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Autore: gloriaabranchi    06/04/2021    2 recensioni
Un annetto fa mi sono domandata... E se Leopardi vivesse nel XXI secolo?
Così ho preso, rivisitato e unito parti di alcune poesie, soprattutto "L'infinito" e "Il passero solitario".
Ho cercato di cucire il tutto seguendo lo stesso filo conduttore che ho colto leggendo i suoi magnifici versi, provando a mantenere lo stesso "spirito" delle poesie originali, ma in chiave più moderna.
Forse è un po' un azzardo, ma mi sono sempre piaciute le sfide. Spero il maestro mi perdoni.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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⚠️Per facilitarvi la comprensione ci tenevo a dirvi che la "canzone" è un 4/4 a 120 BPM circa.⚠️ 

Rit-

Guardavo da quell'ermo colle

Quanta gente mi ritiene folle

Cercavo negli occhi degli altri l'infinito

E quando non lo trovavo mi sentivo smarrito

Ammiravo un fiore al di là della siepe

Oltre la quale regnava la quiete

Ma un cuore scalpita in questo sterno

E allora mi sovvien l'eterno

 

1.

Sulla torre grigia e scura

C'è un passero solitario

Ora la notte fa paura

Forse sono io lo sbaglio

Il giorno ormai cede alla sera

Ora la notte sembra così nera

Io ammiro l'infinito e sono qui da solo

Vorrei tanto prendere anch'io il volo

 

2.

Ma mi ripeto "manca poco pastore

Resisti ancora

Non perdere il cuore" 

Ma è giunta l'ora

E guardandomi alle spalle

Pentirommi

E spesso ma sconsolato volgerommi

Indietro

 

Apertura-

E da quassù sento le greggi belare

Vi ritenete normali

Ma siete tutti uguali

E intanto il naufragar m'è dolce in questo mare

Vi vedo volare ma resto in disparte

Ho paura di farmi male

E allora mi tengo distante

(mi tengo distante) 

 

3.

Luna sola che mi stai a vegliare

Mentre mi ritrovo a pensare

A questa solitudine immensa

Circondato da un'aria densa

Cadiamo come foglie fragili al vento

Ingenui in attesa del nostro momento

La siepe nasconde il nostro tormento

Ma il fiore intanto è spezzato dal vento

 

Rit-

Guardavo da quell'ermo colle

Quanta gente mi ritiene folle

Cercavo negli occhi degli altri l'infinito

E quando non lo trovavo mi sentivo smarrito

Bramavo il fiore al di là dalla siepe

Oltre la quale l'eterno è già ora

Il vento non spazza, qualcosa si spezza 

Dal mio covile di spine è infinito ancora

 

-Angolo autrice-
Se sono sparita di nuovo ringraziate il liceo.
Questo testo è nato da un momento di noia post studi, ma mi sono presa così bene nello scriverlo che ho anche preparato una base musicale.
Leggendolo mi rendo conto che la metrica non sia immediata; a mia discolpa posso dire che sulla base calza perfettamente e fila bene a ritmo.
Spero di tornare presto con altre idee
-Glo-

 

 

 
   
 
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