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Autore: _Lakshmi_    22/04/2021    1 recensioni
[NewGeneration!AU][TimeSkip][Spoiler?]
Sono trascorsi vent'anni dalla guerra che ha sconvolto il Giappone. La società, dopo la tempesta, si è riassestata e ora, sotto la guida dell'eroe Deku, regna la pace.
Un equilibrio destinato a spezzarsi.
Un dramma destinato a ripetersi.
Un legame destinato a rompersi.
Dal prologo:
Il tuo sorriso.
« Diventerò l'Eroe Numero Uno del Paese.»
Era autunno inoltrato quando tu, dall'alto dello scivolo, annunciasti al mondo i tuoi sogni. La brezza carica di quel caratteristico, fresco profumo di pioggia mi spazzò il viso, mentre da terra ammiravo le tue gloriose ali bianchicce.
[...]
« Voglio salire sul palco con te, Akane.» ti sedesti sull'altalena accanto alla mia, guardandomi con quegli occhi dorati colmi di determinazione « Altrimenti... beh, non ha senso.»
Cosa non ha senso?
Quel pomeriggio mi avevi salutato con un ampio sorriso, grande quasi quanto quello di tuo padre Hawks, estasiato nel vedere i tuoi progressi nel volo. Non mi ricordo il viaggio in auto o il resto della pacata quotidianità della mia infanzia, ma quel tuo sorriso mi rimase ben impresso nella mente.

[Huwumi][TodoMomo][Kacchaco][Altre coppie][Presenza di OC]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Unmei no akai ito (運命の赤い糸)

Quarto Capitolo: Black Devil

 

 

Lasciami andare.
Era tutto quello che ti avevo chiesto.

 

     Era la finale dell'U.A. Sports Festival ed era la quarta volta che vivevo quel momento: seppur a causa di una malformazione avessi in definitiva solo metà quirk, grazie ai miei rapidi progressi nel controllarlo ero arrivata prima, sempre, contro qualsiasi avversario.
Persino contro il mio gemello.
Eppure... tutte quelle vittorie avevano perso di significato ed ora combattevo semplicemente perché non volevo pensare a tutto quello che mi circondava.
Le minacce di morte.
L'odio.
Il marciume della società.
Tutto quello che avevano dovuto patire i miei genitori.
Il divorzio.
E per ultimo, ma non meno importante, la mia bocciatura.
Mi sentivo costantemente precipitare in un oscuro baratro senza luce, senza certezze.
A volte mi ritrovo a invidiare il carattere estremamente passivo di Nao, capace di ignorare qualsiasi problema grazie al suo incredibile scudo fatto di pura apatia. Io, invece, provavo solo disperazione. E una forte, incontrollabile collera dovuta principalmente alla consapevolezza di non poter far nulla per cambiare la realtà.


« Lasciami andare,
Yukiko!
Smettila di preoccuparti per me!
Guarda in faccia la realtà:
sono un caso irrecuperabile.
Non merito di vivere.»


     Salimmo sul campo di battaglia e tu eri già in lacrime per le parole che ti avevo urlato nei corridoi, poco prima di quello scontro.
Una visione che sconvolse il pubblico.
Ero sempre più la villain della situazione, ma non mi importava, davvero. Volevo solo terminare quell'agonia il prima possibile.

« Rin...» bofonchiasti, asciugandoti alla bell'e meglio il pianto che ti correva lungo le guance terribilmente arrossate « Ecco... buona fortuna.» aggiungesti dopo un singhiozzo trattenuto, mentre impugnavi le tue piume, assumendo una posizione di battaglia simile a quella di Hawks, anche se in quelle condizioni sembrava più una parodia.

« Il fuoco batte il ghiaccio. Non puoi farci nulla. Arrenditi.» ti risposi con assoluta freddezza, evocando la mia corazza completa.

Tutti credevano che quelle lacrime fossero per la disperazione, per la consapevolezza di un'inevitabile sconfitta.
Oh... che errore.
Non era assolutamente vero.
Stavi piangendo perché eri terribilmente incazzata.

 

« Rin!
Io non mi arrenderò!»


     Sfracellasti il primo pugno contro la crepa.
Eravamo entrambe sfinite: il combattimento era stato intenso, decisamente ad armi pari. Io, dalla mia, avevo una buona difesa e la forza devastante delle fiamme, ma tu eri veloce e, soprattutto, eri un'abile stratega.
Senza contare che il tuo Quirk, chiamato “Icy Vein”, era davvero terrificante: pur essendo estate, il campo di battaglia era invaso da un'implacabile tormenta e la temperatura continuava ad abbassarsi, generando altro ghiaccio che si univa a quello che già controllavi mentalmente.
Avevi, in pratica, il pieno controllo dello spazio.
Eravamo al terzo anno, ma si notava l'abissale differenza tra chi aveva iniziato ad allenarsi seriamente al liceo e chi, mosso dal puro istinto di sopravvivenza, si addestrava con un Pro Hero fin dall'infanzia.

