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Autore: GoldenRing    25/04/2021    0 recensioni
"Solo dopo pochi istanti Tadashi riconobbe cosa gli stesse succedendo. Sentì pizzicare gli angoli degli occhi. Ma non poteva permettersi di piangere proprio lì, in quel momento davanti a tutti, davanti ai suoi kohai, ai professori, ai suoi senpai ma soprattutto davanti a Tsukki. Non era più un bambino."
[...]
"Perché pensi sia sbagliato?" gli chiese. "È amore, come potrebbe essere sbagliata una cosa così bella?"
[Sscond Years] [Yamaguchi centric] [TsukkiYama][KageHina] [NoSpoiler!] [Nuovo personaggio]
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Nuovo personaggio, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Kageyama”.

I ragazzi erano ancora fermi all'autogrill per quella che doveva essere solo una sosta pranzo ma che si era rivelato, invece, uno "svaliggiamo il reparto patatine senza farci beccare dal capitano" indetto da Nishinoya.

“Che vuoi?” gli chiese in risposta con uno sguardo truce.

“Stai fissando il distributore automatico da tre quarti d’ora”  Hinata era a pochi passi dall'impazzire.

 “Si può sapere qual è il problema?”continuò alcuni minuti dopo “Fai come sempre, affidati al destino".

Kageyama lo guardò con un'intensità tale che Hinata rabbrividì sul posto. Ne era sicuro: sarebbe morto da lì ai prossimi trenta secondi.

Tobio, dall'altra parte, davvero non riusciva  a capire Shoyo. Come poteva pensare quel mandarino che la scelta tra lo yogurt e il latte fosse così semplice che chiamare in causa il destino sarebbe bastato.

"Ci sono troppe marche diverse" si lamentò aggrottando le sopracciglie "E poi non ho 13 dita da poter cliccare contemporaneamente tutti i tasti come con il distributore della scuola".

Si prese il mento tra le mani sperando che quella posizione lo potessa aiutare nella decisione.

"Oi, Hinata-boke!" Kageyama si girò a guardarlo. Troppo silenzio.

“Shh.. sto pensando” proferì poi come a svelare una sacra verità.

"Pensi?" ghignò Kageyama "ma se non lo fai mai"

"HEEEY! EPHWM IO PENSO SEMPRE O ALMENO PIÙ DI TE"

"si certo, A COSA PENSAVI?"

"Al comportamento strano di Yamaguchi. Non ci hai fatto caso?” i due si guardarono per pochi istanti.

"Che vuoi dire?"

"È corso via"

"Forse doveva cagare" Kageyama scrollò le spalle concentrandosi di nuovo sul distributore di bevande.

"Si dice fare la pupù" lo rimproverò " e poi è da giorni che è cosi" Hinata si sedette sul muretto poco distante.

"Cosi come?"

"Cosi come strano, non lo pensi anche tu?"

"Nah, è il solito Yamaguchi: gira intorno Tsukishima, sorride a tutti e va bene a scuola" ribattè con non curanza.

Ci furono degli attimi di silenzio che fu rotto solo da un Hinata titubante
"Mh forse, non girà più molto intorno a Tsukishima" pensò ad alta voce per poi  stiracchiarsi mentre il sole del pomeriggio riscaldava entrambi.

"Arriveremo lì verso sera, in tempo per un'ultima partita" constatò Hinata "se riuscirai a decidere cosa bere" aggiunse mentalmente mentre una scritta a caratteri cubitali lampeggiava a gran luce:

"INTRODURRE NUOVAMENTE LE MONETE"

"Non ne ho più" sospirò il più alto "SE LE È MANGIATE TUTTE" Kageyama colpì ripetutente il distributore.

"Calmati, calmati" Hinata rise avendo in mente qualcosa "Questa te la offro io a condizione che mi alzi la palla mentre aspettiamo di ripartire". Il rosso si alzò, prese delle monete dalla tasca, chiuse gli occhi e pigiò un tasto a caso.

Hinata gli mostrò il cartone. Latte al cioccolato. "Tieni, stupido" glielo lanciò ridacchiando.

Kageyama se lo rigirò tra le mani. Si alzò e mise una mano in faccia ad Hinata per spingerlo via.

"HEY! Almeno potresti ringraziare" piagnucolò il più basso incrociando le braccia al petto. Per quanto l'altro si sforzasse, non riusciva a far altro che protestare a gran voce.

