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Autore: MaxT    02/04/2021    5 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

 

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.

Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.

La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.

Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.

Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.

Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

Cedric si trattenne per settimane nel mondo del libro per iniziare la trasformazione delle piantine in mormoranti. Finita l'acqua magica, Phobos lo rimandò a Meridian per sottrarne una quantità maggiore, ma qui Cedric scoprì che la città era sorvegliatissima dopo i suoi primi furti.

Tentò di sostituirsi al funzionario Alektor, ma quando costui lo riconobbe lui lo colpì, facendolo involontariamente cadere dall'alto. In preda al panico, Cedric fuggì da Meridian.

Lo spirito dapprima se la prese con Cedric, poi decise di trasferirsi nel suo corpo per svolgere di persona la missione a Meridian. Lui però si ribellò e fuggì attraverso il portale già aperto verso Heatherfield, tormentato dalla veste magica.

Phobos gli rivolse un'ultima minaccia: se avesse rivelato ad alcuno la sua presenza nel libro, lui avrebbe trasferito a Orube tutti i ricordi esecrabili della vita di Cedric, cosicché lei lo avrebbe disprezzato per sempre.

Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.

A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi.

Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.

Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.

Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto perché la pena fosse commutata in esilio.

Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.

L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.

In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.

I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene sono state registrate da Kandrakar e vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.

Il giorno dopo Cassandra si fa riconoscere da Cedric e gli domanda chi sia al potere a Meridian e come potrebbe tornarci. Su questo Cedric dà risposte incomplete perché non vorrebbe perdere questo contatto interessante appena trovato.

Le indagini svolte dalle Guardiane non portano nessun elemento decisivo.

Loro vorrebbero affrontare direttamente Cedric per fare chiarezza; Yan Lin risponde che l'Oracolo considera la situazione delicata e vorrebbe occuparsene personalmente, ma al momento non può.

Cassandra continua a frequentare Cedric e cerca di capire se le conviene fidarsi della promessa di Phobos, o piuttosto cercare di contattare Kandrakar per essere rimandata a Meridian; nessuno dei due scopre completamente le sue carte con l'altro.

Orube si sente sempre più di peso per Kandrakar e si sfoga con Yarr, che le consiglia di parlarne con l'Oracolo.

Tempo dopo, Orube incontra finalmente l'Oracolo per parlare di Yarr e per chiedere il permesso di cercare suo fratello Ipitlos a Basiliade. L'oracolo le raccomanda la massima segretezza: il suo intervento per salvare la vita di Yarr è stato tenuto segreto a Kandrakar, per non creare divisioni interne alla congrega costituita largamente da adepti di Basiliade.

Orube si reca in segreto a Basiliade ove incontra Ipitlos, che vive in clandestinità insegnando ai contadini principi di resistenza non violenta alla casta dei Guerrieri. Lui le chiede spiegazioni sulle finalità di Kandrakar, ma lei non sa dare una risposta esauriente e vi ritorna piena di dubbi.

 

 

Capitolo 23

 

La decisione di Orube

 

 

“... E così è andata, Signore”. Con queste parole Orube, in piedi davanti al solo Oracolo, conclude il suo racconto del viaggio a Basiliade e dell'incontro con Ipitlos di una settimana prima. Mentre parlava, ha nuovamente percepito l'innaturale acustica sorda e ovattata avvolgere la sala chiusa.

Il Signore di Kandrakar la guarda solenne e impenetrabile, sempre levitante a gambe conserte a un passo dal suolo. “Grazie per il tuo racconto, Orube. Ora dimmi: cos'hai tratto da quest'esperienza?”.

Lei esita prima di ammettere: “La conferma della mia ignoranza, Signore. Non ho saputo rispondere in modo esauriente alle domande di mio fratello Ipitlos, che ora sono anche le mie”. Dopo una lunga attesa silenziosa, scandisce: “Cosa significa davvero 'mantenere l'equilibrio fra i mondi?' ”.

Dopo un breve silenzio di riflessione, lui le risponde: “Non devi vergognarti della tua ignoranza, Orube. Molte informazioni cruciali vengono tenute segrete a qualunque adepto della congrega che si possa muovere tra i mondi, e questo perché la loro rivelazione all'esterno potrebbe portare a conseguenze gravi. La stessa Yan Lin è venuta a conoscenza di tali informazioni solo dopo che ha simulato la sua morte sulla Terra e si è trasferita definitivamente a Kandrakar. E quando gli ultimi segreti le sono stati rivelati, ha compreso meglio la grandezza della nostra missione, e perché non potevamo rischiare di tradirla”.

Orube tace a lungo, meditando sulle parole del Sommo Saggio.

