Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: fenris    20/03/2021    9 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Coruscant, da molti considerato la gemma di quello che fu il territorio della Repubblica. Tutt'oggi, a quasi sei secoli dalla sua caduta, molti studiosi e intellettuali si riunivano lì per discutere negli scintillanti palazzi dell'aristocrazia. Capi clan discutevano alleanze o cercavano nuovi talentuosi accoliti, sperando di avere tra loro l'asso della nuova generazione di avventurieri.

 

Ma Din Djarin, detto Mando, non era lì per discutere di politica e teorie scientifiche. E soprattutto era consapevole di cosa si nascondesse su quel pianeta oltre il primo strato: mendicanti a non finire che speravano di fare abbastanza pietà, spacciatori, ladri e mercenari come lo era lui. Case ormai sul punto di cadere a pezzi ospitavano intere famiglie di disperati e le poche palestre aperte allenavano quelli che speravano di andarsene un giorno o l'altro e non tornare mai più. Meglio non si parli dei night club, il solo vedere quei buchi di perversione metteva in subbuglio lo stomaco del guerriero.

 

Era vestito interamente con un'armatura in Beskar, formata da vari componenti che ricoprivano braccia e gambe, illuminate dalle numerose luci al neon di bassa qualità. L'elmo, realizzato in perfetto stile mandaloriano, ricopriva totalmente il suo fisico possente, mentre sulla schiena e ai fianchi portava una lancia sempre in Beskar, una pistola e l'impugnatura di una spada laser, oltre ovviamente ai jetpack tipici della sua gente.

 

 

Osservò con sguardo analitico le strade piene di vagabondi e disperati, aspettandosi possibili tranelli e attacchi da ogni lato, finchè non entrò in un locale, quasi vuoto al di là del barista, un Bangaa con un braccio meccanico che stava cuocendo alcuni burger di dinosauro.

 

“ Ciao, Mando, devi usare di nuovo il bagno?”, domandò questi col tono di un vecchio amico, prendendosi una sigaretta e osservando di sottecchi il nuovo arrivato, che si avvicinò al bancone posandovi una mazzetta.

 

“ Sì, meglio non ti dica cos'ho mangiato prima.”, rispose il mandaloriano nella solita parola d'ordine usata nel locale. Il rettile umanoide premette un bottone sotto il tavolo, aprendo una piccola botola nel pavimento prima di indicarla a Mando, che non perse tempo a scendere. Si ritrovò in una stanza quasi vuota, il cui unico contenuto erano una sedia e uno schermo olografico. Mando si sedette e cominciò ad attendere, finchè il suo elmo non venne illuminato poco dopo da un'immagine azzurra rappresentante l'immagine di una chiave.

 

“ Sei solo?”, domandò una voce alterata da un distorsore vocale.

 

“ Sì, parla liberamente.”, rispose il cacciatore di taglie incrociando le braccia.

 

“ L'incarico che ho per te potrebbe essere molto semplice o molto complicato. Alcuni, non so quanti, sanno già del tuo obbiettivo e potrebbero cercare di rapirlo. E' un ragazzo che vive sulle Isole del destino, un aspirante avventuriero.- disse sostituendo l'emblema con l'immagine di un ragazzo sui tredici o quattordici anni- trovalo e portalo all'arena dell'Olimpo. Ercole lo addestrerà finchè non verrò io a prenderlo.”.

 

Mando osservò il suo 'pacchetto'. Era alto circa un metro e sessanta, con folti capelli castani sparati in tutte le direzioni. Era vestito con una giacca azzurra con sotto un paio di magliette, dei pantaloni rossi e scarpe fin troppo grandi per lui. Aveva un sorriso smagliante sottostante due luminosi occhi blu che sembrava l'incarnazione dell'ottimismo.

 

“ Come si chiama e che altro devo sapere?”, domandò il cacciatore di taglie osservando il bizzarro look di quell'altrimenti ordinario adolescente. Augurandosi non fosse una di quelle occasioni in cui doveva interessarsi personalmente al bersaglio. Ne aveva già avute fin troppe di quelle.

 

“ Si chiama Sora, nato e cresciuto nelle Isole del destino. Si sta attualmente allenando con degli amici per diventare avventurieri, dovrebbero partire tra poco a dire il vero. Proteggilo a tutti i costi finchè non lo consegnerai ad Ercole e verrai pagato più di un milione di crediti.”, disse secco il mandante, stupendo non poco l'uomo che intendeva assoldare.

