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Autore: Whatliesintheend    16/04/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Come promesso, il giorno dopo attorno all'ora di pranzo Harry si Materializzò alla Tana.
Più che sorprendente per tutti coloro che lo stavano aspettando sulla soglia di casa e che consistevano in Ron, Hermione, Ginny, Percy, Molly e Arthur, fu vederlo arrivare con al seguito un ragazzo imbronciato e petulante che potevano sostenere di conoscere piuttosto bene.

"Buon mattino, proletariato magico!"

Salutò Draco allegramente, un fervore evidentemente simulato e sprezzante agli occhi di tutti.

"Malfoy!"

Lo ammonì Potter con un ringhio di avvertimento che sembrava tanto domandare "di cosa abbiamo parlato fino a cinque minuti fa?".
Lui favorì una smorfia apertamente infastidita come sola risposta.

"Non ci credo Harry, te lo sei portato!"

Balbettò un esemplare di Ronald Weasley pallido come un ciencio una volta che ebbe preso da parte il suo amico.
Il moro non fece in tempo a rispondere, che il suo fidanzato lo precedette.

"Bada a come parli, Lenticchia, non sono l'animaletto domestico di Potter, sono qui solo perchè lui mi ha implorato in ginocchio."

Harry arrossì vistosamente e abbassò lo sguardo mentre varcava la soglia della Tana subito dietro a Malfoy, ignorando le disperate richieste di chiarimenti da parte di Ron.

"Non se ne parla, Harry. Te lo scordi, non succederà mai."

Obiettava Draco, deciso a dissuadere il moro dalla terrificante idea che aveva avuto e che consisteva in un pranzo alla Tana con quei poveracci dei Weasley.

No, era fuori questione, due visite in quella catapecchia nel giro di un solo mese era più di quanto il biondino potesse sopportare.

Purtroppo per lui però, Harry era altrettanto determinato a farlo cedere e continuava a sottolineare l'importanza di entrare in contatto con loro, dato che presto o tardi avrebbero dovuto scendere a patti con la loro relazione.

"E cosa gliene frega a loro? No, è fuori questione non voglio averci niente a che fare."

"Draco sono come una famiglia per me, è importante che si abituino a vederci insieme"

"Ma ti senti quando parli, davvero non ti sembra un po' presto per presentarmi la tua cosiddetta famiglia?"

Continuava a protestare Malfoy, girando attorno al tavolo della cucina per sfuggire al moro che invece si ostinava a seguirlo ovunque per la casa e a mettergli pressione.

"Beh, a dirla tutta sarebbe presto anche per convivere, ma mi pare che ormai tu ti sia come trasferito da me. Comunque non glielo diremmo ovviamente, ti presenterò come un amico."

"Stai dicendo che dovrei andarmene, non gradisci la mia presenza quindi."

Contestò il Serpeverde a denti stretti, mandava lampi dagli occhi e Harry deglutì a fatica, dovendo ammettere di non aver mai conosciuto nessuno tanto permaloso.

"Non ho detto questo, smettila di travisare, adoro averti qui."

Quella sua schiettezza o forse il suo ammettere di aver sbagliato sembrarono compiacere il suo interlocutore, che rimase zitto per un po' incrociando le braccia al petto e squadrando Harry da capo a piedi.

"Non possiamo essere amici, Potter, questo è poco ma sicuro e non ci crederanno mai."

"Beh, basta non litigare e... non saltarci addosso, non dovrebbe essere poi così difficile."

Borbottò il Grifondoro, era certo che il ragionamento non facesse una piega, ma l'altro ragazzo non sembrava altrettanto convinto, tanto che aveva sollevato un sopracciglio con fare scettico.

"È forse l'idea più stupida ed utopistica che ti sia uscita di bocca"

Esitò per un attimo e solo dopo si sentì in dovere di aggiungere qualcosa.

"...Oggi"

Harry gli scoccò un'occhiataccia da manuale, ma si dissuase dall'aprire una parentesi per la questione. Piuttosto sospirò arrendevolmente, passandosi una mano sul viso e, con un gesto stanco, si massaggiò le palpebre da sotto le lenti.

"Ok, che devo fare per convincerti?"

Un sorrisetto malizioso lampeggiò sulle labbra della Serpe, il moro temette che non avesse aspettato altro che quelle parole per cedere.