Kageyama si guardò intorno e si accertò che fossero soli. Lo prese per la maglia e avvicinandolo a sè gli diede un bacio tra i capelli.
"Prendi la palla: ti faccio qualche alzata".

A Tobio non piaceva il cioccolato ma sicuramente non avrebbe rischiato di perdere l'occasione di baciare Shoyo.
 
○●○●
"Dov'è Yamaguchi?" chiese Ennoshita mentre si incamminavano per ripartire.

" Mi pare di averlo sentito dire di andare a comprare dell'acqua" rispose Nishonoya.

"No, ancora al bagno" disse Tanaka con la bocca piena di biscotti ai cereali.

"Si sarà sentito male?" la preoccupazione assalì Yachi che ricontrollò di avere nel suo borsone tutte le medicine necessarie. Anche questo è il compito di una manager si ripeteva.

"Vado a chiamarlo io" si propose Tsukishima stringendosi nella sua giacchetta.

Hinata e Kageyama si sorpresero di trovarlo dietro al distributore. Da quanto tempo era lì ?

"Voi avviatevi anche" li riassicurò il biondo mentre si avviava verso i bagni.

○●○●

Yamaguchi aveva perso la concezione del tempo. Sapeva di trovarsi lì da troppo e che gli altri avrebbero potuto sospettare qualcosa ma poco gli importava. Aveva bisogno di altri pochi minuti per regolare il respiro, pulirsi, aggiustarsi i vestiti e sciacquarsi la faccia.

Soprattutto sciacquarsi la faccia perché era un vero e proprio disastro. Occhi rossi, naso che mocciolava, labbra gonfie morse dai denti per nascondere i rumori del pianto e i capelli appiccicati alla fronte. Era tutto troppo sgamabile.

Faceva caldo in quel cubicolo. Era appoggiato alla parete trattenendosi la pancia per non vomitare la colazione. Sarebbe dovuto uscire il prima possibile ma rimase li per altri minuti. Non voleva tornare dagli altri.

Tadashi, tuttavia, non era mai stato fortunato. Qualcuno prese a bussare freneticamente alla sua porta.

Sobbalzò così tanto dallo spavento da non avere neanche il tempo di gridare "occupato". La sua mano aprì la porta di impulso. Sembrava essere stato colto in flagrante mentre stava rapinando una banca.

Si maledì più e più volte. Perché lo aveva fatto? Avrebbe avuto sicuramente almeno gli occhi rossi. E se fosse stato Tsukki? Fingersi morto poteva essere una soluzione?
Aprì la porta e spostò gli occhi pochi centrimetri più in alto.

Vide chi non si sarebbe mai aspettato di vedere.

Kimura Genki della Shiratorizawa.

Il libero più alto che Yamaguchi avesse mai visto, colui che aveva ricevuto tutte le sue battute sorridendogli con quel suo fascino straniero.

Ugh, che ci faceva lì?

Non erano molte le cose che Tadashi sapeva di lui, solo quello che il coach gli aveva riferito prima della partita. Era uno studente straniero, tedesco per la precisione, che aveva deciso di trascorrere un anno all'estero, avendo il desiderio di avvicinarsi alla cultura del padre.

Frequentava il secondo anno, quindi avevano la stessa età ma fisicamente sembrava più grande. Era alto 190 cm, la pelle diafana a confronto con quella olivastra di Yamaguchi e i capelli corti e ricci che gli scendevano sofficemente sulla fronte.

Tadashi lo poté osservare bene solo quella volta. Aveva una costellazione di lentiggini sulle guance e sul naso. Gli occhi erano così azzurri da risultare in contrasto con i capelli neri. Portava anche una sottile montatura vintage rotonda che gli dava una certa eleganza.

Bene, a confronto, Tadashi sembrava anche un fuggito da casa oltre che un ladro. La cosa non lo rincuorava affatto. Se fosse stato un vecchietto, sulla settantina, forse avrebbe potuto anche non morire dalla vergogna.

Yamaguchi desiderò di sprofondare seduta stante, pregò la Terra di risucchiarlo nei suoi meandri più profondi.
Lo guardò negli occhi con una sfacciataggine di non sapere di avere - tanto ormai- che costrinse l'altro ad abbassare lo sguardo e a borbottare qualcosa a voce troppo bassa per poter essere sentita.

