Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Mondschein    21/03/2021    0 recensioni
Raccolta di one shot Ereri/Riren
• Fluff
• AU
• Canonverse
• Omegaverse
• Angst
• Smut
• • •
~Siete tutti benvenuti ^w^
Un grazie a tutti quelli che leggeranno!
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il cielo si era da poco schiarito, le prime luci dell'alba svegliarono quelle persone che sarebbero dovute andare a lavorare, a fare le loro commissioni quotidiane e chi invece, in un casa in periferia, si stava preparando per una bella gita al mare. 
«Hai preso la crema solare?» chiese per la milionesima volta una ragazza dai capelli neri come l'ebano. 
«Sì.» rispose scocciato suo fratello. Prima che la sorella facesse un'altra domanda, il ragazzo aveva affermato che avevano tutto dentro la borsa da spiaggia. Gli asciugamani c'erano, i libri da leggere durante il viaggio in treno c'erano, crema solare c'era, il cambio intimo c'era e per ultima cosa... 
«Levi, Mikasa! Non dimenticate la borsa frigo.» li raggiunse in salotto la loro madre, Kuchel, con una borsa blu in mano. 
«Grazie mamma!» disse Mikasa prendendo la borsa mettendosela in spalla. Levi prese lo zaino, dentro il quale c'erano biglietti del treno, il portafoglio e i soldi, e se lo portò dietro la schiena. Prese anche quella da spiaggia e finalmente erano pronti per uscire. 
«Dai sbrighiamoci, o faremo tardi.» disse Kuchel afferrando la sua borsetta insieme alle chiavi della macchina. 
Circa venti minuti dopo, erano arrivati in stazione. Avevano salutato la madre che se ne uscì  con le solite raccomandazioni e dopodiché li aveva congedati lasciandogli un bacio sulla guancia ad ognuno. 
«Sorridi.» raccomandò a suo figlio Levi, che appena si rese conto a cosa si riferisse, abbassò lo sguardo e sussurrò un semplice "non preoccuparti". 
Mikasa prese il cellulare, dopo che la madre si allontanò, e mandò un messaggio a tutti gli altri che sarebbero dovuti venire. 
«Ehi ragazzi!» 
«Ah! Isabel, Farlan! Vi stavo per mandare un messaggio.» disse Mikasa sorridendo ai due ragazzi appena arrivati.
Isabel e Farlan erano due vecchi compagni di scuola di Levi e ufficialmente fidanzati da quando avevano sedici anni. La coppia, molto affiatata, erano i migliori amici del corvino, ma per Isabel era come un fratello maggiore e considerati da chi li conosceva, un trio inseparabile. 
«Ah-ah, siamo pronti per questa gita?» Isabel diede delle gomitate sul braccio di Levi che si spostò infastidito. 
«Smettila Isabel.» la sgridò il suo ragazzo dandole qualche pacca sulla testa. 
«E dai! Questa è o non è la miglior occasione per dichiararsi? No?» continuò lei facendo un broncio guardando Levi «E poi secondo me, andrà tutto bene. Tu e mio cugino avete un certo feeling che non passa inosservato.» continuò la ragazza, Mikasa concordò con lei. 
«Non fare quella faccia, cosa ti ha detto mamma?» 
«Mikasa finiscila, non trattarmi come se fossi un bambino.» la ammonì Levi ancora più cupo.
«Ma io voglio solo il meglio per il mio fratello maggiore preferito.» 
Levi non rispose e guardò distrattamente il luogo circostante. Ormai quasi tutti sapevano che a lui piaceva il cugino di Isabel, Eren. L'aveva incontrato la prima volta a casa dell'amica e già quel giorno aveva provato una certa attrazione verso il ragazzo. I suoi occhi erano verdi come quelli di Isabel, era alto, intelligente, solare, un bellissimo ragazzo. Aveva proprio conquistato il cuore di Levi, sopratutto quando scoprì che era un compagno di classe di sua sorella Mikasa. Gli parve proprio un segno del destino, anche se lui non credeva molto a queste idiozie.