"Chiedimelo in ginocchio, le lusinghe mi mettono di buon umore."

"Non me lo stai chiedendo davvero..."

Il silenzio di Draco lo persuase che, invece, fosse proprio così.

"Te lo scordi! Non mi metterò in ginocchio per una cavolata del genere."

"Se è una cavolata non vedo perchè dovrei sacrificarmi e assecondarti, mio dolce Harry."

Il Grifondoro sbuffò, teneva gli occhi fissi sul biondo e sul suo volto non scorgeva alcun segno di cedimento.
Non potè che pensare a quanto fosse stupida quella condizione e stupidamente difficile da assecondare, ma dopo non molto si arrese e si mise in ginocchio davanti agli occhi soddisfatti del biondino malefico.

"Ti prego, Draco, vieni a pranzo dai Weasley con me domani"

Formulò, visibilmente seccato, come uno scolaretto che ha imparato una poesia a memoria e deve ripeterla davanti all'insegnante. Malfoy ghignò, se la tirò per un paio di minuti per godersi l'immagine di Harry a disagio e solo dopo acconsentì.

"Ah, Potter!"

Lo richiamò mentre, rialzatosi, il moro si apprestava a trovare un angolino per piangere le sue disgrazie.

"Cosa?"

"Tutto questo siparietto..."

Aveva iniziato il Serpeverde, aprendo il freezer e tirando fuori uno di quei ghiaccioli dei Babbani di Harry, che intanto lo guardava imbronciato e sulle spine contemporaneamente.

"Mi ha proprio fatto venire voglia di stare sopra"

Mentre Draco scartava il ghiacciolo con aria distratta, Harry scoppiò in una fragorosa risata.

"Non capisco cosa ci sia da ridere, l'ho già fatto e non mi pare ti sia dispiaciuto."

"Certo certo, una volta. Per il resto, ogni volta che dici così poi finisci con lo strillare <>"

Draco sbarrò gli occhi, il ritratto del disappunto dipinto sul volto, seppur un disappunto visibilmente imbarazzato e il moro trovò saggio darsela a gambe, arrivando a schivare un ghiacciolo volante per un soffio.
Per la mezzora successiva fu il biondo a inseguire Harry per tutta la casa.

La parte più facile della sua permanenza alla Tana fu presentare a parole Draco come un amico, non che di per sè lo fu molto in ogni caso, dato che dovette fare i conti con lo sguardo sbigottito di Molly, quello vagamente deluso di Arthur e quello apertamente sospettoso di Ginny.
Ma si sarebbero abituati a lui, dopotutto era la persona più straordinaria che Harry avesse mai conosciuto, lo ammirava profondamente e anche i Weasley presto o tardi si sarebbero accorti di quanto in realtà Draco differisse dall'immagine che lui stesso si era creato.

La parte un po' più impegnativa fu cercare di ammortizzare l'effetto della lingua tagliente di Draco su tutti i presenti, se stesso compreso.
Proprio in quel momento infatti erano tutti quanti seduti a tavola per il pranzo e il biondo stava passando lo sguardo su ognuno dei Weasley, gli occhi gelidi inaciditi da un sopracciglio sollevato e il viso storpiato in una smorfia di sufficienza.

"Sapete, dovreste dire al vostro elfo domestico, uso il singolare perchè dubito che ne abbiate più di uno, di non esagerare con il sale. Non è mica obbligatorio e ammazza tutti i sapori"

A quella provocazione, la signora Weasley si fece rigida come un tronco e Ron si girò di scatto verso Harry, che arrossì, si morse un labbro nervosamente e pestò un piede a Malfoy sotto il tavolo.
Lui si girò stizzito a guardarlo.

"Potter accidenti, guarda dove metti i piedi o mi sporcherai le scarpe più di quanto il fang-"

"Harry perchè l'hai fatto venire?"

Sbottò Ginevra, stringendo la presa sulla forchetta e incenerendo con lo sguardo il quattrocchi.
Tuttavia non fu lui a rispondere, bensì ancora una volta l'unico Serpeverde nella stanza, innervosito dall'interruzione.

"Stavo parlando, troglodita. Piuttosto guarda che schifo hai tutte le unghie sporche. Ti hanno mai detto che le mani si lavano prima di mettersi a tavola?"

