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Autore: LadyHeather83    27/03/2021    3 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 6

*

Si erano date appuntamento al bar dove erano solite ritrovarsi per un aperitivo dopo lavoro, oppure in pausa pranzo.

Non era molto distante ne dalla Casa di Moda e ne dalla redazione dove lavorava Alya.

Si trovava esattamente al centro, così nessuna delle due, poteva arrancare delle scuse del tipo “è più vicina dove lavori te”, se si fosse presentata in ritardo.

Non era il caso di Marinette, che questa volta era in anticipo di ben dieci minuti, ed aveva già ordinato il suo solito cappuccino con caffè doppio e tanta schiuma, accompagnato da un paio di pasticcini fatti in casa dalla padrona del locale, una signora sulla settantina, ma ancora in gamba, che di andare in pensione e lasciare tutto in mano ai due figli maschi, non ne aveva ancora intenzione.

Marinette guardò l’orologio sul display del telefono, non c’erano chiamate perse, oppure messaggi di scuse di Alya che era in ritardo.

Ticchettava nervosamente le unghie sul tavolino.

Ruppe la bustina dello zucchero di canna e lo versò dentro la tazza.

La schiuma era talmente densa, che il cumulo di dolcificante, ci impiegò qualche secondo prima di affondare completamente, e permettere a Marinette di addolcire il cappuccino.

Il tipico tintinnio della campanella posta sopra la porta di legno bianca, annunciò l’arrivo di un nuovo cliente.

Alya Cesaire entrò come un uragano, salutando con la sua solita allegria i proprietari dietro al bancone, e qualche persona conosciuta seduta ai vari tavoli.

Vide la sua amica accomodata al solito tavolino riservato a due persone, posto vicino al finestrone contornato da una tenda rosa.

Da quella posizione, potevano godere di un bellissimo panorama, ma non era su quello che si sarebbero soffermati in quel momento.

“Ciao, amica mia. Fatto un buon viaggio?” Assottigliò gli occhi in maniera maliziosa.

“Ciao! S-si.” Rispose balbettando distogliendo lo sguardo.

Alya si accomodò di fronte a lei togliendosi la giacca di jeans blu, per appoggiarla sulla sedia libera accanto a lei, assieme ad un paio di buste di plastica.

“Come stai?”

“Solito. Si lavora tanto e non ho mai tempo per me!”

“Ma se sei un incanto!” Si era complimentata Marinette. “Hai la fortuna di farti gratis trucco e parrucco tutti i giorni, che vuoi di più?”

“Passare un po’ di tempo con mio marito” Sospirò venendo interrotte dal cameriere, che era arrivato a prendere la prenotazione dell’ultima arrivata.

“Vuole ordinare, signora?”

“Un caffè doppio nero, con latte caldo a parte, e un bignè. Grazie”

Il cameriere appuntò tutto sul suo taccuino e si congedò, arrivando poco dopo con il vassoio contenente quanto chiesto.

Addentò avidamente il dolce, sporcandosi la bocca di crema; Marinette rise, in tutti quegli anni, non era cambiata poi molto, sempre la solita tenera, incostante e svampita Alya.

“Tutto bene con Nino?” Aveva osato chiederle, sapeva che era in tour con una band molto famosa, da qualche anno a questa parte era il deejay che apriva i loro concerti.

“Si, si. Torna domani. Finalmente tour finito.” Sospirò.

“Vuoi che ti tenga i bambini?” Sogghignò sapendo che domani ci sarebbero state scintille in camera da letto, e non era il caso che i loro figli fossero testimoni di quello.

“Ma smettila” Le aveva sorriso e dato una pacca sul braccio.

“Louis sarebbe contento di giocare con Andrè, di fare un pigiama party con il suo amico. Ti ricordi quando lo facevamo noi?”

Alya sospirò, era passato così tanto tempo “Già…sarebbe bello tornare indietro di qualche anno. I quarant’anni si stanno facendo sentire” Aveva preso un cucchiaino d’argento e si era specchiata, giusto per controllare che le zampe di gallina attorno gli occhi, fossero sparite e quella crema che spalmava ogni giorno mattina e sera, stesse dando l’effetto desiderato.

“A chi lo dici…

La castana la guardò torva “Parli tu che hai lo stesso aspetto e fisico di vent’anni fa” Disse con una punta di invidia.

Mmm…fisico proprio no. Ti ricordo che ho avuto tre figli e credimi…è tutto merito dei giusti vestiti” Ammiccò.

“Comunque sei sempre bellissima, amica mia” Si complimentò sorseggiando l’ultima goccia di caffè rimasta.

“Tu mi lusinghi…ti serve forse qualche esclusiva?” Aveva chiesto ridendo.

“Sai che non ho bisogno di elogiarti per averne una, basta chiedere.”

Le due amiche andarono avanti così per una mezz’ora buona, chiacchierando del più e del meno, rivangando anche il passato, per poi passare a parlare dei bambini.

Avevano bisogno di parlare come ai vecchi tempi, quando bastava solo una cioccolata calda e un pomeriggio spensierato per scacciare via i pensieri cattivi e ritornare ad essere più rilassate, pronte per affrontare una nuova giornata.

