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Autore: LadyOfMischief    21/04/2021    8 recensioni
Dopo gli eventi di Crait le misteriose connessioni tra Rey e Ben continuano, nonostante la morte di Snoke, nessuno dei due è in grado di controllarle e diventano sempre più intense. Ignorarsi non porterà a nulla, i due dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra per imparare a controllare quel legame e confrontarsi su ciò che è successo tra loro esplorando i propri sentimenti.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'ennesima giornata alla ricerca di alleati si era rivelata ancora una volta inconcludente, da quando la Resistenza aveva emesso una richiesta di soccorso su Crait quasi due mesi prima – alla quale nessuno aveva risposto – il Generale Organa aveva deciso di tentare a cercare personalmente i suddetti alleati. Aveva fornito a diverse squadre una lista di nomi e sistemi, quelli in cui si presumeva si trovassero le persone indicate, ma fino a quel momento non avevano avuto alcuna fortuna. Era come se quelle persone fossero sparite nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, e ogni volta che provavano a chiedere informazioni alle persone del posto queste dichiaravano di non sapere niente o li mandavano via spaventati.
Quel giorno la squadra di cui faceva parte anche Rey – insieme a Finn, Poe e Rose – era stata su Taris alla ricerca di alcuni vecchi amici del Generale Organa, ma anche in quel caso non avevano avuto fortuna. Avevano vagato per ore per i vicoli dell'immensa città, sovrappopolata, inquinata in ogni modo possibile e che ricopriva l'intero pianeta, alla ricerca di una coppia di ex-senatori che si erano ritirati dopo la caduta dell'Impero.
Rey non era mai stata in una città, tantomeno una così immensa da estendersi su tutta la superficie del pianeta, ed era rimasta abbastanza delusa da ciò che aveva visto perché non si aspettava di vedere edifici in decadimento, strade sporche e dall'odore ripugnante e viandanti ricoperti di stracci. La situazione non era così diversa da Jakku, anzi da un certo punto di vista era persino più grave a causa della sovrappopolazione, e la parte peggiore era avere la consapevolezza che la Nuova Repubblica non avesse fatto nulla per migliorare quelle condizioni e aveva abbandonato Taris a se stessa. La verità taciuta dalla gran parte delle persone era che alla Nuova Repubblica non era mai importato granché dell'Orlo Esterno, altrimenti anche su Jakku le cose sarebbero andate diversamente, ed era per quel motivo per cui a nessuno lì importava più di tanto della Resistenza o del Primo Ordine perché non avrebbe fatto alcuna differenza se avesse prevalso l'una o l'altra fazione.
Taris era un posto insolito per due ex-senatori, chi avrebbe mai scelto volontariamente uno stile di vita del genere? Non si poteva neppure definire vita, ma sopravvivenza e per delle persone provenienti da un ambiente agiato quello era il posto più inospitale della galassia. Tuttavia il Generale Organa era più che certa che i suoi amici fossero lì, l'ultima volta che li aveva contattati risiedevano ancora su Taris e aveva fornito alla squadra le coordinate da cui proveniva l'ultimo messaggio che le avevano mandato.
