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Autore: Liioisjustchemical    25/03/2021    0 recensioni
Nori Yikeda possiede il quirk Magnete ed è capace di attirare a sé i metalli che la circondano.
C'è un compagno di classe per cui prova sentimenti diversi da quelli che prova per gli altri: Shoto Todoroki, e proprio con lui sarà costretta a condividere... beh... molto poco spazio.
Forse, però, la vicenda le farà aprire gli occhi sui veri sentimenti del ragazzo.
Forse amare perdutamente senza mai farsi avanti non è la chiave per una storia a lieto fine. Soprattutto quando la tua migliore amica condivide i tuoi stessi sentimenti, soprattutto quando lei, a differenza tua, è ricambiata dal ragazzo in questione.
C'è una luce alla fine del tunnel o Todoroki e Nori erano fatti per stare assieme? E soprattutto, se c'è davvero quella luce, che nome porta?
[Todoroki // Bakugo x OC] [accenni di TodoMomo]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio umore era rapidamente passato dal semplicemente cattivo di una mattina cominciata male ad una vera incazzatura bestiale che faceva concorrenza a quel deficiente di Bakugo. Me ne stavo in piedi tra lui e Mina mentre Aizawa ci spiegava come si sarebbe svolta la simulazione. Se la ragazza continuava ad attorcigliarsi i capelli tra le dita prestando davvero poca attenzione al professore, Bakugo sembrava più preso e non staccava gli occhi da Aizawa. Sul volto aveva il solito ghigno di quando pensa di averla vinta a prescindere, chissà cosa lo esaltava tanto di questa tremenda simulazione. Mi allungai un po’ alla mia sinistra per scoccare un’occhiata a Todoroki, accanto a Mina. Lui sembrava tranquillo, forse la valutava una prova semplice.
 
Il professor Aizawa spiegò che si sarebbe trattato di simulazioni a tempo, nel senso che gli ostaggi si sarebbero trovati in situazioni che avrebbero richiesto un intervento rapido o la loro vita sarebbe stata messa a rischio. Quindi o mi facevo salvare alla svelta il culo da Bakugo o ci avrei rimesso la pelle. Che bella situazione di merda. Ad ogni modo avremmo avuto una buona mezz’ora per completare la prova. Non sapevo se esserne contenta o meno: da un lato, mezz’ora non era troppo poco, dall’altro ciò lasciava intendere che la prova non sarebbe stata troppo semplice.
 
“Ogni gruppo dovrà affrontare due prove: una dalla parte della duo di salvataggio e una dalla parte degli ostaggi” proseguì il professore “lo scopo della prova è liberare gli ostaggi ed è valido per entrambe le parti. Gli ostaggi non dovranno rimanere fermi ad aspettare di essere liberati, ma servirà che partecipino attivamente per evitare che la situazione degeneri o che scada il tempo” .
 
Aizawa aveva provveduto a dividerci in coppie subito dopo aver estratto i gruppi. Io avrei dovuto affrontare la prova assieme a Todoroki, prima come squadra di salvataggio e solo dopo come ostaggi. Non avevo assolutamente di che lamentarmi, a parte le malsane esercitazioni di Aizawa in generale. Infondo, Todoroki era davvero forte e mi dava l’idea che non si sarebbe fatto prendere dal panico nonostante la questione del tempo. Ottimo perché, almeno per questo, mi sarei dovuta fidare più di lui che di me stessa.
 
“Bene, direi che possiamo cominciare con la squadra uno” Aizawa puntò i suoi occhi su di noi, nonostante lo sguardo non tradisse di certo entusiasmo, potei intuire una certa curiosità da parte sua.
 
--
 
Il tempo cominciò a scorrere e io e Todoroki ci trovavamo ai piedi di tre grattacieli alti almeno una trentina di piani ciascuno. Lanciai un’occhiata al mio compagno per capire come pensava di muoversi dato che non sapevamo nemmeno dove si trovassero Mina e Bakugo. Feci per aprire bocca e chiedere a Todoroki di delineare una strategia, ma prima che potessi far uscire un qualsiasi suono dalle mie labbra un grido squarciò il silenzio. Sobbalzai, d’istinto io e Todoroki alzammo lo sguardo. Proveniva dal primo palazzo, probabilmente dall’ultimo piano o da uno degli ultimi.
 
Riconobbi subito che si era trattato di Mina, doveva averlo fatto di proposito per indicarci la sua posizione. Era stata una mossa intelligente, ora sapevamo dove si trovavano e potevamo raggiungerli. L’unica incognita rimaneva la condizione in cui erano tenuti come ostaggi.
 
