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Autore: Rack12345    28/04/2021    1 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo XVI: We Need a Plan of Attack
 




Alexis finì di tamponarsi i capelli  con l'asciugamano e li spazzolò per qualche minuto.
Dal bagno, entrò in camera ed indossò dei pantaloncini di jeans, una canottiera nera e delle converse ai piedi, poi corse verso l'ascensore del Facility, selezionando il piano terra.
Si appoggiò con la schiena al muro metallico e si passò entrambe le mani sul volto. Era stravolta da ciò che stava accadendo nelle ultime settimane, ma lo era ancora di più da quando era spuntato fuori questo gruppo di nazisti folli il cui problema era, davvero, soltanto creare una razza di persone bionde con gli occhi azzurri.
Fece spallucce quando le venne in mente che, secondo i piani di quel gruppo di pazzi, almeno Steve sarebbe sopravvissuto.
Poi alzò gli occhi al cielo e scosse le testa.  Le sembrava un problema così assurdo e così inutile, che non riusciva neanche a credere che potesse essere possibile l'esistenza di un gruppo neonazista nel ventunesimo secolo.
In realtà per lei era assurdo, perchè lei, così come il resto degli avengers e tante altre persone nel mondo, anche se non tutte, erano di buon cuore e buon cervello, ma in realtà lo sapeva bene che quello del razzismo era sempre stato un problema che non aveva mai avuto veramente fine. Semplicemente era un problema che lei non si era mai posta, su una scala così grande, a livello di un'organizzazione terroristica.
Si passò di nuovo indice e pollice tra gli occhi. Le bruciavano terribilmente. Era stanca, e avrebbe solo voluto dormire qualche ora, possibilmente tra le braccia di James, per il quale era sempre più in pensiero.
Da quando era ripartita dal Wakanda con il jet, non aveva più avuto un attimo di respiro, erano circa 12 ore che si muovevano senza sosta, tutti.
A grandi falcate si diresse verso la cucina, dove avrebbero dovuto vedersi anche gli altri.
Quando entrò, trovò Steve ai fornelli, stava riempiendo dei piatti, mentre Tony e Natasha erano seduti al tavolo. Tony con le braccia incrociate sul tavolo e il mento poggiato su di esse, Natasha, invece, era concentrata su dei fogli di carta.
Alexis si fermò qualche secondo sulla porta quando vide Steve cucinare.
-Oh, si salvi chi può!- esclamò, guardandolo, poi andò a sedersi accanto a Tony.
Steve l'aveva soltanto guardata, senza proferire parola, leggermente e fintamente ferito.
-Sai, streghetta,- iniziò Tony, voltandosi verso di lei. -te ne vai sempre in giro con i capelli bagnati, se dovessi prenderti un malanno poi dovremmo pensare anche a te, oltre che a tutto questo casino.- disse gesticolando con un dito in aria.
Alexis alzò gli occhi al cielo.
-Tony, fanno 25 gradi  e sono le dieci di sera.-
L'uomo si tirò su e sprofondò con la schiena nella sedia.
-Vero, ma qui dentro c'è l'aria condizionata. - si grattò la testa. -E va bene, Friday spegni l'aria condizionata in cucina, grazie!-
Natasha scosse la testa. -Ma che papino premuroso.- disse, senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
-Faccio pratica, vedi?- disse Tony.
Alexis scosse la testa, leggermente stizzita. -Non serviva, comunque.-
Steve, che aveva assistito alla scena intenerito, arrivò e sistemò quattro piatti sul tavolo.
Alexis guardò il suo. Non era male alla vista: uova strapazzate, bacon, pane tostato.
La ragazza si fiondò sul cibo per prima e, dopo il primo morso, annuì.
-Wow, Steve, ti sei superato, anche se non è ora di colazione.-
Cap fece spallucce. -E' l'unica cosa che so cucinare senza avvelenare qualcuno.-
Si misero tutti a mangiare, ma lo sguardo di Alexis cadde su Natasha, che era concentratissima su quei fogli, quelli che avevano trovato in Germania.
-Natasha.- la chiamò.
Vedova, però, non dava segni di vita.
