ATTENZIONE: salve a tutti
miei fedeli lettori, i scrivo questa postilla all’inizio per avvertirvi, che
all’interno di questo capitolo, ho aggiunto un piccolo spoiler, una riga
proprio, ma per correttezza con chi non vuole rovinarsi la sorpresa, avviso
qui, e comunque ho scritto in grigio la frase incriminata e segnalata.
*
Il ritorno
di Papillon
*
Capitolo 8
*
Una
sfilata di moda è un evento importantissimo per chi lavora in quel settore.
E’
un momento, in cui lo stilista mostra al monto intero chi è, si mette a nudo davanti
a tutti.
Marinette
osservava quei vestiti addosso alle modelle, e più li guardava, più pensava che
aveva fatto un ottimo lavoro.
E
tutto senza l’aiuto di Monsieur Agreste, lui, si era solo preoccupato
dell’ingaggio delle modelle e della location, assieme a suo figlio.
Colori,
forme, lunghezze, stoffe, pizzi, merletti, dettagli, tutto era perfetto.
Anche
Gabriel era orgoglioso del lavoro svolto dalla nuora, aveva sempre pensato che
quella ragazza avesse del talento, soprattutto da quando parecchi anni prima
aveva partecipato al concorso per stilisti, e vinto il primo premio con la
bombetta.
Da
quella volta, le piume erano divenute un must, che ogni stilista includeva
nella propria collezione, ricevendo anche gli elogi della Regina della Moda in
persona.
L’aveva
invitata anche a New York, ma sarebbe stato difficile stare lontano dalla sua
famiglia, dai suoi amici, e soprattutto da Adrien.
L’aver
declinato l’invito, si era rivelata una mossa azzardata, ma in fin dei conti,
non si era pentita della decisione presa, perché comunque aveva potuto studiare
all’Accademia della Moda di Parigi, ed essere seguita dal più grande stilista
del mondo.
Glielo
doveva.
Insegnarle
qualcosa in più, era il minimo che Gabriel Agreste potesse fare nei confronti
di Marinette.
Anche
se lei non gli aveva mai chiesto niente.
Una
dopo l’altra, le modelle si posizionavano sopra il piedistallo, sotto lo
sguardo attento di Marinette, che controllava minuziosamente, per l’ennesima
volta, ogni singola cucitura, la lunghezza e la movenza dell’abito.
“Questo
va riportato in sartoria” La corvina appuntò un foglietto bianco con un
puntaspilli, un po’ più sotto la cintura.
C’era
scritto “Cambiare bottone, rotto!!!”.
La
modella scese, con l’aiuto dell’assistente di Marinette.
Era
già il quinto abito che trovava un difetto, ma anche se minuscolo e
insignificante, ogni dettaglio andava curato, e ne mancavano ancora
venticinque.
“Nessuno
lo noterà!” Aveva incalzato Adrien, mentre assisteva alla prova abiti.
Sua
moglie sbuffò “E’ la mia prima sfilata senza l’ausilio di tuo padre. Sai che mi
metteranno alla gogna appena troveranno dei difetti. E ne troveranno. Eccome se
li noteranno. Non vedono l’ora quelli.” Riferendosi ai giornalisti e ai
paparazzi.
Il
biondo si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle “Andrà bene, e io ho
fiducia in te. Sempre.”
Marinette
era agitata, eccome se lo era.
Ma
Adrien sapeva sempre cosa fare per tranquillizzarla e che parole usare.
“Ritorno
nel mio ufficio, chiama se hai bisogno” Ammiccò complice.
*
Sabrina
entrò nel suo ufficio che aveva lasciato appena poche ore fa, dopo essersi
trattenuta con un ufficiale, che le stava illustrando le segnalazioni appena
ricevute.
Un
gatto su un albero che non riesce a scendere.
Una
vecchietta derubata al supermarket.
Una
macchina parcheggiata in doppia fila che ostruisce il passaggio.
Erano
appena le otto del mattino, e lei doveva ancora bere il suo caffè doppio in
tazza grande, macchiato solo con della schiuma di latte e due cucchiai di miele
per addolcirlo.
“Manda
una pattuglia per controllare.” Si avviò sulle scale di legno che troneggiavano
al centro della Centrale di Polizia, scortata dal trillare insistente dei vari
telefoni.
Le
salì nascondendo ai suoi sottoposti la stanchezza, che però si poteva notare
dalle borse sotto gli occhi, semi nascoste dagli occhiali dal fusto rosso.
Aprì
la porta e sospirò di gioia quando vide il contenitore di cartone sopra la sua
scrivania, che lo stava aspettando ancora fumante.
