Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: musa07    05/04/2021    2 recensioni
"Come si fosse fatto convincere, o meglio: fregare in quel modo barbino da sua sorella maggiore, era e restava un mistero della fede per Koutarou.
Comunque, indipendentemente dal fatto che si fosse fatto fregare o meno, ormai aveva dato la sua parola d’onore, con tanto di pugno solenne sul cuore e croce sul petto a riprova del suo impegno [...]
Ecco perché quel mercoledì mattina di inizio aprile, caracollando sui suoi stessi piedi, mentre sbadigliava copiosamente roteando le chiavi della porta di ingresso del tea shop sull’indice, Koutarou si stava dirigendo verso il piccolo locale che la sorella gestiva con una amica. Era una apertura straordinaria. Solitamente apriva alle dieci della mattina, con quella che sua sorella definiva “la seconda colazione” di tolkeniana memoria, ma lei e la sua socia volevano vedere se aprire anche per la “prima colazione” sarebbe stata una mossa vincente o meno [...]
Mai avrebbe pensato che la sua vita sarebbe cambiata così tanto dopo quella mattina. Perché un incontro gli avrebbe letteralmente sconvolto la vita [...]"
Minilong BokuAka perché del sano fluff ci vuole sempre et comunque.
Di come Bokuto incontrò per la prima volta Akaashi
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come mi aspettavo,
sono tremendamente in ritardo
con l’aggiornamento del nuovo capitolo.
Chiedo perdono e pietà *si cilicia*

Volevo ringraziare dal profondo
tutti VOI che avete letto e seguito
i primi due capitoli.
Grazie, davvero!
Sapere che c’è qualcuno
a condividere con me questa mia piccola avventura
mi rende davvero gioiosa.

 

 

Bisogna anche ben godersi il paesaggio durante il cammino

 

Capitolo 2

 

Inutile dire che Keiji, a quel ragazzo, aveva pensato parecchio durante la giornata.
E lui davvero non sapeva spiegarsene il motivo.
Come si era detto, non era uno avvezzo nello stare in mezzo agli altri o a ricercarne la compagnia, anzi: avveniva esattamente il contrario. Quindi davvero non sapeva perché il suo pensiero continuasse a ritornarci, cosa lo avesse colpito più di tanto. Sarà stato perché in qualche modo gli ricordava uno degli enormi Tosa-Inu della nonna? Di quelli che lo sentivano arrivare dal fondo della strada e già iniziavano a scodinzolare tutti felici. Di quelli che avrebbero dovuto intimidire chiunque con il loro aspetto massiccio ed imponente ma che non appena lui varcava il cancello dell’abitazione tradizionale giapponese dei nonni si buttavano pancia all’aria per farsi fare i grattini? Sì, forse sì…

Sarà stato per questo che la mattina dopo Keiji si era apprestato a varcare nuovamente la soglia della Tana, con la scusa – soprattutto da raccontare a se stesso – di acquistare per la nonna uno dei tea che il suo occhio attento ed esperto aveva notato.
Ovviamente aveva raccontato alla donna di quel posto e lei non aveva potuto non notare come, il giorno prima, i meravigliosi occhi del nipote – che tanto assomigliavano ai suoi – brillassero di una luce nuova. E la donna aveva intuito ci fosse qualcosa di diverso.

- Keiji-kun, devi aver trovato qualcosa di prezioso lì… - aveva sorriso lieve, mentre grattava la pancia di Shibaru che se ne stava tutto spaparanzato felice mentre loro due si trovavano seduti compostamente nell’engawa.*
- Sì. - aveva risposto lui, ricambiando il lieve sorriso, pensando al posto speciale nel quale si sentiva bene che aveva scoperto per caso, mentre la donna – lungimirante – aveva già capito ciò che il nipote avrebbe compreso più avanti.

Era entrato, quindi, e un po' emozionato anche ma ad accoglierlo ci fu un sorriso indubbiamente identico ma non appartenente a chi sperava.
“Deve essere sua sorella.” aveva pensato, notando sì che i due non si somigliassero per niente – la proprietaria in ogni movimento era delicata ed aggraziata mentre il ragazzo del giorno prima dava l’idea di essere un uragano e un pericolo per ciò che gli stava intorno, perché l’avrebbe di sicuro travolto – ma il sorriso… Ecco, il sorriso e la gioia che riuscivano a far esplodere dentro in chi lo riceveva, erano indubbiamente gli stessi.

