Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Lady_Moon_    01/04/2021    2 recensioni
Tutti conosciamo la famosa storia di Elsa, prima principessa e poi regina di Arendelle. Ma se a quella storia mancasse un tassello? Se noi non avessimo visto qualcosa che la nostra cara eroina ha avuto vicino a sé durante tutte le sue avventure? Se uno spiritello allegro, dai capelli d'argento e dagli occhi turchini, le fosse sempre stato accanto? Elsa infatti non ha solo la capacità di creare neve e ghiaccio. Può anche vedere Jack Frost, lo spirito dell'inverno che ha poteri magici simili ai suoi e un cuore puro, pieno d'amore da donarle.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Jack volava verso Arendelle colmo di felicità. La piccola principessa di quel regno infatti era l’unica persona che poteva vederlo e questo fatto lo colmava di gioia. Il suo nome era Elsa ed era la sua bambina preferita. Non solo perché lo poteva vedere, ma soprattutto perché anche lei possedeva dei poteri del giaccio. Giocavano insieme più che potevano e spesso creavano silenti alleanze contro Anna, la sorella minore di Elsa. Anna non poteva vederlo, ma lo spirito adorava quella bambina dal sorriso birichino e gli occhietti vispi. La trovava buffa e divertente, così diversa dalla sorella maggiore, aggraziata e composta.
Era finalmente arrivato ad Arendelle e come sempre si posizionò sulla guglia più alta del castello ad ammirare il villaggio. I bambini che giocavano a rincorrersi. Le loro madri che li richiamavano. Il mercato pieno di gente, colori e profumi diversi. Gli alberi con le foglie gialle e rosse ormai cadute. Poi con un gesto del suo bastone la temperatura scese di qualche grado, il vento soffiò un po’ più forte staccando anche le foglie più ostinate, il cielo si coprì di nuvole e piccoli e candidi fiocchi di neve iniziarono a cadere. Tutti gli abitanti guardarono il cielo e sorrisero felici. L’arrivo dell’inverno era sempre festeggiato con una grande festa ad Arendelle. Jack soddisfatto delle reazioni dei paesani volò leggero fino alla finestra della stanza della piccola principessa. Quando entrò però la vide seduta per terra con le gambe strette al petto e la schiena appoggiata al muro. Sembrava spaventata. Guardando bene, Jack vide che nel punto in cui Elsa era seduta il muro e il pavimento si stavano ghiacciando. Lo spirito fece qualche passo avanti preoccupato. Appena la bambina lo vide si alzò e gli corse incontro abbracciandolo di slancio. Il ragazzo la strinse a sé protettivo e sentì che la piccola principessa stava piangendo. Iniziò ad accarezzarle la testa. Quando si calmò la allontanò leggermente per poterla guardare negli occhi e le chiese cosa fosse successo.
- Ho fatto male ad Anna con i miei poter. – disse la bimba tra i singhiozzi. – Stavamo giocando e lei ha saltato e voleva che la prendessi, allora ho cercato di creare un po’ di neve, ma era troppo veloce e ho sbagliato. L’ho colpita sulla testa, le ho messo del ghiaccio nella testa e lei non si svegliava più. – Jack continuava a stringerla a sé e ad accarezzarle i capelli per calmarla. – I troll l’hanno guarita, ma mio padre non vuole più che usi i miei poteri o potrei fare del male a qualcun altro. - la principessina lasciò andare un singhiozzo più forte che fece stringere il cuore dello spirito.
– Tuo padre sbaglia. I tuoi poteri sono parte di te non puoi semplicemente ignorarli. Se vuoi ti posso insegnare io a controllarli. Vuoi?         
- Sì – sul viso di Elsa si aprì un sorriso incerto. Jack ne fu felice e iniziò ad insegnarle quello che sapeva.
Passarono molti inverni da quel giorno. Elsa stava migliorando, ma lo spirito vedeva ancora un po’ di paura nei suoi occhi. Lui non lo sapeva, ma lei usava i suoi poteri solo quando erano insieme. Da sola aveva troppa paura di rischiare, mentre con Jack si sentiva al sicuro. Quell’inverno quando arrivò ad Arendelle volò subito nella camera di Elsa. Non vedeva l’ora di mostrarle il nuovo trucchetto che aveva imparato. Ormai la bambina che conosceva era diventata una ragazza alta e di una grande bellezza. Una vera principessa, graziosa e sempre composta, rigida ed elegante come un cristallo di neve.
Quando arrivò, però, la vide seduta per terra a piangere. Le pareti della stanza erano ormai completamente ghiacciate e dei fiocchi di neve cadevano sulla sua esile figura. Jack entrò e le si avvicinò lentamente. Il fiato si condensava appena usciva dalle sue labbra e la luce cupa lo spaventava un po’.
- Elsa… - disse con un filo di voce mentre avvicinava una mano per toccarle la spalla.
La ragazza alzò la testa di scatto. La sua espressione triste si trasformò in rabbia appena vide lo spirito dell’inverno.
- È solo colpa tua! – urlò alzandosi in piedi di colpo – Tu mi hai convinta a continuare ad usare i miei poteri ed ora loro sono morti! – Jack non capiva di cosa stesse parlando. Chi era morto? E perché era colpa sua?