Tutto ciò che Rey e il suo gruppo avevano trovato era stato un appartamento impolverato in pessime condizioni, con tanto di porta in metallo arrugginito e una finestra rotta, al terzo piano di un edificio. L'appartamento era vuoto, fatta eccezione per l'arredamento rovinato, e non avevano trovato alcun indizio che lasciasse intuire che qualcuno avesse vissuto lì. Poe aveva suggerito di chiedere agli altri inquilini del palazzo, determinato a non mollare tanto facilmente, e perciò si erano ritrovati a bussare alle porte dei vicini. Alcuni di loro non si erano neppure presi la briga di aprire, altri invece non appena avevano udito i nomi di Keiran Lang e Hiram Veruna avevano richiuso la porta con aria spaventata o scuotendo la testa.
Qualunque cosa fosse successa i vicini ne erano al corrente, ma avevano troppa paura di parlare temendo le probabili conseguenze e il gruppo aveva lasciato l'edificio più scoraggiato che mai. Con la vana speranza di scoprire qualcosa avevano vagato per quel quartiere e chiesto in giro, mostrando un'ologramma della coppia composta da un umano e un twi'lek, senza ottenere alcun risultato.
Nessuno aveva osato dire ad alta voce ciò che tutti ormai sospettavano da tempo: dietro quelle sparizioni c'era la mano del Primo Ordine. Quel pensiero tormentava Rey da giorni, una parte di lei si rifiutava di credere che fossero arrivati a tanto, o meglio che lui fosse arrivato tanto, e perciò aveva trascorso tutto il tempo del viaggio di ritorno in silenzio. Non aveva voglia di parlare di quella faccenda, se doveva essere onesta non sapeva cosa pensare poiché di quegli alleati non avevano notizie da quando erano stati su Crait e perciò dovevano essere già spariti. Che differenza avrebbe fatto sapere che Ben non era direttamente responsabile per quelle sparizioni? E anche se fosse stato un ordine impartito da Snoke la situazione non sarebbe cambiata, quelle persone erano ancora tenute prigioniere da qualche parte e non avevano alcun indizio sul dove cominciare a cercare.
Quando erano tornati alla base era già sera e avevano fatto rapporto al Generale Organa senza tralasciare alcun dettaglio, la donna aveva ascoltato tutto in silenzio seduta dietro la scrivania nella sala che fungeva da ufficio a bordo della Tantive IV. Il Generale aveva mantenuto la sua solita compostezza, era la terza volta in quella settimana che una delle squadre tornasse ad Ajan Kloss a mani vuote e riportando gli stessi dettagli, che li avevano aiutati a ricostruire lo schema dietro quelle sparizioni.
In tutti i luoghi in cui erano stati – che facevano parte di territori neutrali – avevano trovato appartamenti e rifugi completamente abbandonati e svuotati meticolosamente di qualunque cosa avrebbe potuto indicare che fossero stati occupati. Metà dei nomi presenti sulla lista erano spariti, ma il Generale non aveva alcuna intenzione di rassegnarsi e li aveva congedati incoraggiandoli a proseguire le ricerche, con la speranza di riuscire a trovare qualunque cosa potesse condurli dagli alleati che stavano cercando.

