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Autore: LadyOfMischief    21/03/2021    8 recensioni
Dopo gli eventi di Crait le misteriose connessioni tra Rey e Ben continuano, nonostante la morte di Snoke, nessuno dei due è in grado di controllarle e diventano sempre più intense. Ignorarsi non porterà a nulla, i due dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra per imparare a controllare quel legame e confrontarsi su ciò che è successo tra loro esplorando i propri sentimenti.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rey se ne stava seduta a gambe incrociate su una delle brandine del Falcon, la cabina che occupava era ormai diventato il proprio alloggio poiché l'idea di dormire in un'area condivisa con persone che conosceva soltanto da qualche settimana la faceva sentire a disagio. Aveva trascorso tutta la sua vita da sola, le uniche interazioni sociali a cui era abituata era contrattare con Unkar Plutt per le porzioni alimentari e litigi occasionali con altri cercarottami – talvolta sfociati in scontri –
Poggiato sulle gambe c'era uno degli antichi testi dei Jedi, prelevato durante la sua permanenza ad Ahch-To, e si ritrovò a leggere per la terza volta consecutiva un passaggio che riguardava la cura tramite la Forza. Le sembrava l'unica soluzione più adeguata per riparare il cristallo spezzato, aveva sfogliato quel libro per giorni alla ricerca di informazioni sui cristalli di kyber e le aveva persino trovate, tuttavia non vi era alcuna menzione di cristalli danneggiati.
Tecnicamente i cristalli non erano esseri viventi, ma aveva appreso che avevano una sorta di coscienza e che essi reagivano a coloro a cui erano destinati, perciò non erano completamente oggetti inanimati. Rey non aveva alcuna intenzione di arrendersi o lasciarsi abbattere da quell'ostacolo, in fondo non aveva molte opzioni tra cui scegliere perché non era a conoscenza di altri luoghi in cui poter reperire un nuovo cristallo da inserire nella spada, che aveva già riparato in parte. Da sempre era caparbia, una caratteristica che però l'aveva portata a comettere degli errori da quando aveva lasciato Jakku, alcuni anche di recente.
Inevitabilmente la mente di Rey si soffermò sulla sua ultima connessione con Ben, o forse era il di caso riferirsi a lui nuovamente come Kylo Ren? Il suo repentino cambio d'atteggiamento nei suoi confronti l'aveva confusa, il fatto che non avesse neppure risposto alla domanda che gli aveva rivolto non aveva fatto altro che confermare ciò che aveva percepito: in lui c'era ancora conflitto.
La prima volta che la Forza li aveva connessi dopo Crait era stata impassibile e fredda, sforzandosi di ignorarlo, ma poi lui si era scusato e tanto era bastato a farle riaccendere una scintilla di speranza, forse non era troppo tardi per fargli aprire gli occhi e fargli ritrovare la propria via. Rey non sapeva neppure perché le importasse così tanto, certo averlo dalla loro parte avrebbe potuto ribaltare le sorti della guerra civile che stava dilaniando la galassia, tuttavia sentiva che quella non fosse l'unica ragione per cui si fosse ostinata a volerlo aiutare. Forse era la sua bontà a spingerla a farlo, forse il fatto che cercasse sempre di vedere del buono in chiunque o semplicemente perché stava cercando di attribuire uno scopo al loro legame. Cosa li aveva legati se non era stato Snoke? E a quale scopo?
Per questo motivo quando la Forza li aveva connessi nuovamente la settimana precedente aveva tentato di far breccia nel muro che Ben – l'unico modo in cui al momento riusciva a rifersi a lui – aveva innalzato attorno a se stesso anziché ignorarlo e trattarlo con freddezza, illudendosi che fosse disposto ad avere un dialogo civile con lei. Invece era stato lui ad ignorarla, a risponderle in maniera distaccata e brusca, esattamente come aveva fatto lei durante la prima connessione. Forse era il caso di lasciar perdere definitivamente e rivolgere la propria attenzione ai problemi a cui poteva porre rimedio, come il cristallo spezzato.