Ma da quando erano diventate mogli, madri e donne in carriera, quel tempo scarseggiava sempre e diventava sempre più difficile riuscire a far combaciare tutti i tempi.

E il tempo si accorciava ancora di più se c’era di mezzo una sfilata di moda.

Per Marinette era quasi impossibile terminare il lavoro prima delle otto di sera, per Alya invece era la stessa cosa, doveva organizzare i servizi, le notizie e cercare i giusti accrediti e pass per la sfilata, non poteva trovarsi di certo in ultima fila, o a dover intervistare per ultima i protagonisti indiscussi.

Sapeva anche che Marinette o Adrien, non avrebbe mai permesso che accadesse, per questo Alya Cesaire era stata inclusa in una lista speciale, diciamo pure che era l’addetto stampa della casa di moda Agreste.

*

Quando smisero di parlare, Alya si portò le mani dentro i capelli sospirando, era giunto il momento di parlare ci cose serie, non che le argomentazioni trattate prima fossero da meno.

Ma quello non era il luogo adatto.

Fare una passeggiata, godendosi il tramonto sulla Senna, lontano da occhi e orecchie indiscrete, era la cosa più sensata da fare.

Dopo essere uscite dal locale, attraversarono la strada e poi scesero giù per la scalinata, che le avrebbe condotte entrambe sulla sponda del fiume.

Individuarono poi una panchina verniciata di verde poco distante.

Presero posto guardando l’orizzonte.

“Ho ricevuto una telefonata in redazione la scorsa notte” Alya ruppe il silenzio ricevendo l’attenzione di Marinette, la quale era abituata a quel tipo di confessioni, non era strano che l’amica ricevesse chiamate di informatori anonimi che l’avvisavano di un possibile scandalo.

Fresca fresca, il mese scorso, si vociferava di una relazione extraconiugale di Adrien, smentita poi dallo stesso alle telecamere con una dichiarazione d’amore alla moglie, non che Marinette avesse creduto alle malelingue.

“Sentiamo, di che si tratta sta volta” Sospirò.

“Di Gabriel”

“E perché vieni da me? Di solito vai dal diretto interessato, non hai nessun problema a parlare con…

“E’ Papillon?”

Quella domanda arrivò come un secchio d’acqua gelida e a Marinette si rizzarono i capelli, per fortuna non era visibile la cosa e la corvina, cercò di fingere un’espressione tra le più meravigliate, anche se lo era veramente.

“Cosa?”

Marinette…te lo richiedo un’altra volta: Gabriel Agreste è o era Papillon?” Era seria e la stava guardando dritta negli occhi.

Non poteva farsi scoprire.

Non poteva mettere in pericolo lei, Adrien o i kwami.

Doveva mentire.

“Certo che te ne dicono di cose strane, eh? Cioè tu credi che Gabriel sia il famigerato Papillon? Colui che più di vent’anni fa terrorizzava Parigi?”

“Pensaci bene. Da un giorno all’altro non si è più visto. Puff…sparito e dissolto…Ti ricordo che Adrien era anche venuto a stare da te un periodo perché aveva litigato con suo padre, può darsi che lo avesse scoperto.”

“E tu calunnieresti una persona solo in base a questo?”

Alya era mortificata, sapeva che aveva appena sganciato una bomba, ma era evidente che Marinette era sorpresa quanto lei, di apprendere certe notizie.

“Certo che no, per chi mi hai presa?”

“Scusami, è che sembra tutto così assurdo!”

“Lo sai che prima di pubblicare qualcosa, devo esserne sicura, in particolare cose che riguardano voi.”

“Non hai mai pubblicato nessun scandalo su di noi, Alya.”

“Non c’è mai stato nessun scandalo, siete le persone più importanti della mia vita, non vi farei mai del male, anche se questo significa essere degradata o peggio ancora perdere il mio posto di lavoro.”

Marinette aveva gli occhi lucidi, sapeva che poteva contare su di lei per qualsiasi cosa.

“Chi ti ha dato questa notizia?”

Alya scosse il capo “Non lo so. Capita di ricevere delle informazioni da persone anonime, ma di solito non camuffano la voce in quel modo.” Era spaventata  e glielo poteva leggere negli occhi.

“Sarà stato uno scherzo di cattivo gusto. Gabriel Agreste non è Papillon.”

“Ne sei sicura?”

“Fidati di me!”

“Ha detto che se non pubblicherò la notizia, Gabriel verrà arrestato.”

“Con quali prove? Nessuno è venuto da noi a minacciarci, di solito vogliono soldi”

Alya sbuffò ancora una volta, si sentiva stupida a dire alla sua migliore amica quelle cose.

In altri casi, avrebbe lasciato perdere certe informazioni, ma questa volta sentiva che doveva indagare più a fondo, non per il fatto di scoprire se in realtà il padre di Adrien nascondesse un segreto, ma chi era stata a darle quella notizia, soprattutto perché aveva appena appreso che nessuno aveva contattato direttamente la famiglia Agreste, con delle prove in mano, avrebbe potuto spillare un bel po’ di quattrini.

“Forse cercava un po’ di attenzione, magari è una persona sola che non ha di meglio da fare.”

Ci aveva preso ancora una volta, peccato non sapesse che la telefonata gliela aveva fatta proprio Lila Rossi.

*

continua

  
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