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Autore: LorasWeasley    21/03/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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n.a.
Se ieri non siete riusciti a collegarvi sappiate che questo è il SECONDO CAPITOLO della SETTIMANA. Quindi prima di leggere questo non perdetevi il 17!
Buona lettura!
Deh
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18. Quella volta dell'inizio del torneo (parte1)

Erano le quattro del pomeriggio e mancava un’ora all’inizio del torneo.
Ukai aveva già montato l’unica rete della giornata in una posizione che permetteva a entrambe le squadre in gioco di non essere accecate dal sole che avrebbe tramontato.
Bambini, adulti e soprattutto ragazzi erano arrivati per cercarsi i posti all’ombra dove sistemare i loro teli da mare e godersi la novità di quel torneo di luglio.
Soprattutto gruppi di ragazze erano accorse per non perdersi lo spettacolo.
Hinata era talmente eccitato che non faceva altro che saltellare in giro nonostante i rimproveri di Kageyama.
Yamaguchi e Tsukishima stavano cercando di far capire a Float che per quel giorno non avrebbe potuto giocare con la palla, ma che doveva stare tutto il tempo buona a guardare le partire. L’animale non sembrava molto convinto.
Si erano creati inoltre piccoli gruppetti a parlare tra di loro, controllare in che stato fossero i loro avversari e scegliere la migliore strategia da adottare.
Gli ex giocatori del Nekoma erano uniti tutti insieme. I tre nuovi ragazzi arrivati solo poche ore prima, avevano sistemato velocemente i bagagli in quella casa che avevano preso in affitto per alcune settimane e, super gasati, si erano precipitati in spiaggia per l’inizio delle partite.
Erano più Kuro, Inuoka e Yamamoto che portavano avanti la conversazione.
Kenma stava giocando al suo cellulare seduto tra le gambe di Kuro, mentre Fukunaga li fissava in silenzio come suo solito, gli occhi grandi con il volto poggiato sulle ginocchia portate al petto.
-Certo- stava commentando Kuro –siete stati fortunati a finire insieme, avendo giocato per due anni a scuola in squadra insieme probabilmente siete quelli messi meglio.
Yamamoto sorrise soddisfatto pronto e decantare le proprie lodi quando Kenma, con lo sguardo ancora concentrato sul telefono, si intromise nella conversazione.
-Mhmm- ronzò sistemandosi meglio contro il petto del suo ragazzo –Non sono d’accordo.
Inuoka sembrò offeso –Non pensi che possiamo vincere?
Kenma rimase qualche secondo in silenzio, poi spiegò –Non penso che non siate bravi… Insomma, eravamo una delle migliori squadre e Tora era il nostro asso, no? Ma è che siete due bravi nell’attacco. Come prima partita dovrete giocare contro Daichi e Akaashi che, per quanto non abbiano mai giocato insieme, sono molto più equilibrati insieme. Akaashi è un setter molto capace e Daichi un bravo attaccante. Quindi si, vi batteranno.
Kuro soffocò una risata nascondendo la bocca dietro i capelli lunghi di Kenma, il suo ragazzo era sempre così diretto e sincero da lasciare tutti senza parole anche chi, come i loro amici, lo conosceva da anni.
Tanaka li raggiunse e iniziò una nuova discussione animata con Kuro e Yamamoto, soprattutto con quest’ultimo con il quale iniziarono a spronarsi a vicenda per giocare e vincere non tanto la partita ma il cuore delle ragazze.
-Eeeeehy!- Hinata arrivò di corsa accovacciandosi in mezzo al loro gruppo, poi si rivolse a Kenma con la voce bassa –Chi sono quelli? Sembrano dei ragazzi che cercano rissa!- e alzò le mani strette in dei pugni, come se fosse pronto a combattere nonostante si stesse praticamente nascondendo dietro di loro.
Tutti si girarono nella direzione che il rosso aveva indicato.
