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Autore: sayan_s_moon    24/04/2021    5 recensioni
Edward ha abbandonato Bella nel bosco, solita storia vero?
Ma cosa succederebbe se, prima di andarsene, esaudisse il desiderio più grande di Bella? I nomi Renesmee ed EJ vi dicono nulla?
Bella è cresciuta ed ha fatto carriera, crescendo i suoi due figli con il solo aiuto di Jacob.
Dopo quasi 8 anni di tranquillità, il passato bussa alla sua porta. Cosa succederà?
*****Se siete curiosi, date un'occhiata e sentitevi liberi di recensire*****
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Buongiorno! Mi scuso per l'immenso ritardo, ma sono stati mesi intensi e sono successe alcune cose non molto belle. Avevo tante idee per questi capitoli sulla festa, ma non riuscivo a buttarle giù nero su bianco. Tuttavia, eccomi qui! Vi ringrazio per la pazienza!
Oggi finalmente c'è la festa di compleanno di EJ e Nessie alla quale sono invitati tutti i Cullen, nessuno escluso. Ho notato che molte di voi sono rimaste perplesse di fronte al comportamento e alle scelte di Bella, ma spero che in questo capitolo le sue motivazioni e i suoi ragionamenti siano più chiari. Ovviamente, il capitolo finisce con una sorpresa.
Ci vediamo a fine capitolo, un bacio!


Stavo facendo colazione tranquillamente, sorseggiavo il mio caffè amaro e mangiavo i miei biscotti preferiti, quelli al triplo cioccolato. Erano appena le sette e mezza di mattina, tutti stavano dormendo e io potevo lavorare un po’ e ragguagliarmi sui miei impegni della settimana seguente. Almeno così pensavo. Lo strisciare della sedia sul pavimento mi avvisò dell’arrivo di Jacob, avrei riconosciuto la sua delicatezza ovunque. Senza alzare lo sguardo dalla mia agenda elettronica, gli chiesi se avesse dormito bene.
“E me lo chiedi?”
Rimasi interdetta dal suo sguardo scioccato, come se reputasse la mia domanda stupida. Cominciai fin da subito a sentirmi a disagio, perché in fondo al cuore sapevo dove ci avrebbe portato quella discussione. Tuttavia, feci la finta tonta per prolungare il mio rilassamento mattutino di ulteriori venti secondi.
“Si, perché scusa?” gli domandai ingenuamente, fingendomi confusa.
“Ringrazia il cielo che io abbia smesso di crescere anni fa, perché altrimenti ieri notte mi avresti bloccato la crescita”
Alle sue parole mi andò il caffè per traverso e cominciai a tossire senza sosta, tant’è che Jacob dovette versarmi dell’acqua e assicurassi che non soffocassi lì. Quando ripresi possesso delle mie capacità mentali e non, gli chiesi di ripetere convinta di aver capito male. Mi aspettavo che avrebbe avuto qualcosa da ridere sul mio incontro notturno, ma non che avesse udito ogni cosa detta e fatta.
“Ti ricordo che abbiamo il super udito, tutti e tre…e che il patio sta sotto la mia camera da letto. Ho controllato più volte che i bambini dormissero e per fortuna hanno il sonno pesante”
Sbiancai completamente, volevo sotterrarmi dall’imbarazzo. La sera prima ero così entusiasta da scordarmi persino il mio nome, figuriamoci di dover fare silenzio.
“Non ci posso credere” mormorai sentendomi le guance andare a fuoco per l’imbarazzo.
“Inutile dirti quanto non approvi questo tuo comportamento” mi disse sprezzante.
Eccolo, ci siamo.
“Non sei mio padre, mi comporto come voglio” ribattei, più per non dargliela vinta che per altro. Riconoscevo quanto il suo punto di vista fosse giusto, ma non sopportavo il suo tono e il suo modo di porsi con me. Possibile che dovessi sentirmi giudicata qualsiasi cosa facessi?
“Se avessi un po’ di sale in zucca, non ti dimenticheresti come ti ha trattato otto anni fa e non lo perdoneresti così come se niente fosse” rincarò la dose, non contento. Sbuffai sonoramente.
Come se non avessi capito il tuo punto di vista.
“Infatti, non l’ho perdonato né tornerò da lui come se niente fosse, per una sera ho lasciato perdere i problemi e mi sono comportata come una semplice ragazza di venticinque anni!” esclamai, alzandomi in piedi con foga. Anche lui si alzò, fronteggiandomi e guardandomi dall’alto in basso.
