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Autore: Kifuru    24/04/2021    2 recensioni
All'indomani della Quarta Grande Guerra Ninja, nel mondo shinobi iniziava una nuova era di pace, sotto l'insegna della grande alleanza. Tra i complessi e delicati rapporti diplomatici e la lotta contro pericolose organizzazioni criminali, i giovani eroi della guerra, salvatori dell'umanità, cercavano di costruire con tutte le loro forze una vita serena e felice, lasciandosi alle spalle tutto l'odio e la violenza del passato. In questo clima di incertezza e speranza, l'ambasciatrice Temari della Sabbia e lo stratega Shikamaru della Foglia affronteranno ogni genere di esperienza per poter difendere il loro legame e il loro futuro insieme.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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CAPITOLO 3

 
 
DISTANZE
 
 
 
Naruto Uzumaki, il grande eroe della Quarta Guerra Ninja, era estremamente irritato. I suoi amici più cari, nonché i compagni di un viaggio di ben tre giorni, avevano accettato da ore il fatto che il biondo non avrebbe mai smesso di lamentarsi, almeno fino a quando non fossero finalmente arrivati davanti alle porte di casa. La sua stessa migliore amica, il leggendario ninja medico Sakura Haruno, dopo decine di pugni ben assestati, aveva deciso di arrendersi.

< < Dannazione…………..Cavolo……………..maledizione > > sbraitava Naruto alla testa del gruppo.

Il contingente di shinobi della Foglia si stava muovendo nell’ultima parte del viaggio di ritorno verso casa, dopo una missione durata più di due settimane nel bel mezzo delle infinite distese desertiche del Paese del Vento.

L’operazione di salvataggio era stata un successo. La collaborazione fra Foglia e Sabbia era stata ancora una volta perfetta. Tutti i prigionieri erano stati liberati, mentre un altro covo schiavista venne completamente raso al suolo dal chakra devastante di Naruto. Era difficile accostare il giovane uomo, che ora si stava lamentando incessantemente con i compagni ricordando distintamente il tipico comportamento di un bambino, al ninja che era diventato. Attualmente, era con ogni probabilità il più potente shinobi al mondo insieme a Sasuse Uchiha.

Eppure al termine di una battaglia o di una missione, egli tornava ad essere il ragazzo generoso e allegro di sempre. La sua fanciullesca ingenuità alleggeriva quasi sempre il peso di una missione o persino di uno scontro mortale.

< < Non siamo ancora arrivati? E che cavolo………dannazione > >.

< < Adesso basta, Naruto > > lo sgridò Sakura, anche se faceva fatica a restare seria < < Nelle ultime ventiquattro ore non hai fatto altro che sbraitare e lamentarti. Sai bene che il viaggio da Suna a Konoha è lungo e faticoso. Per di più torniamo da una lunga missione, per cui avevamo tutti bisogno di riposo > >.

< < Se almeno potessimo andare più veloce, Sakura > > mormorò il biondo non troppo convinto.

< < Chiudi il becco, testa di rapa. Stiamo rispettando i tempi di marcia come sempre > > ribatté lei mostandogli pericolosamente un pugno ben caricato di chakra.

< < Non ti facevo così ansioso, Naruto. Ne sono felice. Significa davvero che le tue energie sono infinite. Tutto merito della nostra verdeggiante giovinezza > > intervenne Rock Lee al settimo cielo. Era estremamente orgoglioso di aver potuto fiancheggiare Naruto durante l’attacco diretto al covo schiavista.

Il biondo gli lanciò un’occhiata dubbiosa, come sempre perplesso riguardo le emozioni del suo compagno esperto nelle arti marziali. Tuttavia, Naruto non aveva alcuna intenzione di mollare la presa.

< < Più di due settimane, e che cavolo > > tornò a lamentarsi il Jinjuriki della Foglia < < Non sono mai stato così lontano da quando….. > > ma si interruppe di colpo al pensiero di quanto stava per dire. Il suo viso si accese di un rosso fuoco.

< < Idiota > > gli disse una certa volpe all’interno della sua testa.

< < Non ti ci mettere anche tu, Kurama > >.

< < Piuttosto che ammirare le tue pagliacciate, preferirei sonnecchiare > >.

< < Brutta volpaccia > > ringhiò il biondo.

< < Incredibile > > commentò Ino Yamanaka, interrompendo il solito battibecco nella sua mente < < Chi l’avrebbe detto che Naruto sarebbe diventato così romantico una volta sposato > >.

