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Autore: DanilaCobain    27/04/2021    1 recensioni
Olivia Stonebridge è una ragazza felice e spensierata. Non immagina che la notte possa nascondere simili pericoli e ignora che la sua famiglia discenda da un'antica stirpe di cacciatori di vampiri. Fa parte della sua eredità ma, secondo la tradizione, tutto dovrà esserle svelato al compimento del suo diciottesimo compleanno.
Un gruppo di vampiri assetati di vendetta sta per arrivare in città e niente più andrà secondo i piani. Vampiri potenti e passioni brucianti trascineranno Olivia in una nuova vita a cui dovrà presto abituarsi.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11. Verso l'Italia


Il cappuccio nero calò su un paio di occhi rossi. Movimenti rapidi, l’uomo si aggirava tra la poca gente in giro. Zaganos non riusciva a placare la sete che lo perseguitava da quando aveva lasciato Olivia. Lo scontro con gli altri vampiri era stato duro, non si aspettava che Magnor potesse scoprirlo. Nei giorni passati si era nutrito il minimo indispensabile e adesso era a corto di riserve. La parte animale di lui stava per prendere il sopravvento e con gli ultimi brandelli di lucidità cercava di trovare in fretta una preda, scandagliando la zona con attenzione.
Infilò un vicolo. Nero, buio, si confuse tra le ombre e appoggiò le spalle al muro. Gli occhi rossi mandavano un bagliore sinistro e i canini snudati premevano contro il labbro inferiore tanto da far male. L’urgenza del sangue, tutti quei cuori che pulsavano… riusciva ad avvertire il battito di ogni singolo individuo nel raggio di qualche chilometro. Nella sua testa un’unica e sola parola: sangue.
Dalla strada qualcuno entrò nel vicolo. Avvertì il suo odore ancora prima di metterlo a fuoco in mezzo alla nebbia della sua brama. Un uomo di mezza età che strascicava i piedi sull’asfalto e sbandava. Un ubriaco, probabilmente. Un senzatetto a giudicare dal puzzo che emanava, di urina, di alcool e sudore stantio. La preda perfetta per quel giorno, pensò. Non sarebbe mancato a nessuno e lui sapeva che non sarebbe stato in grado di risparmiargli la vita. Si appiattì contro la parete, in attesa.
Una figura incappucciata atterrò davanti a lui, più silenziosa di un gatto.
«Zaganos.»
Lui rivolse gli occhi iniettati di sangue sulla figura. Non riusciva a credere a quello che stava vedendo. «Magnor.»
Il lord vampiro non usciva mai dal suo covo. Come per rispondere alle sue domande, altri tre vampiri atterrarono dietro Magnor.
«Guarda come ti sei ridotto» lo schernì il fratello.
«Che diavolo ci fai tu qui?» sibilò Zaganos tra i denti.
«Sono venuto a prenderti.»
Prima ancora che potesse fare un passo Magnor gli fu addosso e gli spezzò il collo. Cadde a terra con un tonfo secco.