La quale Ayase aveva recuperato tipo subito il cellulare per scrivere al fratello un lapidario ma efficace “Kou, muoviti! Lui è qui!”

Ma Koutarou, pur scapicollandosi e letteralmente trascinandosi dietro un recalcitrante Kuroo – che poi si sarebbe dovuto sorbire tutte le successive fasi di Bokuto (dalla depressione, ai piagnucolamenti, all’escogitare poi “geniali” piani per riscovarlo – suggeriti da lui medesimo per tentare di strappare il suo Bro dalla solita fase emo-depressa nella quale piombava con troppa facilità – e successiva esaltazione) - non aveva fatto in tempo.
Avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno per poterlo rivedere.
E nell’ultimo posto nel quale si sarebbe immaginato…
 

Liceo Fukurodani

Koutarou se ne stava in uno dei terrazzi del Liceo durante la pausa pranzo con gli altri ragazzi del club di pallavolo.
Si erano dati appuntamento lì perché dovevano elaborare una strategia per attirar nuovi iscritti tra le matricole. Ma in quel momento Koutarou era troppo impegnati a scriversi, al solito, con il suo bestie. E l’argomento era sempre lo stesso da una settimana a quella parte.
Quindi eccolo lì, con una mano impegnato a smanettare sul cellulare, l’altra che teneva l'ennesimo panino che stava divorando alacremente.

 

A Bro:
Bro, devi aiutarmi a ritrovarlo!

Da Bro:
Potremmo andare in giro con dei cartelli, no? Magari con il meraviglioso ritratto che hai disegnato tu…

La risposta di Kuroo era stata, ovviamente, ironica ma tale ironia non era, come sempre, arrivata a Koutarou che era già partito per la tangente, balzando in piedi tutto galvanizzato, sotto lo sguardo dei suoi compagni talmente abituati al suo fermento e al fatto che non riuscisse mai a stare fermo che non si scomposero più di tanto.

A Bro:
Ma certo! È una idea geniale!

Da Bro:
Bro, non è una idea geniale proprio per niente!
Lo è se vogliamo finire diretti in un “bel” posto con tante belle sbarre alle finestre

A Bro:
In manicomio?

Da Bro:
Sì, Shutter Island*… Probabile anche questo comunque. Io facevo riferimento alla galera in ogni caso

A Bro:
Non voglio finir in galera...

Da Bro:
Ma io nemmeno guarda… Ma ci finirai di sicuro con una condanna per stalking se te ne vai in giro per la città a chieder informazioni su questo fantomatico ragazzo

A Bro:
Ohy! Perché non stai più usando la prima personale plurale ma quella singolare? Hai forse intenzione di abbandonarmi?

Da Bro:
Tranquillo Bro: ti porterò le arance in galera

A Bro:
KUROOOOOOO!

E se lo immaginava, Koutarou, il solito ghignetto a dir poco adorabile adornare le labbra dell’amico.
Sbuffò sonoramente mentre riportava l’attenzione a quanto stavano dicendo gli altri, gambe incrociate, poggiando una guancia in appoggio alla mano che si puntellava sul ginocchio dopo essersi messo nuovamente seduto.

- … sopratutto abbiamo perso l’alzatore. Questo è davvero un problema! - stava dicendo Akinori, mentre si allentava leggermente il nodo della cravatta.
Aveva ragione, cacchio! Questo era davvero, davvero!, un problema. Chi gli avrebbe fornito delle alzate micidiali che avrebbero fatto risaltare le sue mirabolanti doti di schiacciatore, nonché di ace (autoproclamato, ma dettagli)? Koutarou era perfettamente conscio del fatto che a volte le sue diagonali non erano proprio per niente perfette e che le rendevano tali solo una alzata più che ottima.
Riflettendo ora seriamente lasciò vagare lo sguardo oltre la rete di protezione da dove si poteva vedere il cortile esterno posteriore del liceo, dove c’erano i vari campi esterni. E fu folgorato da una illuminazione.
- Ehy! Mi è venuta un’idea! - attirandosi immediatamente tutta l'attenzione degli altri – E se facessimo la presentazione del nostro club proprio qui, dal tetto, questo pomeriggio durante la cerimonia di apertura delle attività dei vari club? - *
- Ahh, che idea genial… no aspetta, lo è veramente! - la velocità di azione/reazione di Akinori dal passare dal sarcasmo all'essere serio era stata mirabolante - Attireremo di sicuro l’attenzione di tutti. -
- Ma rischiamo di beccarci una nota disciplinare. - gli venne fatto notare.
- Non nei confronti della squadra che anche lo scorso anno scolastico è arrivata ai Nazionali per il sesto anno di fila. - ribatté pronto Akinori, mentre Koutarou assentiva vigorosamente con la testa, felice che la sua idea fosse stata accolta e in qualche modo potesse esser utile alla squadra.
Gli altri pallavolisti si guardarono meditabondi, portando infine – all’unisono – lo sguardo verso il loro capitano.
- Beh, dopo tutto, perché no? - rispose questi, sorridendo con quel sorriso che a Koutarou tanto ricordava il suo miglior amico.
E così avrebbero fatto…