 

*****

Subito dopo aver cenato Rey si ritirò per tornare al Falcon, dichiarando che fosse stanca dopo tante ore di viaggio, ma era soltanto una scusa.
Dall'ultima volta in cui aveva visto Ben aveva trascorso ogni sera, e anche qualche notte senza chiudere occhio, a cercare risposte negli antichi testi dei Jedi. Perché Ben era riuscito a curarla con così tanta facilità e lei non ne era in grado? Rey ci aveva provato più volte dopo quell'episodio, ma aveva fallito di nuovo e perciò aveva accantonato temporaneamente l'idea di riparare il cristallo.
La sua attenzione al momento era rivolta ad altro, a qualcosa che era successo durante quella connessione e di cui si era resa conto soltanto quando si era alzata dalla brandina per andare a ripulirsi la mano insanguinata: il guanto che Ben si era sfilato era ancora lì.

Rey non si era mai soffermata a pensare a quali fossero i limiti del loro legame, che sembrava solidificarsi sempre di più, e per questo si era prefissata di cercare risposte nei libri che aveva “preso in prestito” su Ahch-To. Cos'era cambiato rispetto alle prime connessioni? Ricordava che le prime tre volte né lei né Ben fossero in grado di vedere l'ambiente in cui si trovava l'altro e non potevano neppure sfiorarsi, fino a quando lei non gli aveva teso la mano senza rifletterci troppo perché in quel momento l'unica certezza di cui aveva avuto bisogno era sapere che lui fosse lì e non soltanto un'illusione. Era stato forse quel gesto a rafforzare il loro legame?
Rey doveva saperne di più, se potevano passarsi anche oggetti o interferire con ciò che li circondava allora poteva non esserci un limite fisico a quello che accadeva durante le connessioni. In apparenza l'unico limite era il tempo, dal momento che non avevano mai a disposizione più di una manciata di minuti, e il fatto che non avessero alcun tipo di controllo.
Una volta raggiunta la radura in cui si trovava il Falcon Rey abbassò la rampa della nave e vi salì a bordo, consapevole di essere completamente sola perché Chewbecca preferiva dormire all'aria aperta. Si diresse alla cabina che occupava di solito, che ormai era diventata la sua stanza, per prendere il libro che stava attualmente studiando e una coperta, in una sera così limpida sarebbe stato uno spreco trascorrere ore ed ore chiusa nella sua stanza e perciò aveva intenzione di sistemarsi accanto alla rampa.
Rey custodiva i libri in uno scompartimento nel pavimento che si trovava sotto la sua brandina, era l'unico luogo che aveva ritenuto più sicuro da qualunque cosa potesse rovinarli, quindi dovette inginocchiarsi per spostare la grata e recuperare il Rammaghon. Il volume era rilegato in pelle rossa e il dorso era ricavato dal legno dell'albero in cui erano stati custoditi i libri per secoli, in quelle pagine erano racchiuse informazioni riguardo la Forza e le sue ipotetiche origini. Era lo stesso libro da cui Rey aveva appreso che un tempo i Jedi si avvalessero della facoltà di curare sfruttando la Forza, perciò aveva deciso di cominciare da lì le sue ricerche sul legame.
Tenendo il libro sottobraccio prese la coperta dalla brandina e lasciò la stanza, serate limpide – e poco umide – erano una rarità ad Ajan Kloss e a Rey piaceva l'aria fresca che c'era in quelle occasioni. Si sedette in prossimità della rampa con la schiena contro la fredda parete di metallo, con le ginocchia piegate per potervi poggiare il libro e si sistemò la coperta intorno alle spalle, quasi fosse uno scialle. Volse lo sguardo al cielo scuro sgombro dalle nuvole, illuminato dalla luce della luna e punteggiato di stelle, a volte Rey faticava a credere che proprio tra quelle stelle così splendenti ci fossero così tanti popoli che pativano ogni sorta di sofferenza, come la miseria a cui aveva assistito su Taris.
Sospirando Rey aprì il libro, non c'era nulla che al momento potesse fare concretamente per aiutare coloro in difficoltà e rimuginarci su non l'avrebbe aiutata a concentrarsi sul contenuto delle pagine, scritte in varie lingue. Non fu difficile ritrovare il punto esatto in cui si era fermata l'ultima volta, per qualche strana ragione non era riuscita a disfarsi del guanto di Ben e l'aveva conservato proprio tra le pagine del libro, usandolo come un segnalibro. Avrebbe potuto sbarazzarsene in qualunque momento senza che nessuno la vedesse, ci aveva provato, eppure qualcosa l'aveva trattenuta dal farlo. Forse era stata la sua vecchia abitudine da cercarottami di non gettare via mai nulla – ad eccezione di ciò che era danneggiato permanentemente – ma Rey sapeva che stava soltanto mentendo a se stessa e che, con molta probabilità, l'avesse conservato per una questione affettiva.