 

“ Così tanto per un ragazzino di quell'arcipelago dimenticato dagli dei? Questo ragazzo dev'essere davvero prezioso per te.”, commentò Mando, mordendosi poi la lingua per il commento non voluto. Per fortuna il suo temporaneo datore di lavoro era molto paziente.

 

“ Non hai idea. Ma ora va, come ho detto non so in quanti altri lo stiano cercando e molti di loro non si faranno scrupoli nel dare interi pianeti a ferro e fuoco pur di averlo tra le loro grinfie.”.

 

“ Capisco. Preleverò questo ragazzo il prima possibile, lo porterò da Ercole e poi ti contatterò. Questa è la via.”, affermò soddisfatto il mandaloriano prima di alzarsi e uscire.

 

“ Questa è la via, amico mio.”, concluse il suo mandante chiudendo la conversazione. Uscendo dal locale, Mando lanciò un altro po' di soldi davanti al barista, facendosi dare anche un paio di panini al volo e fece la strada percorsa poche ore fa a ritroso, tornando alla sua nave. Entrato prese un pacco di snack con sopra raffigurato una rana, assieme ai sovraccitati panini e aprì la porta della piccola palestra.

 

 

Al suo interno una minuta figura, con addosso quella che sembrava una versione in miniatura dell'armatura di Mando con due larghe orecchie verdi che sporgevano dall'elmo, era intento a combattere varie ondate di ologrammi semi solidi. Questi si presentavano sotto forma di avversari umanoidi o animali, attaccacando con cordinazione e precisione mentre il piccolo guerriero distruggeva prima l'uno e poi l'altro con un'ascia verde, muovendosi come una trottola nel respingere e tagliare quei costrutti di luce.

 

L'ultimo avversario fu un essere simile a un toro bipede , con grosse mani artigliate e una coda chiodata mentre presentava sulla testa una sorta di lunga criniera formata da vari finimenti. Ruggì contro il mandaloriano e si diresse contro di lui con l'intento di morderlo. Il ragazzo schivò facilmente un paio di colpi, mentre raccoglieva attorno alla propria arma un'aura vermiglio. Quando l'ologramma tentò un colpo di coda, l'altro saltò e abbassò l'arma generando un'onda d'urto che venne però schivata prima di ricevere come risposta un potente pugno.

 

Il mandaloriano finì dunque ai piedi di Mando, che spense la simulazione e si inginocchiò per aiutarlo a rialzarsi.

 

“ Sei migliorato, ragazzo mio. Ma continui a prenderti troppa confidenza nel momento in cui colpisci.”, disse gentile ma fermo nella sua critica.

 

“ Urgh, di rimediare cercherò. Il tuo perdono chiedo, papà”, disse il ragazzo togliendosi l'elmo, rivelando un viso verde con grandi occhi lucidi e alcune rughe qui e là.

 

“ Tranquillo, anch'io alla tua età ho fatto parecchi errori. Ringrazia di aver ancora il tempo per rimediare. Per il prossimo incarico potrei aver bisogno del tuo aiuto ”.

 

“ Un nuovo impiego trovato, quindi?”, domandò il giovane mandaloriano al padre adottivo, che si abbassò per porgergli la sua parte della cena, che cominciò a mangiare con gusto.

 

“ Sì, Grogu. Potrebbe essere molto facile o molto difficile, ma ci frutterà parecchio. Preparati, si va alle Isole del destino.”, disse il guerriero Mandaloriano dirigendosi al posto del pilota.

 

*****

 

 

 

 

 

Quella che era semplicemente cominciata come una festa d'addio, era rapidamente diventata una lotta per la sopravvivenza per tutti gli abitanti delle Isole del destino, in particolare un ragazzo. Ma partiamo dal principio, o almeno dal tardo pomeriggio in cui le Isole del destino furono quasi sterminate.

 

Al di là dell'essere un porto di scambio con la razza delle sirene o altre razze marine e un buon luogo di riposo per gli avventurieri, quello sperduto arcipelago sul pianeta Atlantica, fatto quasi interamente di acqua, non era niente di particolare. Quindi non pochi cercavano lavori che li avrebbe portati lontano almeno per mandare un po' più di soldi alla loro famiglia e ovviamente quasi tutti i bambini sognavano di lasciare il loro pianeta nativo come avventurieri in cerca di gloria nella galassia sterminata.