< < Ehi un momento….. > > provò a protestare Naruto, sempre più imbarazzato.

< < Non avrei mai pensato di dirlo, ma Hinata è davvero fortunata ad avere così tante attenzioni dal suo uomo > > aggiunse Sakura con un sorrisetto furbo.

< < Sakura! > > sbraitò l’eroe della Foglia, indignato < < Ma bravi, prendetemi pure in giro > >.

Un altro giovane uomo dai capelli neri e corti, mostrando un sorriso ampio e inquietante, si aggiunse alla discussione < < In effetti, in tanti anni che lo conosco non l’ho mai visto scrivere così tante lettere. In queste due settimane avrà scritto almeno una decina di lettere. Alcune sono arrivato persino a leggerle > >.

< < Chiudi il becco, Sai > > urlò Naruto, ormai completamente circondato dai suoi cari amici < < Come ti sei permesso di leggere le mie lettere? > >.

< < Ho detto qualcosa di sbagliato? > > domandò ingenuamente Sai alla bionda accanto a lui. Ormai Ino era diventata la sua principale maestra in ogni genere di faccenda sociale.

< < Tesoro mio, sei proprio un dannato zuccone a volte, ma questa volta hai colto nel segno > > ridacchiò Ino, intrecciando la mano con quella del suo ragazzo mentre marciavano < < Comunque anche se è passato un anno, faccio ancora fatica a credere che Naruto sia diventato un marito così amorevole. Per di più è stato il primo della nostra generazione ad essersi sposato > >.

< < Beh, io………noi > > tremò leggermente Naruto, non proprio a suo agio in quella conversazione < < Insomma volete piantarla? > >.

< < Dal vostro matrimonio è già passato un anno > > commentò pensierosa Sakura, ignorandolo completamente < < Ripensandoci bene, ancor prima delle nozze, Naruto e Hinata si sono quasi sempre trovati in squadra insieme, soprattutto per le missioni lunghe e difficili. Senza contare che in giro per il villaggio è diventato estremamente raro vederli separati > >.

< < Direi che tutto è cominciato da quella missione sulla Luna > > aggiunse, lanciando un’altra occhiata al suo vecchio compagno di squadra. Questa volta, però, sorrise amorevolmente. Era veramente felice per il suo caro amico.

Naruto si rassegnò al fatto di essere al centro dell’attenzione. Avrebbe voluto mascherare meglio la sua ansia e il suo imbarazzo, ma quella era stata la prima volta che si era allontanato così tanto dalla sua giovane sposa. Hinata Hyuga, anche lei eroina dell’ultima guerra, primogenita di uno dei clan più illustri dell’intero Paese del Fuoco.

Lei l’aveva accompagnato spesso, anche per missioni dure e pericolose. Tuttavia, in occasione di  quest’ultimo attacco diretto all’organizzazione schiavista, la kunoichi specialista nell’arte del pugno gentile a malincuore era stata costretta a restare a casa.

Una serie di riunioni interne nel clan Hyuga aveva costretto Hinata a restare a Konoha. Quest’ultima non avrebbe mai voluto separarsi dal marito per un tempo così lungo, ma allo stesso tempo si era fatta trovare pronta per sostenere la sorella Hanabi nella gestione degli affari di famiglia, delicati e importanti per l’intero villaggio.
Dopo i terribili lutti causati dalla guerra e soprattutto dopo la perdita di Neji, il clan Hyuga era cambiato. Quella fredda severità che aveva crudelmente dominato i rapporti fra famiglia principale e cadetta sembrava quasi del tutto scomparsa, lasciando intravedere un futuro diverso, nuove speranze per la creazione di un legame vero, di una famiglia vera. Incredibilmente Naruto stava riuscendo anche in questo. Con l’amore che provava verso Hinata, egli lottava strenuamente anche per tentare di mantenere quella vecchia promessa fatta a Neji diversi anni prima: rivoluzionare il clan degli Hyuga.

Naruto era ben consapevole di quanto sembrasse irrazionale e stupido in quel momento. Ciò nonostante, non faceva nessuna fatica ad ammettere di voler al più presto trovare davanti agli occhi le familiari porte di casa. Era una gioia impagabile sapere che una volta arrivato avrebbe potuto finalmente godere della compagnia della donna che amava. Il biondo sorrise apertamente, dimenticando ogni imbarazzo.