-Nat!- disse Alexis con un po' più di voce, riuscendo stavolta a destarla da quelle scartoffie.
-Cosa?-
-Steve ha cucinato per noi, dovresti mangiare. Mi fa paura quanto lavori ultimamente.-
Natasha rimise i fogli nella cartellina e la lanciò al centro del tavolo, poi si mise a mangiare anche lei.
-Avete un piatto in più? Sto morendo di fame!- disse una voce entrando nella stanza.
Era Bruce Banner.
-Oh, ciao Bruce!- disse Tony. -Serviti pure.-
Alexis passò di sfuggita lo sguardo su Nat, che aveva per qualche secondo smesso di mangiare, puntando gli occhi su Bruce e seguendolo con lo sguardo, senza proferire parola.  La ragazza scambiò uno sguardo veloce con Steve, entrambi strinsero le labbra, capendosi mentalmente.
Quei due dovevano assolutamente chiarire ciò che c'era stato tra loro.
Bruce si sedette accanto a Steve.
-Ci sei mancato, dottor Banner. Stiamo avendo parecchie grane da queste parti.- gli disse Captain America.
-Sì, vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire, avevo molti impegni con l'università.- rispose l'altro.
Erano tutti molto fieri del fatto che Bruce fosse tornato tra gli umani. Dopo gli eventi di Sokovia, si era ritirato per cercare di trovare una soluzione al suo piccolo problema con la rabbia, poi aveva accettato di insegnare in varie università molto prestigiose, era sempre in viaggio, e lo vedevano molto poco. Tuttavia, sapevano tutti che avrebbe di certo fatto comodo in quella situazione un Hulk.
Bruce prese la cartellina che stava al centro del tavolo ed osservò gli schizzi dei progetti per gli androidi.
Aggrottò la fronte. -Ragazzi, questi li abbiamo già visti o sbaglio?-
-Non sbagli,- rispose Tony. -Questi sono i progetti che ha utilizzato Ultron per costruire il suo esercito. Sei al corrente della questione dell' A.T., giusto?-
Banner annuì.
-Bene, ma non credo che questo si sia sentito ai telegiornali: hanno rubato delle relativamente piccole quantità di vibranio allo stato naturale, dal Wakanda.-
-Crediamo che stiano costruendo un esercito.- si intromise Cap.
Bruce si grattò la testa, agitato. -Direi che vogliono costruire un esercito migliore di quello di Ultron. In pratica un esercito di tanti Ultron.-
-Ma come possono riuscirci un gruppo di Neonazisti? A vedere le loro idee e il loro stile di vita, non mi sembra che abbiamo grandi facoltà cognitive.-  disse Alexis.
Bruce scosse la testa.
-Devono aver trovato qualcuno di molto intelligente, in grado di lavorare su un minerale così poco conosciuto e di creare un'intelligenza artificiale che sfiora la tua, Tony, Jarvis e Friday.-
-Dobbiamo scoprire di chi può trattarsi.- disse Tony.
Alexis, che per pochi secondi si era rilassata e si era goduta un pasto cucinato, stranamente bene, dal suo migliore amico, si sentì di nuovo agitata.
-E il Progetto Insight?- fece Natasha. -Come possono esserne entrati in possesso?-
Steve, con un gomito puntellato sul tavolo e il volto tra l'indice  e il pollice della mano, guardò un punto fisso avanti a sé e socchiuse gli occhi, come se stesse cercando di scavare nella sua mente, guardando visivamente i suoi ricordi.
-Solo l'Hydra aveva accesso al progetto Insight. O meglio lo Shield. Ad ogni modo, nulla è mai uscito da lì dentro.- disse.
-Già, anche perché non ce n'era bisogno!- disse Tony.
-Si tratta di qualcuno che, di nuovo, ha un cervello abbastanza grosso, qualcuno che aveva accesso ai progetti degli Helicarrier.- disse Natasha.
-Quindi qualcuno ai piani alti dello Shield.- concluse Bruce.
-Dell'Hydra.- lo corresse Tony. -Qualcuno deve essere sopravvissuto.-
In quello stesso istante il telefono di Natasha squillò, uscì di corsa dalla stanza subito dopo aver risposto.