« Smettila.» esclamai, respingendoti e direzionando il fuoco azzurro della mia lancia rotante contro di te.

Ormai non potevo più muovermi, le mie gambe erano bloccate in una cristallizzazione di ghiaccio, per cui tutto quello che potevo fare era proteggermi attaccando col mio quirk di fuoco.

« Non sei una causa persa!»

Generando una glaciale folata di vento con un singolo battito di ali d'un cupo rosso sangue estinguesti le mie fiamme, per poi planarmi addosso a tutta velocità.
E ancora una volta il tuo pugno si schiantò la mia difesa.

« Stai zitta.» mossa dall'ira, rigettai dal guanto in armatura una potentissima fiammata, anche se, pur disintegrando completamente la mia protezione, tu riuscisti ancora una volta a evitare il colpo indietreggiando e pestando un piede a terra per creare un'invalicabile muraglia di ghiaccio tutt'attorno a noi, in modo tale da guadagnare tempo ostacolando i professori che volevano fermare lo scontro.

Ormai il torneo era passato in secondo piano, a te importava unicamente salvarmi da quel baratro di disperazione.
La sconfitta più umiliante, ma al contempo più significativa di tutta la mia vita.
Una vera e propria esecuzione.

« Vaffanculo a chiunque te l'abbia detto. Capito? Vaffanculo!» gridasti, schiantando anche il terzo pugno con ormai le nocche ridotte in poltiglia « Ricomincia a vivere, Rin, ti chiedo solo questo. Non farti influenzare da chi ti sta intorno. Se la società fa schifo, diventa l'eroe che lotterà per cambiarla in meglio. Io ti giuro, TI GIURO, sarò lì, al tuo fianco come sempre. Ma ti prego... non lasciarti morire così.»

« Yuki-...»

Il tuo intero braccio si tramutò in ghiaccio.
Eri senza energie.
Eppure continuavi a lottare la tua personale battaglia contro di me, contro la mia famiglia e persino contro la società.

« Vivi per te stessa. Vivi la tua vita. Ma ti prego. Vivi. Non morire per delle teste di cazzo.» queste tue parole dette con un tono di voce rotto dall'emozione mi aprirono finalmente gli occhi.

Colpisti per la quarta e ultima volta la crepa sul mio scudo, distruggendolo completamente in una devastante folata gelida che travolse addirittura le tribune.
Io rimasi inerme, immobile.
Lo scontro finì con un potente calcio in pieno viso che mi spedì direttamente fuori dal ring.

 

Vivi, Rin.”


« Vivi, Yukiko.»


     Rin era seduta inerme, immobile su un'anonima seggiola ormai da ore.
Ore di terapia intensiva.
Ore di insopportabile attesa.
Un costante via vai di medici per il corridoio.
Nessuno si fermava.
Nessuno si degnava di rivolgerle una parola di conforto.
Fa parte del mestiere”, aveva commentato qualcuno su Twitter sotto la notizia. E in fondo aveva ragione, dopotutto gli eroi rischiavano la vita ogni giorno per la sicurezza della società.
Eppure, pur essendo consapevole del rischio, quei momenti rimanevano ugualmente strazianti.
Era straziante vedere Keigo -non Hawks, no, anche se indossava il suo costume, quello lì presente era un padre disperato, ben lontano dal ricordo dell'eroe col sorriso strafottente- completamente in balìa degli eventi.
Era straziante vedere Fuyumi senza più lacrime da versare, curva su sé stessa in una costante preghiera nella vaga speranza che qualche dio la stesse ascoltando.
Era straziante persino vedere la piccola Haya che, pur non comprendendo appieno la situazione, era comunque preoccupata per la sorella maggiore e per questo continuava a far domande a Suzume.
Domande la cui unica risposta era un sofferto: “va tutto bene”.
E Rin si sentiva terribilmente in colpa.
Non avrebbe dovuto lasciarla sola, prima sotto il fuoco del cecchino, poi contro gli altri villains che l'avevano attaccata.
Non avrebbe dovuto fermarsi a combattere.
Non avrebbe...

« Pronto? Sì... sì... no, non sappiamo ancora nulla.» Keigo passò in quel momento per il corridoio e per un attimo incontrò lo sguardo turchese della sua dipendente.

