La zampa di pietra di quel leone gigante lo scaraventò contro la piccola costruzione, con violenza inaudita. Distrusse una parete di legno fragile con la schiena, trascinando nella polvere e nella distruzione tutto ciò che trovava sul proprio cammino. Rotolò, infine, sopra il pavimento piatto, fermandosi sul fianco dolorante.
Sentì un ruggito capace di scuotere persino i tronchi di alberi secolari e le loro fronde verdi. Pochi altri suoni: oltre lui e Keito, non era rimasto più nessuno vivo, e i cadaveri tappezzavano il giardino di quel tempio isolato.