- Vattene via! Esci dalla mia stanza! Esci dalla mia vita! Non voglio più vederti! – lo spirito continuava a non capire. Provò a calmare la principessa, ma lei continuava a urlargli di andarsene. Allora il ragazzo volò velocemente fuori dalla camera. Si sentiva triste e confuso, perciò decise di fare un giro per il palazzo per tentare di capire cosa fosse successo. Vagando per le grandi stanze del castello vide Anna, vestita completamente di nero, dirigersi verso la camera della sorella. Anche lei aveva gli occhi arrossati e un’espressione mesta in volto. Preoccupato Jack continuò a volare per le stanze del palazzo finché nella camera dei ritratti vide quello del re e della regina coperto da un velo nero. “I genitori di Elsa sono morti. Ma com’è successo?” Una cameriera passò lì vicino. Sapeva che non gli avrebbe risposto allora volò al villaggio sperando che al mercato gli abitanti parlassero della tragedia. Così avvenne, la notizia era ancora fresca e sulla bocca di tutti. Scoprì che il re e la regina avevano intrapreso un viaggio in nave, ma una tempesta li aveva fatti affondare. Nessuno si era salvato. Nessuno sapeva il perché di quel viaggio improvviso. Non si spiegavano come mai il re e la regina fossero partiti senza un motivo valido. Avevano accennato a degli affari commerciali, ma perché andare loro stessi e non mandare un delegato? Soprattutto da quando si erano isolati nel loro castello con le figlie e pochi domestici fidati. Jack sapeva che tra gli abitanti giravano varie storie sulla famiglia reale, soprattutto sulla principessa Elsa che non si mostrava mai. Perciò era plausibile che il re e la regina fossero partiti per risolvere il problema della figlia maggiore, che un giorno sarebbe dovuta diventare regina.
Ora capiva il perché Elsa lo avesse cacciato in così malo modo: pensava che i genitori fossero partiti per trovare una qualche cura ai suoi poteri. Poteri che lo spirito l’aveva convinta ad utilizzare. Jack non capiva il dolore della principessa. Lui non aveva dei genitori, ma ne aveva visti tanti e non aveva mai compreso come potessero obbligare la loro stessa figlia a nascondere il suo magico dono. Trovava ingiusto che lo incolpasse. Lui le aveva solo insegnato qualcosa che per lei era naturale e se i suoi genitori non lo avessero accettato allora la colpa sarebbe stata solo loro. Risentito volò di nuovo nella stanza di Elsa per affrontarla.
Entrato dalla finestra la vide di nuovo in lacrime vicino alla porta e immaginò che Anna avesse cercato di parlarle senza successo.
- Elsa – la guardava a testa alta e lei percepì un senso di risentimento nel suo volto serio – è ingiusto incolpare me della morte dei tuoi genitori. I tuoi poteri fanno parte di te, non puoi farci niente e se i tuoi genitori non ti hanno accettata per questo sono degli stupidi. – Le aveva detto tutto ciò che pensava. Era fiero di sé e sapeva che Elsa gli avrebbe dato ragione e sarebbero di nuovo stati amici. Purtroppo, Jack si sbagliava.
- Come ti permetti! – il volto della principessa, ancora rigato di lacrime, mostrava un’espressione più arrabbiata di prima. – Tu non sai niente dei miei genitori! Loro mi amavano e mi hanno sempre protetta, al contrario di te. – Elsa si portò le mani al viso per asciugarsi le ultime lacrime, poi ricompose la sua postura perfettamente eretta e aggiunse. - Te lo dico per un’ultima volta. Esci dalla mia stanza. -  la sua voce estremamente pacata e autorevole, come quella della vera regina che era destinata a diventare. Ma nei suoi occhi le lacrime stavano di nuovo spingendo per uscire. Era sua la colpa di quelle lacrime. Era senza parole, avrebbe voluto abbracciarla, ma non poteva. Lo aveva cacciato di nuovo e lui non poteva fare altro che andarsene. Uscì dalla finestra, che Elsa chiuse di scatto subito dopo. Qualcosa dentro Jack si spezzò. Lui continuava a credere di essere nel giusto, ma la vista di Elsa che piangeva a causa sua lo faceva stare malissimo, volò sulle montagne dove rimase per tutto quell’inverno e per quelli seguenti per non vedere la principessa. Ma era tutto inutile. Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva il suo viso, gli occhi pieni di lacrime. Lacrime che aveva causato lui. Lui che voleva solo far divertire gli altri.







Note dell'Autrice:
Salve! Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino in fondo e hanno letto questo primo capitolo. Più che un capitolo è un'introduzione, un prologo. Le vicende interessanti e romantiche arriveranno nelle prossime parti, che spero avrete voglia di leggere. La storia è ispirata ad una bellissima fanart che linkerò però nell'ultimo capitolo poiché contiene uno spoiler.
Detto ciò, spero che questa prima parte vi sia piaciuta e volgiate lasciare qualche recensione e continuare a leggere la mia storia.
Grazie ancora e ci vediamo al prossimo aggiornamento.
Lady Moon
   
 
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