Ma fu proprio lei a chinare per prima il capo, non riuscendo a reggere oltre il confronto.
Takami si limitò ad allontanarsi, mentre continuava a parlare al telefono con un tono di voce totalmente privo di vitalità.
Si rannicchiò su se stessa, sentendo lo scorrere incessante del tempo sulle spalle, impetuoso come una cascata.
Socchiuse gli occhi.
Attese.

 

Vivi, Yukiko.”


     « Ho comprato le Black Devil

Rin alzò lo sguardo e incontrò la spettinata frangia corvina dalle punte bianche del fratello gemello, il Sidekick “Calcifero ex “Red Mage”: aveva infatti cambiato il nome da Hero dedicandolo alla sua ragazza, che era una grande fan di Miyazaki, in particolare del film “Il castello errante di Howl”.
Un gesto che aveva fatto sciogliere il cuore dei fans.
Ma scontentato Rin, visto che avevano scelto insieme il loro aspetto e nome da Eroi in base a un MMORPG online e, davvero, “Calcifer” non c'entrava nulla con il PG del fratello.
Pessima, pessima scelta.
Comunque, anche con una donna fissa nella sua vita, nel suo tempo libero continuava a vestirsi col suo solito look da spacciatore del peggior ghetto malfamato: quel giorno, ad esempio, indossava un mega felpone oversize nero, lungo fino a metà coscia, con dei teschi stilizzati sulle maniche e una scritta sul petto che citava la celebre frase “Press F (X) to Pay Respect”, jeans con degli squarci sulle ginocchia e mocassini in pelle sfondati.
Dopotutto, come le aveva confessato un giorno con non poco rossore, non si era mai sentito a suo agio col suo aspetto esteriore, riuscendo ad accettarsi solo quando vestiva i panni di Blueflame. Aveva cercato di spiegare questo suo disagio alla ditta che gli aveva realizzato il costume e in risposta gli avevano confezionato una tuta attillata ancor più simile a quella di Endeavor.
Non avendo la forza di replicare, ferito da quel totale disinteresse, alla fine si era rivolto personalmente a una piccolo gruppo che creava attrezzatura di supporto, pagando di tasca sua il costume. Essendo al tempo solo uno studente, il risultato non era di certo ottimale, però era un compromesso tra ciò che voleva la società dal futuro erede dell'agenzia e ciò che realmente lui desiderava essere.

« Sto cercando di smettere.»

« Mhm. So quando qualcuno ha bisogno di fumare.» il fratello si tolse gli occhiali da sole e la guardò per qualche momento, oscillando pigramente dal piede sinistro al muro « E poi sono alla vaniglia.»

« Nao...» Rin sospirò esausta, mentre guardava il ragazzo strascicare l'esile corpo verso la terrazza con la sua classica andatura zoppicante, sorretta da un elegante bastone da passeggio argentato.

Alla fine, lo seguì e dopo un paio di rampe di scale, si sedettero entrambi sul tetto contro la ringhiera, fumando una sigaretta ciascuno mentre ascoltavano i rumori soffusi della città.

« C'è anche Shōto?» domandò d'un tratto Black Dragoon, più per rompere il silenzio che per un reale interesse.

« No. Papà è bloccato in agenzia, ma sta parlando con lo zio. E la mamma... mhm... l'ho sentita prima... e... uhm... arriverà. Sì.» Nao, dopo quel breve, ma per lui estremamente intenso sproloquio, ispirò a fondo una boccata di fumo.

Silenzio.
Rin guardò il cielo sgombro di nubi, sforzandosi di non piangere.
Espirò.
Inspirò.
Ma alla fine crollò con un singhiozzo, stringendosi in un pugno la chioma quasi a strapparsela.

« L'ho uccisa, Nao.» sussultò quando il suo corpo fu stretto in un gentile abbraccio fraterno « L'ho abbandonata... e ora lei... lei... merda.»

« Mhm...»

« Ho paura. Ho fottutamente paura.» le lacrime cadevano copiose dal suo viso dai tratti gentili, lasciando lunghe scie di trucco colato.

Ma non le importava.
Nulla era più importante.
Voleva solo la sua piccola cuginetta.
Rivoleva indietro il suo sorriso, la sua incredibile ingenuità, l'allegria... tutto.
Non potevano portargliela via.
Non potevano.

« Mhm.» Nao le massaggiò dolcemente la schiena, poggiando il mento sul suo capo « Yuki è forte: ha picchiato anche me, quando da piccoli non le volevo ridare il pupazzo di Endeavor. Porto ancora i segni.» continuò, sollevando leggermente la frangia per mostrare una vecchia cicatrice, ricordo di una dolorosa caduta dalle scale con tanto di testata contro il corrimano.

« Si era proprio arrabbiata.»

