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Autore: LadyHeather83    03/04/2021    3 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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ATTENZIONE: salve a tutti miei fedeli lettori, i scrivo questa postilla all’inizio per avvertirvi, che all’interno di questo capitolo, ho aggiunto un piccolo spoiler, una riga proprio, ma per correttezza con chi non vuole rovinarsi la sorpresa, avviso qui, e comunque ho scritto in grigio la frase incriminata e segnalata.

*

Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 8

*

Una sfilata di moda è un evento importantissimo per chi lavora in quel settore.

E’ un momento, in cui lo stilista mostra al monto intero chi è, si mette a nudo davanti a tutti.

Marinette osservava quei vestiti addosso alle modelle, e più li guardava, più pensava che aveva fatto un ottimo lavoro.

E tutto senza l’aiuto di Monsieur Agreste, lui, si era solo preoccupato dell’ingaggio delle modelle e della location, assieme a suo figlio.

Colori, forme, lunghezze, stoffe, pizzi, merletti, dettagli, tutto era perfetto.

Anche Gabriel era orgoglioso del lavoro svolto dalla nuora, aveva sempre pensato che quella ragazza avesse del talento, soprattutto da quando parecchi anni prima aveva partecipato al concorso per stilisti, e vinto il primo premio con la bombetta.

Da quella volta, le piume erano divenute un must, che ogni stilista includeva nella propria collezione, ricevendo anche gli elogi della Regina della Moda in persona.

L’aveva invitata anche a New York, ma sarebbe stato difficile stare lontano dalla sua famiglia, dai suoi amici, e soprattutto da Adrien.

L’aver declinato l’invito, si era rivelata una mossa azzardata, ma in fin dei conti, non si era pentita della decisione presa, perché comunque aveva potuto studiare all’Accademia della Moda di Parigi, ed essere seguita dal più grande stilista del mondo.

Glielo doveva.

Insegnarle qualcosa in più, era il minimo che Gabriel Agreste potesse fare nei confronti di Marinette.

Anche se lei non gli aveva mai chiesto niente.

Una dopo l’altra, le modelle si posizionavano sopra il piedistallo, sotto lo sguardo attento di Marinette, che controllava minuziosamente, per l’ennesima volta, ogni singola cucitura, la lunghezza e la movenza dell’abito.

“Questo va riportato in sartoria” La corvina appuntò un foglietto bianco con un puntaspilli, un po’ più sotto la cintura.

C’era scritto “Cambiare bottone, rotto!!!”.

La modella scese, con l’aiuto dell’assistente di Marinette.

Era già il quinto abito che trovava un difetto, ma anche se minuscolo e insignificante, ogni dettaglio andava curato, e ne mancavano ancora venticinque.

“Nessuno lo noterà!” Aveva incalzato Adrien, mentre assisteva alla prova abiti.

Sua moglie sbuffò “E’ la mia prima sfilata senza l’ausilio di tuo padre. Sai che mi metteranno alla gogna appena troveranno dei difetti. E ne troveranno. Eccome se li noteranno. Non vedono l’ora quelli.” Riferendosi ai giornalisti e ai paparazzi.

Il biondo si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle “Andrà bene, e io ho fiducia in te. Sempre.”

Marinette era agitata, eccome se lo era.

Ma Adrien sapeva sempre cosa fare per tranquillizzarla e che parole usare.

“Ritorno nel mio ufficio, chiama se hai bisogno” Ammiccò complice.

*

Sabrina entrò nel suo ufficio che aveva lasciato appena poche ore fa, dopo essersi trattenuta con un ufficiale, che le stava illustrando le segnalazioni appena ricevute.

Un gatto su un albero che non riesce a scendere.

Una vecchietta derubata al supermarket.

Una macchina parcheggiata in doppia fila che ostruisce il passaggio.

Erano appena le otto del mattino, e lei doveva ancora bere il suo caffè doppio in tazza grande, macchiato solo con della schiuma di latte e due cucchiai di miele per addolcirlo.

“Manda una pattuglia per controllare.” Si avviò sulle scale di legno che troneggiavano al centro della Centrale di Polizia, scortata dal trillare insistente dei vari telefoni.

Le salì nascondendo ai suoi sottoposti la stanchezza, che però si poteva notare dalle borse sotto gli occhi, semi nascoste dagli occhiali dal fusto rosso.

Aprì la porta e sospirò di gioia quando vide il contenitore di cartone sopra la sua scrivania, che lo stava aspettando ancora fumante.