Senza dire nulla io e Todoroki ci scambiammo uno sguardo d’intesa, lui mi posò una mano sulla schiena e cominciammo entrambi a correre verso il primo palazzo. Lui fece per entrare, ma io mi fermai prima.
 
“Ci metteremo troppo a salirlo a piedi!” gridai. Dovevo farmi venire in mente qualcosa, l’idea che avevo in testa poteva funzionare, ma se non avesse funzionato ci avrebbe fatto perdere davvero molto tempo.
 
“Che altra scelta abbiamo?” chiese seguendo il mio sguardo e puntandolo sulla parete del palazzo.
 
Io stavo osservando i vari piani, contando e, soprattutto, osservando le finestre. Erano circondate da delle finiture di metallo e ciò mi fece pensare che avrei dovuto provare, almeno provare a mettere in pratica ciò che mi stava frullando in testa.
 
Attivai il mio quirk, prima con poca convinzione, poi sprigionando sempre più potenza. Normalmente gli oggetti di metallo mi sarebbero precipitati addosso, ma quelli erano ben fissati alla parete del grattacielo e non si mossero. Sentii la forza attrattiva aumentare man mano che aumentavo la potenza del mio quirk. Ad un certo punto percepii i piedi sollevarsi finalmente da terra. Sì: poteva funzionare.
 
“Todoroki, dammi la mano” dissi. Appena lo sentii afferrarmi il polso sprigionai tutta la forza possibile e, con uno scatto, ci trovammo sul cornicione della prima finestra. Sentii il mio compagno soffocare un grido di sorpresa appena ci sollevammo bruscamente dal terreno per schizzare verso l’alto e la sua presa si fece più stretta sul mio polso provocandomi un leggero dolore.
 
Aveva funzionato, ma non ero convinta e, a quanto pareva, nemmeno Todoroki. Per l’appunto, ne ebbi la conferma quando si voltò verso di me, gli occhi puntanti dritti nei miei.
 
Senza esitazione disse: “anche salirle una ad una in questo modo ci prenderebbe troppo tempo. Voglio provare una cosa” Todoroki si massaggiò il polso mentre lo vidi concentrarsi per sprigionare un’enorme strato di ghiaccio che andrò a ricoprire i primi venti piani del grattacielo.
 
“Geniale!” affermai.
 
Avevo capito immediatamente perché l’avesse fatto. Ora che ci facevo caso, io e Todoroki eravamo molto più in sintonia di quanto avessi mai creduto. Grazie al suo ghiaccio, se adesso avessi attivato il mio quirk, quello avrebbe raggiunto direttamente il ventunesimo piano, evitando tutti quelli prima. Però, avrei dovuto concentrarmi parecchio per sprigionare abbastanza energia attrattiva da far fare ad entrambi un salto del genere.
 
Porsi la mia mano a Todoroki, ma lo vidi accettarla esitante. Doveva essersi accorto della mia preoccupazione di non riuscire a portarci entrambi così in alto in una sola volta. Stavolta mi afferrò in vita. Lo sentii stringersi a me e mi mancò un momento il fiato. Avvolsi un braccio dietro la sua schiena, il polso che adesso mi pulsava e si stava a poco a poco facendo livido rimase libero. Poi attivai il quirk.
 
Provai nuovamente ad attirare a me il metallo, essendo quello fissato, la forza ci sollevò. Salivamo più lenti di prima, ma comunque molto più rapidamente di quello che saremmo riusciti a fare a piedi. Soprattutto, man mano che ci avvicinavamo al ventunesimo piano, la forza attrattiva si faceva più forte e noi guadagnavamo velocità. La stretta di Todoroki era salda su di me, sapevo bene che quella sera sarei stata ricoperta di lividi, ma era una cosa con cui avevo imparato a fare i conti da quando mi ero messa in testa di diventare un’eroina. Idea di merda, se me lo chiedete ora, ma da ragazzina mi esaltavo a vedere All Might alla tv.
 
Se passato il decimo piano e mi sentivo leggermente affaticata, sapevo sarei riuscita a resistere, ma quando arrivammo al quindicesimo cominciai a sudare. Sentivo la presa su Todoroki scivolare ogni secondo che passava. Al diciottesimo piano non ce la feci più. Lanciai un grido quando sentii che stavamo cominciando a precipitare. Il mio quirk non aveva resistito abbastanza e, come una corda tesa che si spezza, con uno strattone l’attrazione si interruppe e noi piombammo nel vuoto.
 