Rey era più sicura che fosse in grado di ripararlo, o forse si stava soltanto illudendo e si stava appigliando a una vana speranza ancora una volta, ma non aveva altro al momento. Tutto stava andando per il verso sbagliato, la Resistenza faticava a trovare degli alleati, erano a corti di risorse e mezzi adeguati per poter tenere testa al Primo Ordine – che invece continuava ad ingraziarsi la lealtà di molti sistemi – e avevano subito fin troppe perdite.
La cura tramite la Forza era un processo in apparenza semplice, ma comportava anche un minimo rischio poiché il principio di base era trasferire una piccola quantità della propria forza vitale all'essere vivente che si desiderava curare. Rey sperava di poter applicare lo stesso principio al cristallo, se era dotato di una coscienza forse era abbastanza per classificarlo tra gli esseri viventi e avrebbe funzionato, ma doveva comunque prestare attenzione alla quantità di forza vitale da trasferire. Non aveva mai fatto niente del genere, non con lo scarso addestramento teorico che aveva ricevuto da Luke, e le sembrava di brancolare nel buio senza un maestro o qualcuno che la guidasse. Si era rivolta anche al Generale Organa, ma sfortunatamente la donna le aveva rivelato che pur essendo in grado di sfruttare la Forza in alcune occasioni non aveva mai ricevuto alcun addestramento, la sua vita era sempre stata la politica e perciò aveva fatto a meno dell'addestramento da Jedi.
Rey era sempre stata indipendente e non aveva mai avuto bisogno di nessuno per cavarsela, ma in questo caso si trattava di qualcosa che ancora non comprendeva a pieno e sapeva perfettamente quanto fosse facile addentrarsi nel Lato Oscuro. Ma non era rimasto più nessuno che potesse aiutarla, tanto che i ribelli avevano cominciato a riferirsi a lei come “l'ultima Jedi” e aveva l'impressione che si aspettassero qualcosa da lei, così come se l'aspettavano da Luke prima che si sacrificasse. E se avesse deluso tutti? E se non fosse stata all'altezza?
La ragazza scosse il capo, non era il momento di lasciarsi sopraffare da tali pensieri, doveva svuotare la propria mente e concentrarsi unicamente sul cristallo che teneva stretto nella mano sinistra. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e si concentrò sul trasferire una piccola parte della propria forza vitale nei frammenti del cristallo. Immaginò il processo nella sua mente, come lo scorrere di un fiume, tuttavia Rey non riusciva a capire se stesse funzionando o meno perché non avvertiva nulla di insolito, avrebbe dovuto provare stanchezza o il processo non era così sfiancante come sembrava?
Attese qualche istante, poi riaprì gli occhi e il palmo della mano, con sua grande delusione vide il cristallo esattamente nello stato stato di prima, cos'aveva sbagliato? Forse non si era concentrata abbastanza, forse aveva trasferito troppa poca energia e per questo il cristallo non si era risanato. Doveva riprovare, dopotutto era un esperimento che nessuno aveva mai tentato prima di quel momento, e se qualcuno ci fosse già riuscito in precedenza non era mai stato riportato nei testi.
Rey richiuse gli occhi e ripeté il processo, ma ancora una volta non avvertì nulla di diverso, eppure non si arrese e continuò a riprovare ripetutamente. Doveva funzionare, in un modo o nell'altro ci sarebbe riuscita, anche a costo di trascorrere tutta la notte a provare o a cercare una soluzione tra le pagine di quegli antichi testi, di cui non comprendeva neppure alcune sezioni perché erano scritte in un linguaggio che non conosceva.
Si accorse di star stringendo i frammenti del cristallo troppo forte soltanto quando avvertì una fitta di dolore al palmo della mano e allentò immediatamente la presa, ma provò ulteriormente un'ultima volta. Questa volta Rey avvertì qualcosa, purtroppo però non era ciò che si aspettava perché riconobbe all'istante quella sensazione familiare che precedeva le connessioni con Ben.
