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Autore: _Lakshmi_    21/03/2021    2 recensioni
[NewGeneration!AU][TimeSkip][Spoiler?]
Sono trascorsi vent'anni dalla guerra che ha sconvolto il Giappone. La società, dopo la tempesta, si è riassestata e ora, sotto la guida dell'eroe Deku, regna la pace.
Un equilibrio destinato a spezzarsi.
Un dramma destinato a ripetersi.
Un legame destinato a rompersi.
Dal prologo:
Il tuo sorriso.
« Diventerò l'Eroe Numero Uno del Paese.»
Era autunno inoltrato quando tu, dall'alto dello scivolo, annunciasti al mondo i tuoi sogni. La brezza carica di quel caratteristico, fresco profumo di pioggia mi spazzò il viso, mentre da terra ammiravo le tue gloriose ali bianchicce.
[...]
« Voglio salire sul palco con te, Akane.» ti sedesti sull'altalena accanto alla mia, guardandomi con quegli occhi dorati colmi di determinazione « Altrimenti... beh, non ha senso.»
Cosa non ha senso?
Quel pomeriggio mi avevi salutato con un ampio sorriso, grande quasi quanto quello di tuo padre Hawks, estasiato nel vedere i tuoi progressi nel volo. Non mi ricordo il viaggio in auto o il resto della pacata quotidianità della mia infanzia, ma quel tuo sorriso mi rimase ben impresso nella mente.

[Huwumi][TodoMomo][Kacchaco][Altre coppie][Presenza di OC]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Unmei no akai ito (運命の赤い糸)
Secondo Capitolo: Unmei (運命)

 


 

Destino.

 

     Seguirono giorni, settimane, mesi di test: rilevarono qualsiasi dato presente nel mio corpo, dalla semplice statura e peso, alla più complicata e nebulosa psiche.
Numeri.
Numeri.
Numeri.
Ero solo un numero, una piccola, fragile cifra all'interno di quel gigantesco, freddo ospedale.
Mi tenevano monitorata giorno e notte, costantemente. Prendevano nota di ogni mio singolo respiro, di ogni mia pulsazione cardiaca.
Iniziavo a non sentirmi più umana.

« Cosa ti ricordi dell'incidente?»

Niente.

« I villains responsabili della morte dei tuoi genitori sono stati catturati, come ti fa sentire?»

Vuota.

Non provavo assolutamente nulla, davvero: mi risvegliavo e mi riaddormentavo in un'asettica camera bianca, cullata dal “bip” costante delle apparecchiature e dalle voci ovattate dei medici. Non comprendevo appieno quel che stava succedendo, cosa volessero da me, perché fossi lì.
Volevo solo un po' di pace. Volevo solo i miei genitori.

 

La morte dei miei genitori.

 

     Un giorno, mentre attendevo composta davanti alla porta dello studio di uno psicologo, decisi di ammazzare il tempo sistemandomi la chioma: divisi così i miei capelli -un tempo il mio vanto, ora semplicemente spenti, d'un rosso cupo, morente- in tre ciocche distinte ed iniziai a intrecciarle con attenzione mentre ripassavo mentalmente lo schema.
Su.
Passa sotto.
Gira.
Ricomincia.
Una danza perfetta, precisa, che mi portò alla memoria i cari momenti trascorsi con mia madre.
Ma fu solo un attimo.
Quando alzai lo sguardo e notai degli uomini in camice impegnati a prendere appunti, persi infatti tutta la motivazione.
Tornai così a sedermi composta in attesa.
In silenzio.
I capelli sciolti.
Morenti.

 

L'incontro con quella donna in rosso.

 

     « Akane, giusto?»

Nella mia stanza era entrata una donna.
Ma non una semplice donna, no.
Era davvero stupenda: alta, irraggiungibile, con un abito tradizionale rosso scarlatto che delineava la sua figura sinuosa. Lasciai vagare i miei occhi alla ricerca delle sue iridi, lungo la liscissima ed eterea chioma nera, che le toccava le caviglie, fino a tuffarmi oltre quel leggero, elegante trucco che impreziosiva la sua pelle d'avorio, in quelle pozze auree.
Profonde.
Abissi.
Mi sentii annegare.
Rimasi a fissare quell'opera d'arte più del dovuto, scoprendo quasi con meraviglia che non mi incuteva affatto alcun timore, quanto invece una bizzarra fiducia.