Avevano quattro anni di differenza e all'inizio questa cosa gli recava un certo fastidio, ma Mikasa lo rimproverava, dicendogli che il suo era solo un modo per angosciarsi e lasciare perdere. Il che non aveva tanto senso per la giovane. Perché fissarsi su una cosa tanto futile? Eren ormai aveva vent'anni, per cui non c'era nulla di male. 
Sentì la voce dell'altoparlante che avvisava di un treno in arrivo, ripetendo sempre di allontanarsi dalla linea gialla. Levi si ridestò completamente dal suo stato di trance, guardando poi l'ora. Erano in orario per fortuna, ma mancavano ancora due persone all'appello. 
«Ragazzi siamo qui!» urlò ad un tratto Mikasa, alzando un braccio per farsi vedere dai ritardatari. 
Ed eccolo lì, il ragazzo più incantevole che abbia mai conosciuto si stava avvicinando a passo svelto insieme a "faccia da cavallo"o Jean, il fidanzato di Mikasa, sfoggiando un meraviglioso sorriso.
«Finalmente! Vi davamo per dispersi.» disse Mikasa dando un bacio a Jean. 
«È colpa di Eren, è sempre in ritardo.» indicò il ragazzo dalla chioma castana, che stava salutando sua cugina e Farlan. 
«Non è colpa mia se a luglio mi è difficile svegliarmi alle sei e mezza del mattino!» ribatté lui ridendo. 
«Per una gita al mare, questo ed altro cugino! Pensa se non arrivavi, Levi ci sarebbe rimasto malissimo.» Isabel lanciò un'occhiata complice al suo migliore amico che inevitabilmente si imbarazzò dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. Eren, a quel punto, si girò verso di lui e gli andò in contro sempre con quel dannato sorriso che lo mandava in tilt. 
«Ciao Levi!» 
«Non ascoltare quello che dice Isabel.» disse sviando lo sguardo da quello di Eren. 
«Ma sai che scherza! Non prendertela!» gli diede una pacca sulla spalla e lui sfoggiò un mezzo sorriso. 
Qualche minuto dopo erano sul treno; Levi volle sedersi vicino alla sorella, Eren e Jean stavano nei sedili davanti a loro, mentre i due rimanenti erano nei posti accanto. 
«Certo che sei proprio stupido, volevo stare con Jean.» 
«Non rompere.» disse Levi tirando fuori dalla borsa un libro. 
«Come speri di sedurlo se non gli parli neanche?» chiese Mikasa guardandolo severamente. 
«Non è così facile... dammi tempo.» 
«È da due anni che ti dai tempo. Per fortuna non ha trovato ancora nessuno o saresti nella merda e l'avresti perso.» Levi non rispose, si limitò a girarsi e a guardare il paesaggio dal finestrino.
Il viaggio durò un'ora e quando si poté scorgere il mare, Eren era balzato in piedi dicendo ai suoi amici che finalmente si vedeva quella distesa di acqua blu. 
«Che bello!» esclamò allegro scaturendo agli altri un grossa risata.
«Stai giù! Hai attirato l'attenzione di tutti su di noi cretino!» disse Jean strattonandolo dalla maglietta. Levi guardò il castano con un sorriso, adorava il suo modo di fare spavaldo, la sua allegria. Levi non era così espansivo, era uno molto riservato e tranquillo, tutto il contrario del ragazzo che aveva davanti. Si chiese per la milionesima volta se un ragazzo come Eren, potesse amare un tipo come lui. 
Uscirono dalla stazione non molto tempo dopo, e come ben si aspettavano, il tempo era assolutamente magnifico. Respirarono profondamente, sentendo l'aria frizzante e conosciuta saturare a pieno i loro polmoni. Si avviarono immediatamente, i due fratelli sapevano già la meta che si erano prestabiliti. In quella città c'erano già andati con i genitori e a pochi chilometri di distanza dalla stazione si trovava una spiaggia libera. Dovevano solo percorrere per una quindicina di minuti il lungo mare.