-Chi? Sai bene che abbiamo distrutto tutte le loro basi e i loro comandanti.- Cap fece scivolare il braccio lungo il tavolo, stizzito dall'idea che l'Hydra continuasse, dopo quasi 80 anni, ad intromettersi nella sua vita, e ora, nella vita del resto del mondo.
-Io non so di cosa state parlando.- disse Alexis, alzando le mani, per giustificarsi. In effetti, lei si era unita agli Avengers in occasione degli accordi di Sokovia e in quel periodo dell'Hydra, in teoria, non era rimasto nulla.
-E' vero.- disse Tony. -Ma è vero anche che Rumlow era sopravvissuto. E' vero anche che eri convinto di aver sconfitto Teschio Rosso nel '45, eppure sua figlia ha quasi rischiato di ammazzarci tutti.-
-Zola?- chiese titubante Banner.
Steve scosse in maniera decisa la testa. -Impossibile. Tutto ciò che rimaneva di lui l'ho visto esplodere con i miei occhi.-
Un silenzio pervase per qualche istante la stanza, un silenzio assordante, perché tutti avevano la mente ingarbugliata dal pensare a chi potesse essere sopravvissuto, tra i piani altri dell'Hydra.
Silenzio che fu rotto da Alexis.
-Ah, che palle!- esclamò, stiracchiandosi e buttandosi contro lo schienale della sedia.
-Signorinella! Linguaggio!- scherzò Tony, lanciando una frecciatina a Cap, che non fece in tempo a rispondere, perché fu interrotto da Natasha che rientrava nella stanza.
-Guai in vista.- disse la Vedova Nera, quasi arrabbiata.
Tutti si girarono di scatto a guardarla e la seguirono con lo sguardo.
-C'è stato un altro attacco in Wakanda.-
Alexis chiuse gli occhi ed abbassò il capo, trattenendo il fiato. Non riusciva proprio a mantenere la calma, quando si trattava di rischiare che Bucky fosse in pericolo. Improvvisamente non si sentiva più un Avengers, ma una persona qualunque.
-Descrivi.- disse Tony.
-Sam ha detto che erano ben organizzati, stavolta. Sapevano bene a cosa puntare. Sono riusciti a rompere lo scudo protettivo della capitale, e mentre le suonavano ai nostri quattro, hanno rubato del vibranio liquido dai sotterranei dei laboratori.-
-Vibranio liquido?!- disse Alexis.
-Probabilmente vogliono forgiare delle armi per gli androidi.- rispose Bruce, avanzando un'ipotesi.
-Armi in vibranio impugnate da androidi in vibranio.- constatò Tony. -Mi pare ottimo.-
-Hanno colpito Barnes.- disse Natasha, puntando lo sguardo fisso su Alexis. Sapeva che questa rivelazione le avrebbe fatto male, quindi si affrettò a dire: -Sta bene.-
Alexis scattò in piedi portandosi una mano sul cuore, lievemente rasserenata dall'ultima parte della frase, ma comunque estremamente preoccupata.
Corse in camera sua, prendendo l'ascensore, che le sembrava non arrivasse mai, nonostante fossero solo tre pieni di distanza. Spalancò la porta ed afferrò lo sling ring sulla scrivania, pensando che doveva assolutamente trovare un modo per ricordare di portarselo sempre dietro.
Aprì un portale e si lanciò attraverso di esso.
 
 

*                *                    *




Wakanda, infermeria reale

Shuri, James, Sam, Wanda, Visione e tutto il resto degli infermieri wakandiani presenti nella stanza si voltarono verso il cerchio di luce che si era aperto nella stanza, rimanendo per qualche secondo imbambolati a fissarlo. Dopo pochi istanti ognuno riprese le sue faccende, mentre Shuri passava accanto ad Alexis, che aveva lo sguardo fisso davanti a sé, con la bocca dischiusa ed osservava James, seduto su un lettino.
-Agente Moore,- iniziò la principessa. -devi imparare ad avvisare del tuo arrivo, o pian piano farai morire d'infarto tutti i wakandiani!-
Alexis non rispose, rimanendo con lo sguardo fisso su James. La sua maglietta intrisa di sangue le fece venire i brividi.