« Mhm.» mi limitai a rispondere, abbassando immediatamente lo sguardo.

« Come stai?» mantenendo un tono di voce gentile, materno, si sedette sulla seggiola vuota accanto al letto.

Era composta, ma non rigida, come se stesse cercando in tutti i modi di mettermi a mio agio anche attraverso il linguaggio del corpo.

« Mhm... bene.» mentii spudoratamente, ma non avevo davvero voglia di parlare.

Probabilmente anche quello era un test.
Cosa stavano misurando quella volta? Quale altro numero avrebbero annotato sui loro taccuini?

« Presto sarai fuori di qui. La World Hero Society ti allenerà e diventerai una Pro Hero.» mentre parlava, diede una veloce occhiata al vassoio della colazione praticamente intonso e la sua espressione si rabbuiò, afflitta « È questo quello che vuoi?»

« Sì.» annuii, stringendo le lenzuola mentre cercavo con tutte le mie forze di trattenere le lacrime « Sì... è questo quello che voglio.»

All'improvviso, una mano mi sfiorò la gota, raccogliendo una stilla salata. Prima ancora che potessi reagire, il suo quirk si attivò e mi travolse, dai capillari sino al cuore.
Mi mancò il respiro per minuti.
Minuti che parvero ore.
Ed infine riemersi, ansimando.

« Come stai, Sakamoto Akane?» domandò di nuovo la donna, mentre il mio potere si rianimava, iniziando ancora una volta a scorrere in una colata lavica sul mio capo.

La guardai meravigliata e al contempo terrorizzata.

 

Sublime.


BIP-BIP


...


BIP-BIP

 

     Al suono intermittente della sveglia, Burning Sun aprì gli occhi e sbuffò annoiata.
Davvero un pessimo sogno.
Dopo aver raccolto da terra e indossato la maglia bislarga del suo pigiama, fissò per qualche attimo l'orologio digitale che, pur continuando a lampeggiare, era diventato improvvisamente muto. Senza nemmeno pensarci due volte, rivolse un'occhiata infastidita all'intruso nella sua stanza, un trentenne alto, davvero alto, e magro, troppo magro, dalla carnagione talmente chiara che erano visibili addirittura le ramificazioni delle vene, seppur gran parte fossero coperte da numerosissimi, intricati tatuaggi neri.
Noizu, d'altro canto, la salutò con la mano e le mostrò con un certo orgoglio la tessera del loro bar preferito.
Pasto gratis.
Che incredibile fortuna.

« Dammi due minuti.» la giovane Sunspot, dopo essersi stiracchiata, tornò a guardare il silenzioso collega che nel frattempo era rimasto immobile a sorreggere lo stipite della porta « Devo cambiarmi.»

Noizu decise di far finta di non capire, tenendo le labbra sigillate in un sorriso un po' sghembo.

« FUORI.»

La ragazza balzò giù dal letto, minacciando con la lava incandescente il muto albino. Messaggio che fu immediatamente recepito, per fortuna, dato che si ritrovò ben presto sola.
Sola, con l'assordante allarme della sveglia.


BIP-BIP

 

...


BIP-BI...


Spento.
Sospirò per il sollievo.
Andò quindi a farsi una doccia veloce e altrettanto velocemente si asciugò, surriscaldando un po' il corpo, mentre si lavava i denti.
E controllava gli stati dei Pro Heroes.
La sua bacheca era un puro delirio di aggiornamenti: decine e decine di storie, prodotti sponsorizzati, scherzi, scatti poetici o screen di notizie varie, tra cui il ritrovamento di cadaveri carbonizzati in vicoli malfamati. In mezzo a quel confusionario campo di battaglia, diede la precedenza -ovviamente, come ogni altra mattina, tanto che ormai era un vero e proprio rito- a Yukiko Takami, in diretta proprio in quel momento.
Stava rispondendo ai commenti, mentre camminava per il centro di Fukuoka.

