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Autore: Whatliesintheend    30/03/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Fu difficile, una delle imprese più difficili che Draco avesse mai tentato, non dare di matto, scoppiare in lacrime o rifugiarsi tra le braccia di Harry.
Ovviamente non l'avrebbe fatto, non poteva, quell'idiota non avrebbe capito.

Eppure era la seconda volta che giocava a carte scoperte e si avvicinava al suo punto debole, inconsapevolmente.

Ma lui continuava a scappare, quando il suo cuore iniziava a battere troppo velocemente, quando iniziava a sentire il sangue scorrergli nelle vene, Draco se la dava a gambe.

Con il tempo si era abituato a quei sentimenti che provava per Potter, li aveva accettati, li aveva preservati da tutto come un tesoro prezioso eppure continuava ad avere paura di aprire lo scrigno e guardarci dentro solo perchè non aveva la chiave.
Non che Harry in quel momento gliela stesse offrendo, era più... un piede di porco forse, tanto per rimanere in metafora, ma era qualcosa, qualcosa che avrebbe potuto cambiare le carte in tavola.

I suoi occhi grigi e smarriti vagavano sul viso di Harry, troppo nervosamente per trovare un solo punto su cui concentrarsi.

Dal canto suo il moro era oltremodo entusiasta di poter riconoscere il viso di Draco sotto la maschera che ancora non si era deciso a gettare.
E quel viso, illuminato dalla fredda luce autunnale che filtrava dalle vetrate del bagno, era triste e malinconico, ma bello da togliergli il fiato, e disorientarlo fino a fargli perdere il controllo.

Adesso poteva guardarlo liberamente, senza temere che la guerra glielo portasse via, guardarlo e sperare che un giorno sarebbe riuscito a far cambiare le cose.
Non si aspettava che sarebbe stato facile, nè che Malfoy intendesse collaborare in qualche modo, ma si aspettava di riuscirci prima o poi.

Allungò una mano, facendo in modo che le sue dita accarezzassero la guancia liscia e pallida del ragazzo, scoprendo che davvero non era come il marmo, aveva un tepore e una morbidezza, ed era vivo, agitato da quel lieve tocco.
Vide il suo peggior nemico arrossire per quel gesto innocente.

Si morse un labbro divertito e abbassò gli occhi prima di pizzicargli la guancia e dargli uno schiaffetto gentile, sperando di non essergli sembrato troppo ridicolo.

"Non fare quella faccia"

Commentò mentre il biondo si ricomponeva abbastanza in fretta da celare la sua sorpresa dietro a un'occhiataccia, massaggiandosi la guancia presa di mira dalle manacce di Potter.

"Eri in trance, controllavo solo che fossi vivo."

Concluse Harry e scrollò le spalle, mettendosi le mani in tasca.

"Toccami di nuovo Potter, e ti riduco a una Puffola Pigmea"

Doveva essere una minaccia, ma tremò nell'aria come una foglia in autunno, Draco vide l'amore della sua vita sorridere divertito e un po' malinconico e odiò ogni momento di sincerità come quello che avessero mai condiviso.

Si sentiva fragile e impotente, nonostante fosse sempre stato convinto che i suoi sentimenti verso quell'idiota fossero l'unica cosa che l'avesse mai reso forte.

"Cosa ridi, dico sul serio!"

Sbottò un attimo prima che il Grifone sollevasse le sopracciglia, gli lanciasse un'occhiata maliziosa e gli piantasse un indice dritto in mezzo al petto.
Il biondo inorridì, scostandogli bruscamente la mano.

"Finiscila"

Harry lo fece di nuovo e, di nuovo, Draco lo scacciò.

"Basta"

E il moro continuò, divertito dalla sua plateale esasperazione, così dannatamente da Malfoy.

Così, senza volerlo, ma per semplice istinto, diedero inizio a un giochino che consisteva semplicemente nel vedere chi la spuntava per primo, tra Potter che gli metteva le mani addosso e Malfoy che cercava di fermarlo.

"Smettila Sfregiato, non è divertente"

"È molto divertente"

Lo contraddisse Harry ridendo, mentre lo costringeva a indietreggiare per scacciare le sue mani.

"Si certo, se hai cinque anni."

"Oppure se devi infastidire un furetto"

Replicò prontamente, un attimo prima di essere spinto via e dover supporre che quell'apoteosi dell'infantilismo fosse giunta al termine, dal momento che il Serpeverde si stava lisciando il completo con fare scocciato.