Si erano dati appuntamento nello stesso terrazzo alla fine delle lezioni, il tempo di indossar le loro divise ma ora, gettando uno sguardo verso il basso e notando quante teste iniziavano a far capolino in fila ordinata, ecco che l’idea di Koutarou iniziò a non sembrar più così tanto geniale come era apparso loro alla fine solo qualche ora prima.
- Non possiamo tirarci indietro. - disse il vice-capitano.
- Non abbiamo fatto nessun annuncio però che avremmo fatto questa cosa. - gli fece notare uno dei ragazzi del terzo anno.
- Ma proprio per questo! Sfrutteremo l’effetto sorpresa! - proferì Bokuto con l’entusiasmo a mille, dandogli una energica manata sulla schiena.
C’era da dire che tra il dire e il fare c’era di mezzo un abisso profondo più che il mare in sé. E tale abisso corrispondeva con la vergogna e l’imbarazzo. Un conto era giocare davanti ad un palazzetto gremito, un conto era iniziare ad urlare da una delle terrazze del liceo mentre tutto il liceo stesso si trovava di sotto.
E ovviamente fu Koutarou a partire.

Keiji si trovava sotto, con la sua nuova classe, in paziente attesa. Nonostante ci fossero centinaia di studenti, il chiacchiericcio era lieve e quindi, quando una voce si levò dall’alto, si udì indistintamente.

- Gente! –
Tutti, Keiji compreso, sollevarono la testa in direzione di quel richiamo. Veniva dal tetto della scuola posto al lato est. Un leggero chiacchierio incuriosito si levò, ma la voce che aveva parlato poc’anzi, li fece tacere nuovamente tutti.
- Noi, la squadra di pallavolo, quest’anno parteciperemo nuovamente al campionato nazionale e questo anno lo vinceremo per diventare la squadra più forte del Giappone. –
Akaashi strizzò gli occhi per ripararsi dal sole e riuscire a vedere colui il quale aveva avuto tanto ardire di uscirsene con una sparata del genere. A breve, avrebbe avuto la sua risposta.
- Classe 2 –E, Bokuto Koutarou. –
Intorno a lui il chiacchierio si levò nuovamente. - Ma che sta dicendo? –
Keiji socchiuse la bocca incredulo, mentre altri ragazzi, sempre dall’alto della loro postazione, seguirono l’esempio del loro compagno. Stava ancora cercando di realizzare il fatto se si trattasse o meno di una sorta di candid camera, quando il primo ragazzo che aveva parlato – Bokuto aveva detto di chiamarsi - se ne uscì con un improbabile, quanto ardito: - Se non ce la faremo, ci confesseremo nudi alla persona che ci piace. - che lasciò gli studenti ancora più basiti per poi farli scoppiare a ridere divertiti.

- Bokuto ma che cazzo! -
- Ehh, ma volevo rendere ancora più solenne il nostro impegno! - tentò di giustificarsi mentre due ragazzi lo trascinavano via a forza prima che se ne uscisse con qualche altra sparata colossale.
- Voi, laggiù: fate un salto a conoscere il nostro club. - concluse il tutto Akinori, con un profondo inchino prima di seguire gli altri a ruota.