 

« ...la mia colazione?
Beh,
un bella tazza di caffè americano
e quei faaaaaaantastici biscotti al burro che ho cucinato ieri sera
con la mia sorellina Haya.
E sì... anche Suzume,
che evidentemente non ha apprezzato.»


Finì di mettersi il rossetto, prima di distendere le labbra in un sorriso complice.
Quei biscotti erano un totale disastro, nonché altamente tossici, però almeno avevano regalato dei momenti magici con i fratelli Takami in azione.

 

« Mhm...
BlackRaven_Prince mi sta chiedendo...
...se ho...
i pugni nelle mani?
SERIAMENTE?!
Ma perché!
È un meme vecchissimo!
Ah-Ah...
bene, fratello.
Bannato.»


Quel ricordo...
Chiuse il tubetto di eyeliner, concentrando tutta l'attenzione sullo schermo del telefono.

 

« MVP oggettivo del festival sportivo.
Tutti scommettevano sulla mia vittoria,
quand'ecco che arrivasti tu e... BOOOM!
Con un pugno hai distrutto il mio scudo.
E poi altro BOOOM!
Supremazia assoluta dei furries.»


« Wow, Rin... hai il dono della sintesi.
Aspetta...
cos'erano i furries?»


« Puoi cercarlo.
Google è tuo amico.»


« Non mi fido.
Non dopo il...
mhm...
sai quella cosa col pugno e...
beh...»


Mentre Yukiko guardava dubbiosa la sua piccola mano ponendosi chissà quali domande esistenziali, l'altro eroe coprotagonista della diretta comparve finalmente nell'inquadratura, palesando la sua presenza: era una ragazza dalla caratteristica, lunga chioma metà nera sfumata d'un brillante blu elettrico alle punte, e metà completamente rasata, con una serie di piercing sul sopracciglio sinistro, sulla narice destra, nonché ben due sopra al labbro. Burning Sun non era ferratissima con i nomi dei piercing, ma sapeva da un'intervista che questi ultimi in particolare erano chiamati “Angel bites”.
Per non parlare poi di quei penetranti occhi turchesi decisamente iconici per la loro follia.
Erano dettagli che lasciavano davvero pochi dubbi sulla sua identità.
Come non riconoscere i figli di Todoroki Shōto e Yaoyorozu Momo, i famosi “Crossfire Gemini”, che dalla loro prima apparizione sui grandi schermi all'età di quattro anni erano riusciti a rimanere stabili nei cuori delle persone, sia per il loro viso carino, sia per il loro carattere un po'... particolare?
Carattere che era costato all'attuale Pro Hero Black Dragoon, alias Rin Todoroki, una sonora, vergognosa bocciatura, senza contare le innumerevoli scuse pubbliche e la cospicua somma di denaro versata per essere riammessa al corso per eroi.
In una situazione così compromessa, solo Yukiko Takami aveva cercato di aiutarla in tutti i modi, ignorando quel che dicevano gli altri intorno a lei.
Non i suoi genitori.
Non gli eroi.
Bensì una semplice studentessa si era fatta carico dei suoi problemi e l'aveva trascinata fuori da quel putrido pantano che era diventata la sua vita.
Una storia già sentita, ma a quanto pare non si impara mai dagli errori.

 

« Ahhhh...»


« Cosa?»


« Intendi quello che abbiamo fatto l'altra notte?»


« Perché? Cosa abbiamo fatto l'altra-...
Ehi! No, no!
Non è successo niente!
Non istigare il pubblico!»


Rin scoppiò a ridere fino alle lacrime alla reazione tardivamente sconvolta di Yukiko, che per l'incredibile, improvvisa confusione mentale aveva gonfiato addirittura il piumaggio, oltre ad aver assunto un colorito tanto simile ad un pomodoro maturo.
In un singolo istante, il numero degli spettatori triplicò, raggiungendo e superando cifre a quattro zeri. E ciò alimentò nella chat solamente una spirale di turbamento, domande e curiosità sul presunto incesto.
Qualcuno pretese pure il video del fattaccio.
Vero eroe.

 

« Cara Birdie,
quella “cosa” si chiama...»


« NOOOOOO!!
Non è quello che pensate!
Non abbiamo fatto niente!»