-Va da lui.- le disse Shuri e lei non se lo fece ripetere.
Correndo appena, andò verso James, che la guardava a sua volta. Probabilmente non si aspettava che se la sarebbe ritrovata davanti così all'improvviso, ma il soldato si disse che probabilmente era ora di iniziare a farci l'abitudine, visti i nuovi poteri della ragazza.
-Ehi!- le disse lui, quando la ragazza gli fu davanti.
Un delizioso profumo di frutta invase le sue narici. Il bagnoschiuma di Alexis la rendeva ancora più amabile del solito.
-James!- Alexis si fermò a pochi centimetri da lui, con la paura di fargli male abbracciandolo. -Cosa è successo?- chiese, guardando la fasciatura.
Il soldato scosse la testa.
-Niente di che, un proiettile mi ha passato da parte a parte.-
Alexis trasalì e  si portò una mano alla bocca.
-Tranquilla.- fece Falcon, poco distante da loro. -Ha la pelle dura il tuo ragazzo.-
Wanda, accanto a lui, gli pestò un piede con tutta la forza che aveva, mentre Visione sghignazzava, cercando di non farsi vedere.
L'appellativo ragazzo fece arrossire lievemente Alexis, ed anche James. In realtà ancora non lo sapevano cos'erano.
L'unica cosa certa era che non riuscivano a stare lontano l'uno dall'altra per più di mezza giornata.
-Ehm...- Bucky si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. -Già, proprio così.- disse, per poi avvolgere le spalle di Alexis con il braccio in vibranio ed avvicinarla a sé, lasciandole un bacio sulla testa.
Alexis fu investita, però, dall'odore del sangue di Bucky, di cui era quasi interamente macchiata la maglietta. Si staccò da lui, istintivamente, a causa della sua fobia del sangue.
-Non dovresti cambiarti?- disse lei, indicando con l'indice la maglietta.
Lui si guardò. -Sì, in effetti.- disse. -Mi accompagni in camera?-
-Certo!- rispose la ragazza.
Lexie aprì un portale spingendovi dentro Bucky e si ritrovarono dentro la camera del soldato.
James rimase leggermente frastornato, ma poi rise.
-Mi andava bene anche a piedi, ma ok, grazie.- disse continuando a sorridere, con quel suo sorriso che Alexis tanto adorava e che le stava sciogliendo il cuore.
-Oh, scusami, ci sto prendendo un po' troppo gusto.-
Bucky annuì.
-Mi prendi una maglietta? Nel cassetto.-
Alexis fece qualche passo, diretta verso la cassettiera, prese una maglietta nera a mezze maniche e si voltò di scatto quando sentì il soldato lamentarsi.
Si stava togliendo la maglietta, ma ad ogni movimento, la ferita ancora fresca gli bruciava.
Con due grandi falcate gli fu davanti.
-Aspetta, fermo, ti aiuto.-
Bucky non se lo fece ripetere: essere accudito da Alexis era una cosa gli era sempre piaciuta, fin da quando lo aveva medicato premurosamente dopo il primo attacco di Synthia Schmidt.
Alexis prese i bordi inferiori della maglietta stracciata che indossava Bucky ed inizò a sollevarla. Era anche stata tagliata la manica del braccio che era stato medicato, quindi non fu così difficile.
Fu un'altra la parte difficile.
La ragazza rimase con la maglietta tra le mani, imbambolata a fissare il corpo scultoreo di James davanti a sé.
Deglutì rumorosamente, anche se improvvisamente non aveva più saliva. Era la prima volta che rimaneva così davanti al corpo di qualcuno. Era ben consapevole che fosse circondata ogni giorno da molto testosterone e non era neanche la prima volta che vi si trovava così vicina. Aveva visto più volte Steve e Thor, apprezzandone l'aspetto, ma con Bucky era del tutto diverso.
Il soldato rimase a guardarla, curioso di vedere la sua reazione.
Alexis seguì l'istinto e con la punta dell'indice tracciò i contorni degli addominali di James, causandogli una serie di scariche elettriche e brividi.
Lui chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, poi le prese la mano, portandosela alle labbra, e lasciandovi un lungo bacio.
