Rit-
Guardavo da quell'ermo colle
Quanta gente mi ritiene folle
Cercavo negli occhi degli altri l'infinito
E quando non lo trovavo mi sentivo smarrito
Ammiravo un fiore al di là della siepe
Oltre la quale regnava la quiete
Ma un cuore scalpita in questo sterno
E allora mi sovvien l'eterno
1.
Sulla torre grigia e scura
C'è un passero solitario
Ora la notte fa paura
Forse sono io lo sbaglio
Il giorno ormai cede alla sera
Ora la notte sembra così nera
Io ammiro l'infinito e sono qui da solo
Vorrei tanto prendere anch'io il volo
2.
Ma mi ripeto "manca poco pastore
Resisti ancora
Non perdere il cuore"
Ma è giunta l'ora
E guardandomi alle spalle
Pentirommi
E spesso ma sconsolato volgerommi
Indietro
Apertura-
E da quassù sento le greggi belare
Vi ritenete normali
Ma siete tutti uguali
E intanto il naufragar m'è dolce in questo mare
Vi vedo volare ma resto in disparte
Ho paura di farmi male
E allora mi tengo distante
(mi tengo distante)
3.
Luna sola che mi stai a vegliare
Mentre mi ritrovo a pensare
A questa solitudine immensa
Circondato da un'aria densa
Cadiamo come foglie fragili al vento
Ingenui in attesa del nostro momento
La siepe nasconde il nostro tormento
Ma il fiore intanto è spezzato dal vento
Rit-
Guardavo da quell'ermo colle
Quanta gente mi ritiene folle
Cercavo negli occhi degli altri l'infinito
E quando non lo trovavo mi sentivo smarrito
Bramavo il fiore al di là dalla siepe
Oltre la quale l'eterno è già ora
Il vento non spazza, qualcosa si spezza
Dal mio covile di spine è infinito ancora
-Angolo autrice-
Se sono sparita di nuovo ringraziate il liceo.
Questo testo è nato da un momento di noia post studi, ma mi sono presa così bene nello scriverlo che ho anche preparato una base musicale.
Leggendolo mi rendo conto che la metrica non sia immediata; a mia discolpa posso dire che sulla base calza perfettamente e fila bene a ritmo.
Spero di tornare presto con altre idee
-Glo-