Ulteriori prese in giro furono scongiurate dall’arrivo di un altro ninja della Foglia in ritorno dal solito giro di ricognizione. Il giovane cavalcava con sicurezza un robusto e fedele cane ninja bianco. L’animale aveva un ben curato pelo folto e ed era di grandi dimensioni, anormali persino per il più feroce lupo esistente sulla terra.

< < Nei dintorni nulla da segnalare, gente > > esclamò Kiba Inuzuka < < Io e Akamaru abbiamo fatto molti giri di perlustrazione per espandere la forza e la gittata del nostro olfatto. Nessun chakra nemico da segnalare e nessun inseguitore alle nostre spalle > >.

Da quando era iniziato il viaggio di ritorno, Kiba era sembrato più cupo del solito, come se non riuscisse a trovare il modo di manifestare ai compagni le proprie preoccupazioni.

< < Quando abbiamo distrutto il covo > > disse Naruto con voce seria < < Io e Rock Lee abbiamo affrontato molti ninja mercenari. Solo un paio di loro sono riusciti a fuggire dallo scontro e dalla cattura > >.

< < E’ stato uno scontro emozionante, condotto dalla forza del nostro coraggio e della nostra giovinezza > > quasi urlò Rock Lee al settimo cielo.

< < Quelli che invece hanno tentato il recupero dei prigionieri scortati dal gruppo di Sakura e Ino sono stati fermati dal contingente di supporto guidato da Kankuro. Dall’alto ho potuto osservare l’intero scontro, i pochi che non sono stati catturati sono morti in combattimento. Per sicurezza ho volato per miglia e miglia, ma non ho avvistato alcun nemico in fuga > > aggiunse Sai con calma.

< < Non ho ancora avuto modo di chiedertelo, Naruto > > intervenne Kiba, stando sempre in groppa al suo fedele amico < < Tra i ninja che hai combattuto, potresti per caso aver percepito qualcosa di strano? Un chakra particolare, difficile da descrivere. Di sicuro un chakra molto potente > >.

Il biondo restituì lo sguardo preoccupato dell’amico. Il rapitore di Hanabi era stato l’ultimo nemico che lo aveva costretto alcuni mesi prima a combattere al massimo della sua forza.

< < Come sapete Akamaru è in grado di distinguere con precisione la pericolosità di un nemico in base al chakra che possiede > > spiegò il giovane Inuzuka, mentre grattava dolcemente la nuca del cane bianco < < Poco prima dell’inizio del nostro attacco al covo schiavista, Akamaru ha percepito solo per un istante la presenza di un chakra potente. Un chakra indubbiamente oscuro. Ma è stato solo un attimo > >.

< < E’ vero! > > confermò Naruto, scuro in volto < < Hai ragione, Kiba. L’ho percepito anch’io per pochi secondi in modalità eremitica. Inoltre, anche senza il potere di Kurama e nonostante sia sparito in un attimo, ho potuto distinguere chiaramente il profondo odio su cui si fonda questo chakra sconosciuto > >.

< < Ma se davvero c’era qualcuno di così potente in quel covo, per quale motivo non si è rivelato? Per quale motivo non ha partecipato allo scontro? > > domandò Sakura.

< < Essendo un ninja così potente, con ogni probabilità avrà percepito in anticipo la pericolosità di Naruto, anche se credo che la fama di Naruto sia ormai estesa in tutto il mondo > > ipotizzò Sai, stringendo amorevolmente la mano di Ino.

C’era una nuova ventata di malinconia e timore nel gruppo in marcia. Le preoccupazioni di Kiba avevano portato involontariamente una ventata di dubbi e preoccupazioni. Al posto della simpatica e imbarazzante discussione sulla vita sentimentale di Naruto, adesso dominava lo spettro inquietante di un nuovo possibile pericolo, la paura che la vita felice che erano riusciti ad ottenere con così tanto sangue e dolore potesse essere messa in discussione da un nemico ancora sconosciuto.

Mentre i giovani shinobi esternavano fra di loro dubbi e timori, all’improvviso Naruto trovò insopportabile la tensione che si era creata. Preferiva di gran lunga essere preso in giro per le sue pene d’amore, piuttosto che vedere i suoi compagni in pena.

< < E’ inutile preoccuparsi prima del tempo > >.

Sentiva gli sguardi dei suoi compagni su di lui, ma egli li sostenne con la sua solita ferrea determinazione. Provava il forte desiderio di tranquillizzare i suoi amici e sperò con tutto il cuore di riuscirci.