«Eccoci arrivati.» disse Mikasa scendendo gli scalini e togliendosi le scarpe, tutti gli altri seguirono il suo esempio e infilarono i piedi nella sabbia bollente.
«Ah! Scotta!» esclamò Eren, indossarono le infradito per non bruciarsi la pianta dei piedi. 
Si misero poco distanti dalla riva e per fortuna non c'era ancora tanta gente. Jean e Farlan sierano premuniti di due ombrelloni che decisero di mettere subito e aprirli. Distesero sulla sabbia i vari asciugamani, misero le tre borse frigo sotto l'ombra degli ombrelloni e si svestirono. 
Tutti rimasero in costume da bagno, i due ragazzi ammirarono le loro fidanzate, mentre Levi era rimasto incantato dal corpo perfetto di Eren. 
Mikasa gli dovette dare un leggero pugno in testa, facendogli notare che era l'unico a non essersi tolto la maglia. Era la prima volta che vedeva Eren in costume da bagno dal vivo, ed era mozzafiato. Non che con il suo corpo poteva lamentarsi, dato che faceva palestra, ma chi non rimarrebbe incantato di fronte a uno spettacolo del genere? 
«Andiamo in acqua?» chiese impaziente Eren, il quale correva sul posto. 
«Prima la crema solare Eren!» disse Isabel «O ci scottiamo.» la ragazza lanciò un'occhiata al suo migliore amico e dopo aver ricevuto la sua attenzione, indicò con il mento il cugino, il quale borbottava frasi incomprensibili. 
Isabel sbuffò alla vista di un Levi confuso così prese lei l'iniziativa «Eren, perché non aiuti Levi a mettersi la crema?» 
«Certo! Perché non me l'hai detto subito?» si avvicinò a Levi, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Ecco un'altra caratteristica di Eren, era disposto a tutto pur di aiutare gli altri, anche per una minima cazzata. 
«Sei bianchissimo Levi!» commentò Eren mentre gli passava con gran cura la crema sulla schiena, non c'è bisogno di sapere che in quel momento Levi si sentiva al settimo cielo. 
«Dai andiamo!» Eren si alzò e prese Levi dal polso trascinandolo verso la riva. 
«Noi vi raggiungiamo dopo!» urlò Mikasa che sorrise mentre guardava quella scena. Aveva speranza che il suo amico ricambiasse i sentimenti del fratello, o quanto meno lo accettasse. Le parlava molto di Levi, le chiedeva anche qualche informazione o curiosità fin dal primo momento che lo conobbe. Chissà, magari qualche attrazione ce l'aveva davvero, solo che non se ne rendeva conto. 
I due ragazzi avevano raggiunto il mare e appena misero i piedi nell'acqua, un brivido di freddo percorse la schiena di entrambi. Eren ammirava a bocca aperta l'acqua di un colore tra il verde e l'azzurro del cielo. Uno strano contrasto a parer suo, però si trattava sempre del mare! Iniziò ad avanzare, ignorando l'acqua apparentemente gelata, fino a quando non si accorse che si stava muovendo da solo. Si girò e vide Levi ancora fermo sul posto. 
«Ma che fai?» chiese corrugando la fronte. 
«È gelida.» rispose Levi «Ho la pelle d'oca.» sussurrò guardandosi braccia e gambe. 
Eren lo raggiunse prendendolo per il gomito e lo trascinò per l'ennesima volta andando più a fondo. 
«Aspetta... ma tu non hai freddo?» ogni tentativo di staccarselo di dosso andò a sfumare, la mano di Eren stretta sul suo braccio lo faceva sentire bene, voluto. L'acqua a soli quattro metri dalla riva era già alta. O almeno per Levi. Arrossì quando notò che a lui arrivava più o meno alle spalle mentre all'altro poco sopra all'altezza dello stomaco. Certo che così la differenza di altezza si notava parecchio, pensò stizzito. 
