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Autore: misslegolas86    01/04/2021    0 recensioni
“Rumple, tocca a te il primo passo. Non hai nulla da temere. A Neverland hai dimostrato con i fatti a Baelfire di essere diverso dall’uomo che lo ha abbandonato. Ora devi solo lasciare che tuo figlio rientri nella tua vita"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Se hai intenzione di preparare qualcosa per cena non accetterò nulla che non sia il tuo speciale stufato” disse Baelfire entrando in cucina e guardandosi intorno curioso. L’ultima casa di suo padre in cui era stato era la capanna di un filatore in cui si cucinava con la legna. Ora lo ritrovava in una villa con una cucina supertecnologica.
“Bae, sai che ci vorrà un sacco di tempo!” disse sorpreso Rumpelstiltskin
“Perché hai fretta?” ribattè suo figlio
“Certo che no. Pensavo che tu…” ma Rumpelstiltskin non concluse la frase. Non poteva credere che suo figlio davvero volesse passare del tempo con lui ma quella era la realtà. Si tolse perciò giacca e cravatta, slacciò i gemelli arrotolando le maniche della camicia e si mise ai fornelli mentre Bae prendeva una bottiglia di vino, la apriva e versava due bicchieri di vino con naturalezza, come se avesse sempre vissuto lì.
“Quindi vediamo” cominciò Baelfire mentre osservava suo padre sminuzzare le erbe per lo stufato “Qui hai imparato a guidare un’auto, fai il negoziante e hai una ragazza”
“Già” confermò Rumpelstiltskin. Non era mai stato lui il più loquace tra i due.
“E hai lasciato tutto questo deciso ad andare a morire sull’Isola che non c’è” non era una domanda da parte di suo figlio ma una sorpresa constatazione.
Rumpelstiltskin annuì non aggiungendo altro. Ma Baelfire era abituato ai suoi silenzi che non lo avevano mai fermato però
“Raccontami di tuo padre o di Peter Pan o insomma di come lo chiami tu”
“Bae, non è necessario”
“Credi davvero che sono qui per lo stufato?” sbottò il ragazzo “Sono qui perché voglio conoscere l’uomo che sei ora e anche l’uomo che eri perché a quanto pare non ti ho davvero capito in tutta la mia vita”
Rumpelstiltskin restò basito con il coltello usato per tagliare le erbe ancora in mano. Lo sguardo di suo figlio era fiero e deciso così uguale a quello del ragazzino che tanto da fare si era dato per trovare il fagiolo magico che li avrebbe salvati entrambi. Gli doveva almeno la verità dopo avergli rovinato la vita.
Versò tutti gli ingredienti nella pentola che mise sul fuoco. Poi prese il bicchiere di vino che Baelfire gli aveva versato e si sedette davanti a lui all’isola della cucina. L’odore della menta, della salvia, del rosmarino aleggiavano tra di loro proveniente dalle mani di Rumpelstiltskin
“D’accordo, come vuoi figliolo. Questa volta faremo a modo tuo” bevve un sorso di vino per darsi coraggio e tormentando l’anello dalla pietra blu che portava sempre al dito da quando era giunto a Storybrooke  iniziò “Mio padre mi abbandonò scegliendo di vivere a Neverland eternamente giovane perché mi incolpava per la miseria della sua vita. Mia madre se n’era andata per colpa mia e lui era rimasto solo”
“Come poteva incolparti per la sua morte?” chiese il ragazzo
“No, Bae è decisamente più complicato” Rumpelstiltskin girò lo stufato prendendosi quanto più tempo gli era possibile, ma sapeva che non poteva nascondere più nulla. Ormai suo figlio era un uomo e aveva il diritto di conoscere la storia della sua famiglia anche se riviverla per Rumpelstiltskin era una tortura.
