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Autore: Morgana_Redlights    22/03/2021    2 recensioni
Era Autunno, vestita di tutto punto, che si recava come ogni scadere dell’anno alla Riunione delle Stagioni ed era in ritardo!
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA RIUNIONE DELLE STAGIONI

1.

Autunno è in ritardo!

Era una notte buia. Il cielo era trapuntato da milioni di stelle argentate ed una Luna, tonda e lattea, illuminava quel manto tenebroso. Una portantina, nera come quella notte oscura, sfrecciava di gran carriera attraverso il Bosco Millenario. Il cocchiere, un gatto, anch’esso nero come la portantina, fumava un grosso sigaro ed i suoi occhi gialli come lanterne erano l’unica cosa distinguibile della sua figura. Il cocchiere schioccava in aria la sua bianca frusta per aizzare alla corsa le zucche stregate. Ad ogni schiocco la frusta sprigionava scintille argentee, lasciando una scia dietro di sé. I destrieri di quella portantina, appunto delle zucche stregate, erano intagliate nei modi più disparati: da ghigni feroci e ripugnanti, a delicate espressioni con decorazioni. Queste saltellavano a più non posso, emanando fumi colorati dalle bocche e dagli occhi intagliati. I fumi, verdi, rossi, viola, blu, gialli, accompagnavano le scintille della frusta in quella scia che si dissolveva velocemente dopo il loro passaggio. Le creature del bosco, sentendo quel forte trambusto, si scostavano in fretta dal loro cammino, rintanandosi nel folto e osservando sbigottiti quella portantina. Ma chi è che spronava il gatto con tutta quella premura? Era Autunno, vestita di tutto punto, che si recava come ogni scadere dell’anno alla Riunione delle Stagioni ed era in ritardo! Reggendosi il cappello, si sporse dal finestrino della portantina e mentre i rossi capelli frustavano l’aria, urlò qualcosa al cocchiere. Questo, inarcando un sopracciglio, inspirò del fumo dal sigaro e soffiandolo fuori, diede un altro colpo di frusta. Le scintille schizzarono in aria e le zucche, ormai quasi sfinite, aumentarono di più la loro corsa. Autunno ritornò a sedersi comodamente e, con l’ausilio di uno specchietto, si aggiustò l’acconciatura. Per tutte le stagioni!, perché doveva sempre arrivare in ritardo? Tutto d’un tratto la portantina di fermò e Autunno quasi sbatté il naso sul sedile di fronte. Il cocchiere miagolò qualcosa, sputando e scendendo dal sedile. Le zucche fumavano come ciminiere, erano esauste quelle poverette. Autunno scese con eleganza e pagò quel pazzo cocchiere in anticipo, dicendogli di aspettarla per la corsa di ritorno. Affermò, inoltre, che se avesse tardato gli avrebbe pagato doppiamente la corsa. Il gatto si tolse il cappello e si esibì in un inchino. Nessun problema, le disse, avrebbe atteso tutto il tempo necessario. Mentre la stagione si allontanava il pazzo cocchiere gatto si accese un secondo sigaro e gettò della polvere argentata sulle zucche addormentate. Poi sedette sul sedile di legno a rimirare le stelle e quella Luna così grande che sembrava occupare tutto il cielo. I suoi occhi come fari seguirono Autunno avvicinarsi al falò e salutare le altre stagioni. Mentre tutte si sedevano attorno al fuoco, bevendo e parlando, il cocchiere, seduto sul seggio, si appisolò.

   
 
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