Respira profondamente,il calore insopportabile lo rende difficile,l’aria è pesante e densa.
L’armatura si riscalda e lo spadone si trascina con fatica ,lui sussulta quando inginocchiandosi il palmo della mano tocca la nuda roccia vulcanica. Fredda.
-“Il mio comandante..”- una voce roca, inumana e distaccata,la voce del diavolo in persona.
Osa alzare lo sguardo ma la pressione lo spinge a rimanere in quella posizione scomoda e lo sguardo ricade sulla roccia. Tiepida.
L’aria gli manca da un po’, troppo poco ossigeno filtra nell’elmo pesante,troppo calda per essere utile alle sue funzioni.
-“Mio signore”- inizia ma le parole si bloccano nella gola,l’ossigeno assente,l’entità si è avvicinata a pochi passi da lui.
L’armatura è immobile,non risponde ai suoi comandi e il corpo trema per lo sforzo di rimanere in ginocchio,la pressione lo spinge a sdraiarsi sulla roccia. Calda.
-“La guerra…”- lingue di fuoco fuoriescono dalla bocca del suo padrone, Chaos. –“..vincila o brucerai.”-
Non respira più,non vuole.
Lo spadone cade e s’infossa nel terreno ormai diventato molle,entrambe le mani che cercano di sorreggerlo dal capitolare,al posto della roccia un manto fiammeggiante. Brucia.
-“Si, mio signore!”- urla, vuole che finisca e succede.
Tutto torna calmo,tutto si raffredda e il suo padrone si siede lontano sul suo trono di teschi e lava.
Garland si alza, lo spadone in mano, torna a respirare.