E quando quei due l’avevano tirato via da lì ecco che si spostò in una zona d’ombra che permise a Keiji di vedere il suo volto.
- Non può essere… - mormorò perplito. Era il ragazzo della tea room. Non sapeva capire le sue reazioni. Una parte era come se avesse sempre saputo che l'avrebbe rivisto presto mentre l'altra, invece, non riusciva a riprendersi dalla sorpresa e stava cercando di calcolare la portata di quella scoperta, soprattutto capire se la cosa lo agitava o meno. E perché. 
Certo che ne hanno avuto di fegato.” si trovò a pensare divertito, dovendo abbassare per un attimo il volto per nascondere il sorriso che gli si era allargato in faccia. “ Davanti a tutti, insegnanti compresi. O son così sicuri di se stessi o son dei pazzi scatenati.” Ridacchiò di nuovo dentro di sé propendendo per la seconda opzione.

- La roba del dichiararci nudi te la potevi anche risparmiare. - lo stava ammonendo il capitano, anche se una piccola parte dentro di sé se la stava ridendo della grossa, mentre avevano iniziato a scendere le scale.
- Dite che l’ho sparata troppo grossa? - domandò sinceramente perplesso.
- Ma vedi un po' te! - lo ammonì Konoha, puntandogli un dito sul petto.
- Ora vediamo di andar immediatamente nell’ufficio del preside a scusarci per questa spacconata prima che siano loro a venire da noi. - proseguì il numero uno che se la stava continuando a ridere sotto ai baffi, così come tutto il resto della squadra. Di sicuro avevano ottenuto l’attenzione di tutto il liceo, non c’era che dire. E in particolar modo di una persona...

Keiji stava procedendo nella direzione opposta a quella del club di pallavolo nel corridoio al piano terra. Ancora non sapeva dire se l’aver ritrovato lì quel ragazzo – nel club di pallavolo per giunta! - lo turbasse o meno. O meglio: lo turbava eccome, anche se lui non era facile al turbamento, ma non sapeva dirsi se in positivo o in negativo. Inizialmente perso in queste sue meditazioni non si accorse subito che quella che stava incrociando in quel momento era la squadra di pallavolo. Con il cuore che iniziò a galoppare senza che lui se ne rendesse conto lo cercò tra quelle teste ma inizialmente non lo vide, poiché Bokuto se ne stava dietro di tutti, ad una decina di passi distante dagli altri, perso a sua volta nei propri pensieri.
Un leggero sorriso ornò le labbra di Akaashi. Rallentò leggermente la sua andatura per poterlo osservare meglio. Il ragazzo stava procedendo verso di lui, mani cacciate nelle tasche dei pantaloni della tuta, perso in chissà quali elucubrazioni. Se solo Keiji avesse saputo di esser lui l’oggetto di tali pensieri!

- Ci si rivede eh, Bokuto Koutarou, classe 2 sezione E. -
Koutarou, con una lentezza da Guinnes dei primati, sollevò gli occhi da terra. Quella voce così soave e meravigliosa dov’è che l’aveva già sentita?
Spalancò gli occhi incredulo, aprendo la bocca per parlare ma non riuscendo a emettere alcun suono, facendo un passo indietro, incerto. La sorpresa per lui era troppo grande. Quello che era certo è che dentro di lui fu colto da un caledoscopio di emozioni che gli fecero girar la testa.
Per un istante Keiji naufragò dentro quelle iridi calde e dorate e Koutarou si perse in quelle lande verdi.

- Tu… I-io… - furono gli intelligentissimi suoni che gli uscirono infine dalle labbra. Non sapeva da che parte iniziare a parlare per trattenerlo lì e che non gli sparisse da davanti agli occhi come un effimero sogno. Forse poteva iniziare da una proposta di matrimonio… Sì, sarebbe stato indubbiamente d’effetto, ma poi realizzò una cosa. – Come fai a sapere come mi chiamo? -
- Beh, penso che dopo la vostra presentazione sul tetto di poco fa, vi conoscano tutti qui dentro. – gli spiegò sorridendo aumentando ancora di più l’imbarazzo dello schiacciatore. E il battito del suo cuore. Nonché la confusione che aveva in testa. Era convinto avessero la stessa età e che quindi frequentasse un liceo differente dal suo e invece ecco che gli era apparso lì davanti.
- Ah, ci avete sentito? – chiese, ornando a sua volta le labbra del suo solito sorriso aperto e sincero. A quella domanda, Keiji sgranò gli occhi verdi per un attimo. Come sospettava, la piazzata non era stata fatta per spacconeria ma per puro, sincero e onesto amore per la squadra e la pallavolo.
- Bisognerebbe esser stati sordi per non sentirvi. – proferì e Koutarou scoppiò a ridere di cuore, massaggiandosi la nuca. E quella risata cristallina cosa non fu per l’animo di Keiji! Una ventata di pura freschezza riparatrice.