«Ciao, ciao.» disse Eren lasciando l'altro confuso prima di trattenere il respiro e buttarsi sott'acqua. Non ebbe modo di sfuggire neanche alla presa delle sue gambe che fu risucchiato dal mare anche lui per colpa di un ventenne dai comportamenti puerili. 
Se lo ritrovò sopra di sé, mentre lo guardava divertito. I suoni erano ovattati, il corpo completamente bagnato al contatto di quell'acqua gelata lo aveva sorpreso parecchio. Odiava sommergersi, gli occhi gli bruciavano. Al contrario di Levi, Eren nuotava come un delfino. I suoi dieci anni di nuoto erano serviti a qualcosa dopo tutto. 
Levi ritornò in superficie con una spinta e poté respirare di nuovo a pieni polmoni. Eren lo raggiunse e rise vedendo l'amico che tossiva ripetutamente. 
«Dannato moccioso! Lo sai che odio questi giochetti!» gli urlò arrabbiato. 
«E dai! Te la prendi sempre!» scoppiò a ridere e Levi lo sorpasso mollandogli una spallata secca su quella del giovane. 
«No! Aspetta! Scusa mi dispiace!» lo prese per il braccio fermandolo. 
«Scuse accettate.» disse lui impassibile mentre si girava tornando indietro. 
Wow, perdona in fretta, si ritrovò a pensare Eren con un sorriso sulle labbra. Levi si ributtò in acqua seguito da Eren, che ovviamente sapeva nuotare meglio di lui. Lo osservò anche mentre rimaneva a galla in superficie, che guardava sognante il cielo blu. 
«Me lo insegni?» si azzardò a chiedere. Eren si rialzò con un sorriso gentile sulle labbra «Certo! Vieni qui.» lo raggiunse e si appostò davanti a lui «Okay, adesso mettiti di profilo, così, bravo. Adesso ti accompagno mentre tu inizi a scendere all'indietro con la schiena, io te la tengo okay?» lui annuì e si fidò del ragazzo. Si "sdraiò" sulla superficie, nel frattempo Eren gli teneva le mani una sulla schiena e l'altra sotto le sue gambe. 
«Rilassati, hai i muscoli tesi.» cercò di seguire il suo consiglio ma era maledettamente difficile. Ringraziò per pochi secondi i suoi amici che chissà dove erano finiti, perché gli avevano detto che sarebbero arrivati subito dopo di loro, invece, era da un quarto d'ora che erano solo loro due. Insieme e così vicini. Non gli dispiaceva affatto. Ad un certo punto non sentì più la presenza delle mani di Eren sulla sua pelle, aveva chiuso gli occhi cercando di concentrarsi meglio ma non fu per nulla facile. Si sentì di nuovo sprofondare e si rimise in piedi con uno scatto, schizzando acqua sopra Eren. Il moro lo guardò pensieroso, e non sapeva se morire dall'imbarazzo oppure buttarla sul ridere. 
«Hai i muscoli troppo pesanti.» era una constatazione fondata, facendo palestra era più che normale. 
«Io e l'acqua non siamo molto compatibili.» disse Levi guardandosi le dita ormai raggrinzite. 
«Ehi Levi! Stavi per affogare?» finalmente gli altri li raggiunsero e la frecciatina che lanciò alla sorella non venne ben recepita. 
«Meno male che sareste venuti subito dopo.» affermò Eren ridendo. Gli altri si inventarono una scusa banale ed il ragazzo se la bevve con facilità. Era ovvio per Levi quanto per gli altri che fu solo un modo per lasciarli da soli. 
«Io esco.» disse il corvino. 
«Ma come, siamo appena arrivati!» disse Isabel. 
«Esatto, voi. Le mie dita si stanno sciogliendo. E qualcuno deve controllare che non rubino dalle nostre borse.» uscì dall'acqua anche perché stava iniziando ad avere un po' di freddo. Raggiunse i loro ombrelloni in bella vista e si sedette sul suo asciugamano in pieno sole. Sinceramente detestava il mare per questo, stare seduti sotto il sole cocente aspettando che ci si asciughi e ripetere le stesse mosse tutto il giorno lo annoiava a morte. Grazie al cielo che stavano solo un giorno e che c'era Eren, oppure non avrebbe mai accettato di andare con loro. 