C’erano in effetti tre nuovi ragazzi che erano appena arrivati in spiaggia. In realtà non doveva essere una novità considerando che molte persone erano arrivate per guardare il torneo, ma questi avevano il comportamento di chi si sentiva il padrone del campo.
Il tipo biondo era pure stato raggiunto da un gruppo di ragazze, sembravano sue fan mentre lo lodavano con gridolini e chiedevano a gran voce di fare foto.
Notarono che il suo volto era identico a un altro dei due ragazzi presenti nel suo gruppo, cambiava solo il colore dei capelli che era grigio.
Il terzo e ultimo si teneva lontano dalla folla, la sua espressione disgustata era abbastanza evidente anche con la mascherina che portava in viso.
Kuro sbuffò –Quello biondo sembra un pallone gonfiato. Crede di essere un idol?
Tutto il gruppetto continuò a tenere lo sguardo fisso sui nuovi arrivati. Soprattutto quando questi si avvicinarono a Ukai, parlarono di qualcosa che i ragazzi non sentirono e poi, come se i loro sguardi li avessero attirati, si girarono verso di loro dopo che furono stati indicati dall’uomo.
I tre ragazzi li raggiunsero con calma. Il ragazzo biondo si trovava al centro e qualche centimetro più avanti degli altri due. Poteva sembrare il “capo” di quella banda, in realtà era semplicemente l’unico che aveva interesse nel presentarsi, gli altri due si trovarono lì solo perché non avevano altro da fare e altri posti dove andare.
In un riflesso involontario tutti e sette i ragazzi seduti a terra si misero in posizione di difesa, le spalle dritte e gli occhi vigili.
Kenma stava continuando a giocare al telefono, ma un occhio esperto avrebbe potuto notare che la sua concentrazione si era spostata quasi del tutto a ciò che lo circondava.
-Allora- il ragazzo biondo parlò per primo non appena arrivò di fronte a loro –Chi di voi è Kozume Kenma?
Kenma sentì le braccia di Kuro stringersi con possessività intorno al suo corpo, la sua voce era fredda mentre rispondeva al suo posto –Di cosa hai bisogno?
Il ragazzo biondo portò lo sguardo su di lui, lo scrutò dalla testa ai piedi senza neanche provare a essere discreto e poi sorrise soddisfatto mentre schioccava le dita felice –Ah, sei tu? Figo, saremo in squadra insieme!
Un campanello si accese nella testa di Kenma e si dimenticò completamente del suo telefono –Quindi sei tu Atsumu Miya.
Il biondo alzò un sopracciglio scuro –E tu sei…?
Kenma si alzò convincendo Kuro a lasciarlo andare, con la sua altezza gli arrivava al petto come con la maggior parte dei giocatori di pallavolo.
-Sono io Kenma, la cosa ti infastidisce?
Atsumu fece una smorfia –Sai che non era permesso ai bambini iscriversi al torneo?
Kenma rimase impassibile a quell’insulto, con il suo solito timbro di voce rispose –Bè, se ti interessa vincere mi sa che devi iniziare ad ascoltare questo bambino.
Il sopracciglio di Atsumu si fece ancora più alto, poi scoppiò a ridere per l’assurdità di quella situazione. Infine disse –Dai Omi andiamo, è un torneo già perso su tutta la linea.
Si allontanò quindi con uno sbuffo, seguito dal ragazzo con la mascherina e i capelli ricci e neri.
Solo il ragazzo dal ciuffo grigio rimase, aveva il volto impassibile e non sembrava uno che si stava per scusare per il comportamento del fratello. Quando parlò si rivolse direttamente a Kenma.
-Se durante la partita vuoi farlo infortunare o fargli mangiare un po' di sabbia hai tutto il mio appoggio. Magari qualcosa di non troppo grave che poi me lo devo comunque sopportare io quella testa di cazzo.
Kuro decise che quel ragazzo gli stava molto più simpatico del fratello, Yamamoto rise, Hinata chiese –Siete gemelli?
Il ragazzo alzò un sopracciglio esattamente come aveva fatto poco prima Atsumu –Non si nota?