 

Uno dei suoi abitanti, un ragazzo di nome Sora, si stava allenando come ogni giorno, con risultati altalenanti, contro il robot d'allenamento che teneva nel seminterrato di casa sua. Il droide si muoveva su dei cingolati, era piuttosto nerboruto e aveva un viso a forma di cavaliere con spada e scudo al posto delle mani. Sugli scaffali che circondavano i due contendenti c'erano molti attrezzi, riviste e trattati sui vari clan d'avventurieri, e una manciata di bibite o snack energetici.

 

“ Perchè questa dannata tecnica non funziona? A questo punto dovrebbe avere almeno un certo effetto.”, si lamentò il castano riprendendo l'ennesima volta la propria spada di allenamento e rivolgendosi contro il droide, concentrando nuovamente la Forza nella spada di legno, avvolgendola con un lieve alone color arancio.

 

“ COLPO DI DRAGO!”, esclamò ancora con assoluta determinazione, avvolgendo la sua arma con una lieve aura arancione che sbattè sulla corazza del robot. L'impatto però non fu neanche lontanamente forte quanto si aspettava e nuovamente l'arma dell' avversario lo prese in faccia per spedirlo a terra. Si rialzò con uno sbuffo e spense l'automa prima di preparare lo zaino per andare sulla spalla.

 

Sora di per sé non era un cattivo combattente, intendiamoci. Sapeva essere agile e colpiva duro, con strategie non da buttare via. Ma il suo controllo della Forza era a dir poco pessimo. Ci metteva mesi a imparare le tecniche marziali di base e ancora non riusciva a usare un incantesimo decente, cosa che lo mandava in bestia. Dunque almeno finchè non avesse risolto il problema si concentrava di più sulla pura abilità nel combattimento con risultati comunque soddisfacenti, anche se nulla di paragonabili ai suoi migliori amici.

 

 

Fin da piccoli desideravano partire per unirsi a tanti altri avventurieri e avevano finalmente superato la prova di ammissione cui tutti gli aspiranti venivano sottoposti dall'unione dei diversi clan. Era certo che avrebbe formato una grande squadra coi suoi amici:

 

 

 

Riku, il belloccio dai capelli d'argento dell'isola, era sostanzialmente il contrario di Sora sotto ogni aspetto. Era considerato un genio da molti e aveva già imparato varie tecniche e magie. Un po' arrogante a volte, ma trattava tutti con gentilezza, incluso il suo amico pasticcione. L'unica cosa che avevano in comune oltre ad ambizioni e amici erano le discutibili abilità accademiche.

 

Kairi era la migliore amica che potesse immaginare. Una giovane paladina dai capelli rossi che non mancava mai di rimetterlo in sesto quando si sentiva giù. E per cui aveva anche una piccola cotta sebbene non l'avrebbe mai detto a nessuno.

 

Montblanc, carino e dolce Moguri amante del verde, finchè non si mette a lanciare a raffica magie nere e temporali almeno. Senza i suoi consigli Sora dubitava sarebbe andato molto oltre, aveva sempre una buona parola per lui.

 

Judy, coniglietta dal pelo grigio, era una coraggiosa pistolera e combattente corpo a corpo. Non aveva mai permesso alla propria stazza minuta di ostacolarla.

 

Arami, una Nu Mou illusionista dal manto rossastro con, capace di creare incantesimi con una grande d'area d'effetto. E anche miglior guaritrice del gruppo, un po' hippy onestamente, a parlare sempre del volere della Forza e simili come fossero vivi.

 

Speravano di diventare un clan serio prima o poi e si erano allenati duramente mentre si alternavano anche con gli studi veri e propri. Più di una volta erano arrivati vicino al suicidio però( cosa che aveva ulteriormente convinto Sora Alami facesse uso di droghe perchè altrimenti non sapeva come avrebbe resistito altrimenti).

 

“ Sora, sei pronto? Manca poco alla festa, non vorrai fare tardi, visto che è per te!”, chiamò improvvisamente la voce di sua madre, paralizzando il ragazzo che cominciò a preparare il suo unico bagalio in fretta e furia.

