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Autore: DanceLikeAnHippogriff    27/03/2021    2 recensioni
Rivisitazione della storia breve "Quello che non ti ho mai detto", in cui Melyn, cavaliere della guardia reale, ammette i suoi sentimenti per la sua sovrana in una lettera mai scritta.
Questo breve estratto non è nato con l'idea di inserirlo in un'ipotetica trama de "Il ciclo dei quattro regni", bensì come occasione per esplorare brevemente parte della psicologia di questo personaggio.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo dei Quattro Regni'
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La verità.

Mi stai chiedendo questo?

È semplice per te. Sfrontato, direi, ma hai ragione, ne hai il diritto e la stai reclamando a pieni polmoni.

Vuoi davvero la verità? 

La verità è che sono una codarda. Che non ho mai avuto il coraggio di guardarti se non da lontano, che ho rinchiuso i miei sentimenti dietro una maschera di lealtà e ammirazione. Che ho paura di amare e per questo mi convinco di essere pienamente soddisfatta vivendo ogni giorno reprimendo pian piano tutto quello che ti voglio dare perché è questa la vita di un cavaliere. Fedeltà e bugie. 

Che il mio voto a proteggerti non significa avere la forza di resistere ai tuoi occhi nocciola, alla tua risata genuina, alla scia di profumo che lasci dietro di te quando cammini per i corridoi. Che vorrei morire dentro quando mi guardi di nascosto e ti aspetti che io sorrida a una tua battuta stupida senza arrossire, senza sapere quanto vorrei abbracciarti, affondare la testa nell’incavo della tua spalla e rimanere a respirare il tuo morbido profumo, amandoti ogni istante. 

Che ho dei doveri nei tuoi confronti, del mio Valtias, e per questo non posso amarti. 

Questa è la bugia che mi ripeto ogni mattina.

Mi sono ingannata per anni.

Anni e anni.

Fino a quella sera. 

Non mi hai mai guardata così. Non hai mai rivolto quello sguardo languido e pieno di amore a un cavaliere. Eppure sapevo che quel giorno sarebbe arrivato; che saresti andata avanti, che avresti continuato a vivere. Non come me, incagliata nei relitti di un amore mai sbocciato per mia stessa volontà. Tu sei libera e hai un cuore tutto da donare. E capirlo ha fatto male. 

Ogni fibra del mio corpo urlava. Mi doleva la schiena, la gola secca mentre ingoiavo a vuoto aria rovente, le braccia rigide lungo i fianchi, lo sguardo fisso su una scena che non potevo evitare di vedere. Volevo andarmene. Volevo sparire. Volevo morire.

Non ridere così. Non arrossire. E quell’adorabile fossetta che ti compare sulla guancia quando ti imbarazzi è troppo per me. Stai dando fondo al tuo fascino, guarda come pende dalle tue labbra; lo so come lo fai sentire, lo provo anch’io. Quel sentimento che ti rivolta dentro, ti prende l’anima a due mani e ne stacca i pezzi dolcemente, come un gioco. E i tuoi petali volano via e tu sai già che l’ultimo rimasto non urlerà altro che "amore" perché è anche la tua risposta a tutto il casino in cui ti sei infilata e, perdonami, ma sei veramente una stupida se pensi che possa davvero succedere qualcosa. Ti sta guardando, RIPRENDITI! Dov’è la tua faccia da grandi occasioni? Dov’è la tua maschera integerrima da cavaliere fedele? MUOVITI, così ci scopre!

Ecco, brava. Così ti voglio, lasciala andare che non è qualcosa che puoi permetterti, non tu. 

Chiudo gli occhi. Voglio andarmene. Voglio morire. Voglio sparire. Voglio smettere, ma questo stupido cuore continua a dirmi che no, non ti farò smettere e continuerò a battere e ogni battito sarà come la campana di una cattedrale.

E allora suona. Suona, maledetta campana, continua a ricordarmi come lei non è mia e come mai lo sarà. Continua a ricordarmi quanto fa male doverla guardare senza avere il coraggio di rovesciarle ai piedi quello che sento. Rimbomba, campana d’inferno. Falla crollare la cattedrale, scuoti la mia anima, svegliami.

SVEGLIAMI…

Te ne prego.

Voglio aprire gli occhi…

E voglio riaprirli sapendo che il mio cuore è salvo.

 


 

Note dell'autrice: Come anticipato nel sommario, questo brano è una rivisitazione di quella che in origine doveva essere strutturata come una lettera. Come molti altri miei scritti, l'avevo lasciato a macerare in una cartella del mio PC e, rileggendolo a distanza di tempo, ho pensato che poteva essere carino pubblicare un altro tassello del progetto mastodontico che è "Il ciclo dei quattro regni".

Chissà, forse un giorno riuscirò anche a trovarci una trama, oltre che espandere all'infinito questo mondo e le sue dinamiche...!

  
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