Poi riprende: “Vi chiedo di spiegarmi almeno questo, Signore: a quanto ho sentito, alcuni mondi languiscono tra le guerre e l'oppressione; altri mondi si stanno avviando da soli verso la catastrofe per l'avidità che li anima. Ora, è chiaro che Kandrakar ha modo per intervenire su alcuni di questi mali. E allora, perché non lo fa? Perché lascia che questi mali permangano, e talvolta si diffondano fino a divorare i mondi?”.

Lui resta in silenzio a lungo, senza mai distogliere lo sguardo. Poi risponde: “Queste domande difficili ce le siamo fatte tutti, ai nostri inizi. Ora, cercherò di darti una risposta parziale come meglio posso”.

“Ve ne sarò grata, Signore”.

“Sai già che Kandrakar è stata posta a guardia dei portali tra i Mondi, molto più numerosi di quelli che hai conosciuto. Per qualche motivo, il Mondo di Basiliade è collegato a tutti questi portali, la cui creazione precede ogni memoria umana, forse opera di Divinità. La fortezza di Kandrakar fu creata dalle Divinità di Basiliade più di trentamila anni fa, e levita a chilometri di altezza su quel Mondo. Per questo spesso si dice che Kandrakar è al centro esatto dell'Universo: è in un Mondo che è una tappa intermedia forzata nel viaggio dimensionale tra tutti gli altri”.

Orube ascolta con attenzione, ma fin qui l'Oracolo ha preso il racconto alla larga, proferendo informazioni note a qualunque adepto alle prime armi.

Il saggio continua: “Il compito principale di Kandrakar è quello di sorvegliare ciò che passa attraverso i portali, prevedere che conseguenze avrà per i Mondi e decidere se consentire questo passaggio oppure attivare la Muraglia per bloccarlo. Questo compito ci carica di grandi responsabilità: la prima è quella di prevedere le conseguenze a lungo termine di ogni nostra decisione. E la seconda responsabilità, Orube, qual è?”.

Orube ci pensa. “E' scegliere tra le due possibilità”.

“Esatto, Orube. Tutti i Mondi sono come sono dopo una serie di cambiamenti, e in ogni cambiamento c'è qualcosa che trionfa, e qualcosa che viene cancellato. Quindi queste scelte tra due possibili futuri possono essere difficili e dolorose”.

Orube annuisce: finora, non ha sentito niente di particolarmente nuovo.

L'Oracolo riprende: “Kandrakar ha messo assieme molti Saggi esperti nelle discipline più varie, scienziati e filosofi, sacerdoti e veggenti, ma nonostante ciò, prevedere le conseguenze a lungo termine resta complesso e aleatorio, anche se l'unica variabile che abbiamo è di lasciare aperto il Passaggio o chiuderlo. Ma supponiamo invece che Kandrakar decida di intervenire nei Mondi: che sia per rovesciare un tiranno o per bloccare un'epidemia, per congelare una guerra o per impedire un'eruzione. La prima conseguenza per la Congrega sarebbe diventare una parte in causa, e con questo perdere serenità, obiettività e quindi capacità di previsione”. Dopo una breve pausa, aggiunge: “Tu hai gestito una libreria. Forse saprai che c'è stato un filosofo terrestre, Karl Popper, che ha scritto uno studio sull'impossibilità di prevedere il futuro, in quanto chi lo prevedesse non potrebbe prevedere le conseguenze della sua conoscenza di esso, in una regressione all'infinito”.

L'Oracolo tace a lungo, mentre Orube assimila quanto detto. Alla fine, il Saggio chiede: “Ti ho risposto?”.

“Signore, le vostre ultime considerazioni mi sono nuove, e sono illuminanti su perché la Congrega sia così prudente nell'agire. Per le teorie di questo Popper, mi basta sapere che Voi le considerate affidabili. Mi resta però una grande domanda che mi tocca da vicino”.

“Chiedi pure, Orube”.

“Qual'è la parte di una Guerriera in tutto questo?”.

L'Oracolo attende a rispondere, poi lo fa con un'altra domanda: “Orube, secondo te io sono qui per agire come un Guerriero?”.

“Sinceramente, Signore... no. Da quanto mi avete detto, i modi di pensare e di agire di un Oracolo mi sembrano agli antipodi di quelli di un Guerriero”.

“Non agli antipodi, Orube. Essere agli antipodi significa solo sostituire un'incompletezza con un'altra. Un saggio di Kandrakar deve andare oltre l'ottica del Guerriero, non agli antipodi. Deve essere pronto ad accollarsi l'enorme onere della comprensione e dell'obiettività, prima di usare il potere di cui è investito”.

La giovane guerriera annuisce, meditando su quanto sentito.