« ...Bro-fist.
Intendevo questo...
tu no?»


La giovane Todoroki diede un pugnetto amichevole contro la spalla della cugina, continuando però a ridacchiare.
E fu a quel punto che fece la sua comparsa il moderatore supremo, richiamato a gran voce da altri assistenti presenti in quella caotica bolgia infernale che era diventata la chat: il Pro Hero Hawks in persona, giunto in soccorso della figlia in evidente, estrema difficoltà, era finalmente arrivato.
Burning Sun fu davvero felice di star assistendo a tutto quello in diretta.

 

« Mio padre ha scritto che ti aspetta nel suo ufficio.»


« Posso fare una considerazione?»


« No.»


« Oggi,
noi insieme ad altri trentamila spettatori,
abbiamo scoperto che
con un singolo pugno si possono fare tante cose,
tipo...»


« Tieni per te la tua morale.»


« ONE PUUUUUUNCH!!»


L'entusiasmo di Rin e l'innocenza di Yukiko erano decisamente la cura segreta contro la depressione.
Spalancando l'anta dell'armadio con un ritrovato buonumore, Burning Sun si vestì in fretta e furia con un top nero, aderente e una maglia a rete, il tutto abbinato a dei jeans strappati a vita alta e a una giacca sportiva, larga, d'un rosso brillante con strisce nere sulle maniche e un enorme tigre ricamata su tutta la schiena.
Infilò ai piedi gli immancabili calzini fortunati, occultati dai tronchetti in pelle, poi indossò all'orecchio sinistro un helix dalla sottile catena argentata ed infine si guardò allo specchio, soddisfatta.
Era pronta per la colazione.
Mentre camminava per il corridoio dalle ampie vetrate che davano sul lussureggiante giardino interno, ricco di giochi d'acqua e fiori variopinti, tra i quali interi cespugli di ortensie azzurre, si fermò a catturare in uno scatto la bellezza di una farfalla dalle magnifiche ali blu.
Una bellezza terribilmente fragile.
Assolutamente stupenda.
Entrò poi nell'ampio, luminoso salone, in cui altri due membri della squadra Nogitsune stavano oziando un po' prima di iniziare la giornata.
Normalmente, nella villa adibita a quartier generale viveva solamente Burning Sun e pochi altri giovani adepti, visto che ovviamente gli altri membri -soprattutto quelli più “noti”- avevano un loro luogo dove stare. In quel giorno, però, era stata indetta una riunione tra i soci più anziani, molti dei quali erano già lì presenti, in attesa, anche se non erano visibili.
L'ologramma acquatico di Ai Ueda, conosciuta anche come l'allegra, nonché estremamente ricca Pro Hero Little Mermaid, all'entrata di Sunspot la salutò calorosamente dal comodo divano in pelle, agitando la lunga, acquosa chioma dalle punte spumeggianti.

« Sunspot! Ho visto in tv quello che hai fatto ieri sera e... wow. Assolutamente WOW. Peccato che non ti piaccia uscire per locali, altrimenti ti avrei già portato in un posto, ma in un posto che guarda... divertimento allo stato puro. Davvero, tesoro, dovresti ampliare i tuoi orizzon-...»

« Puoi fare silenzio due minuti?» ma a frenare il suo entusiasmo fu l'atona, svogliata voce nasale del giovane Ryota Ito, il gracile “Dottore della Morte” o “Snowflake”, in quel momento totalmente assorto a mescolare con assoluta svolgiatezza i cereali affogati in troppo latte.

« Cos'è dovuto tutto questo buonumore?» domandò Burning Sun, non potendo ignorare quel cipiglio corrucciato sulla fronte del ragazzo « Di solito sei più vitale.»

« Mhm... semplice insonnia. Come al solito.» il medico sbadigliò, appoggiando il viso sul palmo della mano.

Little Mermaid si coprì il viso dalle scintillanti squame azzurre, mimando un teatrale quanto scioccato “GASP!”.

« Aspetta... non dirmelo. Ti stai vedendo con una ragazza? Lo vedo dal tuo sguardo perso nel vuoto.»