"Malfoy, ora basta!"

Ringhiò Harry smettendo di mangiare e lasciando cadere rumorosamente le posate sul piatto.
Il biondo sollevò un sopracciglio, impressionato almeno quanto divertito dalla facilità con cui il Grifondoro riusciva a perdere le staffe.

E aveva perfettamente senso in realtà, Harry gli aveva chiaramente spiegato quanto per lui fosse importante quel pranzo.
Proprio per questo Malfoy trovava così divertente farlo pentire di quella scelta, mettendolo a disagio in ogni modo possibile.

Smise di parlare, ma non cedette nel suo intento di far impazzire il moro, tuttavia questa volta lo attaccò su un fronte completamente diverso, appoggiando con nonchalance una mano sul suo ginocchio e facendola salire lentamente lungo la sua coscia.
Sentì il moro irrigidirsi al contatto, intuì volesse girarsi a guardarlo male dalla sua fronte corrucciata, ma chiaramente non lo fece, sarebbe stato abbastanza sospetto.

Intanto la conversazione era stata monopolizzata dalla Signora Weasley, lanciata in un interminabile discorso sui meriti di Percy, che stava finalmente facendo carriera al Ministero.

"Ma lasciamo che sia lui a dirti, mio caro Harry, di che cosa si sta occupando ora..."

Cinguettò Molly con il suo consueto tono gioviale, un attimo prima di esortare quasi minacciosa suo figlio a parlare.
Draco ridacchiò nel tovagliolo di fronte a quel repentino cambio di tonalità, ma Harry non potè guardarlo male nemmeno quella volta perchè fu distratto dal modo in cui la mano del biondo si spinse nel suo interno coscia e salì verso il cavallo dei pantaloni.

All'improvviso faceva un caldo insopportabile in quella stanza e il Grifondoro stava al passo a fatica con il discorso tanto annoiato quanto borioso di Percy riguardo alla sua nuova e nobile occupazione che doveva consistere in qualcosa a che fare con il controllo delle informazioni che sarebbero potute passare dal Ministero alla Gazzetta del Profeta o meno.

Malfoy sembrava trovarlo interessante, forse faceva finta, ma in ogni caso Harry ci capiva poco, sentì più distintamente il pollice del biondo accarezzargli l'interno coscia che Draco stesso intervenire nella conversazione.

"Immagino che dunque tu sappia qualcosa di più di quanto rilasciato dai giornali riguardo l'aggressione ai danni della famiglia Zabini..."

Percy si irrigidì e assottigliò lo sguardo, domandandosi se ci fosse un qualche secondo fine dietro a quella implicita richiesta di informazioni.

"Non sono ritenuto a divulgare alcunchè in ogni caso, ma le notizie che passano per le mie mani sono molte e rilevanti. Mi sento abbastanza sicuro da poter affermare che sia stata aggredita più di una famiglia di ex-sostenitori di Voi-Sapete-Chi negli ultimi mesi. Quello degli Zabini è stato senza dubbio il caso più eclatante e la Gazzetta aveva bisogno di qualcosa su cui concentrare i suoi sforzi, tuttavi-"

"Percy, ma non erano informazioni riservate?"

Sbottò Ginny, facendo arrossire suo fratello.
Non era cambiato di una virgola, sempre logorroico e pieno di sè.

Harry era quasi certo che i due avessero da lì iniziato un'accesa discussione, di cui non sentì una parola.
Quando le dita di Draco si avvicinarono insistentemente alla sua zip e presero a trafficare per tirarla verso il basso, trasalì e scattò in piedi, usando come àncora di salvezza l'unica parola del discorso di Percy e Ginny che gli era rimasta in testa.

"Già, i gufi!"

Esordì, paonazzo di fronte agli sguardi confusi dei presenti, eccetto quello di Draco, lui ghignava perfido.

"Harry tutto okay?"

Sorrise Hermione da sopra il bordo del bicchiere da cui stava per bere.

"Sì, certo Hermione. Ma vedi, i gufi... temo di non poter rimandare la nostra conversazione a proposito ulteriormente, Malfoy."

Il Serpeverde intuì la procedura, ma fece comunque molta fatica a cancellarsi dalla faccia quel suo sorrisetto diverito per sostituirlo con una smorfia esasperata e teatrale.