“Mia madre non è morta. Preferì il potere dell’oscurità a me. Mi lasciò in fasce senza darmi neanche un nome e divenne la Fata Nera. Per mio padre fui da subito solo un peso, una fonte di infelicità. Per questo scelse di diventare Peter Pan senza legami, senza responsabilità. Mi fece portare lontano dalla sua ombra invece di stare con me. Sono stato cresciuto da delle zie filatrici per questo filare era l’unico lavoro che sapessi fare”
Baelfire era inorridito dal racconto. Mai avrebbe immaginato quanta sofferenza suo padre aveva vissuto. Ripensò all’abbandono di Milah e al folle gesto di diventare il Signore Oscuro pur di proteggere suo figlio e non lasciarlo morire nella guerra degli orchi. Capì all’improvviso il disperato bisogno di amore di suo padre e la paura di perdere tutto ciò a cui teneva, una paura che lo aveva tormentato per una vita intera.
 “Perché non mi hai mai detto niente di tutto questo?” riuscì a chiedere
“Bae, eri un ragazzo che cosa avrei potuto dirti? Questo era il mio dolore non doveva essere il tuo”
“Ma almeno avrei capito, avrei…” Baelfire si fermò che cosa doveva dirgli? Che sarebbe stato meno duro, meno intransigente con lui? Si pentì per averlo sempre accusato e condannato senza sapere nulla di lui.
“Potevi dirmelo quando sei venuto a New York” aggiunse e tornò alla memoria del ragazzo la sua sfuriata quando suo padre gli aveva confessato che non c’era maggior dolore del rimpianto di averlo lasciato. Qual’erano state allora le parole che gli aveva sputato in faccia? “Prova con l’abbandono”. Quanto apparivano stupide e crudeli quelle parole adesso alla luce della verità. Ma anche allora suo padre non aveva provato a trovare una giustificazione, aveva sopportato in silenzio la frustrazione del figlio. Sarebbero bastate poche parole “L’ho provato l’abbandono, da sempre” e invece Rumpelstiltskin era rimasto ad ascoltare la sua rabbia senza reagire supplicandolo solo di perdonarlo.
“Non devi sentirti in colpa, Bae. Non ce n’è bisogno. Il mio passato non mi assolve anzi mi rende ancora più colpevole. Dopo tutto quello che ho vissuto ho fatto esattamente come i miei genitori. Ho scelto il potere al posto di mio figlio e l’ho abbandonato. Non sono diverso da loro, anzi sono molto peggiore di loro. Hai ragione ad odiarmi.”
Calò il silenzio interrotto solo dal borbottare dello stufato sul fuoco. Baelfire guardò l’uomo che aveva davanti vedendolo per la prima volta veramente senza maschere di potere o timori da codardo
“Ma come puoi dire questo? Tu sei tornato da me. Hai fatto di tutto per proteggermi e per ritrovarmi. Sei diventato un mostro pur di non lasciarmi morire in guerra. E tutta quella cittadina che vedi dalla finestra è qui a dimostrare che sei stato disposto a tutto pur di seguirmi. Tu non sei per niente come i tuoi genitori, non lo sei mai stato.”
Pensò alla vita d’inferno che Rumpelstiltskin aveva vissuto nella Foresta Incantata per proteggere lui e poi alla nuova vita che suo padre aveva lì a Storybrooke a Belle e alla sua nuova felicità che aveva di nuovo sacrificato partendo per Neverland per salvare Henry. Davvero non aveva mai capito niente di suo padre
“E sbagli non ti ho mai odiato, papà.”
“Bae” riuscì solo a sussurrare Rumpelstiltskin. Quante volte aveva sognato quel chiarimento in tutti quegli anni passati a cercarlo solo per avere un’altra possibilità
“Ancora non capisco perché cerchi di apparire sempre peggiore di quello che in realtà sei. Ma chi ti vuole bene non si rassegnerà mai a perderti”
Si abbracciarono “Sei sempre stato speciale con me, Bae” disse Rumpelstiltskin e gli sembrò quasi di essere tornato nella Foresta Incantata quando stringeva a sé il suo ragazzo
“Sai perché ti ho chiesto di prepararmi lo stufato?” disse poi Baelfire
Rumpelstiltskin scosse la testa
“Da quando ho lasciato la Foresta Incantata l’ho sempre ricordato come il profumo e il sapore di casa”
“A proposito credo proprio che sia pronto. E penso che hai aspettato abbastanza anni. E’ tempo di metterci a tavola” disse Rumpelstiltskin cominciando a riempire i piatti.