“E’ questo il punto! Non sei una semplice ragazza, hai delle responsabilità verso i tuoi figli!”
Lo guardi inorridita, indignata dalle sue insinuazioni.
“Pensi che non sia responsabile? Ogni singola cosa che faccio la faccio pensando a loro! Non parlarmi come se non fossi una buona madre, perché lo sono!” gli urlai addosso, senza riuscire a trattenere le lacrime. La nostra litigata non proseguì oltre, perché fu interrotta dall’arrivo dei gemelli. Ignorai lo sguardo dispiaciuto di Jacob che probabilmente si era reso conto di aver sbagliato, per il momento non mi andava di riprendere l’argomento.
“Mamma, cos’è questo chiasso?” domandò Nessie stropicciandosi gli occhi, mentre scendeva le scale ancora assonata.
“Ci avete svegliato” mormorò EJ entrando in cucina.
“Buon compleanno amore miei” esclamai correndo ad abbracciarli e a riempirli di baci.
“Tanti tantissimi auguri” disse Jacob abbracciando prima EJ e poi la sua principessa che si fece prendere in braccio da lui. Si scambiarono uno sguardo di pura adorazione, mi scoprii ad invidiarli un po’. Rimossi subito quel pensiero negativo, quel giorno era un giorno felice e doveva essere tutto perfetto per i miei bambini.
“Allora come ci si sente ad essere un uomo? Quanti anni compi, trentacinque?” lo prese in giro bonariamente Jake, scompigliandogli i capelli bruni. EJ scoppiò a ridere e andò a sedersi al bacone per fare colazione. Mia madre diceva sempre che ero una donna di mezza età nel corpo di una teenager e anche EJ aveva ereditato quella caratteristica, era riservato, riflessivo e calmo come lo ero io alla sua età.
“Oggi la mamma vi prepara i pancake come piacciono a voi” dissi loro indossando il mio grembiule con scritto “super mamma all’azione” e mettendomi subito ai fornelli. I gemelli esultarono contenti e intanto cominciarono a mangiare un po’ delle cose che avevo preparato, tra cui la torta alla Nutella e panna, una delle loro preferite. Mangiammo tutti assieme in cucina, chiacchierando del più e del meno e mi impegni al massimo per scacciare il malumore che Jacob mi aveva causato.
Avrei pensato alla situazione “Edward” un altro giorno, questo giorno era dedicato esclusivamente ai miei bambini.
Successivamente, Jacob mi aiutò a sparecchiare e a riordinare la cucina mentre i bambini si preparavano. Non spiaccicammo parola per tutto il tempo, lo vidi cercare più volte di intavolare una conversazione ma feci finta di nulla.
“Jake, preferisci mettere le decorazioni e preparare il giardino o andare a ritirare il cibo e la torta?” gli chiesi senza guardarlo negli occhi, mentre mi sfilavo il grembiule. Sentii la sua mano calda sollevarmi il mento e legai il mio sguardo al suo.
“Mi dispiace Bells, non volevo dire quelle cattiverie…ma vedi, lo sai cosa penso di loro e l’idea che lui ti ferisca di nuovo mi fa ribollire il sangue” mormorò cupo, gli sorrisi teneramente.
Il mio Jake.
“Non ti preoccupare, basta parlarne. Oggi è tutto per i gemelli”
Lo abbracciai velocemente e salimmo nelle nostre camere per darci una sistemata, avevamo tante cose da preparare e gli ospiti sarebbero arrivati intorno alle undici e mezza.
Dopo essermi fatta una doccia veloce, mi asciugai ed acconciai i capelli in morbide onde. Mi truccai leggermente ed aprii l’armadio alla ricerca di qualcosa da indossare.
Elegante o casual? Vestito, pantaloni o gonna? Tacchi o scarpe basse?
In quel momento pensai che l’aiuto di una come Alice non sarebbe stato male, forse avrei risolto un po’ dei miei dubbi. Volevo essere perfetta, ma allo stesso tempo non volevo che pensassero, o meglio che lui pensasse, che mi fossi messa in tiro per loro. Non dovevo alimentare strani pensieri da parte sua, ero fermamente convinta che l’episodio della sera prima fosse solo un episodio.
Alla fine, optai per un pantalone elegante a sigaretta color crema, di quelli aderenti sul fondoschiena e sui fianchi, con una zip a fianco. Ci abbinai un top a mezze maniche color azzurro pastello e un paio di mocassini dello stesso colore. Ero abbastanza soddisfatta del risultato, né troppo né troppo poco.