< < I ninja non sono mai stati uniti come oggi > > cominciò il giovane eroe con voce calma e sicura < < Abbiamo realizzato qualcosa di straordinario, un legame profondo con persone di ogni nazionalità e provenienza. Se qualcuno dovesse aggredire questa pace che abbiamo così duramente costruito, allora noi combatteremo, ma lo faremo insieme. Non posso immaginare l’identità o la pericolosità dei nostri nemici futuri, ma vi assicuro che questo non mi preoccupa minimamente e il motivo della mia sicurezza deriva semplicemente dal fatto che mi fido di voi e di tutti i miei compagni > >.

I giovani shinobi della Foglia ascoltarono rapiti le parole dell’amico. La crescita caratteriale di Naruto era impressionante agli occhi di chi l’aveva sempre visto come una persona generosa e ingenua. Non aveva mai manifestato le doti di un leader carismatico come l’amico Shikamaru, eppure dopo la guerra Naruto aveva dimostrato un maturamento continuo, una crescita che andava oltre la sua enorme forza guerriera, nonostante fosse rimasto il ragazzo allegro di sempre.

< < A volte stento ancora a crederci > > sbottò Sakura < < E’ incredibile quanto tu sia maturato, Naruto > >.

< < Non preoccuparti, Sakura! Sono ancora lo scemo di sempre. Non credo proprio di poter cambiare sotto questo punto di vista > > ridacchiò lui, facendo sospirare l’amica.

< < Ne sono felice, testa di rapa. Hokage o no faresti meglio a non cambiare mai > > disse il ninja medico sorridente.

< < Ad ogni modo, ragazzi, vedrete che prima di affrontare qualsiasi eventuale nemico, noi lo faremo ben preparati con tutte le informazioni necessarie. Mi fido ciecamente di Sasuke. Con lui le nostre spalle sono sempre coperte > > concluse il biondo, sorridendo apertamente ai suoi amici, soffermandosi soprattutto su Sakura.

Quest’ultima arrossì visibilmente, sorridendo felice, però, al pensiero del suo amato e alla consapevolezza dell’importanza di quanto stava facendo per il bene di tutti i loro. La tensione era decisamente diminuita, persino la stanchezza sembrava più facile da gestire.

Di colpo sembrava ancora più realistico il fatto che Naruto con ogni probabilità sarebbe potuto diventare il Settimo Hokage della Foglia.

< < Mmmmh > > si lamentò Sai, pensieroso. Al suo fianco, la sua ragazza lo fissò < < Che succede, caro? > >.

< < Stavo ripensando alle lettere di Naruto > > esclamò Sai seriamente.

< < Cosa? > > ribatté Ino incredula.

Naruto si fermò di colpo scosso da violenti brividi. Il suo viso aveva assunto uno strano colorito bluastro.

< < Come vi dicevo, mi è capitato di leggerne qualcuna > > continuò imperterrito il moro, non afferrando minimamente i segnali disperati del compagno < < Alcune erano veramente strane. Parlavano di certi giochi che non ho capito bene > >.

< < CHIUDI IL BECCO, SAI > >.
 
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Al tramonto, il gruppo giunse finalmente davanti alle porte di Konoha. Tutti i membri della squadra erano esausti, ma soddisfatti per l’esito della missione. Hinata Hyuga Uzumaki si era fatta trovare lì insieme ai pochi shinobi di guardia, le mani strette fra di loro in trepidante attesa. Non aspettò nemmeno che il gruppo facesse il suo ingresso al villaggio. Corse a perdifiato tuffandosi di peso tra le braccia del marito.

I due condivisero un lungo abbraccio, indifferenti di essere in pubblico davanti agli occhi attoniti di decine di persone.

< < Naruto > > sussurrò lei, posandogli una mano sulla guancia.

< < Sono tornato, amore > > rispose calorosamente il giovane, prima di catturare le labbra della moglie in un bacio passionale e da troppo tempo atteso. La kunoichi rispose con entusiasmo indifferente a qualsiasi altra cosa.

Solo quando si separarono per necessità d’ossigeno, Hinata si rese conto di dove fosse e ovviamente il suo bel viso assunse immediatamente il solito colorito rosso fuoco. Districandosi a fatica dal marito, si affrettò nel più totale imbarazzo a salutare tutti gli altri suoi amici.
Nonostante la tarda ora, il gruppo si incamminò insieme a Hinata verso la Torre dell’Hokage per il consueto rapporto dopo una missione. Data l’ora tarda, tra i corridoi dell’imponente edificio circolavano ben pochi collaboratori. Anche all’interno dell’ufficio centrale c’erano soltanto Kakashi e il giovane consigliere Shikamaru Nara, il quale li accolse calorosamente con un gran sorriso, sollevato di vederli tutti in buona salute.