D’istinto chiusi gli occhi, temendo per l’impatto con il terreno. Mi mancava il fiato.
 
Tornai ad aprirli solo quando sentii una vampata di calore alla mia destra. Un secondo dopo Todoroki mi stava stringendo a sé con più forza. Aveva scongelato il ghiaccio mentre stavamo cadendo così che riuscissi ad attirarci ad una delle finestre più in basso.
 
Ero stretta tra il cornicione di metallo della finestra e il petto del mio compagno di squadra. Il suo braccio ancora attorno alla mia vita, certo, se ero l’unica cosa che gli permetteva di non cadere nel vuoto se anche avesse per caso perso l’equilibrio.
 
Feci in fretta due conti. La rapidità con cui Todoroki aveva trovato una soluzione e reagito salvandoci entrambi ci aveva permesso di non scendere sotto al sedicesimo piano. Ero riuscita a salire diciotto piani in una volta, ma era evidente che, ad ogni turno, il mio quirk sarebbe stato in grado di sopportare sempre meno energie. Se all’inizio saremmo accelerati per il ridursi della distanza, dopo troppi piani mi sarei affaticata eccessivamente e non sarei riuscita a mantenere il controllo. Mi voltai verso Todoroki e lo vidi contare i piani che ci separavano dal tetto. Probabilmente stava facendo le mie stesse considerazioni. Notai delle minuscole goccioline di sudore colargli lungo la tempia e mi incantai a guardarlo, come faceva ad essere così dannatamente affascinante anche in una situazione del genere.
 
Lanciai una veloce occhiata al tabellone con l’orario e tirai un sospiro di sollievo, il mio piano ci aveva salvato parecchio tempo, nonostante l’errore commesso poco fa. Erano passati solo pochi minuti, se fossimo andati a piedi saremmo stati si e no al decimo piano e ci sarebbero voluti altri dieci o quindici minuti buoni per raggiungere il tetto. Senza aggiungere che sarei stata senza fiato a furia di tirare insulti ad Aizawa. Se c’era una cosa che odiavo… beh no, odio tante cose ad essere sincera, ma se c’è una cosa che odio davvero, ma davvero dal profondo sono le scale.
 
“Te la senti di riprovare? Solo per altri sette piani. Poi andremo a piedi: a giudicare da dove provengono le grida, si possono trovare a qualsiasi piano dal ventiquattresimo al trentesimo” Todoroki mi guardava leggermente preoccupato. Il salto nel vuoto non doveva essergli piaciuto più di tanto. E pensare che stavo facendo tutto questo per Bakugo Katsuki, quello che mi aveva fatta legare da Aizawa davanti a tutta la classe.
 
“Si, assolutamente” cercai di rispondere con tutta la convinzione che in quel momento riuscii a tirare fuori e Todoroki congelò la porzione di facciata come aveva suggerito.
 
Fortunatamente, il secondo salto fu meno problematico. I sette piani non mi crearono grossi problemi e l’unica difficoltà fu mantenere la presa su Todoroki per non farlo precipitare. Ora, con tutta probabilità sarebbe stato più corretto dire che era lui a tenere la presa su di me, ma questo non è rilevante al momento.
 
Quando saltammo dentro al palazzo commisi l’errore di guardarmi il fianco: era già di un terribile rosso scuro, tendente al viola e sapevo che sarebbe solo peggiorato. Il mio costume lasciava libero quello strato di pelle per mettere meno strati tra il mio corpo e il metallo che dovevo attirare. In aggiunta, avevo delle calamite sulle spalle e sulle suole delle scarpe che pesavano parecchio, quindi l’idea era anche quella di rendere il resto del costume meno pesante possibile.
Mi era chiaro fin dall’inizio che reggere tutto il peso di Todoroki solo sul mio fianco destro non mi avrebbe di sicuro fatto bene, ma era una cosa a cui avrei dovuto cominciare a fare l’abitudine perché, con il mio quirk, il trucco che avevo messo in pratica oggi sarebbe sicuramente tornato utile anche in altre occasioni.
 
Todoroki mi allungò una mano per aiutarmi a scavalcare i pezzi di vetro che avevamo infranto per entrare, notai che lanciò una brutta occhiata al mio fianco, ma si guardò dal commentare. Entrati nella stanza cominciammo ad ispezionare il palazzo. Ogni piano era composto da una stanza unica, aperta e con diverse colonne quadrate al centro.
 