« Già.» il fratello la strinse a sé, coccolandola un po' tra le braccia « In ogni caso, è una vera guerriera. Credi in lei. Adesso più che mai ha bisogno del nostro sostegno.»

Rin socchiuse gli occhi, inspirando a fondo l'odore della felpa, un aroma intenso di fumo di sigaretta, deodorante per ambienti e un vago retrogusto di erba. Nel suo insieme riuscì a calmarla, riportandola con la mente ai ricordi dell'adolescenza.
Momenti più felici.
Quando tutto era decisamente più semplice.

« Posso unirmi?» Natsumi Kaminari, socchiudendo lentamente la porta alle sue spalle come per non disturbare troppo quella scena d'affetto fraterno, s'accasciò accanto a Rin, dandole una lieve pacca sulla spalla quando lei la salutò con un cenno del capo e un gentile “ehi”.

Poi le fu spontaneo cercare lo sguardo di Nao, per mostrargli un minimo di solidarietà.
Ma quest'ultimo, assorto nei suoi pensieri, era troppo concentrato a guardare la linea incerta, vacua, sbiadita del fumo di sigaretta per accorgersi di lei. Sembrò notarla solo quando Rin, sfruttando quell'attimo di quiete, si allontanò per soffiarsi il naso.
E a quel punto ebbe un improvviso risveglio, tanto che, da vero cavaliere, le porse addirittura il pacchetto di sigarette.

« Oh...» sorpresa da quell'improvvisa gentilezza, la giovane Kaminari cercò ora il logo, ora il colore turchese degli occhi del Sidekick « Che... sono? Voglio dire, sono sempre le solite o-...»

« Solo sigarette. Nient'altro.»

« Figa, Nao... intendeva la marca.» il rimprovero di Rin arrivò rapido e letale come un colpo di frusta, mentre ancora era impegnata ad asciugarsi le lacrime.

« Mhm...» Calcifer corrucciò contrariato la fronte, essendo fermamente convinto che -da consumatore- fosse importante conoscere la tipologia del prodotto, poi, dopo aver ponderato ancora qualche attimo, rispose finalmente alla domanda dell'amica « Mhm... sono Black Devil. Sì. Ormai compro solo queste.»

Natsumi trattenne a stento una risata a quell'inaspettata scena comica e ne accettò una, accendendola. Chinò poi il biondo capo dalla caratteristica linea a zig-zag violetta, esalando un mesto sospiro, mentre la porta antincendio si apriva di nuovo, palesando la minuta figura di Sophie Delacroix, l'attuale coinquilina nonché ragazza di Nao.
E accanto a lei, Sora.
Il giovane Takami era decisamente sconvolto: quasi non riusciva a respirare, continuava a piangere e a tossire, tenuto in piedi unicamente da Sophie. Alla fine crollò accanto a Rin, tenendo il viso ben premuto contro le ginocchia.
La cugina lo inglobò nell'abbraccio, stringendolo forte a sé mentre gli accarezzava la bionda chioma.

« Il mondo degli eroi fa schifo.» mormorò ad un tratto Sora a più riprese, in diversi singulti, cercando di calmarsi sfregandosi le mani contro il viso.

« Amen, fratello.» Nao sollevò la sigaretta al cielo e, su un “amen” collettivo, anche gli altri ragazzi emularono il suo gesto « Su, prendine una.» continuò poi, offrendo il pacchetto al cugino che alzò la testa estremamente confuso.

« Nao... è un ragazzino.» brontolò Sophie, che come al solito si era assunta il ruolo di “mamma” del gruppo.

Dopotutto, per età o essendo semplicemente la più responsabile, era lei che ricordava a tutti di tornare entro un certo orario, che rimaneva sobria per riportarli a casa in assoluta sicurezza, che impartiva preziosi consigli.
Insomma, la vero Pro Hero della comitiva.

« Shhhht... Hawks non lo saprà mai.»

Sora, dopo un attimo di esitazione in cui cercò di asciugarsi le lacrime, alla fine accettò l'offerta, anche se già al primo tiro si ritrovò a tossire persino l'anima.

« Merda... ha un gusto terribile.» il piccolo falco tossì ancora un paio di volte, prima di prendere un'altra boccata di fumo.

« Quindi non sono le mie papille gustative ad essersi fottute.» ridacchiò Natsumi su un “Ohi” contrariato di Nao, che effettivamente amava quel retrogusto vagamente dolciastro sulla lingua « Ah... prima mi ha scritto Sayo. Ha detto che passerà col resto della classe.»

« Che gioia.» a quella esclamazione totalmente priva di voglia di vivere e per nulla casuale, Calcifer ricevette una gomitata di Sophie, che invece trovava molto carino il gesto degli ex compagni di classe.

