Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: The_Storyteller    25/04/2021    0 recensioni
Londra, 1868. Anna Wilson è la classica ragazza di buona famiglia: colta, beneducata, in attesa che il suo fidanzato le faccia la fatidica proposta.
Tutto normale… o forse no.
Una strana ferita, il mistero delle ricerche di suo padre e il caotico quanto affascinante leader dei Rooks avvicineranno Anna alle vicende degli Assassini, e scoprirà l'antico legame che la lega a loro.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evie Frye, Henry Green, Jacob Frye, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anna e Richard stavano camminando da un tempo indefinito. Le uniche cose che la ragazza percepiva erano la luce della lanterna che reggeva in mano e il pugnale vichingo che il Templare le teneva puntato contro la schiena, impedendole qualsiasi tentativo di ribellione. La giovane pensava a come liberarsi di lui, ma ogni idea le sembrava impossibile da realizzare.
D’un tratto, il loro cammino venne interrotto da un’altra parete di pietra, molto più grande della precedente: a differenza della prima porta, che era completamente liscia, questo muro era interamente decorato da bassorilievi di foggia norrena, con raffigurazioni di guerrieri e battaglie feroci.
- Incredibile...- sussurrò la ragazza, impressionata da quelle raffigurazioni.
La pressione della lama sulla sua schiena la riportò alla realtà, insieme alla voce aspra di Richard: - Non perdete tempo. Dobbiamo trovare un modo per proseguire.-
- E chi vi dice che sappia come andare avanti?- replicò.
- Siete già riuscita con la cattedrale, non vedo come non possiate riuscire anche stavolta- rispose lui, ghignando.
Anna gli lanciò un’occhiata carica di disprezzo, ma dovette ubbidire un’altra volta. Si concentrò quindi sui bassorilievi, osservando ogni figura nel tentativo di scoprire qualcosa di particolare, quando notò delle scritte in antico norreno.
Chiuse gli occhi e si concentrò, per poi riaprirli e leggere la frase con gli occhi di Eivor: -“Chi culla gli uomini con dorso insanguinato? Chi aiuta i guerrieri contro il dardo affilato? Chi dona la vita e la buona sorte e giace al tuo fianco quando giunge la morte?”-
- Cosa diavolo significa?- domandò Richard.
Anna ragionò per alcuni secondi: - Dev’essere una specie di indovinello, e forse la risposta si trova rappresentata qui- spiegò, indicando il muro scolpito.
- E allora datevi da fare!- disse il Templare rabbioso.
Un lungo brivido di paura percorse la schiena della ragazza: Richard stava cominciando ad arrabbiarsi, e la giovane iniziò a temere per la propria incolumità.
Senza perdere tempo, Anna osservò nuovamente i bassorilievi, studiando ogni figura mentre si ripeteva nella testa le parole enigmatiche dell’indovinello.
Ad un tratto, un particolare attirò la sua attenzione: nella scena guerresca scolpita nella pietra tutti i combattenti brandivano spade e asce, senza nessuno strumento di difesa. Soltanto uno di loro, mischiato insieme agli altri, reggeva un piccolo scudo tondo davanti a sé.
- Ma certo!- esclamò, sfiorando la figura con le dita.
- Lo scudo! Cos’altro poteva decidere l’esito di una battaglia e il fato di un guerriero?-
Nonostante la situazione in cui si trovava, Anna si sentiva comunque elettrizzata dalla sua scoperta. Aumentò appena la pressione sullo scudo scolpito e scoprì che in realtà era una specie di pulsante. Premette quindi con forza e attivò un meccanismo, aprendo così la seconda porta dei sotterranei.
 
Un altro lungo corridoio apparve davanti a loro, in fondo al quale si intravvedeva una luce tenue. Anna si sentiva battere forte il cuore dall’emozione, ma non sapeva indicarne propriamente la causa: se fosse l’avvicinarsi alla leggendaria spada o il fatto che Richard appariva sempre più agitato e brusco.
Doveva usare cautela, pensava nella sua mente, intanto che percorrevano il corridoio e si avvicinavano man mano all’uscita.