***
 
La notte non era passata liscia ma era stata un tormento continuo, un susseguirsi di immagini di mostri dai denti lunghi e appuntiti e pagliacci chiusi in gabbie da cui era possibile uscire solo se si faceva passare un serpente attraverso la serratura. Si svegliò sudata, stanca e irritata.
Scarlett era addormentata accanto a lei. Le strappò un sorriso. Chiuse piano la porta e scese le scale per andare a mangiare in cucina. Suo padre era già lì e c’era anche sua madre. Una sigaretta ormai consumata tra le dita laccate di rosa acceso e il trucco calato sopra le occhiaie violacee.
Scattò in piedi quando la vide entrare. «Mio dio Olivia, credevo di aver perso anche te.»
«Per quel che ti importa…» le scappò ad alta voce mentre la madre la stringeva al petto.
 «Chiedi immediatamente scusa a tua madre» tuonò Gerard.
Ma Olivia strinse i denti e senza dire niente aprì il frigorifero.
«Non fa niente, è stanca Gerard. Dopo quello che le è successo…»
Olivia guardò di sottecchi la madre. Non capiva come mai il padre continuasse a proteggerla. Era un’alcolizzata che pensava soltanto a sé stessa e non era mai in casa, mai una volta che avesse potuto contare sul suo aiuto o sul suo supporto. Lei è Scarlett se la cavavano da sole, con il solo aiuto di un padre sempre indaffarato. Anche se adesso riusciva a comprendere molte più cose, non riusciva ad abbandonare il risentimento nei confronti della madre.
«E tu dov’eri ieri sera, mamma?»
Suo padre parlò con tono basso e lento, segno che stava davvero perdendo la pazienza. «Olivia adesso basta. Non vedi che tua madre è sconvolta?»
«È ubriaca papà! Perché la copri sempre? Perché fai finta di niente?»
«È ora di finirla con questo atteggiamento da bambina viziata. Adesso sai cosa c’è là fuori, sai che ti aspetta, non sono più disposto a tollerare questi atteggiamenti.»
Lisa, la madre, continuava a fumare con la mano che le tremava un poco. Olivia si accorse che aveva iniziato a piangere, grossi solchi bagnati le scendevano lungo le guance. Gerard le accarezzò la mano. «Va tutto bene, tesoro, non ti preoccupare.»
Un sentimento bruttissimo, il senso di colpa, si impadronì di lei. Non era mai stata così sgarbata e cattiva nei confronti di sua madre prima, ma anche lei aveva avuto due giornate che avrebbero messo a dura prova la sanità mentale di chiunque. Proprio non ce la faceva a pronunciare quelle parole di scuse. Prese del latte e riempì un bicchiere, restando di spalle ai suoi genitori.
«Tua madre e io abbiamo preso una decisione: porterai a termine il tuo percorso di addestramento in Italia.»
Il cartone del latte le scivolò dalle mani. «Cosa?» sussurrò.
«È troppo pericoloso per te stare qui. Con Magnor che ti cerca…» sua madre ebbe un sussulto. «E poi sarà un’occasione per conoscere la tua famiglia. Tua nonna, i tuoi zii, i tuoi cugini.»
«Quando dovrei partire?»
«Stasera.»
Gli occhi che fino a quel momento era riuscita a mantenere asciutti, le si riempirono di lacrime. Doveva lasciare tutti i suoi amici e la sua vita a Tiern?
«È proprio necessario questo cambiamento, papà? Starò attenta, non mi metterò nei casini, farò in modo che…»
«È deciso. Ho già avvisato in Italia e Scarlett e Craig verranno con te.»
In quell’istante Scarlett varcò la porta della cucina. «Dove andiamo?» Sbadigliando diede un bacio alla madre, uno al padre e si avvicinò a Olivia per abbracciarla e dare un bacio anche a lei.
«In Italia.»
Al solo sentire pronunciare quel nome Olivia ebbe un mancamento. Era così lontana l’Italia e per chissà quanto tempo.
«Oh mio dio, davvero?» Scarlett ebbe un improvviso scoppio di gioia.
Perfetto. Olivia era l’unica a non mostrare neanche un po’ di entusiasmo a quanto pareva. Il padre annuì gettando un’occhiata alla madre che si era accesa un’altra sigaretta e guardava le due figlie con gli occhi velati dall’alcool.
«Ho parlato con Craig e lui è d’accordo. Verrà con voi e si occuperà dell’addestramento fisico di Olivia. Al resto ci penserà vostra nonna Ester.»
Sua sorella era incontenibile, la gioia veniva fuori così naturale che per poco Olivia non si convinse che si trattava di una gita o una vacanza. Ma si trattava di lei, del suo addestramento, della sua nuova vita. Si trattava di lei e nessuno sembrava preoccuparsi dei suoi sentimenti, dei suoi desideri. Tutti prendevano decisioni per lei davanti a lei come se fosse un burattino o, peggio ancora, una palla al piede di cui liberarsi.
«Non posso lasciare tutta la mia vita. Dajana è morta e io non sono nemmeno andata dalla sua famiglia! E tu pretendi che io lasci Miriam da sola qui… e tutti i miei amici e me ne vada per chissà quanto tempo in un posto sperduto nel quale non conosco nessuno a parte mia nonna! Non ci vado. Non diventerò cacciatrice, non…»
Suo padre scattò in piedi così velocemente da far cadere la sedia a terra. Batté forte un pugno sul tavolo. «Io non me ne starò qui ad aspettare che Magnor ti prenda e ti trasformi nella sua vacca da monta!»
«Papà.»
«Gerard.»
Esclamarono Lisa e Scarlett all’unisono, shoccate dall’improvviso scoppio d’ira, ma lui continuò. «Vuoi sapere che succede a quelle come te? A quelle con il marchio? Vengono violentate tutti i giorni, più volte al giorno, per essere sicuri che il seme attecchisca. I vampiri bevono il loro sangue lasciandole a un passo dalla morte continuamente. Il più delle volte le tengono legate ai loro letti, così da averle già pronte ogni volta che vogliono soddisfare i loro impulsi immondi. Sono delle schiave di sangue e di sesso. Magnor è così potente da uccidere una persona con un movimento della mano. Ha più di cinquecento anni ed è un vampiro di nascita. Come credi che ti tratterà?»
«Smettila papà, la stai terrorizzando.»
«Cosa credi, che io e tua madre siamo contenti di vederti andare via? Che io stia meglio senza sapere che fai e senza avere la possibilità di proteggerti? Ci siamo già passati una volta. Non perderemo un altro figlio per colpa di Magnor. In Italia sarai al sicuro.»
«Che vuol dire perdere un altro figlio? Ti riferisci a Kevin?»
Per un attimo il gelo calò sulla stanza.
«Sì.»
La madre si portò le mani sugli occhi.
«Dimmi la verità, papà. Kevin ha scelto di non essere cacciatore?»
«Vieni, Olivia, andiamo a prepararci.» Scarlett la prese per un gomito esercitando una piccola pressione. Lei si scansò.
«Papà, dimmelo.»
«Tuo fratello Kevin è stato trasformato in vampiro, Olivia, da Magnor. E adesso vai a prepararti e rifletti su quello che ti ho detto.»
Olivia uscì in uno stato di shock. Non era possibile che suo fratello fosse un vampiro, lei lo aveva visto qualche giorno prima, stava bene…era sempre lo stesso, era… un vampiro. Perciò sua sorella si era comportata in quel modo, perciò suo padre gli aveva intimato di non farsi più vedere. Perché avrebbe dovuto ucciderlo e non lo aveva fatto.
Suo fratello era un vampiro, lei una cacciatrice. Quando si sarebbe svegliata da quell’incubo?
   
 
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