“Grazie, signore!” Alzò gli occhi al cielo quando ripose il trench beige e il basco dello stesso colore, sull’appendiabiti accanto la porta di legno.

“Mmm…veramente sono stato io, e non dio a portarti il caffè stamattina” Il collega di Sabrina le appari’ alle spalle, spaventandola.

“Ma che cazzo ti dice il cervello?” Inveì facendo dei lunghi respiri profondi per cercare di calmarsi.

Giusto un mese prima, un malintenzionato, si era intrufolato nel suo ufficio con un’arma tagliente, con lo scopo di farle del male, doveva pagare per averlo sbattuto in galera, ma per fortuna quella volta era stata aiutata da un poliziotto che era entrato per puro caso nel suo ufficio.

Ma se l’era vista proprio brutta.

“Scusa.” Alzò le braccia in segno di resa. “Ehi, Sabrina, perché hai buttato questo video? Non hai visto cosa conteneva?” Il vice del comandante, aveva notato quel pacchetto quando la signora delle pulizie lo stava gettando nell’enorme sacco nero.”

“Si, l’ho visto ieri sera” Biascicò controllando la posta che le era stata messa sopra la scrivania.

“Che cos’è?”

“Uno scherzo di cattivo gusto” Rispose scoperchiando il contenitore e sorseggiando un po’ di caffè.

Non ne era proprio del tutto convinto.

Prese la memory card al suo interno e la infilò nella fessura del suo pc, quello che vide, lo lasciò basito e senza parole.

“Cosa stiamo aspettando? Andiamo ad arrestare quel criminale”.

Il collega di Sabrina, aveva più o meno la sua età, quindi ricordava bene degli avvenimenti di Parigi di quei tempi, di come Papillon akumatizzava la gente, lui stesso ne era caduto vittima, ma del perché era successo, non rammentava molto.

“E’ sicuramente un falso, qualcuno che si diverte e che vuole rovinare quella famiglia”. Aveva acceso il suo portatile e digitato la password per accedervi.

“Dici così solo perché conosci il figlio e sua nuora”.

“La mia amicizia con Adrien e Marinette, non c’entra nulla. Il mio compito è quello di far trionfare la giustizia, anche se questo significa arrestare persone conosciute e amiche”. Gli aveva puntato gli occhi addosso e si era maledetta mentalmente per non aver fatto sparire meglio quella memory card, magari tagliandola o nascondendola infondo al cestino.

Ma quello che Sabrina non sapeva, era che il suo collega, quella stessa mattina, aveva ricevuto una soffiata, dicendo di controllare il cestino del comandante, perché conteneva qualcosa di interessante.

“Allora andiamo ad arrestarlo” Battè i pugni sulla scrivania di legno e la fecero sussultare.

Quell’uomo era più tenace di quanto non sembrasse.

“Manda il video alla scientifica, devo assicurarmi che non sia un falso. Non voglio ritrovarmi a dirigere il traffico. S” Parole ci quanto me, che quella famiglia ha un esercito di legai che paga profumatamente.” Parole che costarono molto care a pronunciarle.

Prese la memory card e si avviò verso il laboratorio, quando chiuse la porta, Sabrina si infilò le mani dentro i capelli, sperava con tutto il cuore che quel video non fosse autentico.

*

*attenzione spoiler*

Conosceva bene i miraculous, anni prima, fu la stessa Lady Bug ad affidarle il kwami del Cane,

* fine spoiler*

*

e sapeva bene anche che cosa avrebbe comportato la loro scoperta, oppure venire a conoscenza di chi fossero realmente gli stessi super eroi.

Le sembrava strano che Gabriel Agreste, ammesso fosse il vero Papillon, venisse allo scoperto in quel modo.

*

Lila Rossi rimase appostata sopra il tetto un tempo indefinito.

Sperava che Adrien rincasasse molto prima delle sei e mezza di sera.

Ma sarebbe andata bene comunque.

L’importante era che Marinette non fosse con lui.

Lo seguì con gli occhi, e quando notò la luce della camera da letto accendersi, invocò il potere dell’illusione.

Si era akumizzata da sola in Volpina.

Aveva aperto la finestra, appena il biondo si chiuse in bagno e attese la fine della doccia buona buona sdraiata sul letto.

Adrien uscì da bagno con solo un asciugamano sul bacino.

“Marinette! Non ti ho sentita entrare.” Esclamò vedendo sua moglie in un intimo rosso molto provocante, che lo stava aspettando vogliosa e peccaminosa, come non lo era mai stata.

“Dai, vieni qui!” Lo invitò muovendo l’indice verso di lei.