Perlustrammo i primi tre piani alla velocità della luce. Con delle stanze vuote ci sarebbe bastata un’occhiata per verificare la presenza di Mina e Bakugo. Quando, però, arrivammo al ventisettesimo mi si gelò il sangue nelle vene e mi maledissi per non aver avuto più cautela nello sfondare quella dannata finestra.
 
Bakugo e Mina erano legati assieme. Potevo sentire la rabbia di Bakugo nell’essere legato e SOPRATTUTTO nel non potersi muovere perché, se l’avesse fatto, avrebbe fatto saltare in aria tutti quanti. Non solo i miei compagni erano stretti mani e gambe l’uno all’altro, ma tra loro c’era anche quella che assomigliava pericolosamente ad una bomba. Ai loro piedi esplosivi e polvere grigia.
 
Non mi sprecai a trattenere una serie di imprecazioni mentre Todoroki mi guardava sbuffando. Ecco perché né Bakugo né Mina avevano usato il loro quirk: il primo avrebbe fatto esplodere tutto quanto, la seconda avrebbe corroso Bakugo.
 
“Puoi anche smettere si gridare insulti all’aria, credimi, Bakugo è dall’inizio della simulazione che ci prova ma ti posso assicurare che non funziona: come puoi ben vedere siamo sempre legati ad una bomba e circondati da esplosivi” Mina mi riprese con un tono più allarmato di quello che aveva di solito.
 
Beh, non le davo torno, non voglio immaginarmi nella sua condizione. Porca puttana, chissà cosa ha partorito per me e Todoroki la mente malata di Aizawa, chissà dove ci rinchiuderà o cosa ci farà fare…
 
“Nori” Todoroki mi chiamò ridestandomi dai miei pensieri. Giusto, non c’era tempo da perdere.
 
“Posso attirarla a noi e la facciamo esplodere a mezz’aria” proposi “ma ho paura che sia legata troppo stretta a Mina e Baguko, non possiamo rischiare tanto” ragionai ad alta voce.
 
“Io…” Todoroki era concentrato, non volevo distrarlo, ma al contempo sapevo che i secondi scorrevano e a noi sarebbe rimasto sempre meno tempo per liberare i nostri compagni. Non volevo fallire questa prova.
 
Mina sospirò.
 
“Volevo evitarlo per paura di ferire Bakugo, ma posso provare a sciogliere le corde” propose.
 
“Ma se la bomba cadesse saremmo finiti!” strillò Bakugo “No! È fuori discussione”.
 
“Deve esserci qualcosa! Non è possibile che non possiamo toccare né voi né la bomba!” protestai sbattendo un piede a terra. Un secondo dopo fu il gelo, viti il terrore attraversare gli occhi dei miei compagni.
 
“Ok, sono un’idiota” affermai arrossendo violentemente. Un colpo più deciso e le vibrazioni avrebbero potuto far scattare la bomba.
 
“Se state zitti, posso concentrarmi e provare di congelare la bomba” Todoroki cominciò a parlare guardando il terrendo “solo la bomba” precisò alzando lo sguardo prima su di me, poi su Bakugo e Mina “ma dovrò essere rapidissimo, se esito il primo ghiaccio potrebbe far scattare il meccanismo prima che riesca a bloccarla del tutto”.
 
“Se mi fai saltare in aria ti apro il cu…”
 
“STAI ZITTO! Non abbiamo un’idea migliore” Mina strillò così forte nell’orecchio di Bakugo che questo non ebbe la prontezza di protestare.
 
Con un cenno del capo incitai Todoroki a provare. Era uno dei migliori studenti della UA e il suo quirk era senza dubbio il più adatto alla situazione. Era l’unico che poteva farcela.
 
Todorki si avvicinò con passi lenti verso i due ragazzi, ancora bloccati a terra e legati assieme. Era elegante nei movimenti anche in una situazione così delicata, dove un passo fatto con troppa rapidità o troppa forza avrebbe mandato tutto all’aria… letteralmente.










Buonasera!! Eccoci al capitolo 2 con la prima parte della prima simulazione. Avrei voluto terminarla, ma dopo sarebbe diventato un capitolo davvero lungo e ho preferito spezzarlo. Soprattutto, voglio essere sicura di riuscire a postare con regolarità e con capitoli troppo lunghi rischierei di pubblicare cose di cui non sono soddisfatta.

Ringrazio tantissimo tutti i lettori! Spero che vi possiate affezionare al mio OC Nori e che la vediate bene nel mondo di MHA!
Alla settimana prossima!
Un abbraccio
Leo
  
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