Anche Eren decise di uscire per la stessa motivazione, ma anche per fare compagnia a Levi dato che era da solo. 
«Oi, Levi!» provò ad imitare il modo di parlare del corvino e si sedette vicino a lui. 
«Come mai qui?» chiese il più grande. 
«Beh, mi sembra ovvio.» voltò la testa verso il cielo, mentre con la mano si pettinò i ciuffi di capelli castani all'indietro. Dio quanto desiderava toccarglieli. 
Rimasero in un religioso silenzio, Eren si porse verso la sua borsa, dove tirò fuori un libro, dopodiché si distese poggiando la testa sopra la borsa usandola come cuscino. Levi rimase a guardare il mare davanti a sé, poi il suo sguardo si spostava su tutta la spiaggia che man mano si riempiva sempre di più dalla folla. Si concentrò su Eren, che stava leggendo con attenzione il suo libro. Ecco una cosa che gli accomunava: piaceva leggere a entrambi. 
«Che leggi?» prese coraggio e si distese su un fianco appoggiandosi con la guancia sulla spalla calda e asciutta di Eren. 
«American sniper.» rispose mostrandogli la copertina. Levi corrugò la fronte «Davvero riesci a leggerlo? È noioso da morire.» 
«L'hai letto anche tu?» 
«Ho provato.» lo corresse «Saltavo tutte le descrizioni delle armi, praticamente non sono arrivato neanche a metà che l'ho chiuso e lo riportato in biblioteca.» spiegò «Ho fatto prima a vedere il film. È più bello.» 
«Io non lo sto trovando maluccio.» disse invece Eren. 
«Beato tu. E poi non è neanche il mio genere.» 
«Già! A te piacciono il fantasy e i thriller!» 
«A te invece tutti i generi, vero?» 
Certo che sì. 
«Esatto! Se la storia è interessante la leggo.» 
«Anche quando sono maledettamente noiosi.» indicò il libro che aveva in mano. 
«Eh!? No, non è noioso! Tu piuttosto leggi cose noiose e pallose tipo le Cronache di Narnia! Meglio i film!» 
Levi sgranò gli occhi «Cosa ho appena udito?» lo fulminò con lo sguardo «Quella saga è stupenda!» ribatté sicuro.
«Noiosa da leggere.» ridacchiò Eren. 
«Non è vero! L'ho letta in un mese ed è molto interessante!» 
«Mai quanto la trilogia di Maria Antonietta!» 
«Ti piace proprio leggere libri di persone morte eh?» 
«M-morte?» 
Levi indicò il libro che aveva in mano Eren e l'altro sbarrò gli occhi, cacciando un urlo sorpreso «Kyle muore!?» si guardarono per qualche secondo «Ops.» Levi si tappò la bocca rendendosi conto del mega spoiler inferto al povero ragazzo. 
«Ma dannazione Levi! Vergognati!» gli tirò il libro in testa mentre l'altro era scoppiato a ridere «Scusa non era mia intenzione.» 
«Sì certo! Inventati una scusa migliore!» 
Calò di nuovo il silenzio tra i due ragazzi: Levi osservava con un ghigno il viso imbronciato di Eren che guardava qualcosa di indefinito. Poi girò gli occhi verso Levi che inevitabilmente scoppiò di nuovo a ridere. 
«Smettila!» 
«Non ce la faccio, sei troppo carino...» si bloccò di colpo e tossì mettendosi seduto. Che cavolo diceva!? Sperò che non la prese troppo sul serio. 
«Carino, eh?» 
Ecco appunto. 
«Non montarti la testa Yeager.» 
«Io? Macché!» rise per poi scorgere gli altri uscire dall'acqua e raggiungerli. 
«Wow! L'acqua è magnifica!» disse Isabel raggiante.
I ragazzi si sedettero sugli appositi asciugamani mentre le ragazze rimasero in piedi. 