Un’ampia sala circolare si aprì davanti ai loro occhi, illuminata da una misteriosa struttura posta al centro. Anna notò una torcia e la accese con la fiamma della lanterna; dal sostegno ligneo, come fosse stato collegato a un meccanismo, partì una fiammata che accese in successione altre torce disposte tutto intorno alla sala, illuminandola completamente e rivelando un altro corridoio dal lato opposto.
E davanti a loro, incastonata in una base di pietra, splendeva la leggendaria Excalibur.
- Finalmente...- mormorò Richard, spingendo via la ragazza davanti a sé. Corse verso l’arma, osservando affascinato i decori lineari lungo la lama. Gettò a terra il pugnale che aveva ancora tra le mani e afferrò l’elsa della spada, cominciando a tirare per estrarla dal suo sostegno.
Anna notò i suoi occhi pieni di cupidigia, e capì che doveva assolutamente fermarlo dal suo intento. Vide il pugnale giacere dietro il Templare, concentrato nella sua impresa. Era un’occasione unica.
La giovane si portò alle spalle di Richard e lentamente, soppesando ogni passo, si avvicinò al pugnale. Allungò una mano, ormai vicinissima, ma il Templare tirò un calcio al pugnale, allontanandolo dalla ragazza.
Anna alzò lo sguardo terrorizzato, incrociando il volto crudele di Richard; dopo un ultimo strattone, l’uomo estrasse la spada e, trionfante, la alzò sopra la sua testa.
Avanzò verso la ragazza, portandola in direzione opposta a quella del pugnale, e la guardò con arroganza: - Cosa pensavate di fare, mia cara?- le chiese in tono minaccioso, calcando con forza sul nomignolo che un tempo le rivolgeva con affetto, mentre ora sembrava il peggiore degli insulti.
Anna tentò di calmarlo: - Richard, vi prego, calmatevi. Avete la spada, ora possiamo tornare indietro.-
Richard guardò la sua fidanzata, e per un attimo ritornò il gentiluomo di sempre: - Avete ragione, è vero. Sono stato così preso da questa mia ricerca, che per poco non perdevo la testa. Ma posso rimediare al mio comportamento così deprecabile nei vostri confronti.-
- Unitevi ai Templari, mia cara. Insieme riusciremo a portare la pace e l’ordine all’umanità, per un mondo migliore- le propose entusiasta.
Anna rimase interdetta: come poteva parlarle di pace, quando a Londra non si era visto altro che violenza e corruzione, grazie a Starrick e ai suoi accoliti?
- No.-
Un’unica parola, così breve eppure così potente: il volto di Richard passò dalla speranza allo stupore, per poi vertere sulla rabbia.
Avanzò verso la ragazza, la mano che reggeva la spada che tremava d’ira, quando un coltello gli passò accanto al volto, sfiorandolo di pochi centimetri.
- Allontanati subito da lei!- gli intimò Jacob, entrando nella sala.
Anna sorrise nel vedere l’Assassino, ma Richard la spinse bruscamente via e si fiondò su Jacob a lama tratta.
I due uomini ingaggiarono un feroce combattimento: uno armato di una spada leggendaria, l’altro che rispondeva con un bastone animato. Se uno attaccava con la forza, l’altro aveva l’esperienza ad aiutarlo. Solo una cosa li accomunava: entrambi lottavano per la propria vita e per l’amore della giovane Wilson.
 
Approfittando della situazione, Anna riuscì finalmente a recuperare il pugnale. Si voltò verso i due uomini, cercando un modo per aiutare Jacob, quando notò che la spada stava cominciando a illuminarsi.
- Attento Jacob!-
Dopo aver parato l’ennesimo colpo del bastone animato, la spada emise un’onda d’urto formidabile, che investì tutti e tre i presenti sbalzandoli in direzioni diverse.
Anna fece in tempo a ripararsi il volto, venendo sbalzata di qualche metro e urtando la spalla.
Si alzò dolorante e controllò come stessero i due uomini: da un lato il Templare mugugnava appena, Excalibur a un paio di metri da lui; dall’altro l’Assassino immobile, inerme contro un muro.
- JACOB! NO!!-
La giovane si precipitò dall’uomo che amava, con in mano il pugnale. Si sentiva il cuore battere all’impazzata, mentre nella sua testa pregava che fosse ancora vivo.