Non sapeva cos'aspettarsi da quella connessione, la cosa migliore sarebbe stata ignorarsi finché non fosse cessata, e questa volta non avrebbe commesso ancora una volta l'errore di rivolgergli la parola. Incurante del fatto che avesse una mano sanguinante rimase esattamente dov'era, senza neppure aprire gli occhi, forse sarebbe stato più facile ignorare qualcuno che non poteva vedere. Rey era consapevole che fosse un atteggiamento immaturo da parte di entrambi, né lei né Ben avevano alcun controllo su quello strano legame e le connessioni avvenivano più o meno regolarmente, ma cos'era ad innescarle?
Pur avendo gli occhi chiusi Rey avvertì la presenza di Ben nella stanza con lei, o per essere più precisa accanto a lei. Le loro spalle si sfioravano a malapena, ma proprio com'era già accaduto su Ahch-To non era soltanto un'illusione, era come se lui fosse fisicamente lì e non dall'altra parte della galassia.
Nella stanza c'era un silenzio tale che Rey riusciva a sentire i loro respiri, stavolta però nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere e poteva percepire la determinazione di Ben nell'ignorarla. Le sue emozioni erano così forti che Rey le percepì attraverso il loro legame, quasi fossero le proprie, e quella che spiccava tra tutte era la sofferenza, anche se lui cercava di celarla con la rabbia e l'odio. L'ultima volta che l'aveva visto si era ostinato a dirle che di Ben Solo non restava più nulla, ma non era altro che una bugia che raccontava più a se stesso che a lei. Ma quella sofferenza che percepiva in quel momento era la stessa che aveva visto quando lei era stata nella sua mente, la stessa che aveva percepito quando le aveva detto che non era sola e la stessa che aveva percepito nel turboascensore quando si era presentata da lui a bordo della Supremacy.
Quella sofferenza non faceva altro che alimentare il conflitto interiore di Ben, insieme a una profonda solitudine, che Rey conosceva fin troppo bene perché era la stessa che provava anche lei quotidianamente, pur essendo circondata da altre persone. Era stata quella solitudine a farli avvicinare, ad incoraggiarli a mostrarsi vulnerabili e che aveva fatto capire a Rey quanto loro due fossero simili.
No, neppure questo l'avrebbe fatta cedere questa volta, Ben aveva rifiutato il suo aiuto, aveva preso la sua decisione e nonostante tutto lei non percepiva alcun rimorso da parte sua. La causa di quella sofferenza e solitudine era soltanto lui, non era stata lei a deluderlo né ad abbandonarlo, lei aveva soltanto agito di conseguenza.
Una mano guantata le prese delicatamente la mano con cui stringeva ancora i frammenti – adesso sporchi del suo stesso sangue – facendola sussultare poiché non si aspettava alcun contatto fisico. A quel punto Rey aprì gli occhi, Ben era seduto accanto a lei, con la sua solita tenuta nera e la spada laser appesa alla cintura. Abbassò lo sguardo sulle loro mani, Ben le stava tenendo la mano con una delicatezza che non avrebbe mai associato a lui e con la stessa delicatezza le fece aprire la mano, rivelando i frammenti macchiati di rosso vivo e due tagli abbastanza profondi proprio al centro del palmo. Le ferite non avevano un bell'aspetto e il flusso di sangue non si era ancora fermato, tanto che alcune gocce le erano colate sul pantalone bianco.
"Cosa stai facendo?" chiese lei brusca, di colpo infastidita da quel contatto fisico.
"Non è forse ovvio?" replicò lui leggermente seccato, quel comportamento non faceva altro che confonderla e allo stesso tempo innervosire, a che gioco stava giocando? Prima le aveva chiesto scusa, poi l'aveva ignorata e trattata con freddezza, adesso invece sembrava quasi che gli importasse qualcosa di lei, o quantomeno si stava mostrando curioso nei suoi confronti.
Rey provò a ritrarre la mano, ma Ben le prese il polso con l'altra mano per impedirglielo.