«Io e Isabel andiamo a farci una passeggiata.» disse Mikasa strizzando i capelli neri. 
«Mh, okay.» disse Jean dandole un bacio. 
«Se qualche altro ragazzo vi importuna...» 
«Tranquillo Farlan!» abbracciò il ragazzo e gli lasciò un dolce bacio. 
Le ragazze si incamminarono sotto lo sguardo attento dei due fidanzati. 
«Cavolo, brutta questione la gelosia, eh?» 
«Beh, è normale.» disse Farlan «C'è sempre qualche ragazzo che ci prova con qualcuna senza neanche conoscerla, il solo pensiero mi manda in bestia.» replicò stringendo i pugni. 
«Deve essere uno strazio.» constatò Eren ricevendo la completa attenzione del corvino «Se avessi una ragazza...» 
«Non dire stronzate come "se avessi la ragazza non le starei così addosso". Guarda che la gelosia cresce in te insieme all'amore che provi per lei o lui.» lo rimbeccò Jean. 
«Sinceramente avere una ragazza che mi sta addosso perché è gelosa mi romperebbe i coglioni.» disse schietto. 
«Non c'è quello al primo posto.» disse Farlan piccante «Stare con la persona che più ti piace, che la stimi, la ami, quello viene al primo posto. Deve stare bene e sentirsi bene con te.» 
«La cosa migliore è quando fai le cose insieme, anche le più insignificanti ma stai bene se c'è la persona giusta accanto a te.»
«Uff, mi fate salire il diabete con queste cazzate.» 
Levi si strinse le ginocchia al petto, che voleva dire? 
«Non potete neanche rispondere agli elogi delle altre ragazze.» notò in lontananza un gruppetto di quattro ragazze che li stavano osservando. Lui fu l'unico a ricambiare lo sguardo di quelle oche stramazzanti, accennando un leggero saluto con la mano. 
«Quindi credi sia meglio una vita da scapolo con fughe sessuali insieme a ragazze a caso?» chiese Levi a tono duro, dopo aver osservato la scena. Jean e Farlan si accorsero del turbamento del loro amico e sinceramente era meglio non essere caduti in un discorso del genere. 
«Non ho detto questo... troverei stressante la vita di coppia. Cioè la priorità cadrebbe su lui o lei, magari negandomi qualche libertà...» 
«Tipo sbavare dietro altre ragazze?» ebbe il coraggio di chiedere, provando dentro di sé un forte senso di nausea. 
Eren ridacchiò grattandosi la guancia «Beh, potrebbe essere una motivazione.» 
Levi poté sentire il suo cuore infrangersi; scattò in piedi sotto lo sguardo sorpreso di tutti, o almeno di uno in particolare, e si allontanò dal posto a passo svelto. 
«Bravo testa di minchia!» Jean gli tirò un pugno sulla nuca. 
«Ahi! Che cazzo ho detto!?» 
«Adesso ti alzi, e ci vai a parlare!» gli urlò Farlan. 
«Cosa? Perché scusate!?» 
«Spero che te lo dica lui. Muoviti cretino!» 
Levi era corso verso il mare, entrò in acqua fino ad arrivargli all'altezza delle ginocchia. Si fermò e cacciò indietro la testa per reprimere le lacrime che minacciavo di uscirgli. 
Perché Eren? Perché proprio tu hai detto quelle stupidaggini? 
Abbassò lo sguardo e strinse i pugni, i suoi occhi iniziarono a pizzicargli in modo fastidioso, il nodo che si formò in gola lo stava soffocando. Pensava fosse più intelligente e moralista, non un deficiente che andava dietro alle... ragazze per puro fine sessuale. 
«Levi!» la sua voce. 
«Vattene stronzo!» sputò acido allontanandosi da lui. 
Eren rimase allibito e fece enormi falcate per raggiungerlo e prenderlo per il polso. 
«Ma che ti è preso? Sei scemo!?» 
«Lasciami! Non mi rompere i coglioni!»  continuò a rimanere girato ed Eren lo strattonò con più forza riuscendo a scorgere il suo viso. Dalla bocca del moro uscì un verso pieno di sorpresa: Levi stava piangendo. 