Mentre Nessie e Jacob erano a fare le loro commissioni, EJ ed io stavamo sistemando il giardino. La giornata era calda, stranamente non afosa, ma senza nessun raggio di sole all’orizzonte. La giornata perfetta per la famiglia Cullen insomma.
Controllavo l’ora ogni dieci minuti e più si avvicinava l’ora X e più mi saliva l’ansia. Che cosa avrei provato a rivederli tutti assieme?
“Mamma, sei nervosa?” mi chiese EJ timidamente, evitando il contatto visivo e fingendo di sistemare la tavola che era già preparata.
“No, amore. Tu invece?”
“Un po’” borbotto dolcemente, in un modo che mi ricordò tanto Charlie. Smisi di gonfiare i palloncini e andai ad abbracciarlo, ricambiò subito. Gli accarezzai dolcemente i capelli, così simili ai miei.
“Andrà tutto bene, vedrai che ti piacerà essere circondato da tutti questi parenti e poi verrai riempito di regali” scherzai facendogli l’occhiolino, lui come me non apprezzava particolarmente stare al centro dell’attenzione e ricevere troppi regali.
“Non lo so, non so come comportarmi con lui…” mormorò triste. Sentii i miei occhi pizzicare, ignorai il magone che mi era venuto e cercai di confortarlo come meglio potevo.
“EJ, fai quello che ti senti e promettimi una cosa” gli dissi seria.
“Cosa?” mi chiese guardandomi con i suoi occhi verde smeraldo, tremendamente profondi.
“Non lasciarti influenzare da come si è comportato con me, giudicalo per come si comporterà con te e Nessie”
Ci pensò un po’ e poi annuì. Sospirai pesantemente. Ero già mentalmente provata e la festa non era ancora iniziata. Nei venti minuti successivi finimmo di sistemare le decorazioni anche dentro casa e ci buttammo sul divano per riposarci. Nessie e Jacob ci trovarono addormentati sul divano e non persero l’occasione di prenderci in giro.
“Hey, guardate che mamma ed io abbiamo sgobbato fino a poco fa” ribatté EJ gonfiando le guance in un’espressione buffissima, scoppiammo tutti a ridere. Fu in quel momento che sentimmo il campanello suonare. Sbiancai improvvisamente, per fortuna che ero ancora seduta sul divano. L’unica entusiasta sembrava Nessie che si catapultò alla velocità della luce all’ingresso per aprire ai nostri ospiti. Andammo anche EJ ed io, non potevo far fare gli onori di casa ad una bambina di otto anni.
Sentivo il cuore in gola e odiai il fatto che tutti i presenti lo potessero sentire. Sentii le ginocchia tremare di fronte a tanta bellezza. I Cullen erano impeccabili come sempre. Evitai appositamente di posare il mio sguardo su Edward, altrimenti sarei svenuta lì, all’ingresso.
La prima che salutai fu Rosalie, l’unica con cui avevo confidenza al momento. Come era strana la vita, la mia peggior nemica era diventata la mia migliore amica.
“Ciao Bella, sei radiosa stamattina”
“Grazie Rose, entra pure. EJ e Nessie non vedevano l’ora di rivederti” esclamai contenta. Mentre lei salutava i gemelli, abbracciai Esme e Carlisle. Non potevo avercela con loro.
“Ciao Bella, grazie di averci invitato. Ci hai reso immensamente felici” mi sussurrò Carlisle, mentre accarezzava la guancia. Mi sentivo tremendamente in soggezione. Per evitare gaffe, optai per una strategia semplice, ma efficace. Mi sarei concentrata su un Cullen alla volta per ridurre il carico emotivo al minimo.
Complimenti a me, yee.
“Sono proprio bellissimi” commentò Esme emozionata, se avesse potuto avrebbe pianto. Mi fece piacere vederla così contenta. Andò subito a presentarsi e a dar loro i regali, i gemelli l’abbracciarono emozionati. Sorrisi notando il luccichio nei loro occhi, specialmente in quelli di EJ che era il più restio ad averli presenti alla loro festa.
“Bellina, sei diventata uno schianto. Fatti abbracciare dal tuo fratello orso” tuonò Emmett con la sua voce profonda. In meno di un secondo, mi ritrovai a girare in aria stritolata in uno dei suoi immensi e gentili abbracciati.
“Emmett, mi farai vomitare la colazione. Mettimi giù” gli intimai ridendo.
“EJ, Nessie. Questo orso qui è vostro zio Emmett, il marito di Rosalie. È un pezzo di pane, state tranquilli”
“Ciao, campione! Sei pronto per una partita di football? Ho portato il pallone” esclamò dando il cinque ad EJ.
