Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lasognatricenerd    28/04/2021    0 recensioni
Jonathan, uno stilista e sarto che comincia ad avere fama nella propria città, fidanzato con Selina, un giorno incontra un cliente che gli sconvolge la vita: Jamie.
( SLASH )
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il messaggio da parte di Jamie arrivò tardi e lo stilista lo vide solamente una volta sveglio la mattina seguente: un intimo a due pezzi, rosso, con ricamature in pizzo e nient’altro. Non voleva fiori, né fronzoli, né niente di troppo complicato. Tre settimane sarebbero bastate eccome, anzi, probabilmente sarebbe riuscito a finirlo anche in anticipo per potersi dedicare ad altro!
 
“Grazie mille per le informazioni, cercherò di mettermi al lavoro domani o dopo domani. Prima devo finire delle commissioni.
J.”
 
Non era sicuro che fosse un buon messaggio da inviare ad un cliente, soprattutto la J finale che forse non aveva un senso per un messaggio inviato istantaneamente, ma gli era venuto così naturale che non ci aveva neanche fatto così. Fece colazione, guardò una puntata di friends e si diresse di nuovo al suo studio: questo era situato in una palazzina che condivideva con altri ragazzi che avevano deciso d’investire il loro patrimonio in uno studio in affitto e facevano i lavori più disparati. Il ragazzo con cui aveva legato di più era un programmatore, colui che lo aveva aiutato ad allestire il sito per il proprio brand di capi d’abbigliamento. Senza di lui, sarebbe stato totalmente perso.

All’ora di pranzo si fermò per fare una pausa ed uscì dallo studio per andare ad ordinare qualcosa da mangiare, quando notò che sul telefono aveva una notifica di Jamie. Il messaggio recapitava le seguenti parole:

“Grazie a te per la gentilezza. Mi sono reso conto che forse è stato scortese chiederti il numero di telefono privato, ma non me ne sono accorto mentre te lo chiedevo. Scusa. Potevi dirmi di no, non mi sarei offeso e mi sarei reso conto dell’errore. Comunque non lo darò a nessuno, promesso.”

Si fermò all’altezza del semaforo rosso, fissando quel messaggio con un sopracciglio alzato e confuso, leggermente sorpreso dalle scuse che improvvisamente gli erano arrivate senza che lui se l’aspettasse. Non aveva pensato che fosse una richiesta scortese o che ci fosse qualcosa di male, infatti neanche Jonathan ci aveva pensato, inizialmente, e gli era sembrata una cosa del tutto normale. Fissando ancora il messaggio, entrò in un ristorante, ordinò da mangiare un hamburger e cercò di rispondere, quando Seline lo chiamò per stare un po’ al telefono.

Si dimenticò completamente del messaggio.

Soltanto alla sera, una volta a casa ed abbandonato sul divano, scorrendo le chat, si accorse di non aver ancora risposto a Jamie. Saltò giù, come se uno spillo gli avesse punto la schiena, in preda al panico. Poi si calmò: perché stava perdendo la ragione per un messaggio al quale non aveva risposto solo per qualche ora? Si sistemò – di nuovo – sul divano e rispose:

“Scusami se ti rispondo dopo così tante ore, ma ero impegnato a lavorare e me ne sono completamente dimenticato… per favore, non preoccuparti. Anche io non me ne sono reso conto dopo e comunque non mi è dispiaciuto dartelo. È successo e basta, non crucciarti per una cosa così minima. Dovevamo solo scambiarci le informazioni per l’intimo della tua capa, no?”
Non premette invio e ricontrollò l’ultima frase. La cancellò e la sostituì.

Tranquillo, era necessario, è tutto più veloce così.”

Inviò il messaggio.

Selina suonò al campanello ed iniziò la serata insieme a lei all’insegna di film, popcorn e sesso. Oh, di quello ce n’era eccome, ma entrambi sembravano andare d’accordo su questo: non troppo e non poco. Era un compromesso implicito al quale non avevano dovuto dare importanza nessuno dei due.

«Come va il lavoro, mh?» le chiese dopo un ultimo sospiro di piacere ed essersi sistemata al fianco di lui. Jonathan le sorrise, donandole un dolce bacio sulle labbra.

«Il lavoro va bene, alla perfezione, sono sempre impegnato… ma felice. Ed il tuo esame?»

Lei studiava giurisprudenza, perché divenire avvocato era uno degli obiettivi che si era imposta fin da piccola e dal quale non si era mai spostata: diverse volte Jonathan le aveva chiesto se fosse un vero e proprio desiderio o se si fosse solo abituata, ma dopo le diverse risposte affermative, aveva smesso di insistere, anche perché poche volte l’aveva sentita lamentarsi ed era normale farlo anche quando si studiava qualcosa di piacevole. Non capiva come facesse, con tutte quelle leggi e nozioni da imparare a memoria, ma era bravissima e lui la stimava moltissimo; sperava che potesse farcela, visto che le mancavano pochissimi esami e si sarebbe laureata in tempo prima dell’anno fuori corso.

«Sta proseguendo bene… sono ormai a fine programma e poi devo ripassare tutto, ma sono nei tempi, dunque non c’è niente di cui debba preoccuparmi! Piuttosto… sei nervoso, per quella cena?»

Jonathan tirò gli occhi all’indietro e scoppiò a ridere insieme alla ragazza, prima di prendersi un’affettuosa sberla sulla guancia: «puoi dirmelo se sei nervoso, non ti do della femminuccia!»

«Mi sto proprio cagando sotto. Giuro.»

Un po’ era ironico, un po’ no; ancora non sapeva come potevano prenderla i suoi, se erano d’accordo o se avrebbero accettato il suo lavoro. Era di visione comune che uno stilista fosse gay. Che assurdità.

«Sono davvero sicura che ti adoreranno… lui e mio fratello, lo sai. Sono tutti e tre molto tranquilli.»

Glielo aveva ripetuto moltissime volte, Selina, ma per Jonathan era complicato, soprattutto perché poi avrebbe dovuto ricambiare, ed in famiglia erano tantissimi: due genitori ed altri tre fratelli, più Jonathan. Per lui non era mai stato un vero e proprio problema, quello, perché non aveva mai presentato nessuna ragazza a nessuno, contando che era finita ancor prima di iniziare, ma Selina era importante e voleva avere il loro consenso. Voleva che andasse tutto bene e che nessuno si odiasse. Quanto odiava quelle cose… Non potevano essere felici senza quelle stupide cene di famiglia?
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lasognatricenerd