Il corvino si portò una mano davanti al viso, ma si maledisse. Si stava mostrando più debole di quanto immaginasse e non lo sopportava, non davanti a lui. 
«Non capisco.» disse Eren senza lasciare il polso di Levi, anzi, glielo strinse con più forza. 
«Infatti non puoi capire, cretino.» 
«La smetti di insultarmi!?» ringhiò furioso il ragazzo «Dimmi cosa cazzo ti è preso! Che cazzo ti piangi!?» 
Levi prese un sospiro e guardò negli occhi Eren «Sono geloso...» 
«Come?» 
«Io sono geloso!» il moro guardò per qualche secondo Levi per poi ridacchiare «Ah, ma quindi sei anche tu innamorato di qualcuna?» 
Levi credette di perdere un battito «Guarda che scherzavo, eh. Non prendere sul serio...» 
«Vedi che non capisci un cazzo?» disse il corvino rabbioso. 
«Sono geloso delle ragazze che guardano te!» urlò con tutta l'adrenalina che aveva in corpo. 
A quel punto Eren capì che cosa intendesse davvero il ragazzo che aveva davanti a sé. Levi si ritrovò col fiato irregolare e una improvvisa stanchezza si espanse per tutto il corpo. 
«Due anni, due fottutissimi anni che mi piaci. E tu mi vieni a dire quelle cose. Stronzo. Stronzo che sei.» il suo tono non era per niente accusatorio o rabbioso, era semplicemente stanco e appagato. Finalmente si era dichiarato, in modo un po' singolare, ma l'aveva fatto. 
Eren gli prese le spalle e lo allontanò di poco, quanto bastò per osservare meglio il suo viso. Sorrise «Due anni?» chiese tranquillo. 
«Sì.» 
«Devo essere stato proprio cieco, oppure sei stato bravo a nasconderlo.» 
«Forse più la seconda.» rispose accennando un sorriso. 
«Senti voglio essere franco con te.» Levi lo guardò con attenzione «Mi hai colto alla sprovvista, non immaginavo che tu fossi innamorato di me.» 
Quella parola detta dalle sue labbra lo fece arrossire e sviò lo sguardo girandosi da un'altra parte. Eren poggiò la mano sulla guancia di Levi girandolo verso di lui. 
«Non credevo neanche fossi così timido.» 
«Oddio, non affibbiarmi quel aggettivo. Sono solo imbarazzato.» disse imporporandosi ancora di più, Eren ridacchiò «Lo sai? Ti trovo tenero.» 
Levi giurò di sentire il suo cuore esplodere e il suo cervello spiccare il volo. 
«Mh.» 
«E tu invece mi trovi carino, eh?» 
Eccolo lì il bastardo di turno, ma non c'era nessun tono di malizia nella voce. 
«Quel commento non era voluto.» disse sviando di nuovo lo sguardo. 
«Sì, ti credo.» ridacchiò per poi ritornare con un sguardo serio «Sinceramente non mi va di perderti.» Levi spalancò di poco gli occhi «Nel senso... sei una bravissima persona, e un amico fantastico e non meriti uno stronzo del genere.» disse riferendosi a sé stesso, adesso capiva le boiate che aveva detto e se avesse potuto, se le sarebbe rimangiate volentieri «Io non ti prometto niente, i sentimenti sono ingestibili, non voglio darti false speranze arrecandoti altro dolore.» 
Levi ci mise un attimo a capire che cosa gli stesse proponendo il ragazzo di cui si era veramente innamorato. 
«Mi stai dicendo che ci proverai? Che mi frequenterai in quel modo?» 
«Per conoscerti meglio ovviamente.» disse sfoggiando un sorriso a trentadue denti. 
«Ma già ci conosciamo...» 
«Ma no! Sono tante le cose che non so di te, per esempio... non so dove soffri il solletico!» 
«Ma che esempio è?» chiese assottigliando gli occhi.
