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Autore: Rota    20/03/2021    1 recensioni
La zampa di pietra di quel leone gigante lo scaraventò contro la piccola costruzione, con violenza inaudita. Distrusse una parete di legno fragile con la schiena, trascinando nella polvere e nella distruzione tutto ciò che trovava sul proprio cammino. Rotolò, infine, sopra il pavimento piatto, fermandosi sul fianco dolorante.
Sentì un ruggito capace di scuotere persino i tronchi di alberi secolari e le loro fronde verdi. Pochi altri suoni: oltre lui e Keito, non era rimasto più nessuno vivo, e i cadaveri tappezzavano il giardino di quel tempio isolato.
Genere: Angst, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kuro Kiryu, Shu Itsuki
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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*Titolo: Crimson Soul
*Fandom: Ensemble Stars
*Personaggi: Itsuki Shu, Kiryuu Kuro
*Avvertimenti: Au, Shonen ai
*Generi: Drammatico, Agst
*Rating: Arancione
*Settimana/Prompt: Sesta settimana/ 005. I will kill your friends and family to remind you of my love. (M3)
*Parole: 1005
*Note: Leggendo questo prompt specifico mi è venuto in mente un flash proprio, come si dice: l’epifania kiuhygtfrdxdcfvgbh La mia AU prende molto spunto dall’Universo di BloodC, per cui: Kuro è un “”vampiro””, un mostro umanoide legato alla magia del sangue e che protegge gli esseri umani, e Shu Itsuki così come le altre OddBalls evoca mostri per fondamentalmente ammazzare tutti. SONO TORNATA CON SHU MALVAGIO YAY
Buona lettura a tutti!
 
 



 
 
 
 