"Ora basta, a stasera Potter."

Borbottò sbrigativo prima di superarlo senza aggiugere altro, uscire dal bagno e correre a nascondersi dietro a una colonna del corridoio che gli paresse il più vuoto dei dintorni, premendosi le mani sulla bocca per soffocare un gemito, stringere gli occhi e cacciare indietro le lacrime.

Al suo posto chiunque altro sarebbe stato felice, almeno un pochino, ma lui non era chiunque altro, lui era Draco Malfoy e tendeva a vedere sempre il lato negativo delle cose.

Quindi di quella mattinata non avrebbe ricordato il fatto che Harry l'avesse chiamato per nome per la prima volta da quando si conoscevano o che si fosse scusato nemmeno lui sapeva per cosa, bensì più il fatto che non avrebbe mai potuto esserci niente tra loro e che tutto il resto non aveva significato per nessun altro all'infuori di lui.

Solo quando si costrinse a smettere di pensarci, si accorse di averlo salutato in modo strano pochi minuti prima.
Si diede del pazzo per il modo in cui aveva pensato a James mentre si congedava senza guardarlo in faccia.

Chissà cosa avrebbe pensato, avrebbe creduto si riferisse alla cena di Halloween e non ci avrebbe dato peso.

Invece Harry era rimasto pietrificato, tanto da non ricambiare nemmeno il saluto del biondo.
Solo quando il panico lasciò riemergere un minimo di raziocinio, il Grifondoro si convinse che era stato un saluto inconsapevole, di cortesia.

Allora perchè non dirgli "a dopo" dal momento che si sarebbero probabilmente visti a pranzo prima che a cena.
Perchè tirare in ballo proprio "quella sera" quando entrambi sapevano che non avrebbero presenziato alla cena di Halloween?

Se avesse capito?

Quella possibilità continuò ad assillarlo per tutto il giorno fino a dargli la nausea.
Ripensava a come era corso fuori dal bagno, cercando di raggiungere il Serpeverde per chiedergli spiegazioni, ma non l'avesse trovato.

Se quella mattina era stato intrattabile, durante il giorno peggiorò e basta, asfissiato da quella che si stava trasformando nella certezza che Malfoy avesse capito o, quantomeno, sospettasse.

Penso più volte di parlarne a Ron ed Hermione, ma loro erano distanti, troppo impegnati a tenergli il broncio e Harry dovette ammettere almeno con se stesso di essersi comportato male con loro.
I suoi due amici dopotutto si stavano solo preoccupando, ma in quel momento rimanevano l'ultimo dei suoi problemi preso com'era dalla questione Malfoy.

Nel guardarlo al Weasley sembrava quasi che il suo amico fosse regredito al sesto anno e alle manie complottistiche.

"Va su e giù per la stanza da almeno venti minuti e inizia davvero a darmi sui nervi."

Sbottò Ron gettandosi di peso sul letto di Hermione non appena la ragazza si fu spostata di lato per lasciargliene lo spazio.

Aveva provato a studiacchiare in camera sua, ma poi l'andatura di Harry aveva iniziato a dargli il mal di testa e aveva trovato più conveniente spostarsi nel dormitorio delle ragazze.
Inoltre, quando dichiarava di aver provato a studiare, Hermione era sempre di umore migliore.
E di solito questo portava i suoi vantaggi.

"Non vuole parlarci, che si tenga i suoi problemi e ci affoghi."

"Herm..."

Cercò di addolcirla Ron, girandosi su un fianco e dandole un buffetto sul naso, guadagnandosi un'occhiata disinteressata.

"È stato lui a dirlo no? Non dobbiamo sempre corrergli dietro, un giorno realizzerà di aver bisogno di noi e-"

"Lo sa già. Dopo tutto quello che abbiamo passato vuoi che non lo sappia? È solo che tutto questo lo sta esasperando e sinceramente inizia a dare fastidio anche a me che ho meno di un terzo dei suoi ammiratori, senza contare tutte le perdite che ha subito."

Hermione battè le palpebre sopresa dalla lucidità con cui Ron aveva affrontato la questione.
Di solito era lei che cercava di farlo ragionare e nell'ascoltarlo si rese conto di non essere stata obiettiva e di essersi fatta un po' prendere la mano.

"E quindi dovremmo lasciare che ci insulti?"