“Assolutamente!”
“A me non piace il football” disse Nessie storcendo il naso.
“Non ti preoccupare tesoro, troveremo cosa fare” la rassicurai accarezzandole la testa.
“Ciao Jasper, ti trovo bene” lo salutai, abbracciandolo velocemente. Non perché ce l’avessi con lui per la tragica festa dei miei diciotto anni, ma per evitare di metterlo a disagio con il mio profumo. Tuttavia, non sembrò per niente in difficoltà e i suoi occhi dorati mi guardarono calmi. Mi sentii più rilassata e gli mormorai un grazie. Mi ero scordata di come potesse essere utile il suo potere. Si presentò anche lui e porse altri regali ai gemelli che lo ringraziarono con uno smagliante sorriso sulle labbra.
Si può morire per i troppi sorrisi?
La risposta arrivò subito. Appena posai gli occhi su Edward ed Alice il mio sorriso sparì. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a vedere Alice con gli occhi di prima. Mi sentii in colpa, perché alla fine suo fratello si era comportato ugualmente male se non peggio nei miei confronti. Purtroppo, la carne è debole e la sera precedente avevo ceduto a delle attenzioni maschili che mi mancavano da troppo tempo. Presi un respiro profondo e cercai di essere il più cordiale possibile.
“Buongiorno Alice, ben arrivata”
“Buongiorno a te, grazie dell’invito” mi sorrise un po’ mesta e andò in soggiorno a salutare i gemelli.
Rimanemmo solo Edward ed io. Ci guardammo a lungo senza che nessuno spiaccicasse parola.
“Vuoi entrare o rimanere alla porta?” gli chiesi invitandolo con un gesto della mano ad accomodarsi di là insieme agli altri. Il mio tono distaccato lo lasciò interdetto, lo vidi contrarre la mascella ed annuire solamente.
“Dormito bene?”
“Come al solito” gli risposi, dopo essermi assicurata che la mia maschera di distaccata gentilezza fosse ben fissata e pronta all’uso.
“Comunque questi sono per te” e mi porse un elegante mazzo di bellissime rose rosse, lasciandomi a bocca aperta. Non potei fare a meno di arrossire e lui mi sorrise nonostante un’ombra di dolore non avesse lasciato i suoi bellissimi occhi dorati.
“Ehm…grazie davvero, ma non serviva lo sai…” lo ringraziai tremendamente impacciata.
Mentre stavo andando nell’altra stanza, mi sentii afferrare il polso in una morsa gelida e gentile. Rabbrividii e non per il freddo.
“Che c’è?” gli chiesi in un sussurro.
“Non dovremmo parlare di ieri?”
Il suo tono freddo mi fece capire quanto in realtà fosse incazzato per il mio comportamento, ma cosa si aspettava? Che saremmo diventati una famigliola felice in una sera? Che limonare duro in giardino come degli adolescenti avrebbe cambiato qualcosa il giorno dopo?
Bella Swan, queste sono le conseguenze del cadere nelle braccia del tuo ex come ragazzina.
“Direi proprio di no e poi oggi è il compleanno dei nostri figli, dovresti concentrarti sul fare una buona impressione a loro due”
Detto questo, gli voltai le spalle e seguii il suono delle risate dei miei bambini. Trovai i Cullen, più Jake, in salotto. EJ e Nessie ridevano a qualche battuta stupida di Emmett. Sembravano i protagonisti di un quadro, c’era qualcosa di romantico in quella scena.
Quando entrò Edward, calò il silenzio, ma durò qualche attimo di secondo. Poi Nessie corse verso di lui, o meglio, si lanciò verso di lui che la prese al volo e la tenne in braccio.
“Ciao papà”
Gli occhi a cuoricino di Nessie fecero scomparire ogni velo di tristezza dal volto di Edward che le sorrise tremendamente emozionato.
“Ciao principessa”
La sua voce calda e ammaliante la fece arrossire. Nascose il viso nell’incavo del suo collo e, in quel momento, la invidiai. Era sbagliato provare invidia nei suoi confronti, ma non potei fare a meno di pensare che avrei desiderato potermi comportare con Edward come mi dettava il cuore, senza dovermi preoccupare di niente. Con la coda dell’occhio vidi Jasper aggrottare le sopracciglia, decisi di andare a mettere i fiori in cucina per tranquillizzarmi un attimo. Quando tornai, Edward e Nessie parlavano con Esme e Carlisle, mentre EJ si teneva ben lontano da Edward. Era palese a tutti quanto rancore covasse il mio ometto per il padre, sperai che nel corso della giornata quell’attrito si smussasse un po’.
