Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Machi16    09/04/2021    1 recensioni
Erwin Smith si lasciò alle spalle quella sensazione di liberà quando colpì la mano di Levi. Fu il suo ultimo segno d'avvertimento per coloro che sarebbero venuti dopo di lui, niente sensi di colpa, nessun rimpianto. Eppure Ackerman non riuscì mai a levarsi di dosso la sensazione di aver ucciso una delle persone più importanti della sua vita, fu forse questa la causa delle sue decisioni future?
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La cantina

Nella fredda e umida cantina di Grisha Jeger il tempo sembrava essersi fermato. Le pareti intrise di muffa facevano da contenitore ad un dolore troppo grande che si propagava rapidamente, rimaste lì illese per anni attutivano gli urli e il pianto di chi credeva di aver perso tutto.
“FUORI, TUTTI FUORI!”
Levi intimò, in maniera fin troppo rude, ad Eren e Mikasa di uscire. La sofferenza che provava sembrava quasi incontrollabile, talmente sovrastante da eliminare la scoperta di quei preziosissimi manoscritti che parlavano del mondo che li aspettava fuori.
Fu forse per questo che tutto ciò sembrò ancora più assurdo: importava davvero cosa c’era oltre le mura se tutto quello a cui tenevano si trovava all’interno?
Hanji guardò quella scena quasi fosse successa da qualche altra parte. Il corpo di Erwin lacerato disposto su di una vecchia scrivania, due soldati che lottavano contro il dolore in due modi completamente diversi, e lei che se ne stava quattro passi dietro a Levi. La mano destra chiusa a pugno sul cuore, consapevole che adesso sarebbe stato compito suo portare quel peso.
“Vi lascio ancora del tempo ma tra poco dovremo partire, va bene?”

Solo dopo aver preso coscienza della sua responsabilità riuscì a formulare una frase. La disse nel modo più gentile possibile, poggiando una mano sulla spalla del Capitano che annuì in maniera distaccata. Dall’altra parte del tavolo Machi, con la schiena poggiata al muro e le mani sul viso, non sembrò recepire il messaggio.
“Vi aspetto” disse di nuovo il quattordicesimo comandante della legione esplorativa prima di sparire oltre la botola.


L’unica cosa che conta è non avere nessun rimpianto. Machi però ne aveva parecchi, li aveva annotati tutti in maniera più o meno ordinata nel suo taccuino di cuoio marrone, dove Erwin si era divertito ad incidere “le ali della libertà”.  Quel simbolo che gli era rimasto cucito addosso fino al giorno della sua morte, intriso del suo stesso sangue.
Devi combattere per la libertà.
“Tra poco Hanji ci porterà fuori di qui a calci in culo”

Levi si sedette accanto a lei tentando di farsi forza ma le sue parole sembrarono perdersi nel nulla. Machi continuava a non muovere nemmeno un muscolo, sembrava pietrificata.
“Mi hai sentito?” per tutta risposta Akerman le strappò a forza una mano dal viso per scoprirle l’occhio destro, vitreo, inerme. Fu a quel punto che notò tre piccoli tagli di lato, molto simili a quelli che aveva Eren quando si trasformava in gigante.

“Si ti ho sentito!” si limitò ad affermare tentando di asciugarsi le lacrime che sembrarono cancellare quegli strani segni, quasi fossero un’illusione.

“Ti ho sentito ma non ho intenzione di uscire da qui, non c’è altro oltre quella porta per me ed è tutta colpa tua”

Levi sospirò, la convinzione che lei avesse ragione lo colpì più forte di una pugnalata al petto. Lui le aveva impedito di sacrificarsi al posto di Erwin, lui aveva convinto il Comandante a morire, e sempre lui aveva deciso di dare il siero ad Armin.
Solo un’altra responsabilità di cui farsi carico, solo un’altra vittima sulle sue spalle.

“Lo so ma non ti avrei mai lasciato morire. Sia io che Erwin abbiamo deciso di lasciarti vivere”

“E poi hai scelto ancora Armin, e chissà quanti ancora ne avresti scelti al posto di Erwin. Potevi andare tu al posto suo”

E forse avrebbe dovuto. Avrebbe voluto.
Finirla lì, mettere fine alla scia di morte che si portava dietro e salvare Erwin Smith. Probabilmente sarebbe dovuta andare così, ma il destino aveva in serbo per lui trame più intricate di quelle che gli era concesso vedere.
Levi sospirò tentando di ricacciare indietro la sensazione di nausea che le parole di Machi gli avevano provocato poi, in tutta risposta le prese ma mano in modo che le loro dita si incastrassero perfettamente.
Il calore che scaturì da quel gesto scosse pure la guerriera ferita.

“Dobbiamo andare, ti prego” ripeté Ackerman.
***
“Come ti senti Mikasa?”
La ragazza si toccò le costole e massaggiò lievemente la zona per poi lasciarsi sfuggire una smorfia di dolore.

“Guarirò, non preoccuparti”

Eren annuì poco convinto stringendo a se i libri di Grisha contro il petto. Era quello per cui avevano lottato, quello per cui erano arrivati fin qui con il sacrificio di migliaia di uomini.
“Credi che lei ci odi?” sussurrò di nuovo Yeager pensando alla sofferenza di Machi.
“Lei non vi odia, al momento è impegnata a odiare se stessa. Certo, avrà da ridire sul modo in cui vi siete comportati, vi terrà d’occhio più di qualunque altro ma non proverà mai nessun sentimento avverso nei vostri confronti…”
Hanji si girò a guardare i due fratellastri, fare breccia nella loro conversazione era l’unico modo che aveva per dare una fine alle loro inutili speculazioni.
“…Dovreste solo provare a capirla senza mai rivolgergli quello sguardo che avete stampato in volto. Non le serve la vostra pietà, serve solo che contribuiate a rendere onorevole il sacrificio della persona che amava”
“Quindi tra lei e il Comandante?...” Il ragazzino non riuscì ancora una volta quella curiosità che lo attanagliava da quando lui e Mikasa erano cadetti. In realtà quell’argomento era diventato sede delle speculazioni più divertenti tra tutte le reclute.

Erano fratelli? Parenti? No, avevano tratti totalmente differenti.
E allora cosa? Perché Machi aveva Smith come cognome?
Erano sposati?

“Chi lo sa, Eren, chi lo sa…”  rispose Hanji fissando i due soldati che finalmente stavano risalendo dalle macerie della ca
ntina.
  
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