Con il tacito consenso dei compagni, fu Naruto ad illustrare attentamente l’esito della missione al suo vecchio maestro. Nel corso degli anni passati, raramente il Jinchuriki della Foglia si era preposto a compiti del genere, lasciando quel tipo di incarico a Sakura o ai vari leader del team 7 come lo stesso Kakashi o il capitano Yamato. Ora, mostrando tutta la professionalità necessaria, stava illustrando al leader del suo villaggio tutti i passaggi della missione appena compiuta, lodando apertamente le parti che ciascuno dei suoi compagni aveva svolto durante le operazioni. Kakashi Hatake lo osservò attentamente mentre parlava e si sentì più orgoglioso che mai.

Naruto stava terminando il suo rapporto, quando la porta dell’ufficio si aprì di scatto, facendo trasalire i presenti. Un ragazzo robusto e in carne fece il suo ingresso a corto di fiato. Indossava un’armatura rossa, molto simile agli indumenti tipici degli antichi samurai. Si trattava della classica tenuta del clan Akimichi della Foglia. Il giovane Choji ansimava rumorosamente con le mani alle ginocchia, mentre riprendeva fiato. Tutti i presenti lo fissavano allibiti.

< < Chiedo scusa per l’intrusione, Sesto Hokage > > sbottò Choji, ancora con il fiatone < < E’ arrivato un messaggio urgente da Suna. Perdonate, ma non potevo proprio aspettare > >.

< < Che cosa? > > chiese Shikamaru, il quale perse in un attimo quella calma che di solito manteneva sempre nelle sue vesti di consigliere.

< < Calmati, Shikamaru > > lo ammonì Kakashi severamente < < Di che cosa si tratta, Choji? > >.

< < Non sarà accaduto qualcosa di brutto a Gaara? > > intervenne Naruto.

< < Calmiamoci tutti! > > esclamò nuovamente il leader del villaggio < < Choji, quale sarebbe il contenuto del messaggio? > >.

L’Akimichi si grattò nervosamente la nuca, osservando preoccupato la figura del suo migliore amico. < < Si tratta di Temari. Ha subito un agguato durante il viaggio verso il Paese del Vento. È rimasta ferita durante un violento scontro > >.

< < MALEDIZIONE > > urlò Shikamaru, ormai in preda al panico. Nella sua mente si era già immaginato lo scenario peggiore < < CHE COSA E' SUCCESSO, CHOJI? > >.

Si avvicinò correndo all’amico, eludendo i tentativi di Sai e Naruto che cercarono di fermarlo. Quasi gli ringhiò contro nella terribile attesa di conoscere i dettagli dell’accaduto. Afferrò con forza le spalle del suo compagno di squadra.

< < Non preoccuparti, Shikamaru > > esclamò Choji, poggiandogli le mani sulle spalle per calmarlo < < Temari sta bene. Non è stata ferita gravemente. In questo momento è al sicuro nel Villaggio della Sabbia > >.

Il respiro ansimante dello stratega si alleggerì leggermente. La paura di aver perso la donna che amava l’aveva quasi fatto impazzire nel giro di pochi secondi. Tuttavia, anche se stava riacquistando a fatica la calma, voleva assolutamente sapere cosa fosse successo.

< < Quali sono le sue condizioni? Voglio chiedere immediatamente ai ninja medici della Sabbia le copie dei referti > > disse Sakura in tono professionale.

< < Purtroppo non sappiamo altro sulle condizioni di Temari. Il messaggio non viene direttamente dalla Sabbia > > continuò Choji, intuendo la profonda ansia dell’amico < < La notizia dell’attacco con tutti i particolari della breve battaglia viene da un falco messaggero speditoci direttamente da Sasuke > >.

< < Che cosa? > > questa volta fu Sakura a trasalire < < Dove si trova adesso? Sta tornando al villaggio? > >.