“Altre domande, Orube?”.

“Vi prego, lasciatemi il tempo di assimilare le Vostre risposte”.

 

L'Oracolo la guarda con rinnovata intensità.

“Orube, ora sono io che voglio farti una domanda. Che cosa vuoi fare della tua vita?”.

Lei resta sorpresa e incerta. Dovrà ammettere che non lo sa ancora?

L'Oracolo continua: “Per molti anni, noi abbiamo pensato che avresti dedicato la tua vita alla Congrega senza riserve, prendendo il posto della tua mentrice Luba come Guardiana delle Sacre Stille degli Elementi. Per anni, dopo la sua morte, io e Tibor ci siamo alternati nel coprire quell'incarico delicatissimo, in attesa di cederlo alla sua allieva prediletta. Ora però qualcosa ci fa pensare che la tua strada ti porterà altrove. Ora dimmi sinceramente: sei disposta a fare di questo incarico la tua ragione di vita, un giorno?”.

Orube è nuovamente sorpresa da questa domanda diretta, ed esita a rispondere. Oggi più che mai, sente di non essere all'altezza della sua Maestra.

“Vedo che esiti”, constata il Saggio. “Temo di doverlo prendere come un rifiuto”. La sua voce impassibile sembra lasciar trasparire una vena di amarezza. “Ora devo ammettere che l'idea di rinchiudere nella Fortezza una persona giovane, che deve ancora vivere la sua vita e farsi le sue esperienze, era un'idea sbagliata. Questo è un lavoro per un Anziano”.

Segue un breve silenzio pesante, in cui queste parole si fanno strada nella mente di Orube.

Poi il saggio continua, benevolo: “Comunque, c'è sempre posto per una adepta fedele, e avrai molti modi di servire la nostra nobile causa anche senza rinchiuderti in questo luogo”.

Orube si sente rammollire le gambe: questa è la prima volta che Kandrakar le manifesta apertamente delle riserve. In pratica, è stata appena degradata. Come la deve prendere? Come una punizione, o come una liberazione?

“Oracolo”, dice forzando la sua voce che vorrebbe diventare un sussurro, “Io temo che la mia opera potrebbe non essere realmente utile alla Congrega, e non posso accettare di essere mantenuta se non ho un ruolo utile alla Vostra causa”. Perché ha detto 'vostra'? Non sarebbe stato meglio 'nostra'? “Recentemente mi sono chiesta se la mia vita non sarebbe meglio impiegata cercando di favorire un cambiamento sociale nel nostro Mondo natio”.

L'Oracolo chiude brevemente gli occhi: per Orube è chiaro che era preparato a questo epilogo, forse come la peggiore tra le possibilità.

“Orube, se la tua decisione è tornare a Basiliade per opporti all'ordine costituito, sei libera di farlo, ma sappi che la Congrega dovrà rinnegarti. Da quel momento, non sarai più un'adepta di Kandrakar. Inoltre devi sapere che sarà molto difficile farti rientrare nella Congrega in seguito, soprattutto se sarai ricercata dalle autorità. Perfino intercedere per te potrebbe risultarci impossibile, se tu dovessi essere catturata e condannata”.

Davanti a queste parole decise, l'orgoglio di Guerriera si risveglia in lei: “Signore, mi assumerò personalmente tutte le conseguenze e le responsabilità delle mie scelte”.

L'Oracolo tace a lungo. “Orube, una scelta di questa gravità non può essere presa d'impulso. Prenditi tempo per pensarci, quanto tempo vuoi. Se avrai bisogno di altri confronti, chiedili pure. Io spero che ritornerai sulla tua decisione. Se però persisterai a voler lasciare Kandrakar, sappi che dovrai ripassare qui, restituire tutti i poteri e gli amuleti, ed effettuare il rituale di dimissione”.

“Mi cancellerete la memoria?”, chiede lei allarmata.

“Non tutta la memoria. Solo le parti che potrebbero danneggiare la causa di Kandrakar. Gli incantesimi, i nomi degli agenti sotto copertura e cose simili. E cancelleremo il ricordo che Yarr è vivo e in esilio. Se vuoi, manterremo i ricordi di quanto ti ha detto come se fossero idee tue o di tuo fratello, ma non resterà niente di quanto creerebbe incidenti tra le autorità di Basiliade e Kandrakar”.

Orube resta in silenzio, annientata dall'enormità di questa prospettiva. Poi chiede: “Dimenticherò anche Cedric?”.

L'Oracolo si acciglia. “Per te sarebbe un bene. Anzi, sarebbe un bene dimenticarlo anche se tu dovessi rimanere nella Congrega”.

Lei scuote il viso, lo sguardo basso. “No, non voglio dimenticarlo... non lui!”.