«Mikasa e Jean giocano sempre in quel modo per darsi fastidio e sanno i loro punti deboli.» osservò il corpo del corvino e lui se ne accorse «Va be'! Non è importante questo particolare.» disse scettico e inarcò un sopracciglio quando vide sul viso del castano dipingersi un sorriso malefico. Notò le sue mani avvicinarsi pericolosamente sui suoi fianchi ma lui fu più svelto e lo schivò facendolo cadere a terra picchiando contro l'acqua. Scoppiò a ridere vedendolo rialzarsi a carponi mentre sputava fuori un po' di acqua salata che aveva ingoiato. Fulminò il corvino per poi farsi influenzare dalla risata dell'altro.

La giornata passò in modo tranquillo, Levi ed Eren tornarono dai loro amici un'ora e mezza dopo, esattamente poco prima delle due  del pomeriggio. Tutti e quattro li guardarono sorpresi e preoccupati ma Eren li aveva calmati prontamente, dicendogli in modo semplice che avevano chiarito. O per meglio dire, che avevano deciso di fare piccoli passi per conoscersi meglio. Mikasa ne fu davvero felice, anche perché sperava fin dal profondo del suo cuore che il suo fratello maggiore trovasse qualcuno di importante, qualcuno che riempisse il suo animo solitario. 
Decisero di tornare a casa poco prima del tramonto. Stanchi, abbronzati, ricoperti di salsedine ma con tanta felicità, camminarono l'uno al fianco dell'altro verso la stazione. Quella sì che era stata una giornata meravigliosa. Comprarono i biglietti per il ritorno e dovendo aspettare una mezz'ora decisero di mangiare prima di prendere il treno. 
Quando salirono sul vagone, si stupirono che non ci fosse tanta gente come al mattino. Mikasa prese i quattro posti dove si sedettero lei, Isabel, Jean e Farlan. Levi ed Eren furono costretti, anzi, contenti di sedersi vicino. Non era poi così male, pensò Eren. 
Sistemarono la roba e ognuno di loro mandò un messaggio ai loro effettivi genitori. Il castano, dopo aver chiamato la madre, prese le cuffie dal suo borsone e se ne mise una sul suo orecchio destro, l'altra la porse verso Levi che accettò volentieri di ascoltare la musica con lui. Quella partì insieme al treno, il quale aveva iniziato a muoversi lentamente dopo che il sole era completamente tramontato e lasciava dietro di sé una chiara luce verso ovest e una più scura verso est. Levi adorava quelle sfumature del cielo a quell'ora, lo rilassavano. Neanche si rese conto di essersi appoggiato sulla spalla di Eren, che appena sentì quel contatto, poggiò la sua testa su quella di Levi. Sentì l'odore di sabbia e mare nei capelli neri di Levi, e gli piaceva. Gli piaceva sentirlo su di lui, e allo stesso tempo gli parve tutto così strano e nuovo. Mai si sarebbe aspettato un simile avvicinamento con un maschio, con Levi stesso, e sinceramente sentì una leggera paura congiungersi con altrettante domande: sarebbe stato attratto da un ragazzo? Levi sarebbe riuscito a conquistarlo? Per quanto ne sapeva non aveva mai suscitato interesse di fronte al suo stesso sesso e questa consapevolezza lo destabilizzava. Solo il tempo gli avrebbe chiarito le idee, per il momento, pensò solo di cambiare musica nella sua playlist. 
«Non ti ho mai chiesto quale fosse il tuo genere musicale preferito.» disse ma non ricevette nessuna risposta, così dallo schermo del telefono, il suo sguardo si spostò sul viso del corvino lasciandolo per qualche istante annichilito di fronte a quella faccia addormentata. Erano in viaggio da soli venti minuti, come era possibile che fosse crollato così velocemente? Ma questa domanda gli morì nella mente nello stesso istante in cui le sue labbra formarono un sorriso dolce. 
Per la prima volta pensò che Levi fosse veramente carino e si addormentò con ancora questo pensiero che gli alleggiava nella mente. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Mondschein