< < Mi spiace, ma a questo non posso rispondere, Sakura > > rispose il robusto ninja, sconsolato < < Nel messaggio Sasuke dice che l’agguato a Temari è fallito completamente. Quattro ninja hanno cercato di sorprenderla di sera all’altezza del confine tra il Paese dei Fiumi e quello del Vento. Temari si è difesa alla grande: in realtà ha dovuto fronteggiare solo tre avversari, il quarto membro del gruppo non si è rivelato durante lo scontro. Secondo Sasuke erano ninja mercenari dell’organizzazione schiavista. Resta oscura l’identità del quarto nemico, probabilmente il capo dei tre assalitori. Sappiamo soltanto che si tratta di un ninja arciere con un chakra molto potente. Sasuke chiede espressamente a Naruto di non abbassare mai la guardia, nemmeno tra le mura del villaggio > >.

< < Un ninja arciere > > commentò Naruto pensieroso. Al suo fianco Hinata gli passò un braccio intorno alla vita, poggiando la testa sulla spalla di lui.

< < Quella donna > > sussurrò Shikamaru, stringendo i pugni per la rabbia. Non si fidava della propria voce, ma parlò ugualmente. < < Come ha fatto a salvarsi, Choji? Temari è forte, ma tre nemici esperti avranno avuto la possibilità di attaccarla da ogni lato > >.

< < Il messaggio di Sasuke dice che Temari ha sconfitto ben due avversari da sola, mentre il terzo assalitore si è ritirato immediatamente con l’arrivo di Sasuke in persona > > continuò Choji.

Naruto e Sakura sorrisero entrambi. Ancora una volta Sasuke si era fatto trovare pronto per proteggerli.

< < Lei come sta? > > chiese Shikamaru, consapevole di essere completamente irrazionale. In quel momento non c’era modo di saperne di più. Ciò non faceva che aumentare la sua frustrazione.

< < Shikamaru > > disse debolmente Choji < < Devi stare tranquillo, lei sta bene ed è al sicuro> >.

Lo stratega di Konoha si girò di scatto verso la scrivania del ninja copiatore < < Maestro Kakashi > >.

< < So già cosa vuoi chiedermi, Shikamaru > > disse Kakashi con calma < < Ti invito soltanto ad essere cauto se ti è possibile. Non sappiamo quanto può essere diventato pericoloso il passaggio verso il Paese del Vento, soprattutto se si è da soli > >.

< < Non posso restare qui, maledizione > > sbottò con forza il moro < < E non intendo certo costringere nessuno a seguirmi. Ma non posso restare qui > >.

< < Aspetta, Shikamaru > > intervenne nuovamente Choji, sperando ardentemente di poterlo convincere < < Nel messaggio di Sasuke c’è anche una richiesta che proviene direttamente da Temari > >.

Shikamaru strinse i pugni con forza per la frustrazione. Se lo aspettava. Anche in quell’occasione quella donna fastidiosa aveva deciso di tormentarlo < < Dice di non preoccuparti. Ti chiede espressamente di non fare nulla e aspettare. Sarà lei a scriverti nei prossimi giorni, quando si sarà ripresa del tutto > >.

< < Dannazione > > ringhiò ferocemente il giovane consigliere. Tutti i presenti lo fissavano preoccupati: era così raro vederlo in quello stato, così preda delle proprie emozioni.

< < Quella dannata donna fastidiosa > > disse Shikamaru con voce più debole. Voleva urlare selvaggiamente per la rabbia che provava e per il desiderio incontrollabile di stare accanto alla sua donna.

Il giovane Nara sospirò pesantemente prima di rivolgersi all’Hokage < < Molto bene. Se non c’è altro vorrei congedarmi, Sesto Hokage > >.

Da sotto la maschera, Kakashi restituì il suo sguardo con espressione indecifrabile < < Permesso accordato, Shikamaru. Prenditi il resto della nottata e tutta la giornata di domani. In caso di novità ti contatterò immediatamente > >.

Shikamaru rispose con un piccolo inchino, prima di uscire a grandi passi dall’ufficio. La porta sbatté con forza lasciando subito dopo la stanza nel più totale silenzio. Il povero Choji era quello maggiormente rammaricato per aver dovuto fare da messaggero in quella circostanza, arrivando a sentirsi realmente in colpa per le sofferenze del suo migliore amico, quasi come se fosse una sua diretta responsabilità.