Un’altra cosa che notai subito furono gli sguardi di odio che Jacob mandava ad Edward, tra l’altro pienamente ricambiati. Sbuffai sonoramente, attirando la loro attenzione. Assottigliai lo sguardo e li fissai uno alla volta.
“Alla prima parola o atteggiamento ostile, quella è la porta”
La mia minaccia non sortì l’effetto minatorio sperato visto che Emmett e Jasper scoppiarono a ridere.
“Dai, andiamo tutti in giardino. Staremo più comodi e potremo fare un sacco di giochi” esclamai nella maniera più entusiasta possibile, prendendo per mano i gemelli. Feci strada a tutti gli altri e ci accomodammo sulle varie sedie, divanetti e puff che avevamo disseminato sul prato. Sul tavolo posto sotto il gazebo c’erano un sacco di bevande e di cibo. Potevano sembrare porzioni esagerate, ma con Jake il concetto di “troppo cibo” era relativo.
“Hai fatto un ottimo lavoro Bella” commentò Rosalie riferendosi alle decorazioni del giardino. Si sedette sul divanetto di vimini vicino a me e distese le sue gambe affusolate e toniche sul tavolino di fronte a noi. La imitai e mi misi più comoda.
“Grazie Rose, ci metto sempre molto impegno per rendere questo giorno speciale. Oggi lo è di più perché ci siete anche voi” le sorrisi abbracciandola.
Rimanemmo in disparte ad osservare la nostra famiglia prendere confidenza e conoscersi.
EJ, Jacob, Emmett e Carlisle giocavano a football. I loro schiamazzi erano inconfondibili. Jasper li osservava dalla sua postazione godendosi le loro incredibili emozioni gioiose.
Nessie ed Alice parlavano di moda, la mia piccola bambina le stava mostrando i capi d’abbigliamento che aveva cucito per le sue bambole. Edward ed Esme la guardavano ammaliati. Nonostante la palese adorazione che lui provava per Nessie, sentivo il suo sguardo posarsi di tanto in tanto su di me, ma lo ignorai bellamente. Sentii Rosalie ridacchiare.
“Ti sta mangiando con gli occhi” mormorò al mio orecchio, consapevole che lui l’avrebbe sentita.
“Non dire sciocchezze”
“Che ne dici se domani sera usciamo? Andiamo in qualche bel locale a bere qualcosa” mi propose. Mi voltai a guardarla, stuzzicata dalla proposta.
“Puoi lasciare i bambini al c…a Jacob” continuò, storsi la bocca.
“Jake va via domani mattina, il branco ha bisogno di lui”
“Potresti chiedere agli altri di fare da baby-sitter…magari qui da te così ti sentiresti più tranquilla” azzardò, palesando una nota di incertezza nella sua voce angelica.
“Non lo so Rose, mi sembra tutto un po’ affrettato” le risposi impacciata, agitandomi sul divanetto. Posò una mano sul mio avambraccio per scusarsi e scrollai le spalle.
L’ora di pranzo arrivò velocemente. Jake, i gemelli ed io mangiammo le pizzette, le tartine e la pasta fredda che avevo preparato.
Stavo per versarmi una dose generosa di vino per distrarmi dalle continue occhiate che Edward mi lanciava, quando sentimmo suonare il campanello. Rimasi un po’ interdetta.
“Stavi aspettando qualcuno, cara?” mi chiese educatamente Esme avvicinandosi a me.
“Direi proprio di no” le risposi confusa. Appoggiai con rammarico il mio calice di vino rosso e rientrai in casa sotto lo sguardo di tutti, il suo incluso ovviamente. Sentivo il suo sguardo perforarmi la schiena.
Mi presi un attimo per guardarmi allo specchio in ingresso. Notai con piacere che, nonostante il cielo fosse coperto, le mie guance e il naso avevano preso un po’ di colore. Mi ravvivai i capelli e aprì la porta.
“Buongiorno, spero di non disturbare”
Non riuscii a nascondere la sorpresa e neanche il rossore sulle mie guance.
Guai in vista.

Eccoci! Allora, andiamo per ordine. Che ne pensate dell'atteggiamento di Bella nei confronti di Edward? Vi piace il rapporto che si è instaurato tra Rosalie e Bella? Infine, secondo voi chi è l'ospite inaspettato a cui Bella apre la porta?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemelo sapere :)
Un bacio!
  
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