« Ti prego. Lasciami in pace.» Ryota si massaggiò una tempia, anche se ora i suoi sensi così come i suoi occhi ambrati erano vigili, concentrati sulla donna.

« Che rude. Io mi preoccupo solo per te. Già il fatto di non averci provato con Black Dragoon è stato un grande errore: lo sai vero a quanto ammonta il patrimonio della famiglia Todoroki? Eh?»

« Per favore.»

« Insomma, Rin ha anche la possibilità di ereditare l'agenzia alla morte del padre e... del fratello, in caso. E tu cosa fai? Stai qui a mangiare cereali?»

« Esattamente. Odio la famiglia Todoroki.»

Prima che Little Mermaid potesse dar fiato a una qualche lamentela finto-risentita, la porta d'ingresso si spalancò improvvisamente, facendo saltare per lo spavento il tranquillo Noizu, che stava aspettando appoggiato alla parete tra l'attaccapanni e la scarpiera.
Con passo marziale entrò Hanami, seguita da Kasumi, la segretaria di Madama Butterfly: dall'immancabile, sottile kiseru metallica tra le dita estremamente affusolate, la sua figura era interamente avvolta da una nube di denso fumo cinereo dal pregnante odore di tabacco, tanto che solo pochi dettagli erano definiti come ad esempio la maschera da volpe, il kimono e la candida, corta chioma a caschetto.
Non si rilassava mai.
Non abbassava mai la guardia.
Era sempre pronta a tramutare la sua graziosa pipa in una temibile arma da taglio.
Un nemico che certamente nessuno avrebbe voluto trovarsi contro.

« Abbiamo un nuovo incarico.» così esordì la giovane Fujiwara, mentre si avvicinava al tavolo da pranzo in vetro, presto raggiunta anche dal resto della squadra.

Improvvisamente quella stanza divenne molto più affollata, con creature apparse improvvisamente dall'oscurità, dalla condensa, da una semplice cavo scoperto di un elettrodomestico. Oppure, come per il caso di 8@D_4PP13, collegandosi tramite il telefono di Snowflake. Lo schermo dell'apparecchio sfarfallò un paio di volte, segno che l'hacker era in ascolto.

« Il Signor Nishikata si è mosso. È uscito allo scoperto ed è intenzionato a vendicare la morte di suo figlio.» spiegò Hanami con un tono incredibilmente piatto, impassibile, tradito solo dai suoi pugni serrati.

« Aspetta un minuto.» Ryota Ito sospirò esasperato, massaggiandosi la fronte « Era stato avvertito. Sapeva benissimo che non poteva condurre quel tipo di esperimenti continuando a sfruttare la copertura che suo figlio gli offriva.»

« Ha deciso di sacrificarsi per la sua causa. Questa è quanto.»

« Che fastidioso parassita. Ho già perso troppo per colpa sua.» Little Mermaid intervenne nel discorso, storcendo le labbra « I nostri piedi poggiano su un vetro estremamente sottile. È finito il tempo di All Might, quando gli eroi erano visti al pari di divinità. Ora, al minimo errore perdiamo una percentuale dei nostri guadagni ed io ho investito soldi e anima in questo business, non accetto che un folle qualunque mini alla fragile stabilità di questo mondo.»

Aveva completamente perso il suo sorriso giocoso, l'aria frivola con cui amava atteggiarsi davanti alle telecamere.
Ora era la vera donna d'affari capo dell'agenzia, nonché casa discografica Abyss ed era più che intenzionata a preservare il suo impero estremamente dispendioso a livello economico, che si fondava proprio sulla devozione dei suoi fans, oltre che sui loro portafogli.
Gli eroi non potevano di nuovo perdere la loro credibilità.
Altrimenti... beh, lei più di tutti gli altri suoi colleghi avrebbe accusato il colpo.

« Per questo Kasumi ha trovato un accordo con la Nuova League of Villains.» Hanami riprese la parola, mostrando una foto dal suo tablet « Hanno accettato le nostre condizioni. Questa è la prova.»

Burning Sun corrucciò la fronte non appena notò dei grandi, inquietanti smile realizzati con delle bombolette spray, piazzati sui muri e su altre casse di munizioni. Era l'inconfondibile, fosforescente firma di una banda di Villains che da qualche tempo aveva iniziato a dare problemi sul territorio.
E tra quei disegni storpiati, c'erano dei numeri. Delle lettere. Un codice davvero tamarro, oltre che di un'inutilità imbarazzante.