“Grazie,
signore!” Alzò gli occhi al cielo quando ripose il trench beige e il basco
dello stesso colore, sull’appendiabiti accanto la porta di legno.
“Mmm…veramente
sono stato io, e non dio a portarti il caffè stamattina” Il collega di Sabrina
le appari’ alle spalle, spaventandola.
“Ma
che cazzo ti dice il cervello?” Inveì facendo dei lunghi respiri profondi per
cercare di calmarsi.
Giusto
un mese prima, un malintenzionato, si era intrufolato nel suo ufficio con
un’arma tagliente, con lo scopo di farle del male, doveva pagare per averlo
sbattuto in galera, ma per fortuna quella volta era stata aiutata da un
poliziotto che era entrato per puro caso nel suo ufficio.
Ma
se l’era vista proprio brutta.
“Scusa.”
Alzò le braccia in segno di resa. “Ehi, Sabrina, perché hai buttato questo
video? Non hai visto cosa conteneva?” Il vice del comandante, aveva notato quel
pacchetto quando la signora delle pulizie lo stava gettando nell’enorme sacco
nero.”
“Si,
l’ho visto ieri sera” Biascicò controllando la posta che le era stata messa
sopra la scrivania.
“Che
cos’è?”
“Uno
scherzo di cattivo gusto” Rispose scoperchiando il contenitore e sorseggiando
un po’ di caffè.
Non
ne era proprio del tutto convinto.
Prese
la memory card al suo interno e la infilò nella fessura del suo pc, quello che
vide, lo lasciò basito e senza parole.
“Cosa
stiamo aspettando? Andiamo ad arrestare quel criminale”.
Il
collega di Sabrina, aveva più o meno la sua età, quindi ricordava bene degli
avvenimenti di Parigi di quei tempi, di come Papillon akumatizzava la gente,
lui stesso ne era caduto vittima, ma del perché era successo, non rammentava
molto.
“E’
sicuramente un falso, qualcuno che si diverte e che vuole rovinare quella
famiglia”. Aveva acceso il suo portatile e digitato la password per accedervi.
“Dici
così solo perché conosci il figlio e sua nuora”.
“La
mia amicizia con Adrien e Marinette, non c’entra nulla. Il mio compito è quello
di far trionfare la giustizia, anche se questo significa arrestare persone
conosciute e amiche”. Gli aveva puntato gli occhi addosso e si era maledetta
mentalmente per non aver fatto sparire meglio quella memory card, magari
tagliandola o nascondendola infondo al cestino.
Ma
quello che Sabrina non sapeva, era che il suo collega, quella stessa mattina,
aveva ricevuto una soffiata, dicendo di controllare il cestino del comandante,
perché conteneva qualcosa di interessante.
“Allora
andiamo ad arrestarlo” Battè i pugni sulla scrivania di legno e la fecero
sussultare.
Quell’uomo
era più tenace di quanto non sembrasse.
“Manda
il video alla scientifica, devo assicurarmi che non sia un falso. Non voglio
ritrovarmi a dirigere il traffico. S” Parole ci quanto me, che quella famiglia
ha un esercito di legai che paga profumatamente.” Parole che costarono molto
care a pronunciarle.
Prese
la memory card e si avviò verso il laboratorio, quando chiuse la porta, Sabrina
si infilò le mani dentro i capelli, sperava con tutto il cuore che quel video
non fosse autentico.
*
*attenzione spoiler*
Conosceva bene i
miraculous, anni prima, fu la stessa Lady Bug ad affidarle il kwami del Cane,
* fine spoiler*
*
e
sapeva bene anche che cosa avrebbe comportato la loro scoperta, oppure venire a
conoscenza di chi fossero realmente gli stessi super eroi.
Le
sembrava strano che Gabriel Agreste, ammesso fosse il vero Papillon, venisse
allo scoperto in quel modo.
*
Lila
Rossi rimase appostata sopra il tetto un tempo indefinito.
Sperava
che Adrien rincasasse molto prima delle sei e mezza di sera.
Ma
sarebbe andata bene comunque.
L’importante
era che Marinette non fosse con lui.
Lo
seguì con gli occhi, e quando notò la luce della camera da letto accendersi,
invocò il potere dell’illusione.
Si
era akumizzata da sola in Volpina.
Aveva
aperto la finestra, appena il biondo si chiuse in bagno e attese la fine della
doccia buona buona sdraiata sul letto.
Adrien
uscì da bagno con solo un asciugamano sul bacino.
“Marinette!
Non ti ho sentita entrare.” Esclamò vedendo sua moglie in un intimo rosso molto
provocante, che lo stava aspettando vogliosa e peccaminosa, come non lo era mai
stata.
“Dai,
vieni qui!” Lo invitò muovendo l’indice verso di lei.