Per quanto assurdo potesse sembrare nutriva una sorta di affetto nei confronti di Ben, non riusciva ad odiarlo come avrebbe voluto – nonostante la mandasse fuori di testa con i suoi atteggiamenti – ed era ancora convinta di poterlo aiutare. Proprio come lei si sentiva tremendamente solo, schiacciato dal peso delle aspettative, che anche lei stava cominciando ad avvertire sulle proprie spalle, e quando era stata nella sua mente vi aveva scorto molta paura mista a un senso di abbandono. Forse tutto ciò di cui Ben aveva bisogno era una persona con cui confidarsi, che lo ascoltasse e potesse capirlo, e Rey credeva di poter essere la persona giusta perché comprendeva il suo stato d'animo.
Se solo fosse così facile disse tra sé e sé, a complicare tutto era il fatto che lui respingesse il suo aiuto, convinto che fosse troppo tardi per sistemare le cose, e stesse ancora perseguendo lo scopo di governare la galassia con il Primo Ordine. Rey sapeva che il potere non era ciò che gli interessava davvero, altrimenti non le avrebbe chiesto di lasciarsi le rispettive fazioni alle spalle subito dopo lo scontro con le guardie, e se fosse stata lei a spingerlo a prendere quella strada rifiutando la sua proposta? Eppure in cuor suo sapeva di aver fatto la cosa giusta per il bene della Resistenza, se non l'avesse fatto sarebbero stati catturati tutti o sarebbero morti.
Senza neppure rifletterci si ritrovò a sfiorare il guanto con la punta delle dita, ricordando il tocco delicato di Ben e quella strana sensazione che aveva provato quando l'aveva curata, chiedendosi ancora una volta come e perché l'avesse fatto.
Che tempismo pensò Rey quando avvertì la consueta sensazione che anticipava le connessioni, ormai ci stava facendo l'abitudine e non sapeva se essere sollevata o spaventata all'idea di abituarsi ad essere legata al nemico. Questa volta, però, non l'avrebbe ignorato perché era chiaro che non funzionasse e, soprattutto, non aveva più voglia di farlo perché non era quello il modo giusto di aiutarlo.
Chiedere a Ben come avesse fatto a curarla era inutile, le aveva già detto che non sapeva come ci fosse riuscito, ma c'erano molte altre cose che avrebbe potuto chiedergli o di cui parlare e quella era l'occasione perfetta per farlo. Certo le probabilità che le rispondesse erano piuttosto basse, però tentare non le costava nulla e non era nella sua natura arrendersi tanto facilmente.
Ben apparve in piedi proprio davanti a lei, guardandosi intorno con aria smarrita, a giudicare dall'aspetto doveva essersi svegliato da poco perché aveva ancora i capelli scompigliati, indossava una semplice maglietta nera e dei pantaloni dello stesso colore, inoltre aveva l'aria di chi avesse dormito male. Soltanto qualche istante dopo le rivolse la propria attenzione, come se in quel momento avesse notato la sua presenza, abbassando lo sguardo su di lei.
“Riesci a vedere dove mi trovo?” gli chiese incuriosita e sollevando lo sguardo su di lui, non era mai successo in precedenza, ma Rey ormai non era più sicura di nulla
“Sei a bordo di quel vecchio pezzo di ferraglia” le ripose lui impassibile, confermando che potesse vedere l'ambiente circostante “E tu riesci a vedere dove mi trovo io?” le chiese di rimando.
“No, vedo solo te” rispose ripetendo le stesse parole che le aveva rivolto Ben durante la loro prima connessione, perché lui riusciva a vedere dove si trovasse e lei no? Quello era l'ennesima evoluzione del loro legame a cui non sapeva attribuire una risposta.
Ben si sedette sul pavimento, poggiandosi con la schiena contro la parete opposta, cogliendola di sorpresa, come se fosse a casa propria e soltanto in un secondo momento Rey realizzò che un tempo forse era stato proprio così.
“Stai ancora studiando?” chiese lui indicando il libro “Qualunque cosa tu stia cercando non funzionerà, i cristalli non si possono risanare”
“Tu stesso non sai come hai fatto a curarmi, non sapevi neppure che fosse possibile, vero?” replicò lei, soltanto perché lui non era a conoscenza di qualcosa non voleva dire necessariamente che non fosse possibile.
“No, non lo sapevo” ammise Ben con sincerità “Ma non funzionerà, i cristalli non sono persone”
“Troverò un modo” dichiarò Rey “Con o senza il tuo aiuto” aggiunse.