< < La situazione sta diventando preoccupante > > dichiarò Kakashi, lanciando un’occhiata significativa a Naruto < < E’ evidente che gli schiavisti abbiano iniziato a reagire ai nostri attacchi con un piano ben preciso. Probabilmente da ora in avanti proveranno ad attaccare in gruppo singoli e soprattutto importanti membri dell’unione. Sapevano dell’importanza di Temari all’interno dell’unione, perciò hanno provato a ucciderla in un territorio dove non avevano mai operato fino ad adesso. È una strategia pericolosa da non sottovalutare. Significa che nessuno può più permettersi di viaggiare da solo, soprattutto se si è diretti verso i deserti del Paese del Vento. Dobbiamo avvertire tutti i nostri alleati su questi nuovi sviluppi > >.

< < Capisco bene quello che prova Shikamaru > > commentò Naruto, intrecciando le dita con quelle di Hinata.

< < Lo capiamo tutti, Naruto > > esclamò Ino, con voce ansiosa. Le lacrime così vicine a uscire < < Ma non possiamo permetterci imprudenze, non dopo quello che abbiamo patito e perso > >.
La perdita del padre l’aveva quasi distrutta. Era un dolore che l’avvicinava ulteriormente al suo compagno di squadra del team dieci. Quest’ultimo aveva perso il suo nello stesso tragico identico modo. Ino Yamanaka accolse con gioia il caldo e amorevole abbraccio di Sai.

< < Direi che per oggi va bene così > > sospirò Kakashi mostrando anch’egli un’evidente stanchezza.

Si alzò in piedi rivolgersi ai suoi giovani shinobi < < Voi tutti avete svolto un ottimo lavoro. Siete esausti e meritate molte giornate di riposo. Non è accaduto niente di grave. Temari sta bene e noi continueremo a colpire con forza gli schiavisti. Ora rilassatevi e godetevi un meritato riposo con i vostri cari > >.

Il Sesto Hokake sorrise calorosamente sotto la maschera, osservando con affetto tutti quei giovani ninja così tanto maturati nel corso degli anni. Formalmente erano i sottoposti del leader del Villaggio della Foglia, ma loro erano soprattutto i suoi amati allievi.
 
 
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Il quartiere dei Nara, situato nella zona ovest del Villaggio della Foglia a pochi passi dai primi alberi della misteriosa e affascinante Foresta del Cervo, rispecchiava il carattere mite e sereno, tipico dei membri di una stirpe che restava tra le più antiche a Konoha. Si poteva percepire una calma pressoché assoluta: tra le strade ben curate o tra le molte abitazioni così simili tra di loro.

Dopo la guerra, Shikamaru aveva deciso di continuare ad abitare nella vecchia casa dei suoi genitori. Fece del suo meglio per lenire per quanto possibile il dolore della madre. Si prese cura di lei e a piccoli passi sua madre ricominciò faticosamente a vivere con il ricordo dell’amato marito scomparso custodito gelosamente nel cuore. Nel frattempo, forte delle imprese di guerra, compresa l’incredibile vittoria contro uno dei ninja terribili dell’Akastuki, Shikamaru venne ufficialmente scelto per la guida del suo clan, succedendo così al padre.

L’intera famiglia aveva accettato con gioia questa successione e poco importava la sua giovane età o il fatto che non fosse ancora sposato. Per i Nara erano dettagli privi di importanza, senza contare che tutti avevano accolto con entusiasmo la giovane kunoichi della Sabbia, che era entrata a far parte della vita di tutta la famiglia.

Dopo essersi dichiarati e soprattutto dopo aver raggiunto una profonda intimità fisica, Temari e Shikamaru avevano condiviso il piccolo e confortevole appartamento di lei, che da molti anni veniva concesso al governo della Foglia all’ambasciatrice della Sabbia, la quale spesso le capitava di restare a Konoha per lunghi periodi.

Con le mani in tasca, il moro passeggiava lentamente lungo le familiari vie del suo quartiere. Il desiderio di vedere la sua fidanzata diventava sempre più forte e opprimente. In passato avrebbe definito una situazione del genere come una grandissima seccatura e in realtà anche adesso lo pensava: la più grande e importante seccatura della sua vita. Suo malgrado sorrise amaramente nell’intensità delle emozioni che provava.

Fece il suo ingresso in casa accompagnato dai tormenti impossibili da ignorare < < Sono a casa, mamma. Scusa per l’orario. Sono impegnato da mille questioni > >.

Yoshino Nara era seduta comodamente sul divano del soggiorno. < < Beh, ora che sei il consigliere dell’Hokage dovrei cominciare a farci l’abitudine. Sarai sempre impegnatissimo > >.

