essere qui ad accogliervi.»
«Oh. Jack sta bene, però?» chiede Dean, la ciambella in mano e la preoccupazione che si gonfia subito nel suo stomaco.
«Sì, sì, niente di grave. Ci sono giorni più difficili di altri, come per tutti i bambini.»
«D’accordo allora.»
Gabriel si pesca un mazzo di chiavi dalla tasca e gliele sventola davanti.
«Ecco a te,» dice, prima di un occhiolino furbo. «Tanto ho il sospetto che avrai presto il tuo mazzo,» aggiunge in un bisbiglio solo per loro.
Dean alza gli occhi al cielo mentre afferra le chiavi, e cerca di non dare troppo peso alle sue parole, anche se perfino quelle prese in giro riescono a scaldarlo fin dentro le ossa. Non ci ha pensato – è decisamente troppo presto per farlo – ma è vero: se tutto andrà bene e se lui sarà molto, molto fortunato, un giorno quella potrebbe essere anche casa sua.
«Beh, bellezze, vi lascio ai vostri lavori molto, molto virili. Devo tornare alla mia umile attività. Fate i bravi e mandate tante foto a petto nudo,» si congeda Gabriel.
Qualcuno tossicchia, l’ultimo boccone di ciambella che va di traverso a quella proposta indecente. Dean sbircia verso Sam, ma trova suo fratello a fare un sorriso bonario verso il sua ragazzo, subito ricambiato da un’espressione maliziosa.
Non lo avrebbe mai detto, ma quei due sembrano funzionare meglio del previsto.
«D’accordo, quando avete finito di ingozzarvi, è arrivata l’ora di mettersi a lavoro,» dichiara poi, iniziando a contare i secondi che lo separano dal pranzo.



 
Allora...
Odio com'è uscita tutta la seconda parte di questo capitolo, ma se non mi decidevo a farlo uscire vi lasciavo sulle spine per secoli, lo so. L'ho caricato e poi l'ho tirato giù un attimo per rimettere una parte che avevo tolto e... uuuuugh. Odio quando scrivere diventa così difficile.
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché a volte mentre si scrive non si riesce proprio a capire come appaiono le cose da fuori!!!
Grazie per la pazienza. Grazie davvero, mi scaldate il cuoricino. 
Per farmi perdonare dico solo: per il prossimo capitolo voglio, esigo, una roba romantica da cariare i denti, con lume di candela, fiori e tutto il resto. U_:U
Alla prossima.
   
 
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