Ribattè, rimanendo sulla sua posizione seppur trovandosi costretta doversi rimangiare buona parte delle parole pronunciate in precedenza.
Ron scrollò le spalle e si buttò con la testa sul cuscino.

"Ovviamente no"

Borbottò in primo luogo.

"Ma Hogwarts non è più la stessa e questo lo fa impazzire. Senza contare che Malfoy non aiuta..."

Fu la Grifondoro ad appoggiarsi su un fianco questa volta, così che Ron potesse notare la curiosità evidente nei suoi occhi.

"Che intendi?"

Gli domandò mentre due dita della ragazza raggiungevano il petto del rosso e ci camminavano con fare distratto.

"Dovresti vederlo quando torna in dormitorio la notte."

Cominciò il rosso, scuotendo la testa con un'espressione rassegnata sul volto.

"È così felice solo a Natale, Hermione e... tu sai com'è felice a Natale."

Lei annuì, ponderando attentamente quella nuova informazione e dunque lasciando che Ron continuasse.

"Ovviamente se fosse solo questo non potrebbe che farmi piacere per quanto... beh, Malfoy sia Malfoy. Il problema è che questa storia lo sta ossessionando..."

Il rosso fece una pausa, distratto per un momento dal viso concentrato di Hermione e dal suo sguardo, fisso da qualche parte negli intrecci dei ricami del copriletto.

"Con questa storia dell'incognito è andato a cacciarsi in un guaio, non che sia una novità, ma quello con cui deve fare i conti non è magia oscura..."

"Romanticismo... per nulla un suo punto di forza."

Convenne Hermione, senza spostare lo sguardo dal copriletto, ma sollevando un sopracciglio con fare critico.

"Non stento a credere che tutto questo lo disorienti, la cosa migliore sarebbe che semplicemente dica a Malfoy la verità. È piuttosto chiaro che abbia più chance di quanto non creda con lui..."

"Eh? Credi che quella Serpe possa davvero...''

Ron lasciò la frase in sospeso mentre i grandi occhi marroni di Hermione si alzavano sul suo viso.

"Ne sono praticamente convinta, non che questo basti ovviamente... ma ora sono stufa di parlare di Harry, con lui sono ancora arrabbiata."

Commentò la ragazza togliendo di dosso le mani a Ron mentre lui ridacchiava rassegnato e alzava gli occhi sul soffitto.

"Va bene come vuoi, ne riparleremo quando si sarà suicidato."

Hermione non la prese bene quella frase, gli rivolse un'occhiata scioccata, poi gli tolse il cuscino da sotto la testa e si mise a cavalcioni sopra di lui, tanto per metterlo in condizione di inferiorità, prima di lanciarglielo in faccia.

"Non dirlo mai più Ronald, guai a te."

Gli intimò, non lasciandosi intenerire dalla sua ilarità.

"Per Godric, Hermione scherzavo!"

Commentò il ragazzo alzando le mani in segno di resa per poi riappoggiarle, non sul letto, ma sulle coscie della Granger, che prese ad accarezzare lentamente.
In cambio ricevette un'occhiata gelida, che comunque non bastò a farlo demordere.

"Ehy Herm, sai... prima, al dormitorio con Harry, stavo riguardando gli appunti di oggi e c'è un punto sulle Congiunzioni Astronomiche Complesse che non sono sicuro di aver capi-"

Questa volta fu Hermione a ridere e scosse la testa sconsolata almeno quanto intenerita.

"Guarda che ho capito dove vuoi arrivare"

Ron fece una smorfia e abbassò lo sguardo sulla mano che ora si preoccupava di staccare un pallino di tessuto dalle calze della Grifondoro.

"Ehy, fermo fermo fermo, così me le strappi"

Rise la ragazza, bloccando il suo gesto con entrambe le mani, poi si sporse verso di lui e ne portò una a sollevargli il mento.

"Non sarei sorpresa se fosse quello che volessi. Ho detto che ho capito dove vuoi arrivare, ma ti servirà molto meno per riuscirci."

A quel punto il Weasley potè solo diventare dello stesso colore dei suoi capelli e cercare di deviare lo sguardo della ragazza.
Poi però tornò a guardarla e sollevò un sopracciglio, fingendosi offeso prima di cattuare le labbra di Hermione in un bacio che si fece sempre più travolgente, mentre il resto è storia.

   
 
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