“Credi che sia qui per aiutarti?”
“Vuoi una riposta sincera? Non so cosa pensare di te” ribatté richiudendo il libro di scatto “Perché mi hai aiutata l'ultima volta?” quella domanda parve coglierlo alla sprovvista, come se neppure lui sapesse il perché del suo gesto.
“Preferivi forse che ti lasciassi sanguinare?” quella però non era una risposta e Rey stava cominciando a perdere la pazienza, era consapevole del fatto che non sarebbe stato facile aiutarlo, ma lui le rendeva il compito ancora più difficile.
“No...suppongo di doverti ringraziare” rispose lei.
“Puoi anche risparmiartelo, non sono qui per la tua gratitudine o per mia volontà” replicò lui seccato.
“Possiamo tornare ad ignorarci se preferisci” gli disse stringedosi di più la coperta sulle spalle, con il calare della notte le temperature tendevano ad abbassarsi drasticamente anche quando non c'era umidità.
“Lo sai anche tu che non ha mai funzionato” disse Ben con una nota di sarcasmo “C'è qualcosa di cui vorrei parlarti” aggiunse e questa volta fu lei ad essere colta alla sprovvista, di cosa voleva parlarle? Di qualunque cosa si trattasse Rey percepiva una certa agitazione da parte sua, probabilmente temendo la sua reazione, il che non faceva presagire nulla di positivo.
“Ti ascolto”
“Non possiamo andare avanti in questo modo” cominciò a dirle “Non abbiamo il controllo di queste connessioni, non conosciamo la natura di questo legame né quali siano i suoi limiti e credo che sia giunto il momento di saperne di più” di certo non poteva essere una coincidenza che proprio nel momento in cui lei aveva cominciato ad indagare sul loro legame lui le proponesse di fare la stessa cosa, era forse un altro “effetto collaterale” del legame? Se anche fosse stato quello il caso non poteva negare di sentirsi sollevata, per un attimo aveva temuto che stesse per dirle qualcosa di tremendo o che l'avrebbe fatta arrabbiare.
“Sai è strano che tu mi chieda questo” ammise Rey, accennando un sorriso “Perché è proprio ciò che sto facendo, se ci fosse un modo per imparare a control-”
“Imparare a controllarlo? Rey non è questo che voglio” la interruppe Ben, smorzando il suo entusiasmo e non di poco.
“Non capisco...cos'è che vuoi allora?” chiese cercando di mascherare la sua delusione, pur essendo consapevole che lui l'avrebbe percepita comunque.
“Voglio saperne di più perché voglio spezzare questo legame” confessò Ben distogliendo lo sguardo da lei “Credo sia la cosa migliore per entrambi”
“Oh, e così adesso t'importa di cosa sia meglio per me? È davvero premuroso da parte tua!” replicò Rey pungente, cosa ne sapeva di lui cosa fosse meglio per lei? Recidere il loro legame certamente non avrebbe risolto i suoi problemi né avrebbe posto fine alla guerra o aiutato la Resistenza.
“Sai anche tu che è così, perché te la stai prendendo così tanto?” la calma con cui le aveva rivolto quella domanda servì soltanto a farla spazientire di più e non ebbe il tempo di formulare neppure una riposta credibile perché la connessione si interruppe.
Rey fu grata per quell'improvvisa interruzione e trasse un sospiro di sollievo, non sapeva cos'avrebbe risposto a Ben se la connessione non fosse terminata e non era sicura che lui le avrebbe creduto. La verità era che nemmeno lei sapeva perché la stesse prendendo in quel modo, avrebbe dovuto provare sollievo nel sapere che forse c'era la possibilità di porre fine a quelle connessioni incontrollate e sapeva che quella fosse la cosa giusta da fare. Lei e Ben si trovavano su fronti opposti di una guerra che andava avanti da anni, essere legati complicava soltanto le cose perché un giorno uno dei due avrebbe dovuto fermare l'altro – probabilmente sul campo di battaglia – per far prevalere la propria fazione, inoltre c'era sempre il rischio che qualcuno potesse scoprirli. Forse Ben aveva ragione e lo stava facendo davvero anche per il suo bene, ma, allo stesso tempo, l'idea di non rivederlo più in un contesto che non fosse la guerra la faceva stare male.

 



 

Spazio Autrice:

Eccezionalmente torno con un nuovo capitolo di questa storia in cui mando in frantumi ogni speranza di Rey, anche se Ben è stato onesto con lei.
I due senatori menzionati li ho inventati, Taris invece proviene direttamente dal videogioco Knights of The Old Republic, che non fa parte del canone ufficiale, ma il pianeta è stato poi re-inserito nel canone.

   
 
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