« Ehi... Sora, a proposito di scuola... oggi era il tuo... mhm... premier jour d'école?»

« Ecco... sì... ma ora non ho davvero voglia di parlarne...» il giovane Takami mormorò quelle parole con un tono un po' sommesso, ma improvvisamente il suo cellulare trillò per un messaggio. E Nao, dalla vista particolarmente lunga quanto il suo collo magro, riuscì a scorgere immediatamente il nome.

A quel punto gli balzò in mente un'idea per risollevare un po' il morale del ragazzo.
Voleva davvero aiutarlo in qualche modo.

« Angel gatto nero e stelline? Capisco.» batté un paio di volte la mano sulla spalla del piccolo falco, annuendo solennemente « Ora che sei diventato un uomo, è il momento di farti crescere i tre peli sul mento. Il gene Takami da il massimo con quei tre peli.»

« Cosa?» Sora sobbalzò, mentre un esteso rossore gli invadeva il viso « Ma no... è un malinteso... insomma, è solo-...»

« I tre peli. Sono il successo di Hawks. Appena ti spunteranno, ci sarà la fila da qui fino la Luna e oltre. I Sith invaderanno la Terra per averti tra le loro fila, nobile Kenobi.» Nao cercò di rimanere serio fino alla fine del suo discorso delirante.

« Fammi indovinare: è arrivato il periodo dell'ennesimo rewatch di Star Wars?» brontolò Rin, colpendo il fratello una stanca spallata.

« Mi conosci troppo bene.» Calcifer rispose al gesto con una leggera testata, ma lei a quel punto gli diede un sonoro scappellotto il cui “ciack” rimbombò per tutto il terrazzo.

E per un qualche istante, vide davvero una galassia lontana lontana.

« Porca troia.» accartocciato su sé stesso, pronunciò quelle parole con un sibilo strozzato.

« Hai detto troppe cazzate in pochi minuti, qualcuno doveva punirti.» sospirò Rin, giustificandosi con un mezzo sorriso.

Gli voleva bene, ovvio, ma a volte era davvero impossibile sopportare le sue scemenze.

« Quindi... hai una cotta per mio padre.»

E poi arrivò l'osservazione di Sora.
Dopo lo schiaffo di Rin, quel commento fu un sonoro “1,000,000% Delaware Detroit Smash” alla coscienza del ragazzo, che da un pallido color cadavere diventò nell'arco di un paio di secondi un luminoso semaforo rosso.
Non fiatò.
Era palese la risposta.
Per cui si appallottolò ancor di più su se stesso, riducendo il suo metro e novantacinque di altezza in una sfera perfetta.

« Pardon? Nao! Prima Mademoiselle Blueflame e poi... questo? Perché non mi dici mai niente?»

« Se ti può consolare, nemmeno il resto della famiglia sapeva della vittoria di Blueflame Queen.» sospirò Rin, ricordando la sorpresa di vedere quella bella ragazza in copertina con il titolo “Waifu No.1” « Poi vabbeh, Endeavor totalmente su un altro pianeta pensava che fossi io. Mi ha persino chiamata.»

« Aspetta un momento... hai risposto al nonno?»

Alla domanda di Nao, calò -quasi teatralmente- qualche secondo di drammatico silenzio come a sottolineare l'epicità dell'evento.

« Ah? Ho solo detto che ha chiamato. Poi ha chiamato anche Hawks e lui gli ha risposto. E... sai? Lo zio ha detto che “Blueflame” è una bella ragazza.»

Calcifer, a quell'improvviso complimento, smise pure di respirare diventando di un vivido porpora, che peggiorò quando, in mezzo alle prese in giro di Natsumi che sottolineava quanto fosse sottone, un'ombra alata gli coprì all'improvviso il Sole.
A quel punto, consapevole della SUA presenza, il viso raggiunse addirittura le cupe tonalità del Borgogna.

Appollaiato sulla ringhiera, aveva fatto finalmente la sua comparsa il leggendario Pro Hero Hawks e dall'espressione vagamente divertita in viso, pur adombrata dalla preoccupazione, si poteva intuire che non si era perso neppure una sillaba di quell'interessante discorso.
Sora, all'inaspettato arrivo di suo padre, approfittando della momentanea attenzione concentrata tutta sul cugino gettò a terra la sigaretta e la nascose sotto la suola della scarpa, sperando vivamente che fosse passato inosservato.

« Oh, Monsieur Hawks!» Sophie balzò in piedi, un po' in soggezione davanti a quel Pro Hero tanto famoso « Noi siamo... uhm... vraiment désolés... per... uhm...»