 

Uccidetelo.”


« Mhm... non mi fido dei clown.» la voce meccanica, distorta di 8@D_4PP13 diede in qualche modo voce al pensiero generale dei presenti.

« Concordo con Bad Apple. Non volevano mica assaltare il Tartarus? Per liberare “Nostro Signore All for One”?» Ryota Ito, ovviamente, appoggiò il suo paziente, che in risposta prima di continuare a parlare illuminò lo schermo un paio di volte.

« KEK. Preferisco di gran lunga che la società dei Pro Heroes vada a puttane per colpa di uno scandalo, piuttosto che per colpa di All for One. Non sopporterei un ennesimo respawn di quella crapa pelata.»

« In una situazione così compromessa non abbiamo altre possibilità.» e Hanami, ovviamente, appoggiò Madama Butterfly anche se non era lì presente « Hanno accettato di cancellare ogni possibile prova della collaborazione in cambio della sola visibilità: quindi, una nostra squadra si occuperà di Nishikata, mentre loro faranno rumore in città.»

« Così anche le nostre azioni finiranno per essere attribuite a quel branco di incompetenti.» Little Mermaid scosse il capo estremamente contrariata « Hanno ricevuto TROPPA visibilità, ultimamente. Non gli serve un ulteriore assist. Attualmente non hanno i numeri per affrontare le agenzie di Pro Heroes, per cui-...»

« Questo non lo sappiamo.» dopo una boccata di fumo, Kasumi riprese a parlare « Non sottovalutare mai il tuo nemico, Ueda. Potrebbe riservare spiacevoli sorprese.»

Il cinereo tabacco sfiorò la pelle squamosa della sirenetta risentita. Una dolce carezza dall'aroma acre che le fece storcere il naso.

« Mhm... quindi? Qual è il piano?» domandò 8@D_4PP13 pronto a scendere in campo.

« Bad Apple, Kasumi, Noizu e Burning Sun: voi quattro vi recherete a Fukuoka.» Hanami si concesse una breve pausa, prima di continuare sollevando il viso bendato « Siete stati scelti da Madama Butterfly in persona, si aspetta un lavoro impeccabile. Non deludetela.»

 

Sorrisi.

Il nostro incontro.


Tutto era voluto dal Destino.

 

 

 

 

Fine Secondo Capitolo!

 

Immagine inizio capitolo: disegno di PiNe, https://ppinne.tumblr.com/

World Hero Society: è la sigla presente sulle casacche di Midoriya, Bakugo e Todoroki. Ecco, non potendo prevedere la trama del film, ovviamente qui avrà un ruolo diverso.

MVP: Most Valuable Player, il miglior giocatore della squadra.

[…] solo Yukiko Takami aveva cercato di aiutarla: questi capitoli, anche se sono scritti in terza persona, hanno un POV specifico (in rari casi, anche due. Ma perché mi divertono i capitoli di coppia). Questo vuol dire che il personaggio su cui è concentrato il racconto, magari, non conosce al 100% la realtà dei fatti.

Rin Todoroki: Rin significa “dignità, severo, freddo” (Ctrl+C, Ctrl+V) e l'ho scelto per mantenere il contrasto caldo-freddo onnipresente in questa fanfiction. In realtà, è un personaggio che si lascia trasportare molto dalle emozioni e... beh, non dico nient'altro.

Black Dragoon: la classe “Dragoon” è uno dei job di Final Fantasy XIV. Volevo qualcosa che caratterizzasse il personaggio ancor prima di presentarlo ufficialmente, ma che al contempo fosse estremamente figo e... figo.
Black” si riferisce alla sua armatura nera.

Ryota Ito: Ito è presente anche nel titolo della storia e significa “filo”. Coincidenze? Io non credo. Un abbraccio, Autrice.
Poi sì, Ryota invece significa... “Thick”. *schiocca la lingua* Nice.
Grazie sito che alimenti sempre il mio lato cazzaro.
Comunque contiene anche la parola “buono” ed è per questo che l'ho scelto, visto che sì, è un personaggio buono, ma non sicuramente positivo.