“Ci sono i bambini di là” Disse cercando di fare l’indifferente, si avvicinò al comò per prendere un paio di boxer e una tuta di cotone.

Marinette gli avvolse le mani attorno al bacino ed iniziò a baciargli la schiena nuda e ancora umida.

C’era qualcosa che non andava nei suoi tocchi, nei suoi baci, ma Adrien sembrava come ipnotizzato e attratto da lei in maniera quasi meccanica, più la sua mente gli diceva di fermarsi, e più le sue mani e la sua bocca si muovevano nella direzione opposta.

“Dimmi che mi vuoi, Adrien” Gli sussurrò all’orecchio mordendoglielo.

“T-ti voglio” Biascicò trasportato da quelle sensazioni.

Marinette lo trasse a sé ed insieme caddero nel letto dietro di loro.

Adrien la sovrastava e le sue mani accarezzavano il suo corpo e ad ogni parte esplorata, abbassava l’intimo rosso, assaporandone il profumo.

Odorava di rosa selvatica.

Da quando aveva cominciato ad usare quel profumo?

L’ex modello, non ebbe il tempo di pensarci o di porle quella domanda, che la corvina lo aveva liberato dell’asciugamano, pronto ad accoglierlo dentro di lei.

La porta si aprì lentamente.

“Adrien!!!”

Marinette svenne quasi per lo shock.

Suo marito.

Nudo.

In camera da letto.

Sul loro letto, che si apprestava a fare sesso con…lei???

“Che diavolo sta succedendo?” Urlò così forte che i bambini allarmati, iniziarono a salire velocemente le scale.

“Oh! Che palle!!” La falsa Marinette aveva dovuto dire addio alla sua sveltina con il bel modello.

Si era alzata dopo averlo spostato e dopo aver agitato la mano sul volto, spezzò la magia, rivelando il suo vero volto.

“Volpina!!” Esclamarono all’unisono sconvolti.

“Non potevi rimanere ancora un po’ al lavoro??” Chiese con disprezzo salendo sul balcone.

I tre bambini erano arrivati ansimanti.

“Va tutto bene qui?” Chiese Louis.

Volpina guardò i tre pargoli e sorrise cinica “Non è finita qui”.

Balzò sul tetto vicino e Marinette la seguì con lo sguardo.

Peccato non indossare l’anello del gatto nero in quel momento, l’avrebbe inseguita e sicuramente Volpina sarebbe stata distrutta dal Cataclisma.

“Chi era quella?” Chiese interrogativo Hugo.

Marinette stava per rispondere una figlia di buona donna, quando Adrien la precedette “Volpina”.

*

Il suo piano era sfumato.

Avrebbe sedotto il bel modello.

Avrebbero fatto sesso.

Avrebbero, forse, avuto un figlio.

Illegittimo.

E avrebbe rovinato la vita degli Agreste una volta per tutte.

Gabriel Agreste, avrebbe pagato in questo modo una parte del suo debito.

Per l’altra, ci avrebbe pensato la giustizia, non divina, ma la mano forte della legge.

Adrien Agreste si sarebbe separato da Marinette e andato a vivere con lei.

Suo padre gli aveva promesso il suo cuore, gli aveva promesso tanto tempo fa, che Adrien sarebbe stato suo se lo avesse aiutato a tenere Marinette lontano da lui.

E invece non è andata così, ha sposato la Dupain-Cheng.

Umiliata, tradita e usata, aveva giurato vendetta.

Quale giustificazione avrebbe potuto trovare, se tutte le prove lo ritenevano colpevole di tradimento?

Marinette non gli avrebbe creduto, se lui avesse sostenuto di non essere mai andato a letto con Lila Rossi, però i due avrebbero avuto un figlio, riconosciuto dal DNA, quelle cose non sbagliano.

Il suo piano però, era sfumato.

Ma non tutto era perduto.

*

Continua

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti, vi ringrazio per essere arrivati fino a qua, spero vi sia piaciuto questo capitolo di rivelazioni, abbiamo scoperto perché Lila Rossi ha del rancore verso la famiglia Agreste (è solo una mia teoria comunque).

Ringrazio anche chi continua a inserire tra le preferite, le seguite e le ricordate questa storia, e anche ci continua a farlo con le altre precedenti a questa.

Con l’occasione, vi auguro di passare una BUONA PASQUA!

*

P.s: mi è capitato di vedere due nuovi episodi della quarta stagione: Verita’ e Mostro Fu!

Se volete sapere che cosa ne penso, possiamo sentirci in privato.

 

  
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