< < Tutta una serie di seccature, mamma > > mormorò lui stancamente. Non voleva parlare di Temari con sua madre < < Ma ammetto anch’io la loro importanza. Ci sono ancora così tante cose da fare, ma è incredibile quanti passi avanti sono stati fatti > >.

< < L’unione dei ninja sarà una svolta per il futuro, Shikamaru > > esclamò Yoshino, una lacrima solitaria discese lentamente sul suo viso < < Sento che la via della pace sia proprio questa. Il mondo per il quale tu e tuo padre vi siete battuti con così tanto coraggio > >.

< < Sai > > aggiunse con voce dolce < < Temari è una gran brava ragazza. Il vostro legame è bellissimo Shikamaru e sono felice di vedere quanto tu sia cresciuto e maturato insieme a lei. Sarò sempre grata a quella ragazza, si prende cura del mio bambino > >.

< < Mamma > >.

Sua madre gli sorrise con orgoglio, facendo arrossire il figlio. Per un attimo Shikamaru dimenticò tutte le sue pene grazie al calore di una donna fastidiosa che lo aveva cresciuto con tutto l’amore possibile.

< < Ti ho lasciato la cena pronta, tesoro > > disse la donna, alzandosi dal divano < < Mi raccomando, scaldala bene nel forno. Io vado a letto, caro. Sono veramente esausta > >.
< < Certo, mamma > > rispose Shikamaru < < Vai pure a riposare. Ci penso io a sistemare tutto > >.

Sua madre gli carezzò delicatamente una guancia, prima di ritirarsi per la notte.

 
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Nel totale silenzio della casa, Shikamaru consumava con lo sguardo perso nel vuoto la cena accuratamente preparata dalla madre. In un primo momento la sensazione di malessere allo stomaco lo aveva quasi spinto a non toccare cibo, ma poi comprese l’importanza di quella cena. Doveva essere in forze. Non poteva permettersi alcuna debolezza fisica dovuta alla mancanza di cibo.

Sperava davvero di non perdere la posizione che aveva raggiunto con tanta fatica, a causa di ciò che stava per fare. Era uno dei consiglieri dell’Hokage in persona e voleva continuare ad esserlo per molti anni. Sognava il momento in cui avrebbe continuato il suo lavoro al fianco di Naruto. Lo aveva promesso a sé stesso, alla sua famiglia e a Temari. Ciò nonostante, quella notte Shikamaru Nara non ebbe alcuna esitazione.

Temari era la donna della sua vita. Nessuna altra cosa aveva più importanza.

Come promesso alla madre sistemò la cucina con cura. Nella sua mente aveva elaborato decine di strategie, ma si rese conto che per il suo obiettivo la soluzione migliore era estremamente semplice.

La Foresta del Cervo non era controllata da nessuno e tutti i Nara conoscevano un passaggio segreto che conduceva direttamente fuori il villaggio. La foresta era grande, si estendeva per miglia oltre le mura di Konoha.

Shikamaru la conosceva perfettamente: in quella distesa infinita di alberi e vegetazione, dominata dai cervi allevati con cura dai Nara, egli aveva fatto letteralmente a pezzi il corpo di Hidan, l’assassino del suo maestro.

In pochi minuti era già pronto per il viaggio di tre giorni fino a Suna. Gli dispiaceva per i compagni, per la madre e soprattutto per il Sesto Hokage. Il maestro Kakashi, oltre ad essere il leader del villaggio, era anche da tempo una sorta di guida per lui e per tutti gli altri ninja della sua generazione. Era stato lui ad assumersi il difficile incarico di guidare il team dieci nel drammatico scontro con i due assassini dell’Organizzazione Alba subito dopo la morte di Asuma.

Scrisse un lungo messaggio, con il quale cercò di spiegare al meglio le proprie motivazioni. Lo avrebbe spedito direttamente all’Hokage durante il viaggio. Non aveva alcuna intenzione di far preoccupare sua madre inutilmente. La sua posizione di consigliere l’aveva già abituata a vederlo uscire a qualsiasi orario per svariate ragioni.

Era pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni future. Era determinato a subire qualsiasi punizione. Lui doveva vederla. Doveva accertarsi che lei stesse bene e che fosse al sicuro.
Caricandosi lo zaino sulle spalle, Shikamaru Nara uscì dal retro della casa. Oltre il giardino era già possibile ammirare l’entrata della foresta.

Cominciò ad incamminarsi e in breve la sua figura sparì nel cuore della notte tra i maestosi alberi della Foresta del Cervo.
 
 
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