Tadashi lo vide arrossire e rimanere inchiodato davanti alla porta per almeno 10 secondi. Si schiarì la gola

"Mi lasci passare o..?"

"Ehm… si" rispose l'altro spostandosi per concedergli dello spazio.

La finestra del bagno era spalancata, Yamaguchi sentì l'aria fresca accarezzargli il viso, ne respirò a pieni polmoni varie boccate.

Si avvicinò al lavandino per lavarsi le mani e il viso. L'acqua fredda era un benefico regalo per i suoi occhi arrossati. Si guardò allo specchio e, dopo aver constatato di avere ancora le labbra e gli occhi gonfi, notò lo sguardo del libero fisso su di lui.

"Non dovevi andare al bagno? Due secondi in più e l'avresti sfondata la porta" chiese cercando a tentoni l'asciugamano.

Non era proprio da lui essere così scortese ma lo sguardo dell'altro gli bruciava addosso come carboni ardenti. Il solo pensiero che Kimura avesse potuto sentirlo piangere lo mandava in bestia.

"Si, ma mi stavo domandando chi andasse al bagno ascoltando Britney Spears" Kimura colse la palla al balzo e gli rispose sfoderando uno dei suoi sorrisi più sfacciati.
Solo in quel momento Yamaguchi si rese conto di indossare ancora una delle due cuffie e che la musica era ancora in riproduzione. Arrossì e balbettò qualcosa di incomprensibile.

"Beh questa canzone vale la pena ascoltarla anche mentre si fa la pipì" rise Kimura avvicinandosi con l'intenzione di prendere l'altra cuffia.

"Piace molto anche a me" gli confessò "posso?" Yamaguchi annuì senza rendersene conto e arrossí dall'imbarazzo. Erano troppo vicini, Tadashi poteva sentire il profumo del suo bagnoschiuma al muschio. Così inebriante e così fresco.

Pochi secondi dopo un piccolo capogiro lo colse in pieno. Barcollò all'indietro, strinse gli occhi massaggiandosi la base del naso.

"Stai bene?" gli chiese l'altro dopo una decina di secondi "sembri avere l'aria scossa e ti reggi a malapena" gli domandò con mesta perplessità dipinta sul viso.

"Si, sto bene" Tadashi cercò di allontanarsi ma la stanza iniziò a girare leggermente. Vacillò all'indietro mentre con una mano si appoggiava al lavandino.

"Oi, oi, perché non ti metti a terra un attimo?" la preoccupazione dell'altro gli strinse i fianchi facendolo sedere sul pavimento.

"Sto bene" ripeté ancora Yamaguchi.

"Se lo stessi non staresti per svenire non credi?" chiese sarcasticamente. "Non so che fare in queste situazioni, devo andare a chiamare qualcuno? Tipo qualcuno della tua squadra? Quel biondino?" gli domandò sedendosigli accanto, attento che l'altro non cadesse e sbattesse la testa sul lavandino.

"NO" Tadashi urlò sgranando gli occhi.

Ci mancava solo lui.

"Non preoccuparti, due minuti e mi riprendo" lo rassicurò poi, mentre si strizzava gli occhi.

Si massaggiò con le mani le tempie nel tentativo disperato di riprendersi e rimediare a quella figura di merda.

"Perché non ti concentri sulla musica, può aiutarti a rilassarti" suggerì il libero sfilandosi uno dei due auricolari.

Tadashi in risposta portò le gambe al petto e appoggiò la testa sulle ginocchia. Voleva solo riposare.

"Se non vuoi parlare mi sta bene, basta che non mi muori tra le braccia" disse Kimura in tedesco mentre si mordicchiava le unghie. Tadashi si era messo in quella posizione da più di due minuti ma non dava segni di ripresa.

"Non muoio non preoccuparti, non posso mica farmi battere nella prossima partita" gli sorrise Yamaguchi di rimando.

"Sembri stare meglio" constatò sollevato il più alto mentre con una mano si spostava i riccioli dalla fronte.

"Si, sto meglio. Era solo un capogiro"

"Hai un'ottima pronuncia" le guance di Kimura si dipinsero di un leggero rosa mentre sulle sue labbra comparve un sorriso. "Non avevo conosciuto ancora nessuno che parlasse tedesco".