Little Mermaid: volevo un nome dolcioso per una Pro Hero non poi così dolce e interessata solo al profitto. Ai, tra l'altro, significa affetto (o anche amore) e... mhm... anche qui, preferisco non dire molto altro per non spoilerare dettagli.

8@D_4PP13: remove Hyperlink. Davvero è un continuo, mi da fastidio vedere il testo blu.
Comunque, al di là dei miei problemi con OpenOffice, Bad Apple fa riferimento a tre cose: la prima è la mela dell'Eden, frutto che ha condannato l'umanità; la seconda è la Apple, azienda che ha condannato l'umanità a fare eterne file davanti all'Apple Store all'uscita di un nuovo Iphone.
E infine “Bad Apple” come la canzone di Touhou Project.

KEK: risata in orchesco. Quando Bad Apple, player di World of Warcraft, affronterà Black Dragoon, player di FFXIV, ci sarà la vera battaglia finale.
Tipo All Might vs All for One.
Ma più epica.

Kiseru: per trovare il nome di questa pipa ci ho messo una vita di costante ricerca.
E voi direte: perché ci hai messo tanto a cercare il nome di una pipa? Ecco... tutta colpa di Google non capisce quando scrivo “pipa arma pugnale”.
Però lo sapevo che esisteva.

Kasumi: significa “nebbia”. E io dico, quale nome migliore per un personaggio così?
AUTRICE: complimenti, autrice.
AUTRICE: grazie, autrice.
Ecco, al di là del momento imbarazzante, mi piace proprio l'immagine dell'assassino avvolto dalla nebbia, fedele alla sua signora e-... mhm... qualcuno ha detto “Kurogiri”? Sì, probabilmente sarebbero ottimi compagni di merende.

 

 

Angolo dell'Autrice:

 

Niente mi fa paura. Ma Rin.... Rin Todoroki, lei mi spaventa perché non sono mai sicura al 100% della sua caratterizzazione.

Visto che è un angolo in cui parlo un po' di tutto molto randomicamente, ci tenevo a dare qualche piccola curiosità sul personaggio di Rin. Come si è evoluto nel tempo.

Inizialmente era: « Tutto bene, papà! Abbiamo conosciuto gli insegnanti, poi il professor Aizawa ha fatto un test per verificare le nostre abilità fisiche! Io ovviamente sono arrivata prima nello scatto breve!» disse Rin con un sorriso in volto. [tratto dallo scheletro di questa storia]

Ora è: …

*Autrice si aggrappa a Rin, indicando con fare minaccioso tutti* adoro il suo stile, ok?


Comunque sì, molti personaggi sono cambiati nel tempo. E in particolare con la storia dei due gemelli, spero che abbiate la pazienza di aspettare il loro sviluppo nel corso dei capitoli.

Inizialmente aveva i capelli metà rossi e metà bianchi, proprio come suo padre Shoto. Era una ragazza allegra, solare... poi mi sono accorta che esisteva già Yukiko e quindi rischiava di diventare un doppione un po' noioso.
E così, una sera, dal nulla, mi è venuta in mente un'idea... un'idea che ha distrutto la pace familiare e ha rovinato la vita di innumerevoli personaggi.
Ma pur sempre un'idea.
E per questo ho chiesto aiuto a una mia amica riguardo allo stile e, alla fine, da due menti è arrivata la versione finale di Rin. Anche se c'è un grande “ma”: prima di pubblicare questo capitolo, ho aggiunto al volo il dettaglio dei piercing alle sopracciglia e sul labbro.
Avete presente il fuorilegge che elude i controlli della polizia? Ecco.
Sono una vera Villain.

Ora però ho i sensi di colpa.


Soprattutto perché per Natale mi ha regalato la versione chibi dei miei personaggi e non c'era ancora questo cambiamento.

Perché sento la musica del boss finale?

 


Come sempre, ringrazio chi ha letto, recensito e/o aggiunto questa storia ai preferiti/ricordati.


Ci sentiamo al prossimo capitolo!

 

 

Un bacio da _Lakshmi_!

  
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