"Non ho bisogno del tuo aiuto" ribatté lei "Come tu non hai bisogno del mio" aggiunse, provò a ritrarre nuovamente la mano, ma la presa di Ben era più forte.
"Lo so" si limitò a rispondere, ignorando le sue proteste, e le lasciò il polso con delicatezza, tutta quella calma apparente da parte sua cominciava a farla sentire irrequieta.
Ben le tolse i frammenti del cristallo dalla mano e li gettò a terra con noncuranza, poi esaminò meglio le ferite, cosa non facile se prima non le avesse ripulite. Tuttavia Rey non replicò, sapeva che discutere con lui era completamente inutile perché era testardo almeno quanto lei e perciò lo lasciò fare.
Trattenne a stento una smorfia di dolore quando Ben toccò le ferite con la punta delle dita per controllare che non vi fossero schegge, dove aveva imparato ad esaminare le ferite? Poi fece qualcosa che lasciò perplessa, lasciò la sua mano e si sfilò un guanto, prima di riprenderle la mano. Posò l'altra mano sul palmo di Rey, che trasalì a quel contatto, ma non fu per il dolore causato dalle ferite bensì per quel contatto che le risultò tremendamente familiare e confortevole.
Ben chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, proprio come aveva fatto lei fino a poco prima, quando aveva provato a risanare il cristallo spezzato e allora comprese ciò che stava facendo: voleva curarla usando la Forza.
Rey sapeva che, però, avrebbe fallito perché quell'abilità era una prerogativa del Lato Chiaro della Forza, soltanto i Jedi un tempo la studiavano e la praticavano, ma stando ai testi era poi stata bandita perché troppo pericolosa, troppo sconsiderata e veniva utilizzata anche per scopi ritenuti contro il codice dei Jedi.
Una sensazione di calore si propagò dal punto in cui c'erano le ferite, il dolore si attenuò poco a poco e Rey poté sentire chiaramente la pelle risanarsi. Percepì una parte della forza vitale di Ben scorrere in lei, non era come l'aveva immaginato nella propria mente, più che lo scorrere di un fiume era pura energia che scorreva tra loro.
Rey si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, non provava più dolore e ormai sapeva che le ferite si fossero rimarginate completamente. Quando anche Ben ne fu consapevole riaprì gli occhi, mantenendo però lo sguardo sulle loro mani.
"È impossibile… come hai fatto?" chiese d'istinto Rey, lei aveva provato più e più volte ad eseguire quel processo, fallendo miseramente.
"Non lo so" ammise lui con onestà, con lei era sempre stato onesto, anche quando avrebbe potuto mentirle per ottenere ciò che voleva.
La connessione si interruppe improvvisamente, un attimo prima Ben era lì e quello dopo era svanito, come se non fosse mai stato lì. Adesso Rey poteva vedere chiaramente la pelle liscia e completamente risanata, nonostante il palmo fosse ancora sporco di sangue. Non era rimasta neppure la cicatrice e se Rey non avesse visto con i propri occhi le ferite non avrebbe mai detto che fossero state lì.
Come aveva fatto Ben a curarla? Chiaramente non era un'abilità del Lato Oscuro, altrimenti la sua reazione sarebbe stata diversa, e perciò aveva agito d'istinto. Era stato forse il loro strano legame ad avergli permesso di curarla senza neppure sapere cosa stesse facendo?
A confonderla ancora di più, però, era stato il suo atteggiamento, Ben si era comportato come se la connessione in ascensore non fosse mai avvenuta e non si fossero ignorati fino a quando lui non aveva notato che fosse ferita. Erano nemici, eppure momenti come quello le facevano dubitare del rapporto che c'era tra loro, e in parte sapeva che dipendesse anche da lei. Sarebbe stato tutto estremamente più facile se si fossero semplicemente odiati, ma per quanto Rey si sforzasse di disprezzarlo, di non pensare a lui ed essere arrabbiata con lui, non riusciva a odiarlo.
Rey lanciò uno sguardo ai frammenti sul pavimento, cos'era andato storto? Forse si era illusa, i cristalli non si potevano risanare in quel modo e lei aveva riposto ancora una volta fin troppe speranze in qualcosa di improbabile.

 


Spazio Autrice:

Questa settimana ho deciso di tornare con la raccolta anziché la long, questi due continuano a mandarsi in crisi a vicenda perché non sanno neppure loro cosa vogliono.
Vi anticipo già che nella prossima one-shot chiarirò un punto che qui ho lasciato volutamente in sospeso (e penso sia già intuibile quale)

 

   
 
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