Ma non aspettò una risposta mentre faceva scorrere lo sguardo su tutti loro e chiedeva –Sono Osamu, avete idea di chi sia il ragazzo con cui gioco?
Fu Tanaka a chiamare a gran voce Suga per fargli raggiungere il loro gruppo.
I due ragazzi si presentarono, Osamu non cambiò la sua espressione facciale ma almeno non sembrava stronzo come il fratello, era come se non gli importasse più di tanto la pallavolo.
Fu sempre Tanaka a commentare che i due avevano i capelli dello stesso colore e che avrebbero dovuto trovare un nome “cool” per la loro squadra, poi iniziò a dare consigli come “the silver ones” o “the silver duo”.
L’espressione disgustata sui volti di Suga e Osamu era praticamente identica.
Questa scenetta andò avanti per diverso tempo con Yamamoto e Hinata che si unirono nei consigli e Fukunaga che li fissava con interesse. Nel mentre Kenma tornò tra le braccia di Kuro che sembrava irrequieto.
-Oi- lo chiamò per calmarlo mentre gli stringeva il braccio.
Kuro sospirò mentre gli passava una mano tra i lunghi capelli –Non mi piace quello- borbottò poi.
Kenma alzò le spalle –So come gestirlo.
-Non mi piace comunque.
Kenma fece un sorriso non visto, passò qualche secondo prima che commentasse –Hai visto il suo sorrisetto? Mi ricorda molto te.
Kuro fece un’espressione totalmente offesa –Ecco, ora mi piace ancora di meno.
Kenma ridacchiò.
 
Allontanandosi da quel gruppo Atsumu e Sakusa, mentre aspettavano che si facesse l’orario per l’inizio del torneo, si erano seduti all’ombra ma lontani da tutte quelle persone.
Atsumu sapeva quanto Sakusa odiasse le masse e li aveva condotti lì senza bisogno che l’altro dicesse nulla.
Sakusa si era appena seduto al suo fianco, i loro corpi si sfioravano e si era anche tolto la mascherina respirando l’aria salmastra a pieni polmoni.
Parlò per la prima volta dopo qualche secondo di relativa pace –Sei proprio uno stronzo.
Atsumu ridacchiò –Come se non lo sapessi.
-Mhmm- sembrava che il corvino stesse inseguendo un pensiero lontano.
-Cosa?- domandò Atsumu curioso.
-Credo di sapere chi sia quel bambino che hai molestato.
Il biondo inclinò la testa curioso, aspettando che Sakusa continuasse a spiegare.
-Sono abbastanza sicuro di aver giocato contro la sua squadra ai nazionali al liceo.
Atsumu corrugò la fronte –E ancora te lo ricordi?
Sakusa si girò a fissarlo –Non è una persona che si dimentica facilmente. Anche io all’inizio l’avevo sottovalutato, ma poi vedi i suoi occhi mentre è in partita e capisci di essere braccato. Come quando fissi un gatto e non sai se la sua prossima mossa sarà saltarti addosso e artigliarti il viso o semplicemente venire da te per fare le fusa. Credo che riesca a studiare le persone talmente bene da trovarne i punti deboli in poco tempo. In ogni caso abbiamo comunque vinto noi, ma è stata una bella partita.
Atsumu meditò per qualche secondo, poi chiese –In che ruolo giocava?
-Il tuo.
Il verso infastidito che uscì dalla bocca di Atsumu era irripetibile, con il broncio commentò –l’unico setter che dovresti guardare sono io!
Sakusa grugnì –Diventa impossibile quando sei circondato da tutte quelle scrofe.
Gli occhi del biondo si spalancarono mentre le parole affondarono nella sua testa, un sorriso che si andava ad aprire sul suo volto –Era forse gelosia quella, Omi?
Sakusa si alzò in fretta –Sta iniziando il torneo, meglio tornare.
-Ehy- Atsumu lo rincorse trascinandosi dietro il telo e alzando un polverone di sabbia –Non puoi scappare da questo!
