“Trascinare una donna in mezzo alle intemperie
per farle bere una minestra di caprone!”

 
 

Ha cominciato a piovere poco prima che raggiungessimo il mio appartamento. Era una di quelle giornate in cui il sole alto nel cielo basta per invogliarti a lasciare la macchina in garage e camminare nel parco. “A piedi nudi?” il tuo sorriso di incoraggiamento mi tenta e anche se “non ci penso neanche” finisco per farlo lo stesso. 
Rientriamo bagnati dalla testa ai piedi e “vatti a fidare del sole inglese” mormoro contrariata, delle gocce d’acqua atterrano sul mio viso mentre scuoti i capelli fintamente esasperato dal mio spirito d’avventura mancato. Sotto sotto sei felice. 
Metterei su del thé, ma non c’è tempo, tua zia e Teddy verranno per cena e non c’è ancora nulla di pronto. Ci ritroviamo sdraiati sulle lenzuola sgualcite del letto, quelle che “tanto le dovevo cambiare”, con ancora i vestiti addosso ormai modellati perfettamente ai nostri corpi, vicini.
Non so dire se sia più forte il rumore della pioggia che si abbatte sul tetto o la mia voce sempre più roca per il freddo preso, mentre ti parlo e ti parlo, ma di cosa non lo sa più nessuno dei due. Mi guardi fisso negli occhi, ogni tanto sposti l’attenzione sulle mie labbra e sorridi, io guardo il soffitto ma il tuo viso lo vedo anche lì, perché ormai lo conosco a memoria. E poi so che se ti guardassi come stai facendo tu con me, io non resisterei a lungo e la cena da preparare per tua zia non si mette mica su da sola. 
Mi alzo controvoglia, tu controvoglia mi lasci andare, mormorando chissà cosa con la testa sul cuscino. Ti sollevi dal letto quel tanto che basta quando avverti il rumore della cerniera mentre faccio di tutto per togliere i jeans senza sembrare impacciata. Evidentemente non ci riesco, perché ti alzi, vieni verso di me e “ci penso io”. Ce la stai mettendo davvero tutta a farmi cedere, serpe tentatrice. 
Mi lasci un bacio sulla coscia umida e “più tardi” concludo io. Sotto sotto, sono felice.
“Questa è una promessa”, alzi il tono della voce perché sono già in cucina aspettando chissà quale ispirazione per iniziare a preparare qualcosa di decente che non finisca carbonizzata. Accendi la radio con un colpo di bacchetta e poi mi raggiungi prendendo un mestolo, anche se non serve a niente, anche se tra me e te probabilmente Grattastinchi farebbe di meglio, forse dovremmo ordinare del cibo d’asporto.
“Perché non prendiamo una pizza? A Teddy non dispiacerebbe”
“Dovresti avere più fiducia in te stessa”
“Infatti è così, ho fiducia nel fatto che non so cucinare”
“Non avrai mica preso troppa aria sarcastica fuori?*”
Alla fine, ci arrangiamo con il dolce che ha portato Andromeda, e con un esperimento culinario di dubbia natura.
Non ha smesso di piovere per tutta la notte, in cucina c’è una montagna di piatti da lavare e sono sicura che domani impiegheremo mezza giornata solo per pulire tutto nonostante la magia, ma ora non importa, perché le promesse ci piacciono solo se poi riusciamo a mantenerle.
 

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Scrissi questa storia tantissimo tempo fa, ma la metto qui adesso, sperando possa piacere a qualcuno. Inizialmente era proprio un pezzo di vita messo su carta, l'ho riadattato all'universo di HP perché ogni scusa è buona per riempire il sito di storie Dramione inutili :D. 
La citazione all'inizio della shot è tratta dal film A piedi nudi nel parco. 
*anche "l'aria sarcastica" è presa in prestito dal film. 
A presto,
Lu