“Ci
sono i bambini di là” Disse cercando di fare l’indifferente, si avvicinò al
comò per prendere un paio di boxer e una tuta di cotone.
Marinette
gli avvolse le mani attorno al bacino ed iniziò a baciargli la schiena nuda e
ancora umida.
C’era
qualcosa che non andava nei suoi tocchi, nei suoi baci, ma Adrien sembrava come
ipnotizzato e attratto da lei in maniera quasi meccanica, più la sua mente gli
diceva di fermarsi, e più le sue mani e la sua bocca si muovevano nella
direzione opposta.
“Dimmi
che mi vuoi, Adrien” Gli sussurrò all’orecchio mordendoglielo.
“T-ti
voglio” Biascicò trasportato da quelle sensazioni.
Marinette
lo trasse a sé ed insieme caddero nel letto dietro di loro.
Adrien
la sovrastava e le sue mani accarezzavano il suo corpo e ad ogni parte
esplorata, abbassava l’intimo rosso, assaporandone il profumo.
Odorava
di rosa selvatica.
Da
quando aveva cominciato ad usare quel profumo?
L’ex
modello, non ebbe il tempo di pensarci o di porle quella domanda, che la
corvina lo aveva liberato dell’asciugamano, pronto ad accoglierlo dentro di
lei.
La
porta si aprì lentamente.
“Adrien!!!”
Marinette
svenne quasi per lo shock.
Suo
marito.
Nudo.
In
camera da letto.
Sul
loro letto, che si apprestava a fare sesso con…lei???
“Che
diavolo sta succedendo?” Urlò così forte che i bambini allarmati, iniziarono a
salire velocemente le scale.
“Oh!
Che palle!!” La falsa Marinette aveva dovuto dire addio alla sua sveltina con
il bel modello.
Si
era alzata dopo averlo spostato e dopo aver agitato la mano sul volto, spezzò
la magia, rivelando il suo vero volto.
“Volpina!!”
Esclamarono all’unisono sconvolti.
“Non
potevi rimanere ancora un po’ al lavoro??” Chiese con disprezzo salendo sul
balcone.
I
tre bambini erano arrivati ansimanti.
“Va
tutto bene qui?” Chiese Louis.
Volpina
guardò i tre pargoli e sorrise cinica “Non è finita qui”.
Balzò
sul tetto vicino e Marinette la seguì con lo sguardo.
Peccato
non indossare l’anello del gatto nero in quel momento, l’avrebbe inseguita e
sicuramente Volpina sarebbe stata distrutta dal Cataclisma.
“Chi
era quella?” Chiese interrogativo Hugo.
Marinette
stava per rispondere una figlia di buona
donna, quando Adrien la precedette “Volpina”.
*
Il suo piano era
sfumato.
Avrebbe
sedotto il bel modello.
Avrebbero
fatto sesso.
Avrebbero,
forse, avuto un figlio.
Illegittimo.
E
avrebbe rovinato la vita degli Agreste una volta per tutte.
Gabriel
Agreste, avrebbe pagato in questo modo una parte del suo debito.
Per
l’altra, ci avrebbe pensato la giustizia, non divina, ma la mano forte della
legge.
Adrien
Agreste si sarebbe separato da Marinette e andato a vivere con lei.
Suo
padre gli aveva promesso il suo cuore, gli aveva promesso tanto tempo fa, che
Adrien sarebbe stato suo se lo avesse aiutato a tenere Marinette lontano da
lui.
E
invece non è andata così, ha sposato la Dupain-Cheng.
Umiliata,
tradita e usata, aveva giurato vendetta.
Quale
giustificazione avrebbe potuto trovare, se tutte le prove lo ritenevano
colpevole di tradimento?
Marinette
non gli avrebbe creduto, se lui avesse sostenuto di non essere mai andato a
letto con Lila Rossi, però i due avrebbero avuto un figlio, riconosciuto dal
DNA, quelle cose non sbagliano.
Il suo piano
però, era sfumato.
Ma
non tutto era perduto.
*
Continua
*
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti,
vi ringrazio per essere arrivati fino a qua, spero vi sia piaciuto questo
capitolo di rivelazioni, abbiamo scoperto perché Lila Rossi ha del rancore
verso la famiglia Agreste (è solo una mia teoria comunque).
Ringrazio
anche chi continua a inserire tra le preferite, le seguite e le ricordate
questa storia, e anche ci continua a farlo con le altre precedenti a questa.
Con
l’occasione, vi auguro di passare una BUONA PASQUA!
*
P.s:
mi è capitato di vedere due nuovi episodi della quarta stagione: Verita’ e
Mostro Fu!
Se
volete sapere che cosa ne penso, possiamo sentirci in privato.