“Allora non toccherò quei ricordi, se non lo vuoi. Ma ti avverto: ti tormenteranno per anni. O ti struggerai per non poter tornare da lui, o lo maledirai per sempre come causa del tuo fallimento”.

“La causa del mio fallimento sono soprattutto io”, ammette Orube.

“Sì, se lo avrai voluto. Ma io spero che la notte ti porti consiglio. Torna a casa, Orube, e pensaci bene. Non decidere, se avrai anche il minimo dubbio. Su quella via non c'è ritorno”.

 

 

Il sonno porta consiglio, dicono.

Peccato che Orube abbia passato una notte fondamentalmente insonne, immaginandosi tutte le possibilità, mentre qualcosa le ruggiva dentro e il suo cuore batteva come se stesse correndo in cerchio. Tutte le linee di condotta venivano immaginate, valutate, e poi il cerchio ricominciava, e le stesse cose di prima venivano ripensate e rivissute.

Solo verso l'alba il sonno ha avuto la meglio, donandole qualche ora di riposo.

 

Verso la tarda mattinata Orube si sveglia, e dopo qualche minuto passato a riassumere le sue idee, decide di alzarsi.

L'incontro del giorno prima con l'Oracolo l'ha lasciata profondamente amareggiata.

Lei aveva già cominciato a sentirsi inadeguata quando aveva fallito con Cedric su tutta la linea: non era riuscita a redimerlo, né a farlo raccontare, e neppure ad aiutarlo.

E non era stata neanche leale con Kandrakar, tacendo e mentendo sui dettagli della loro rottura.

 

Purtroppo il discorso dell'Oracolo aveva scosso ulteriormente la sua fiducia di poter essere utile a Kandrakar. Lei si era scoperta passionale ed emotiva. I loro misteri sono al di fuori della sua portata, almeno per ora, ma ci si potrebbe comunque arrivare in futuro.

Quello che l'ha ferita di più è che tutto il suo addestramento da Guerriera, la sua forza, la sua agilità, tutte le cose che aveva conseguito con lunghi anni di addestramento, ora le sembrano banali abilità da esecutrice. Sono utili per far fronte a occasionali minacce, ma ben lontani dall'essere centrali in una congrega tutta votata alla previsione delle conseguenze di ogni azione.

Inoltre, durante quell'incontro era stata per la prima volta espressa apertamente dall'Oracolo una drastica riduzione delle aspettative in lei, e per la prima volta si era parlato di un suo possibile abbandono.

Ora ha la sensazione che qualcosa si sia rotto. Che, se restasse nella Congrega, d'ora in poi difficilmente sarebbe più che la sorvegliante del portale in soffitta.

No, ha bisogno di una nuova ragione di vita. Yarr e Ipitlos gliel'hanno data.

Yarr! Lo dovrà dimenticare, Kandrakar non concederà di portarsi dietro il ricordo compromettente della sua presenza sulla Terra.

Ma, anche se si dimenticano gli uomini, le idee continuano a vivere.

Forse, se la Dea della Giustizia tornerà a guardare su Basiliade, lei potrà assistere al suo ritorno in patria, onorato come merita. E lui la riconoscerà.

E Cedric? Ora si sta apprestando a lasciarlo per sempre, senza la tenue possibilità di ripensamento che finora ha pur sempre avuto.

Le hanno promesso che le preserveranno il suo ricordo. Non vuole che si lascino da nemici.

 

E' questione di pochi giorni, ormai.

Nel tempo che le rimane, vuole rivedere tutta Heatherfield, questa città enorme, popolosissima e caotica, ricca di stimoli e di tentazioni, di libertà e di debolezze interiori, di ricchezze e di corruzione, una città che un abitante di Basiliade non potrebbe mai immaginare senza averla vista. Per questo deve pur sempre ritenersi una privilegiata.

Nei prossimi giorni tornerà a rivedere con nostalgia tutti i luoghi della città dov'è passata, dove ha qualche ricordo, e anche altri, cercando di imprimerseli nella memoria. Tutti i luoghi di questa avventura straordinaria che ormai sta volgendo alla fine.

Poi si preoccuperà di congedarsi da tutte le persone importanti che ha conosciuto sulla Terra.

Si congederà da Yarr, che ci resterà malissimo all'idea di essere dimenticato, ma che potrà darle gli ultimi preziosi consigli per la sua nuova avventura, che lei ricorderà come fossero idee proprie.

Si congederà dalle Guardiane, che, nonostante la freddezza recente, sono state delle importanti compagne con cui ha condiviso ideali e avventure.

E naturalmente si congederà da Cedric, in un modo molto speciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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