Si buttò in ginocchio accanto all’uomo, prendendogli il volto fra le mani e chiamandolo per nome. Si lasciò scappare un sospiro di sollievo quando avvertì ancora il suo battito cardiaco, accarezzando con dolcezza il suo viso.
- Dunque, è così che vanno le cose.-
Improvvisamente, Anna si ritrovò Richard a un paio di metri da lei, armato di nuovo con la mitica spada e con un’espressione dura in volto.
La giovane afferrò il pugnale e lo puntò contro il Templare: - Non avvicinatevi!- gli intimò, ma non riuscì a trattenere il tremore nella sua voce.
Richard rise beffardo: - Cosa avete intenzione di fare, con quello stuzzicadenti?-
La giovane guardò il pugnale in mano, poi la spada e l’espressione superba dell’uomo. Si sentì tremare di paura, e stava temendo il peggio per la propria vita.
Tentò un’ultima negoziazione: - Ascoltatemi, Richard. Non deve finire così per forza. Potete tenere la spada, sono ancora disposta a sposarvi, ma vi prego: lasciateci andare via di qua. Lasciate andare Jacob.-
Il volto del Templare si adombrò, mentre si avvicinava minacciosamente verso la ragazza: - Non ci posso credere, mia cara. Davvero preferite un lurido topo di fogna a me?!- le chiese incredulo.
- Non osate chiamarlo così! Voi non valete nemmeno un centesimo di Jacob!- ribatté lei.
Richard respirò con rabbia, per poi alzare la spada sopra di sé: - Bene. Allora questa è la mia risposta. Sarà un piacere vedere questo reietto penzolare dalla forca, quando verrà incriminato della vostra morte...-
Anna si paralizzò dal terrore per ciò che stava per succedere, incapace di reagire. Le sembrava di vivere tutto al rallentatore: Richard stava caricando il colpo mortale, il suo viso carico di odio sembrava una maschera crudele. La giovane sentiva soltanto i battiti del suo cuore, mentre i muscoli sembravano essersi pietrificati dalla paura.
Chiuse gli occhi e alzò le mani, in un ultimo disperato gesto di difesa.
Un suono metallico catturò la sua attenzione: vide Richard curvo sotto il peso della spada, come se qualcosa gli avesse fatto perdere l’equilibrio. Poco lontano da lei giaceva una freccia con la punta rovinata, dovuto al contatto violento con Excalibur.
- Non un’altra mossa, sassone.-
 
Una donna sui trent’anni, vestita con abiti di pelle finemente decorati, abbassò l’arco. Una lunga cicatrice le solcava la guancia sinistra, mentre il tatuaggio di un corvo le adornava la tempia destra. Gli occhi azzurri erano decorati da una pittura bluastra e osservavano furiosi il Templare.
- Lascia andare la spada e potrai andartene sulle tue gambe- gli intimò.
Anna spalancò gli occhi increduli, stupefatta da quella presenza impossibile.
- Eivor...- sussurrò meravigliata.
Richard osservò la vichinga, lanciandole uno sguardo disgustato: - E tu da quale circo saresti scappata?- le disse, sbeffeggiandola.
La guerriera mise via l’arco ed estrasse lo scudo e un’ascia barbuta, mettendosi già in posizione d’attacco.
- I tuoi insulti mi scivolano addosso come la rugiada del mattino, indegno figlio di Loki. Ora scegli: puoi lasciare qui Excalibur e uscire per sempre dalla vita di Anna, oppure guadagnarti l’ingresso per Helheim- replicò Eivor.
La risposta di Richard non si fece attendere: riprese saldamente in mano la spada e caricò in direzione della vichinga.
Anna non poté far altro che osservare l’abilità bellica di Eivor sovrastare in breve tempo la forza bruta del Templare: Richard fendeva colpi rapidi e potenti, ma la norrena riusciva sempre a parare e schivare ogni singolo attacco, sfiancando in breve tempo il Templare.
Approfittando del suo sfinimento, Eivor passò all’attacco, tirando un solo colpo d’ascia al fianco dell’uomo e facendolo stramazzare a terra.