- Bokuto, ti muovi? Stiamo aspettando solo te. - di nuovo la voce del capitano si era levata mentre tutta la squadra – già davanti alla porta della dirigenza scolastica – era girata verso di lui ad attenderlo, un po' straniti dal vedere il loro esagitato compagno in uno stato di apparente immobilità, e non il solito moto incessante e perpetuo, e senza parole.
- Và, non voglio trattenerti. - Keiji lo invitò a proseguire con un cenno del capo.
- Sì, ma… io… tu… -
- Bokuto! -
E il povero Koutarou, indice alzato mentre cercava ancora qualcosa di sensato da dire che non fossero solo pronomi personali, osservò lentamente l’ottava meraviglia del mondo passare oltre e allontanarsi da lui.
Fu solo quando un gruppetto di ragazze del club di basket - con il quale a volte dividevano la palestra – gli passò accanto e lo salutarono sghignazzando in merito al fatto che a loro non sarebbe poi dispiaciuto così tanto se la squadra di pallavolo non avesse vinto i Nazionali, in maniera tale da poterlo vedere girovagare per i corridoi della scuola come mamma l’aveva fatto, che Koutarou realizzò la sparata con la quale se ne era uscito per ultima sul tetto. E che Keiji doveva per forza aver sentito.
Al rallentatore rivide la scena da fuori. I suoi neuroni si misero alacremente al lavoro e… 1 più 1
E dentro di lui si risvegliò la versione vivente de L’urlo di Munch.
 

A Bro:
Bro, credo di aver fatto la figura di merda più colossale della mia intera vita

Da Bro:
Dimmi che qualcuno l’ha ripresa, ti prego

A Bro:
E comunque lui è qui!

Da Bro:
EHHHH?!?

 

 

7 anni più tardi…

Keiji stava guardando quella foto all’incirca per la millesima volta quel giorno.
Perché quello non era un giorno qualunque.
Sospirando, se la rimise nella tasca interna del giaccone. Chi stampava foto al giorno d'oggi, ci si poteva chiedere? Giusta osservazione, ma quella non era una foto qualunque.
Velocemente, perché il vento gelido attanagliava senza pietà quel pomeriggio, si tirò su la zip, mentre gli occhi erano ancora velati da una espressione indecrifrabile.
E fu nel momento in cui si stava infilando i guanti per dar riparo alle dita ghiacciate che si sentì chiamare, alle sue spalle.
Si voltò lentamente, non completamente certo di aver udito sul serio il suo nome poiché il vento ululava malignamente.
E invece non si era sbagliato. Qualcuno lo aveva veramente chiamato.
- Ehy, ma sei proprio tu allora, ci avevo visto giusto. Da quanto tempo… -

 

Continua…

 

 

Cioè, ma vogliamo parlare di come ho stoppato questo capitolo? Io boh, veramente. Cioè tipo ieri sera mentre ascoltavo questa canzone (chissà se mi ricordo come si mettono i link diretti su efp… https://www.youtube.com/watch?v=Tv4dsRq44EI Edit: no, a quanto pare...) mi è apparsa la scena davanti agli occhi e dentro di me è partito un dialogo che è andato all’incirca così:
“Oh, wow!”
“Macheccazz! Ma sei seria?! Cosa miseriaccia metti dentro altre cose ad cazzum?!”
“No, ma tranquilla: ne tireremo fuori qualcosa di supersupercarino!”
“Seh! Staremo proprio a vedere…”
Proprio esaltanti i miei monologhi interiori… niente! Ma è ok, va tuuuuutto bene…

 

 

*corridoio esterno alla casa ricoperto da un tetto a spiovente che può essere utilizzato come veranda d'estate e come spazio abitabile d’inverno essendo possibile chiuderlo completamente

*faccio riferimento a quel meraviglioso libro e film che, rispettivamente, portano il titolo “L’Isola della Paura” e “Shutter Island”. Se non l’avete letto/visto rimediate immediatamente, stramerita.

*in chi ha letto/guardato Kuroko no Basket sicuramente è chiaro l’episodio che mi ha ispirato^^

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: musa07