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Autore: Lodd Fantasy Factory    17/04/2021    0 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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17 Aprile 2021,

 

 

Giorno? Anno?

Ho pregato.

Ho sentito il bisogno di farlo.

Ho rivolto le mie parole al cielo, invocando clemenza per tutti coloro che saranno destinati ad incontrarmi lungo il loro cammino. Avverto un’oscurità predominante. Questo mondo sta sprofondando in anni di turbolenti cambiamenti, di mali ritenuti necessari. Ci sono cose che vanno ben oltre gli uomini.

Ho fatto un sogno, dopo molto tempo. Davanti alla Ziggurat di Providence, immobile come una statua, era Zhùt, nudo come la natura lo aveva fatto, che mi precedeva di pochi passi. Si volse, mostrandosi in tutta la sua immutabile saggezza: neanche una ruga d’espressione in più, un capello in meno; era tale quale al mio ricordo. Un cosa normale, dopotutto. Avevo coscienza di essere in un sogno.

Gli alberi, i padri della terra, malgrado la loro fierezza secolare sanno che hanno da piegarsi alla prepotenza dei venti’, mi disse in quel particolare tono etereo, privo di timbro. ‘Così son gli esseri umani, quando soffia aria di guerra. Hanno pitturato, cantato e scritto degli orrori dell’omicidio, ma niente è poi cambiato. Da preda si è evoluto a predatore, signore della terra. Le cose potrebbero però cambiare… Il Widjigò ha eluso la mia guardia: sta venendo a prenderti, Philipp Lloyd.’

Una vita in fuga da me stesso, dal mio ricordo. Questa volta non scapperò’, fu la mia risposta, anche se non udii alcun suono scaturire dalle mie labbra.

La volontà è forte, ma lo spirito è debole. Gli anni sono stati inclementi con te’

Lo sono con tutti, Sciamano. O quasi…’ replicai. La porta della Ziggurat si spalancò davanti ai miei occhi.

Non ha scordato il tuo odore. Verrà da te, impiegasse altri cento anni per trovarti. Riuscirà, Philipp. È tuo dovere ritardare questo momento sino all’ultimo. L’inevitabile è allo stesso tempo l’unico vantaggio che abbiamo sui suoi piani. C’è ancora una possibilità…’

 

Quale questa possibilità fosse, non mi è stato dato conoscerla. Questo sogno mi ha però guidato verso una certa riflessione: noi esseri umani abbiamo la consapevolezza dell’inevitabile, come se ci riuscisse percepirlo. Ho questa sensazione incombente, quasi l’abazia volesse che rimanessi, ma nessun altro è più ben accetto. Mi prenderò qualche giorno per riflettere sul da farsi, consapevole che ogni attesa di troppo sancirà un pericolo in più per gli attuali residenti.

Così, oggi, al cospetto di un cielo terso, ho invocato il consiglio degli astri e della natura, domandando a entità superiori la mia prossima direzione.

Ho udito il respiro delle foglie, il canto delle cicale e il sussurro del vento.

Nessuna risposta.

Nessuna entità benevola.

Siamo uomini, e gli orrori fanno parte della nostra natura. Combatterli è un dovere.”

 

 

Ho provato a sognare, sarebbe più corretto dire che il mio intento fosse quello di dormire. Niente da fare. Avrei voluto poter tornare indietro a quei cunicoli, così da non perdere di vista Anduin, e assistere così alla sua effettiva sparizione. Mi manca così tanto. C’era un legame tra noi. Un legame che ho spezzato.

L’immagine di quel ragazzo mi perseguita, e le macchie del suo sangue mi segnano indelebilmente le mani. Cosa sono diventato? Combattere l’Ombra è una questione, ma aver a che fari con altri esseri umani è diverso… io sono diventato un criminale?

Sono come Philipp Lloyd, secondo voi?

Quanti crimini ha commesso in nome della sua missione? Come posso definirlo diverso dal Professore Poegrim? Come posso ritenermi diverso da lui? Anche io ho ucciso molti innocenti… in nome della libertà dell’umanità. Questo è corretto?

Il mio umore è diventato così fragile, anche per colpa di questo costante stravolgimento di conoscenze, questa ammorbante sensazione di soffocamento. Desidero solo chiudere questo capitolo della mia vita, potesse anche essere l’ultimo. Sento la stanchezza pesare sulle mie ossa.

Sono senza guida.

Sono senza meta.

Sono senza casa.

Sono solo.

Avorio, nella sua dolcezza di gatto, continua a guardarmi e trattarmi con la premura che uno della sua specie riserverebbe ad un cucciolo; mi fa le coccole, miagola per nascondere i miei singhiozzi, come a dirmi che tutto andrà bene. Avorio sapeva, di questo non ho più alcun dubbio. Ha provato a fermarmi, inutilmente.

È stata tutta colpa mia.

Se non avessi iniziato questo Diario, probabilmente queste persone non si sarebbero radunate. Uccidermi, a quale scopo? Se è il Diario che vogliono, perché semplicemente non hanno chiesto di riportarlo all’Ombra? È possibile che questi folli siano collegati a qualcos’altro? Cosa mi sta sfuggendo?

Ho abbandonato il luogo dove mi trovavo. Sono andato altrove, in paesaggi che avrei sempre voluto vedere, tra persone che mi guardano però con sospetto. Credo di stare dando troppo nell’occhio, dunque ho deciso che questa notte partirò verso un nuovo luogo. Attraverserò campi, in strade dimenticate dagli uomini. Brancolerò nell’oscurità e, se le tenebre dovessero prendermi, darò battaglia.

Ho intenzione di camminare sino all’alba.

Riposerò all’ombra di un albero; e poi, con il sole alto, arriverò infine alla nuova città.

Dentro mi sento un involucro vuoto.

Avreste pena di me se svanissi nel nulla? Mi riterreste un codardo se, preso da un momento di ansia, gettassi questo Diario in un fiume? E se lo legassi ad una pietra, gettandolo nel cuore dell’oceano? Sarebbe tutto risolto?

Non ho più voglia di scrivere.

Non ho mai avuto voglia di uccidere, anche se ora il mio corpo brama adrenalina, confronto, scontro, morte.

La cosa peggiore? Non credevo ci si potesse abituare alla morte...

Io che non mi sono neanche mai abituato ad avere qualcuno accanto.

Perdonami mamma, se puoi sentirmi.

 

Vorrei non aggiornare più…

Sono stanco di questo nome che non mi appartiene…

Sono stanco di far finta di essere qualcuno che non sono…

 

 

Il falso Philipp Lloyd.

   
 
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