 

“ Arrivo, mamma, un secondo solo.”, disse il moro mettendosi lo zaino e mettendosi la spada al fianco prima di andare incontro ai suoi genitori. Quella era una serata speciale, quella in cui sarebbero partiti per il loro primo viaggio come avventurieri, ad esplorare gli infiniti pianeti della galassia e affrontando ogni genere d'avversari. Aveva passato l'intera giornata ad esercitarsi ed era certo che i suoi compagni non erano stati da meno.

 

 

Un paio di ore dopo la luna piena brillava generosa sopra la radura fuori dal villaggio e ai piedi della montagna in cui si teneva il party d'addio. Una delle numerose e bellissime spiagge era piene di fiaccole, portate lì dalle persone che volevano dare l'arrivederci ai sei avventurieri in partenza. Grandi tavole imbandite riempivano lo spazio per la festa, le loro pietanze svuotate in fretta per lasciare campo libero all'evento principale, in cui tutta la folla si mise a cerchio attorno ai festeggiati, in attesa dell'ultimo riconoscimento.

 

 

Kairi era vestita come una suora, con protezioni argentate un po' ovunque e un velo a coprirle i capelli rosso fiammante, una spada lunga al suo fianco e uno scudo sul polso.

 

Judy indossava una divisa da swat con tanto di giubotto anti laser, con due pistole ai fianchi. Teneva la schiena rigida in modo quasi ridicolo mentre il manto argenteo scintillava sotto la luce delle stelle.

 

Montblanc indossava una felpa verde e teneva il suo bordone da mago, simile a un sonaglio, in mano. Il pon pon rosso tra le sue lunghe orecchie si illuminava nervosamente per quanto restasse di cercare calmo.

 

Arami teneva un largo scialle e un cappotto a ricoprirla. Come la maggior parte della sua specie era praticamente gobba e i suoi occhi luminosi contorniavano un viso sornione come se fosse a un semplice compleanno.

 

Riku aveva un'armatura da cavaliere che lo ricopriva per intero e rendendolo piuttosto imponente, a differenza di Sora che preferiva tessuti rinforzati per muoversi meglio. La sua arma era una spada corta simile a un'ala di pipistrello.

 

“ Sono fiera di voi, ragazzi miei.”, disse il capo della milizia dell'arcipelago, Chicha, avanzando davanti a loro. Madre di tre figli, era una donna ispanica dal cipiglio fiero e con un polso saldo quando si trattava di amministrare la giustizia. Aveva insegnato ai sei ragazzi le basi delle basi nel combattere e usare la Forza, ma poi tra una cosa e l'altra si erano dovuti arrangiare.

 

“ Non esagerare ora. Abbiamo fatto quello che potevamo con quanto ci hai dato.”, disse Kairi tirando in basso il suo velo per osservare a dovere i loro concittadini.

 

“ Dico sul serio, siete andati molto oltre i risultati che mi aspettassi. Ognuno di voi si è meritato queste.”, disse la donna prendendo dalla borsa sei carte magnetiche e altrettanti strani oggetti esagonali.

 

Le prime erano le licenze da avventurieri del gruppo. Ognuna portava la foto del rispettivo proprietario assieme ai suoi dati ed era necessaria per prendere missioni, contenere i loro crediti e soprattutto unirsi a un clan.

 

I prizmod invece erano sostanzialmente borse dotate di un'enorme spazio che permetteva di contenere vari oggetti trasformati in dati, con un ulteriore spazio riservato agli Spectrobes, ovvero i vari animali su ogni pianeta capaci di usare la forza, che si sarebbero potuti unire a loro. Processo che sarebbe avvenuto in battaglia, grazie a una forma di imprinting da cui nasceva un legame quasi mistico.

 

Entrambi erano inoltre incantati per tornare sempre al loro proprietario nel caso venissero persi.

 

“ Grazie, signora. Il primo torneo che vinceremo sarà dedicato a lei.”, disse Sora sorridendo e rivolgendo a sua volta uno sguardo ai propri genitori, in lacrime come quelli dei suoi amici.

 

“ Oh, no, sarà tutto per voi, non mi dovete niente.”.

 

“ Meglio, potremmo goderci tutti i soldi che faremo.”, scherzò Montblanc, scatenando una risata generale degli amici e una finta occhiata imbronciata della donna, che gli carezzò il pompon prima di rivolgersi ai suoi concittadini.