« Ero qui per vedere come stava mio figlio, ma...» sospirò Keigo, che con un agile balzo piombò davanti al gruppo di eroi « Ti prego, il discorso era... curioso, continua pure.»

« Quanto hai sentito?» Calcifer gemette sconsolato per la terribile figura, schiaffandosi entrambe le mani in faccia.

« Tutto.»

Si guardarono da Sidekick a Pro Hero per un lungo, intenso istante, poi, come da tradizione, Nao -che portava in viso evidenti segni della disfatta, tipo un acceso colorito viola- offrì anche a lui una sigaretta.
Hawks però la rifiutò e si sedette con loro, facendo spazio a Sora che di lì a breve si sistemò accanto a lui, poggiando la testolina bionda sul suo petto.

« Hai notizie della sorellona?» domandò poi il giovane falco, mentre il padre gli sistemava distrattamente qualche ciuffo scompigliato.

A quella domanda, l'atmosfera cambiò radicalmente.
Rin buttò fuori dai polmoni una boccata di fumo, trattenendo poi il respiro.


Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.


« Diciamo che ci sono stati diversi problemi, soprattutto riguardo alla gestione del suo Quirk.»

Rin socchiuse gli occhi.
Le mani in preghiera.
Sentiva il cuore pulsarle sin nei timpani.

 

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.


« Ma poi è intervenuto un certo Ryota Ito, un medico con un Quirk curativo piuttosto raro. Ora... beh, sta operando.» Hawks chinò il capo, stringendosi qualche ciocca mentre cercava di respirare profondamente, ricacciando indietro le lacrime « Mi hanno detto che era una perdita di tempo troppo rischiosa, contando che Yukiko è in pericolo di vita. E probabilmente lo è. Io...» la voce s'incrinò sulle ultime parole, mentre i suoi occhi s'incupivano di una grave angoscia « Mi serviva una boccata d'aria.»

Ryota Ito.
Improvvisamente, la speranza a cui Rin si aggrappava con tanta disperazione aveva trovato un nome: non era mai stata credente, né superstiziosa, però in quel momento sentiva il bisogno fisico di credere che tutto potesse risolversi per il meglio.
Tenne le mani congiunte in grembo.

 

Ti prego.

Ti prego.


Ti prego, Ryota Ito,
salvala.


« Keigo!» la porta si spalancò e Fuyumi, provata dall'estenuante giornata, riprese fiato dopo una folle corsa.

Hawks si alzò da terra appena in tempo per essere travolto da un impetuoso fulmine biondo e rosso, che gli era sfrecciato a tutta velocità tra le braccia, continuando a battere le piccole ali.

« La sorellona sta bene!» esclamò tutta contenta Haya, mentre stringeva la vita del genitore.

« Il medico ce l'ha fatta... è fuori pericolo.»

Alle parole colme di lacrime di Suzume, il corpo di Rin si mosse da solo. Sfrecciò giù per le rampe di scale, sospinta a tratti pure da contenute vampate di fuoco blu e, con le suole mezze disciolte dalle fiamme, si precipitò per i corridoi per vedere Yukiko.
Ma proprio in quel momento, si ritrovò davanti a un medico che rimproverava aspramente un collega -probabilmente il famoso Ryota Ito- per essere un irresponsabile, un... pericolo.
Il giovane non rispose alle accuse: ricoperto di brina e di ghiaccio, avvolto in strati e strati di coperte, era talmente esausto che non riusciva neppure a comprendere quello che gli accadeva intorno, al punto che quasi non si accorse di essere stretto in un abbraccio.
Rin premette il viso contro la sua spalla.


« Grazie.»

 

 

 

 


Fine Quarto Capitolo!

 

Black Devil: è una marca di sigarette realmente esistente. L'ho scelta perché, oltre ad avere un certo stile, sapevo che aveva vari aromi e Nao, essendo un Cinnamon Roll vivente, ama i gusti zuccherini, dolciosi.
Poi vabbeh, che alla fin fine sappiano tutte di fumo, questo è un altro discorso.

Malformazione: bello avere 40 Quirk come AfO, ma pensate di avere il potere solo in una porzione del corpo, perché il resto delle cellule sono morte/non si sono sviluppate correttamente. Eh? No? Beh, avete ragione, la vita non è daijoubu.
Per questo è importante avere una buona protezione che sopperisca alle debolezze del fisico e amplifichi gli effetti del quirk.

Divorzio: avevo iniziato a scrivere questa storia col proposito di non cadere nel dramma. Poi sono stata travolta dalla famiglia Todoroki.

Icy Vein: io ammiro le persone che riescono a trovare nomi decenti non solo per gli eroi, ma anche per i loro poteri. Inizialmente era Frozen Wings, ma non mi convinceva, visto che il suo quirk non si limita alle ali. Poi è diventato Icy Body, ma mi faceva ancora più ribrezzo. Infine l'ho chiamato come una guida di World of Warcraft.