Un fiotto di sangue partì dallo squarcio, facendo impressionare l’unica spettatrice di quel duello mortale.
Tenendo una mano sulla ferita, Richard provò a rialzarsi, ma venne violentemente sollevato da terra dalla norrena.
Eivor lo guardò con odio, mentre sguainava la sua lama celata.
Per la prima volta da quando era iniziata quell’avventura, sul volto di Richard apparve un’espressione terrorizzata: - Non puoi uccidermi, maledetta. Non puoi...-
Il Templare sputò sangue ed emise un verso disumano, nel momento in cui Eivor lo trapassava con la lama affilata all’altezza dello stomaco. Il giovane si aggrappò a lei, guardandola con stupore, prima di accasciarsi al suolo esalando il suo ultimo respiro.
- Salutami Kjotve...- sibilò la guerriera con voce velenosa, intanto che ritraeva la lama.
 
Anna si portò le mani alla bocca, trattenendo a stento un sussulto di orrore. Non aveva fatto in tempo a riprendersi dall’apparizione di Eivor, che ora il cadavere dell’ormai suo ex fidanzato giaceva davanti a lei.
La vichinga si accorse del suo stato. Si sistemò indietro i capelli e ripose le armi, per poi avvicinarsi alla ragazza.
- Stai bene?- le chiese premurosa.
La giovane annuì appena, ma il suo volto era ancora scosso dagli ultimi avvenimenti: - Come puoi essere qui, Eivor? Insomma, sei vissuta quasi mille anni fa!-
La guerriera le sorrise e le mise le mani sulle spalle, in un gesto di affetto: - Te l’avevo detto che sarei stata con te, nel momento del bisogno. E, a quanto pare, sono arrivata al momento giusto- le spiegò, indicando con la testa il corpo del Templare.
Anna guardò sconsolata Richard, provando nonostante tutto una sensazione di dispiacere per la sua triste fine. Abbracciò la norrena, piangendo di tristezza e di sollievo per ciò che era appena accaduto: - Grazie Eivor, mi hai salvato la vita. Anche se non avrei voluto che finisse così.-
La donna ricambiò l’abbraccio e le sorrise: - La compassione è una grande virtù, Anna. Io stessa l’ho imparato durante i miei viaggi, ma purtroppo la verità è questa: per quanto una civiltà si proclami virtuosa e migliore delle altre, la violenza farà sempre parte dell’umanità- le spiegò in tono solenne.
Si sciolse dall’abbraccio e prese tra le mani il volto di Anna, guardandola con fierezza: - Hai mantenuto il tuo patto, figlia mia, e non potrei essere più orgogliosa del tuo coraggio- le disse, per poi alzarsi e recuperare Excalibur.
- Che cosa farai, con quella?- chiese Anna.
Eivor guardò con affetto la spada che aveva usato in vita, quindi se la sistemò sulla schiena, dietro lo scudo: - La porterò in un altro luogo, più sicuro e più difficile da trovare- rispose, per poi cercare qualcosa sulla sua cintura.
La norrena estrasse una catenina da una tasca della cinta, un sottile filo d’argento con un monile che rappresentava il sacro albero Yggdrasil, e lo porse alla giovane.
- Il mio regalo d’addio, mia dolce e coraggiosa sapiente. Ti proteggerà dagli spiriti malvagi- le spiegò mentre la aiutava ad indossarlo.
Prese poi un sacchettino di pelle e lo diede ad Anna, che lo guardò con curiosità.
- Aprilo quando il tuo uomo si sarà svegliato. Fidati, è molto più comodo delle spade- le spiegò con un occhiolino, ma ciò non fece altro che perplimere ulteriormente la ragazza.
Eivor le diede un ultimo abbraccio, stringendola con affetto: - È tempo che io vada, Anna. Ricordati, io sarò sempre con te- le mormorò con amorevolezza.
La giovane le gettò le braccia al collo, salutandola per l’ultima volta: - Addio, Eivor. Grazie di tutto.-
Con molta più difficoltà di quanto avesse immaginato, Eivor si staccò dalla sua discendente e, rivolgendole un ultimo sorriso, si incamminò verso la seconda uscita, sparendo dalla vista della giovane.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: The_Storyteller