"Grazie, mia madre me lo ha insegnato da piccolo. È fissata con l'Europa".

Si sorrisero guardandosi negli occhi. Tadashi trovava la sua compagnia piacevolmente rilassante.

"Ci siamo già conosciuti ma mai presentati. Kimura Genki" alzò una mano.

"Yamaguchi Tadashi" rispose stringendogliela.

Il piccolo momento venne rotto dalla figura di Tsukishima.

"Yamaguchi sei qui" constatò il biondo quando lo vide.

"Perché sei seduto sul pavimento?" alzò una sopracciglia senza togliere le mani dalle tasche.

"Tadashi-kun non si è sentito bene" prese a parlare Kimura "Ha avuto un capogiro proprio pochi minuti fa" concluse alzandosi e ponendo una mano a Tadashi per aiutarlo.

L'altro ragazzo accettò l'aiuto un po' titubante, non voleva rompere quella bolla in cui si era chiuso e incontrare lo sguardo severo di Tsukishima.

"Ora come stai? Riesci a camminare?" gli chiese guardando di sottecchi Kimura che in risposta gli sorrideva gentile.

Un po' troppo  pensò Kei.

Quando la risposta tardò ad arrivare, Tsukishima strinse le spalle dell'amico d'infanzia costringendolo a guardarlo. "Non mi arrabbio se mi dici che neanche oggi hai fatto colazione" lo rassicurò "Stai bene ora?"

"Si sto bene".

"Mh" Tsukishima non credeva ad una parola.

"Ho bevuto solo una spremuta stamattina, sarà per questo" mentì il più basso abbassando gli occhi. Il solo guardarlo ormai era per lui insostenibile.

"Dammi il tempo di sciacquare di nuovo la faccia e possiamo andare" gli sorrise allontanandosi. Che codardo che era a scappare così. Tadashi lo sapeva ma era troppo stanco per pensare a qualcos'altro che non fosse la fuga.

"Dovreste prendervi più cura dei vostri giocatori, Tsukishima-kun, non pensi?- disse Kimura in un sussurro percettibile solo al diretto interessato.

E con questo, cosa voleva dirgli?

Il biondo non ebbe il tempo di controbattere che Tadashi lo richiamò "Possiamo andare ora, sicuramente gli altri staranno in pensiero".

"Grazie mille Kimura-kun" ringraziò Yamaguchi con un cenno della testa.

"Di nulla, anzi, prendi questa. Sono sicuro che non hai neanche pranzato" gli lanciò una barretta energetica presa dalla tasca della felpa.

"Si, infatti, non ho avuto il tempo di pranzare" Tadashi sembrò pensarci "Grazie mille la mangerò" gli sorrise per poi uscire dal bagno.

Spalla contro spalla si diressero al parcheggio dell'autogrill. Tadashi si rigirava la barretta tra le mani. Un gorgoglio dallo stomaco lo convise ad aprirla e a prenderne un morso. Era ai frutti rossi. I suoi preferiti.

"Sembra piacerti" borbottò Tsukishima infilando il mento nel colletto della felpa.

"Mh?" Yamaguchi era troppo intento a gustarsi la sua barretta. "La barretta intendi? È molto buona" disse imbarazzato.

"Ti prendo qualcosa da bere, ti va?" disse fermandosi davanti al distributore.

"Oh si, grazie"

"Una limonata" sussurrò Kei a nessuno in particolare.

"Si, è la mia preferita".
 


Angolo me:
Ciao a tutti!
Ecco il secondo capitolo.
Sono così in ansia di sapere cosa ne pensiate da non stare più nella pelle. Avrei voluto pubblicarlo già mercoledì ma in questi giorni ho fatto una scaletta mentale su come strutturare la storia. Vi anticipo che saranno una decina di capitoli, uno in più uno in meno. Vi chiedo sempre gentilmente di lasciare una recensione anche se da lettrice silenziosa non sono proprio nelle condizioni di poter chiedere una cosa del genere. In ogni caso metterla anche nelle preferite o nelle seguite mi farà capire che vi sta piacendo. A questo proposito ringrazio chi già lo ha fatto. Grazie, grazie, grazie.
Detto questo, mi fermo perché siamo sinceri chi legge le note dell'autrice ahahaha.
Un bacio, Raffa
 
 
 
 
 
 
   
 
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