 

“ Oggi diamo il nostro arrivederci a sei valorosi ragazzi che si sono allenati al loro meglio negli ultimi anni. A breve comincieranno il loro viaggio verso le stelle. Nessuno può dire dove arriveranno. Molti ostacoli saranno sulla loro strada, ma troveranno altrettanti nuovi amici ad aiutarli. Faccio loro i miei migliori auguri, non vedo l'ora di vedervi tornare più forti e saggi di quanto siate.”, disse la guerriera alzando le braccia a indicare tutta la folla.

 

“ Fate del vostro meglio là fuori!”, era l'esclamazione di incoraggiamento più comune.

 

“ Rendeteci orgogliosi!”, dissero i loro genitori alzando le fiaccole insieme ai propri vicini.

 

“ State attenti!”, dissero ovviamente alcuni, guadagnandosi un'allegra risata come risposta dai sei ragazzi. La festa sarebbe dunque proseguita per un altro po', mentre altri amici dei sei aspiranti avventurieri bevevano sotto le stelle giurandosi amicizia e amore eterni.

 

Il gruppo di ragazzi in partenza era davanti a un falò. Avevano passato tutto il loro tempo a parlare di sogni di gloria o dei rispettivi allenamenti quando l'umore si faceva più realista.

 

“ Migliaia di mondi da esplorare... mi sembra di poterli toccare tutti ora.”, commentò Kairi sdraiandosi sulla sabbia e puntando le stelle con le dita avvolte dal metallo.

 

“ Tante avventure da inseguire.”, le fece eco Judy.

 

“ E tutto il potere dell'universo a nostra disposizione.”, disse invece Riku, che aveva scherzato sul poter diventare l'allievo di Darth Vader, uno dei più potenti capoclan della galassia, se non il più potente in assoluto.

 

“ No, siamo noi a disposizione della Forza.”, ribattè Arami, che era sempre contro la continua ricerca del potere di Riku. Secondo lei ognuno aveva semplicimente le abilità che l'universo desiderava possedessero. La Forza, come era in genere chiamata l'energia che alimentava tecniche e magie, a suo dire era programmata per scorrere in un determinato modo in un certo individuo affinchè compisse il suo destino.

 

“ Ancora, Arami? La Forza non è cosciente. E se decidesse tutto per noi a che servirebbe allenarsi?”, le rispose Sora, che pensava a essa semplicemente come qualcosa che scorreva nel suo corpo. Insomma, i midi chlorian erano stati scoperti secoli fa ed erano nelle sue cellule per una ragione.

 

“ Basta litigare, vi rendete conto che da domani nulla sarà più come prima?”, li interruppe Kairi lanciando loro un sasso a testa, sufficienti a interrompere il litigio.

 

“ Ma poi... voi in che clan vorreste entrare, se ce lo permettessero?”, chiese Judy quando tornò il silenzio.

 

“ Dunque, a differenza di Riku credo che il clan Eclipse darebbe troppi problemi, almeno all'inizio, assumendo Vader o chi per lui ci assumesse. E' semplicemente troppo grande e militarizzato – le rispose Sora, aprendo poi una mano per contarsi le dita- anche il clan Disney è fuori dalla lista per lo stesso problema. I clan Garden o Avalanche? Operano legalmente, sono abbastanza forti, ma non troppo grandi.”.

 

“ Sì, loro sarebbero l'ideale per cominciare. Poi si deciderà se e quando cambiare. Dipenderà tutto dal nostro allenamento.”, concluse quindi Montblanc. I sei quindi tornarono a guardare le stelle, immaginandosi per un po' tutte le avventure che avrebbero vissuto intorno a loro, finchè uno di loro nuovamente non interruppe la quiete di quella sera.

 

“ Insieme per sempre?”, domandò Sora mettendo la sua mano all'interno del cerchio.

 

“ Insieme per sempre.”, risposero gli altri stringendo le loro mani e poi faticando per scoglierle.

 

La loro felicità non era però destinata a durare. Di striscio, Kairi notò una luce all'orizzonte diventare sempre più grande e intensa, rivelandosi infine essere un potente laser azzurro che distrusse completamente la cima della montagna al centro dell'isola, interrompendo i loro festeggiamenti e mettendo tutti sull'attenti. A seguire quel primo attacco, diverse astronavi da guerra con una bandiera pirata per ogni albero maestroche chiusero la distanza che li separava dall'orizzonte e si posarono sul mare, a poca distanza dalla città.