“E’ ancora più buono di quello che ricordavo. Non hai perso la mano in cucina” esclamò con entusiasmo Baelfire mangiando con appetito. Rumpelstiltskin restò a guardarlo con soddisfazione per un po’ poi chiese “Allora da quello che ho capito va tutto bene con Henry?”  
“Sì è un ragazzino sveglio. Ma è tutto così nuovo per me.”
“Te la caverai ne sono sicuro. Sei pur sempre suo padre. E che mi dici della signorina Swan?”
“Con lei la situazione è parecchio più complicata. Anche io ho commesso qualche errore” rispose contrito Baelfire
“Il vostro legame è stato voluto dal fato, Bae. Hai vissuto abbastanza tempo con me per sapere che non è facile sfuggire al fato prescritto per ognuno di noi”
“Ci vorrà molto di più per convincere Emma a fidarsi di nuovo di me purtroppo”
“Non avrai intenzione di arrenderti!”
“No di certo! Non ho mai dimenticato Emma. Non smetterò mai di lottare per lei”
“Ascolta Bae. Penso che resterai per un po’ qui a Storybrooke Perché non ti trasferisci qui? Non è necessario che tu stia da Granny’s come un ospite. Fino a che non sistemerai la tua situazione con la signorina Swan questa è casa tua.”
“No, papà non voglio crearti problemi. Ora hai Belle”
“La casa è enorme e non ci darai nessun fastidio. Belle sarà anche lei felice di averti qui. È stata lei che mi ha convinto a telefonarti oggi. Lei ha chiesto il tuo numero ad Emma”
Baelfire restò pensieroso poi riempiendo di nuovo i bicchieri di vino aggiunse “Quando parli di Belle davvero ti trasfiguri. Non lasciartela scappare, papà”
“E’ un errore che ho già commesso in passato. Non ho intenzione di ripeterlo. Ora so che non riuscirei a vivere senza di lei”
Baelfire guardò suo padre tra il divertito e l’imbarazzato. Era strano parlare con suo padre di Emma e di Belle eppure anche se si erano separati quando Baelfire era appena un ragazzino ed erano stati lontani centinai di anni il loro legame si era immediatamente ricostituito in quelle poche ore. Il loro rapporto era sempre stato più speciale di quello padre figlio. Era qualcosa di unico forgiato dall’essere due anime sole che per anni avevano potuto contare solo l’una sull’altra.
Rumpelstiltskin cominciò a sparecchiare, Baelfire aveva svuotato il suo piatto, era sempre stato di buon appetito.  Ma mentre Baelfire si versava un altro bicchiere di vino non sfuggì all’occhio attento di Rumpelstiltskin il suo sbadiglio
“Bae, ti riaccompagno. Mi dispiace dopo la giornata ai videogiochi con Henry ti ho fatto fare tardissimo. Dimentico che non tutti sono insonni come il Signore Oscuro”
“Continui a non dormire?” chiese Baelfire mentre indossava la giacca
Rumpelstiltskin annuì “Lo sai al Signore Oscuro non serve. Ma invece di fare magia o di filare adesso leggo molti libri”
“Ottimo così potrai parlarne con Henry. E’ fissato con la lettura! A proposito domani devo andare a prenderlo a scuola e poi pranza con me. Che dici ci vediamo da Granny’s all’una?”
Rumpelstiltskin lasciò cadere uno dei gemelli della camicia che stava appuntandosi a terra e lo guardò sorpreso “Dici davvero?”riuscì a biascicare
“Che c’è di strano? Hai presente tre generazioni sedute allo stesso tavolo? Si chiama pranzo in famiglia, papà” lo prese in giro Baelfire. “E poi mi dovrai dare un passaggio per portare le mie poche cose qui.”
“Domani pomeriggio non aprirò il negozio. Sarò a tua completa disposizione” disse Rumpelstiltskin non credendo alle sue orecchie. Bae accettava di tornare a vivere sotto il suo stesso tetto
“Ma non è necessario, papà. E’ davvero poca roba non ci vorrà molto”
“Insisto. E poi così avrò tempo per preparare anche la cena”
“Non avrai intenzione di mettermi all’ingrasso! Lo sai che alla tua cucina non so dire di no”
“Beh ho parecchio tempo da recuperare. Lasciami fare, figliolo”
  
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