Ma Kiyoomi era abbastanza convinto del contrario, soprattutto quando sapeva quanto fosse facile distrarre il biondo.
Fu Ukai a salvarlo, l’uomo aveva appena acceso un microfono e stava annunciando a gran voce l’inizio del torneo. Ricordò brevemente le regole e diede inizio alla prima partita.
 
La palla stava cadendo al limite della linea del bordo campo.
Hanamaki rifletté in fretta e si rese conto che non poteva rischiare, il suo corpo si mosse da solo mentre si lanciava di lato e la prendeva in una palleggio che poteva anche essere una buona alzata.
Non era perfetta come quella di un setter abituato e la palla addirittura ruotava, ma Ushijima non ci fece caso e la schiacciò dall’altra parte del campo in un tiro potente.
Suga aveva provato a murarla, ma la palla era stata lanciata con una tale forza da colpire le sue braccia e cadere comunque nel loro campo.
Suga fece una smorfia mentre si massaggiava la parte lesa –Le mie braccia si spezzeranno.
Altri tre punti dopo la partita era conclusa con una vittoria per Hanamaki e Ushijima di 25 a 19.
Gli altri due ragazzi non sembravano troppo tristi della situazione.
-Non potevamo fare molto di più- commentò Osamu –però è stata una bella partita.
Suga concordò, poi sentirono a bordo campo Atsumu che urlava –‘Samu che schifo, sei un perdente!
Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo –E adesso posso andare finalmente a mangiare ignorando mio fratello.
Suga rise, poi si separarono.
Osamu stava andando verso il chiosco quando venne fermato da una voce che lo fece gelare sul posto –Sei stato bravo.
Il ragazzo dai capelli colorati si girò lentamente, non era sicuro di aver sentito bene.
Il castano che aveva di fronte era proprio Suna Rintaro.
Non lo vedeva da due anni, ma non sembrava cambiato: i suoi occhi sottili che sembrava che stessero sempre giudicando tutti, lo sguardo serio.
-Che ci fai qui?- chiese per prima cosa.
Il moro alzò le spalle –Ho una casa a mare nel villaggio accanto, abbiamo sentito del torneo e siamo venuti via spiaggia a guardare. Tu? Non ricordo di averti visto qui le altre estati.
-Nostra nonna ha la casa qui, quest’anno non si è trasferita e l’ha lasciata a noi. Ha un orto, non potevo lasciare che nessuno lo curasse.
La bocca di Suna si increspò in una sorta di sorriso –Stai andando al chiosco? Posso farti compagnia?
Osamu annuì e in silenzio si avviarono verso il bar in questione.
Da lontano Atsumu li stava fissando con il fuoco negli occhi, poi sibilò –Che cazzo ci fa lui qui?
Sakusa lo fissò curioso domandando –Lo conosci?
-È Suna. Era il nostro centrale al liceo, sono sicuro che lui e mio fratello abbiano avuto una storia.
-E a te per quale assurdo motivo dovrebbe interessare la loro storia?
Atsumu lo fissò sconvolto, come se avesse appena detto una bestemmia –Lui non merita mio fratello! Sono sicuro che sia stato lui a farlo soffrire due anni fa!
Sakusa sembrava sorpreso -Da quando sei così protettivo nei suoi confronti?
Le guance del biondo si colorarono leggermente –Non sono protettivo, ma è un Miya e Suna non ha fatto nulla per meritarlo.
Sakusa rimase ancora più sorpreso e quasi sorrise quando ricordò che Osamu gli aveva fatto un discorso simile.
-Sì, come vuoi… Adesso però la tua preoccupazione non dovrebbero essere loro due, ma la partita che sta iniziando.
Atsumu si rese conto che i giocatori si stavano già riscaldando in campo, mancava solo lui.
Maledisse mentalmente Sunarin per avergli fatto togliere dalla mente una cosa tanto importante come la pallavolo e corse sul campo.
  
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