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Autore: shilyss    15/04/2021    8 recensioni
Loki e Sigyn sono due spiriti contrapposti, legati da lacci tessuti per loro dalle Norne in persona.
La fedeltà e l'inganno non dovrebbero poter stare insieme, eppure cos'è quell'attrazione che li lega?
Loki si è guardato allo specchio e ha visto uno Jotunn? Ha scoperto d’indossare una maschera, di appartenere al popolo che ha disprezzato e vituperato per una vita intera che, col fratello, aveva giurato di sterminare? [...] A Vanheim, a volte, si parla ancora di Loki. La sorte infelice del principe cadetto è una storia succosa. Comporranno canzoni sulle sue trovate astute, ma molto più spesso canteranno del suo tradimento – hanno già iniziato.
Raccolta di flashfic, drabble e di shot Loki/Sigyn: alcune sono legate alle mie long, ma non è necessario averle lette.
Cap 1 e 2: missing moments di "Solo un accordo."
Cap. 3 "Mia musa insolente" Vincitrice agli Oscar della Penna 2022 nella sezione "Miglior song-fic".
Cap. 5 "Nelle pieghe del tempo" - flashfic liberamente ispirata a Ragnarok e al trailer della serie su Loki.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Sorpresa
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nelle pieghe del tempo

 

 

I had a dream that you were mine

I’ve had that dream a thousand times

A thousand times, a thousand times

I’ve had that dream a thousand times

(A 1000 Times by Hamilton + Rostam)

 

 

 

Sigyn è stanca di aspettare.

Di essere fedele, di ricordare.

Lui è ancora vivo – da qualche parte, nel tempo o nello spazio.

Lui è una ferita che non si rimargina, uno spettro che abita i suoi pensieri, la follia di cui non parla mai a nessuno.

Era fuoco.

Ha riso in faccia ai suoi pretendenti. Ha mentito a tutti loro, dicendo che non voleva perdere la propria libertà, dividere i beni ereditati. Le bastavano la sua magia, le pozioni e i libri, ha detto, ma in realtà ha scrutato negli occhi ognuno di loro, cercando un lampo verde e astuto, l’identica piega ironica delle labbra sottili.

Non ha trovato nulla, e allora ha preferito rimanere sola, che accontentarsi. Ha costruito una corazza con gli sguardi che le hanno lanciato e l’ha esibita con fierezza. Hanno detto che era una sognatrice che voleva troppo. L’hanno giudicata chiedendosi se fosse davvero una scelta, la sua.

Sigyn non vuole spiegare né giustificarsi.

 

Quando le fa visita, stringe una spada ed è scarmigliato e insolente, come sempre. Dirà parole che le faranno girare la testa, le racconterà storie di battaglie sanguinose, di patti vincolanti, di orgogli feriti. Lei lo ascolta, forse lo comprende, dentro di lei lo accetta, persino. Perché quella scintilla selvaggia e feroce che gli anima lo sguardo di pirata è quello che lei ama di più, di lui.

Sigyn è stanca, di aspettare che la baci di nuovo. Così, gli sfiora la mascella sbarbata e affilata, le labbra ironiche, le spalle larghe. Si siede sopra di lui schiudendo lentamente le gambe, cingendogli il collo con le sue braccia sottili, fissandolo in quei suoi occhi chiari e mobili e penetranti – sognati.

Eppure, ascolterebbe le sue storie per ore, per giorni, per cento anni.

 

 

Loki la stringe, la ghermisce, affonda le dita nelle curve morbide, il naso nell’incavo del collo e tra i capelli dorati, sciolti e ribelli. Le assaggia la bocca, un labbro dopo l’altro, fremendo al contatto col suo corpo snello e sinuoso, fatto per essere accarezzato ed esplorato – posseduto, amato, adorato. Ha viaggiato nelle infinite variabili offerte dal tempo. Nelle realtà distorte e da correggere, nelle versioni alternative che gli hanno consentito di vedere dove portasse ogni singola scelta, anche la più banale e insignificante.

Lei era una – anzi, era la costante.

Lei era la nostalgia.

Lei era la luce che illuminava il buio della distruzione, l’ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi, la firma da rintracciare.

Le dita di Sigyn gli graffiano la schiena, il suo corpo s’inarca, vinto dal desiderio, e lui la stringe, per quei brevi minuti che si sono concessi, tra una piega del tempo e l’altra.

“Dea della fedeltà, non dovresti aspettarmi,” le dice, ammette, quando, stanchi ed esausti, riposano in un letto gualcito che sa di loro, le dita intrecciate.

Sigyn sorride appena. Osserva il profilo virile e affilato dell’amore che la insegue in questa vita e nelle altre, pensa ai lacci invisibili che li legano. “Nemmeno tu dovresti tornare, però lo fai, Loki.

 

 [parole: 501]

 

Shilyss

 

L’angolo di Shilyss

Care Lettrici e cari Lettori del mio cuore ♥ ♥!

Qualche giorno fa è uscito il trailer della serie di Loki e, come c’era da aspettarsi, io sono implosa dentro, quindi vi beccate questa flash (sono 501 parole, di meglio non ho proprio saputo fare) liberamente tratta da. Non ho molto da aggiungere – c’è Sigyn che attende, lui che torna, entrambi che non sanno fare a meno l’uno dell’altra.

Trovate dei riferimenti sparsi a Fabrizio De André (almeno due).

 

Vi informo che il capitolo 8 di Ciò che resta delle tenebre è quasi finito e potrebbe uscire entro il weekend e che presto voleremo (metaforicamente parlando, s’intende) a Berlino nel 1982 e sul campo di battaglia di Vanheim (anche perché Accordo compie 3 anni).

 

Ringrazio chi listerà, recensirà o semplicemente leggerà questa storia: a parte gli scherzi (lokini) siete importanti e sappiate che leggo tutti i vostri commenti e non vi mangio. Spesso non rispondo pubblicamente, ma se vi palesate lo faccio e sono molto alla mano, ecco.

 

Ricordo che il personaggio di Sigyn, tolto quello che trovate alla voce “Sigyn” su Wikipedia, è una mia personale interpretazione/reinterpretazione/riscrittura. Non vi autorizzo a ispirarvi o peggio a questa versione o alle altre storie da me postate né qui né altrove (peggio mi sento con le fiabe, come questa) e lo stesso vale per gli headcanon su Vanheim, su Loki o su Asgard stessa. Creare un mondo con usi e costumi non è uno scherzo.

A presto e grazie per tutto l’affetto/sostegno/cose, vi si lovva (e spero voi lovviate me).

Vostra,

Shilyss

 

 

 

   
 
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