 

 

 

“ Cosa vogliono da noi? ”, domandò Riku guardando spaventato quella flotta, i cui occupanti scesero sulla spiaggia prendendo le armi.

 

In breve gli invasori furono accompagnati da bizzarre creature, simili quasi a formiche con arti umanoidi che sciamarono sulla sabbia fino ad arrivare tra gli edifici gettandosi sulle persone. La milizia, aiutata dagli avventurieri di passaggio, fece del suo meglio per respingerli, ma i pirati erano troppo numerosi.

 

Sora per un istante pensò che fossero Spectrobes, ma quelli che conosceva non erano fatti di pura oscurità, non avevano occhi gialli che sembravano chiedere sangue. E non si muovevano in quel modo inquietante che sembrava il gesticolare di un folle.

 

A capo della flotta pirata, appoggiato sul bordo della nave si trovava un uomo vestito di rosso, con lunghi capelli neri coperto da un cappello piumato. Al fianco teneva un lungo fioretto e una pistola laser. Un sorriso contorniato da lunghi e sottili baffi osservava la prima ondata dei suoi uomini farsi strada tra difensori e alberi.

 

“ PORTATEMI COLUI CHE POSSIEDE LA CHIAVE!”, gridò Uncino alzando una mano bionica mentre i rumori dei cannoni illuminavano la sua figura e anticipavano diverse esplosioni per tutta l'isola.




                                                                                                         *****

E da grande masochista quale sono ho ovviamente iniziato una nuova long con un world building e personaggi che non sono certo di poter gestire. Ma d'altronde quando mi metto a pensare troppo a una possibile fic quando cammino, tutto sembra nascere da sè. E quest'idea era semplicemente troppo allettante per non sfruttarla in un modo o nell'altro.

Come tutti coloro che hanno probabilmente cliccato, io adoro davvero Kingdom Hearts. Coded e Bbs sono stati forse i miei giochi preferiti rispettivamente per ds e ps3, e aspetto con ansia l'uscita del 4 per vedere dove andranno a parare. Però ci sono alcuni elementi della serie che proprio non riesco a digerire, come la scarnissima interazione tra i diversi mondi( cosa che reputo idiota quando l'alleanza galattica di Lilo e Stitch esiste forse da secoli), il ruolo di alcuni personaggi Disney(*cough* Paperone*cough*) e giusto un paio di trip narrativi che funzionano bene, ma che mi sarebbero piaciuti di più se portati in un'altra direzione. Quindi, dopo aver letto o visto una manciata di cosette, ho immaginato questa versione del mondo di KH, con vicende che spero vi appassioneranno fino alla fine. Il secondo capitolo è in arrivo a minuti, intanto qui alcune delle mie fonti di ispirazione:

Warhammer 40k, che ha uno dei migliori world building sci-fi. Un suo 'au', Brighthammer, mi ha aiutato a coniare la prima frase della sintesi;

Una rivisione delle varie opere di Star Wars, in particolare quella gemma animata di Clone Wars( che ha probabilmente il miglior finale di sempre per un cartone, ed ecco che sbavo);

Grimmfall, un crossover su ff.net tra RWBY( un altro dei miei cartoni preferiti) e moltissime altre serie, non solo Disney;

Un gioco di ruolo fatto dai fan per Final Fantasy, per essere più precisi la terza edizione( la potete trovare su The Trove o sul loro forum, Final Fantasy Returners ), che contiene un sacco di classi ed altri elementi che non ho fatto a meno di apprezzare;

Final Fantasy Tactis Advance( e un pò il suo seguito), il gioco che mi ha fatto appassionare ai Final Fantasy, da cui provengono molti dettagli di world building per questa storia, in particolare l'organizzazione dei clan di avventurieri e le abilità;

Spectrobes, vecchissimo gioco Disney per DS. Come menzionato, qui gli Spectrobes sono animali che possono usare la Forza, ma nella categoria non rientrano solo le creature di quella serie, ma anche i vari mostri di Final Fantasy e in generale delle altre serie che sto usando;

Ultime, ma non per importanza, due storie della mia amica e collega Scarlet Queen( ora purtroppo non più sul sito), Fairyland e Re: A new Life in a weak world, quest'ultima avente per protagonista Vader.

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: fenris