Nao Todoroki: la mia ricerca col nome era partita da un punto fondamentale, ovvero doveva essere breve, tre lettere precise. Insomma, l'ho fatto per il povero Endeavor: quando deve rimproverare suo nipote durante le missioni, ha bisogno di un nome semplice, conciso, facile da ricordare.
Ha una certa età, insomma.
Cercate di comprendere la sua condizione.
Comunque, Nao significa onesto, sincero, nonché patato.


Capelli neri sfumati di bianco: ed è subito Haise Sasaki di Tokyo Ghoul. No vabbeh, è meno evidente lo stacco tra nero e bianco.
Anche se...

Red Mage: è sempre un job di FFXIV.

Calcifer: Fat Gum assomiglia a Totoro (citando il manga). Nao si fa chiamare Calcifer. Studio Ghibli regna sovrano.

Blueflame Queen: uno dei soprannomi di Dabi (oltre a Dabi) è anche “Blueflame”, quindi volevo mettere questo velato riferimento a lui. Nel racconto, ovviamente, Nao ha scelto questo nome non per il parente criminale pluriomicida, ma perché effettivamente il suo fuoco è blu.

Fumo di sigaretta, deodorante per ambienti e un vago retrogusto di erba: la santa Trinità. Soprattutto il deodorante per ambienti.
Avrà un grande ruolo.

Waifu No.1: Endeavor rintronato che chiama Rin in cerca di spiegazioni è una scena talmente idiota che non potevo non metterla. Io voglio tanto bene a Endeavor (insomma, fino a un certo punto, per certe cose meriterebbe ceffoni da mattina a sera e mi riferisco nello specifico al flashback di Dabi negli ultimi capitoli), però amo anche i personaggi ottusi.

Sophie Delacroix: è la versione femminile di un mio vecchio OC a cui sono molto affezionata. Ho deciso di inserirla perché... beh, non c'è un perché specifico, però posso dire che mi piace avere un cast ricco di personaggi variegati.

Borgogna: questo colore è diventato meme tra me e la mia amica. Un giorno, mentre stava colorando un disegno, mi ha fatto la domanda: “Di che colore sono i capelli di Overhaul nell'anime?”.
E niente, dopo aver cercato il nome di 500 rossi diversi, alla fine abbiamo concordato che è simile al color Borgogna. E ora utilizzo il colore Borgogna per tutto.
Quando ricomparirà il colore Borgogna in questa storia, ricordatevi di questo trafiletto totalmente inutile.

 

 

Angolo dell'Autrice + ringraziamento speciale:


L'autrice di questo racconto è stata molto impegnata ultimamente: dopo aver visto la prima puntata di Heaven official's blessing, è collassata per la dolcezza del protagonista ed è ascesa al cielo quando il suddetto protagonista non solo si è vestito da sposa, ma asdasvdhgsvdhavshdasdaskklfsjfdsj...
SPOILER.
Però.
Mi ha fatto battere forte il cuore.
Pensavo che dopo Given nulla mi avrebbe più emozionato, invece mi sbagliavo. E sono contenta.

No beh, comunque sono viva. E vegeta. Sono solo felice che di aver trovato qualcosa da vedere dopo un tempo immemore. Sì, sto seguendo anche le nuove di My Hero, ma sono tutti scontri che ho già visto anche nel manga, mentre qui si parla proprio di qualcosa di nuovo. Poi sono ancora stizzita per il fatto che nelle prime puntate abbiano disegnato/animato Dabi come un bidone della monnezza. So che il suo budget l'ha rubato Hawks, però insomma.
Mi meritavo il mio bidone della monnezza sexy.
Invece mi hanno rifilato il bidone della monnezza del discount.
Che tristezza.
Se le prossime scene Dabi/Hawks le animeranno come hanno animato queste... sigh. Io amo Hawks, ma devono essere entrambi equamente belli e patati.

Comunque, al di là delle digressioni, con questo capitolo si entra di prepotenza nell'arco narrativo dei gemelli Todoroki.
E iniziano anche i miei patemi d'animo: insomma, a me piace sperimentare con i personaggi, le situazioni... solo che a volte ho la netta sensazione di star esagerando troppo. E mi pento delle scelte prese.
Però ecco, ormai la barca è salpata, quindi porterò avanti la decisione di aver tolto qualsiasi gioia a Shoto, dandogli tra l'altro altri complessi e patemi d'animo più grandi dei miei. Che poi, insomma, non gli ho tolto proprio tutto tutto... ha il sostegno incondizionato di Nao.
Tutto perfettamente bilanciato... no?