"Potter sei estenuante, non mi lasci nemmeno mangiare in pace."

Commentò con un fare melodrammatico più che sospetto mentre seguiva Harry che già aveva infilato la porta d'ingresso della Tana. Degli sguardi incuriositi si affollarono sui due ragazzi finchè fu loro possibile e s'udì qualcuno domandare ingenuamente "ma che devono dirsi sui gufi?"

Draco non fece in tempo a deridere il metodo di Potter che si sentì spingere contro un muro di pietra, la sua bocca venne occupata da un bacio soffocante che ottenne esattamente l'obiettivo che si era prefigurato: zittire la Serpe.

"Mi dici che ti è saltato in mente, sei completamente impazzito?"

Gli occhi di Harry mandavano lampi, ma Draco notò come il moro faticasse a nascondere quanto la situazione l'avesse segretamente elettrizzato, incrociò le braccia al petto e appoggiò il capo contro il muro alle sue spalle mentre il suo volto esprimeva un'aria di superiorità che l'altro conosceva bene.

"Ammetto di essere piuttosto deluso. Da un Grifonidiota di fama mondiale come te mi sarei aspettato perlomeno che stessi al gioco."

Harry la prese sul personale, si sentì sfidato apertamente e questo genere di cose tra loro due potevano andare a finire solo in due modi e pare che nessuno di questi contemplasse una resa.

"Ah sì, è così che la vedi dunque."

Di nuovo il moro zittì il biondo, che piuttosto ottenne quello che aveva segretamente desiderato da quando le convenzioni avevano iniziato a catalogarlo come sconveniente: un bacio bagnato e travolgente, uno di quelli che solo Harry era capace di dargli.

La foga potè solo crescere dal momento che entrambi i ragazzi iniziarono a provocarsi a vicenda, l'uno in continua risposta ai movimenti dell'altro.
Draco spinse Harry contro di sè, Harry baciò il collo di Draco mentre prendeva a sbottonargli la camicia leggera, poi di nuovo Draco infilò le mani sotto la maglietta di Harry e Harry ne premette una delle sue contro l'intimità di Draco, massaggiandola mentre lui buttava indietro la testa e stringeva il sedere del moro.

Fu in quel momento che qualcuno, l'ultima persona che chiunque alla Tana si sarebbe mai aspettato di vedere, si Materializzò in giardino con un sonoro strappo, tipico di quella tecnica.

"FAMIGLIA, SONO A CA-oh per Godric..."

Harry si voltò di scatto e incontrò lo sguardo sconvolto di George Weasley. Divenne paonazzo sul colpo mentre Draco nascondeva il viso contro il petto del moro per la vergonga.

Nel giro di una frazione di secondo tutti gli altri Weasley ed Hermione si erano riversati fuori dalla Tana. Harry e Draco avevano tentato in fretta di ricomporsi, ma quanto stavano facendo fino a un attimo prima era palesato, se non dai loro vestiti stropicciati o dalle labbra arrossate, dai loro sguardi colpevoli.

Fu George il primo a reagire, lasciò cadere a terra la valigia e scoppiò a ridere.

Adesso l'attenzione di tutti, eccetto Draco, lui era confuso e basta, fu catalizzata su di lui, nessuno trovava la forza di dire nulla mentre quella sua risata continuava a risuonare nel cortile, emozionante come una canzone riascoltata per la prima volta dopo troppo tempo.

Fu la signora Weasley a cedere per prima, i suoi singhiozzi ruppero il silenzio agitato dei presenti, seguiti, insospettabilmente, da quelli dell'austero Percy.

"Oh George!"

Gridò Molly, correndo ad abbracciare suo figlio.
Ben presto una commossa banda di chiome rosse la imitò, travolgendo il povero George con un abbraccio soffocante dal quale tuttavia lui non cercò di liberarsi in alcun modo.

Harry si girò verso Hermione, la vide con gli occhi rigati di lacrime e solo allora si rese conto di essere nella stessa situazione.
Comprese che non fossero altro che lacrime di sollievo e le asciugò in fretta sotto lo sguardo corrucciato di Draco.

"Harry, scusa il disturbo, sembra un momento delicato e non vorrei... ma che diamine succede?"

   
 
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