La zampa di pietra di quel leone gigante lo scaraventò contro la piccola costruzione, con violenza inaudita. Distrusse una parete di legno fragile con la schiena, trascinando nella polvere e nella distruzione tutto ciò che trovava sul proprio cammino. Rotolò, infine, sopra il pavimento piatto, fermandosi sul fianco dolorante.
Sentì un ruggito capace di scuotere persino i tronchi di alberi secolari e le loro fronde verdi. Pochi altri suoni: oltre lui e Keito, non era rimasto più nessuno vivo, e i cadaveri tappezzavano il giardino di quel tempio isolato.
Appoggiò la punta dell’elsa al suolo, cercando di issarsi su quella. Appena un poco sollevato, sputò sangue dalla bocca e il suo ventre si contrasse in uno spasmo doloroso – pochissimi istati: la creatura infernale stava già distruggendo il tetto di mattoni, nel tentativo di raggiungerlo e di stanarlo.
Vide con la coda dell’occhio la ferita alla gamba rimarginarsi lentamente. Era da troppo tempo che non si nutriva e il suo corpo ne risentiva parecchio, perché ormai al proprio limite.
Un’altra zampa arrivò dal soffitto, Kuro rotolò sul pavimento appena prima di venire schiacciato. Ma il leone di pietra non aspettò che lui si riprendesse, e usò la propria coda prensile per attaccarlo, così come aveva fatto con uno dei bonzi del tempio Hasumi. Lo scosse per fargli perdere la presa sulla spada, sollevò nel vuoto tenendolo per le braccia e cominciò a tirare, a tirare fortissimo.
Il dolore che sentì fu lancinante, ma attivò la sua rabbia. I suoi occhi divennero completamente rossi e le sue zanne crebbero tra le gengive, rivelando la sua vera forma. Afferrò i lembi della coda con le proprie dita e tirò più forte del mostro, fino a strappare la carne di quella sua coda rigida. E quando il leone tentò di mangiarlo, lui atterrò sulla sua faccia e prese i denti della mascella con le mani, spinse i denti della mandibola con i piedi. Un sonoro crack spezzò il viso del leone, che angora agonizzante si riversò a terra a lamentarsi. Bastò che Kuro alzasse il braccio, e la sua aurea rossa si allungò verso la spada nell’angolo per porgergliela.
Un taglio, due tagli: il sangue schizzò ovunque, bagnando le macerie scomposte e il suo corpo – lui lo richiamò a sé e se ne cibò, ritrovando nuova forza.
Scattò appena sentì un rumore provenire dal proprio fianco, ma benché avesse visto una strana luce scagliarsi contro di lui era già troppo tardi. Fu di nuovo bloccato per braccia e gambe da qualcosa che bruciava la pelle e la carne, urlò.
Un uomo si fece avanti, circondato da sigilli di protezione e seguito da un golem in forma femminile. Kuro non lo aveva percepito prima perché di natura diversa da ciò che era addestrato a uccidere, ma appena lo vide in viso ne fu quasi spaventato.
Non aveva mai visto quel tipo di sorriso sulle labbra di Shu. Era spaventosamente felice, quasi folle.
Un singhiozzo rabbioso proruppe dalla sua gola.
-Perché?
Ancora un singhiozzo, mentre il suo cuore si riempiva di tristezza all’amara considerazione che, se Shu si trovava in quel luogo, poteva esserci solo una motivazione: aveva richiamato lui quel mostro.
-Perché, Icchan? Anche tu… anche tu sei un essere umano!
Il giovane uomo con i capelli rosa gli si avvicinò di qualche passo, insensibile a tutto il sangue sul pavimento e sul suo viso. Sembrava quasi soffrire nel non poterlo toccare, perché qualsiasi gesto che sconfinava dal cerchio di sigilli avrebbe infranto il suo scudo e l’avrebbe lasciato inerme.
Fece ancora più male sentire lo stesso tono di voce, la stessa inclinazione, lo stesso modo di parlare, come se tutto quello fosse non altro che uno dei loro soliti battibecchi amorosi, e non implicasse la vita e la morte di altre persone. Shu era, come sempre, sprezzante, anche di fronte alla sua agonia.
-No, Ryuu-kun. Io sono l’unico essere umano presente, in questo tempio maledetto. Pensi davvero che tutti quelli qui morti fossero uguali a me? Ah, il tuo giudizio è sempre stato fallace. D’altronde, anche tu sei un mostro.
-Quindi, tu odi gli esseri umani?
-Io li disprezzo con tutto il cuore, questa è la verità. Ma c’è qualcosa che ancora ti sfugge, mio caro Ryuu-kun. Io non ho fatto né mai farò nulla nella mia vita che abbia loro come destinatario.
-Non capisco-
Shu contrasse la propria smorfia – guardò solo di sfuggita il cadavere del leone di pietra, disgustato dalla sua inettitudine. Dentro di sé pensò che Wataru, alla fine, avesse avuto ragione: sarebbe stato meglio un demone uccello, per ucciderli tutti.
Tornò a guardare invece il proprio interlocutore, parlando in modo ancora più appassionato di prima.
-Hai forse dimenticato chi sei, Ryuu-kun? Ti sei adagiato a una vita normale, una vita umana, dimenticando quale sia la tua natura. Ti sei fatto dare quella spada persino, per proteggerli! E io questo non lo posso accettare!
Kuro gemette ancora, per colpa delle sue parole e per colpa dei sigilli ai polsi. Provò a liberarsi e lanciò un grido da bestia in gabbia, ma l’unica cosa che ottenne fu di slogarsi una spalla.
Quella che aveva conquistato era stata una vita felice, fatta di amici e serate al bar, una casa tranquilla e dei colleghi su cui fare affidamento. Non avrebbe mai potuto immaginare che proprio Shu, proprio il suo più grande amore, avesse sempre tramato alle sue spalle per distruggere tutto quello – e che ci fosse anche riuscito.
L’uomo con i capelli rosa fu ancora più vicino. Osò essere dolce, solo per lui.
-Ucciderò chiunque io debba uccidere per ricordarti chi sei realmente: il più forte, il più terribile, il più spietato demone che esista!
La sua rabbia esplose, assieme al suo dolore.
Shu fece un balzo indietro appena in tempo, poco prima che Kuro richiamasse a sé altro sangue e ne facesse un manto, una seconda pelle sulla propria. Si liberò dei sigilli e lo affrontò.
Con una risata, Shu richiamò Mademoiselle per lo scontro finale.
-Combatti ancora, Ryuu-kun!  
 
 
 
 
 
 
   
 
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