Ad ogni modo, è davvero solo l'inizio.

Poi peggiora... NOOOOOOOOOOO... scherzo. Forse.

Ad ogni modo, ringrazio chi ha commentato e chi ha aggiunto questa storia alle preferite/da ricordare.
Davvero, grazie di cuore! Spero di non deludere le vostre aspettative.

E... il commento si chiude qui. Qui a seguire una piccola tradizione di questo account che ci tengo a rispettare.

 

3... 2... 1...

 

TANTI AUGURI!!!

 

Auguri Bro!!! Buon compleanno!!!


In 10 anni siamo passate da chiamarci per nome, a nomignoli, fino a diventare semplicemente, unicamente “bro”.
Sono le tappe importanti di un'amicizia.
E io sono davvero felice che in tutti questi anni siamo rimaste semplicemente, unicamente noi stesse.
Volevo dedicarti queste righe e in generale questo capitolo per farti sapere una volta in più quanto sei importante nella mia vita: nei momenti più difficili e nei momenti più spensierati, tu ci sei sempre stata, parlando via chat o stando accanto a me sul divano a bere una calda tisana. È stato effettivamente un anno difficile, visto che, pur non vivendo troppo distanti, ci siamo potute incontrare davvero poche volte, però a differenza di altri rapporti, la nostra amicizia è rimasta. Lì. Salda.
Note vocali, messaggi, commenti a serie tv/anime, discussioni su temi importanti o argomenti leggeri... forse sono piccole cose agli occhi di molti, ma hanno saputo mantenermi a galla per tutto questo tempo.

 

Il più grande ringraziamento va proprio a te,
Bro,
che sopporti questa piccola,
disastrosa autrice.


Rin senza Yuki probabilmente sarebbe diventata una villain.
O peggio.
Io senza di te... beh, sì, probabilmente avrei vissuto una vita triste, non mia. Come dice il testo di una canzone:

 

...Through all the hard times in my life
Those nights kept me alive


È davvero difficile essere DAVVERO se stessi con una persona. E per me, quei momenti passati insieme, sono preziosi proprio perché posso essere me stessa senza la paura di essere giudicata.
Mi hanno fatta sentire davvero viva.
Accidenti.
Ogni anno mi trovo nella condizione di dire “mo' sono forte, scrivo un messaggio senza versare una lacrima” e poi alla prima riga mi ritrovo all'una di notte a vagare per casa alla ricerca di fazzoletti, insieme al mio gatto che invece è alla ricerca di cibo.
Comunque.
Punto.
Devo riprendermi.
Questo “biglietto d'auguri” in realtà è tutto un flusso di coscienza. Non ho mai il coraggio di rileggerlo per intero una seconda volta perché la mia emotività non me lo permette, rischio di finire tutto il pacco di fazzoletti del Penny Market... cerca di capire la mia situazione drammatica.
Comunque, sono stati dieci anni di amicizia in cui, oltre ai nomi, ci sono state altre tappe importanti.
La tappa degli husbandi, ad esempio: insomma, solo tu capisci l'importanza del codino di Zhongli. O dei peli facciali di Hawks raggruppati in tre gruppi da tre. O la foca di Law (perché sì, il suo animale guida è chiaramente una foca obesa, change my mind).
Oppure... beh, le band: dagli Skillet, passando per i Nightwish e i Within Temptation (e numerosissimi alti gruppi), fino ad arrivare ai Kamelot e (per me) al K-POP (ascolta... no, davvero, siediti e ascolta: un giorno dovrai dirmi come hai fatto a non mandarmi a quel paese quando sono partita per i BTS e ti spacciavo le loro canzoni a mo' di venditore di meridiane in Hercules. Ok. Ora se vuoi puoi alzarti. Grazie per l'attenzione).
O anche i videogame: solo tu capisci la disperazione di quando per la quindicesima volta mi capita Gang Orca o quando la nostra Agenzia di “Heroes” perde una missione per colpa di Dabi e Overhaul minaccia di andarsene (cosa, tra l'altro, molto canonica).
Argomenti fondamentali alla base delle leggi dell'intero universo, insomma.

I remember when
We used to laugh
About nothing at all
It was better than going mad
From trying to solve all the problems we're going through
Forget 'em all
'Cause all those nights we would stand and never fall


Al di là degli scherzi, ho cercato di alleggerire un po' il tono drammatico per augurarti un felice compleanno. Spero che sopporterai ancora per un altro giorno questo disastro umano.
E un altro giorno ancora.

 

Un grande,
gigantesco,
speciale panda-abbraccio dal tuo Bro di fiducia.

 

Tanti auguri!

  
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