Il cuore di Alexis galoppò per qualche secondo, troppo velocemente, tanto che si spaventò lei stessa, ma ciò non la fermò. Strinse la mano di James e lo tirò verso di sé, baciandolo sulle labbra con una dolcezza al tempo stesso carica di passione.
Quando lui fece per stringerla anche con l'altro braccio, lei si allontanò, quasi bruscamente.
Sapeva benissimo che avrebbe potuto passare ore così con lui.
Purtroppo, però, non era decisamente il momento adatto.
Prese la maglietta e gliela poggiò addosso.
-Mettiti questa maledetta maglietta, Bucky.- gli disse con un sorriso, poi si voltò.
Bucky rise sotto i baffi, estremamente soddisfatto.
Dopo tre secondi l'aveva indossata ed aveva abbracciato Alexis, avvolgendola da dietro.
La ragazza aggrottò le sopracciglia e si voltò verso di lui.
-Come mai prima sentivi tanto dolore da avere bisogno del mio aiuto ed ora è, improvvisamente, passato tutto?- chiese.
-Non ti si può nascondere nulla, agente Moore.-
Bucky la prese per i fianchi e le diede un altro bacio.
-Dobbiamo andare, o ci daranno per dispersi.- sussurrò Alexis.
Il soldato annuì e la ragazza aprì un portale, che attraversarono mano nella mano.
-Ce l'avete fatta!- esclamò Falcon, che li vide comparire nel punto in cui poco prima erano spariti. -Ci avete messo un po' troppo, per i miei gusti.-
Wanda sgranò gli occhi e, di nuovo, gli pestò un piede.
-Ahi!- esclamò Falcon bisbigliando. -Ma la smetti!?-
Gli altri quattro Avengers risero di gusto.
-Ok,- iniziò Alexis, lasciando la mano di Bucky. -Noi, e con noi intendo gli Avengers quelli bravi ed efficienti, abbiamo fatto alcune scoperte.-
La ragazza iniziò a spiegare ciò che avevano visto lei, Steve e Tony in Germania e le conclusioni cui erano arrivati, mentre gli altri quattro avevano spiegato come fosse andato l'attacco.
Alexis rimase leggermente frastornata da ciò che le avevano detto Wanda e Visione, andando a confermare i loro sospetti sui piani dell'A.T. e decise di tornare al Facility, portando con sé Bucky e Sam per alcune operazioni da svolgere e parlare anche con gli altri dei recenti sviluppi. Wanda e Visione sarebbero rimasti lì, per proteggere, o meglio, cercare di proteggere, il Wakanda da ulteriori attacchi.
 



*                 *                      *



New Avengers Facility, sala riunioni

-Buck, stai bene?- disse Steve abbracciando frettolosamente l'amico.
Bucky gli diede una pacca sulla spalla.
-Oh, ci vuole molto più di un proiettile per abbattermi, dovresti saperlo.-
-Ma guarda chi c'è!- esclamò Tony entrando nella sala riunioni. -Gesù e l'uccellino sono tornati tra noi!- poi guardò James ed indicò la spalla fasciata. -Cos'è, hanno sbagliato a mettere i chiodi?-
Alexis trattenne una risata.
-Tony,- iniziò Cap -Stai iniziando a diventare blasfemo con questa cosa di Gesù.-
-Ma guardalo!- rispose l'altro. -E' uguale!-
Bucky strinse le labbra.
-Solo perché ha i capelli lunghi?- chiese Steve.
Tony stava per rispondere, ma fu interrotto da Alexis.
-A me piacciono, molto!-
Bucky la guardò sorridendo e lei si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
Tony si grattò la barba e tirò su col naso nervosamente, voltandosi dalla parte opposta.
-Bene!- disse. -Vogliamo dare inizio alla seduta?-
Alexis fu soddisfatta di essere riuscita a cambiare argomento.
E comunque davvero lei era una fan dei capelli lunghi, bastava guardare i suoi per capirlo.
Gli Avengers lì presenti presero posto: Natasha, Bruce, Steve, Tony, Alexis, Bucky e Falcon.
Alexis pensò che sarebbe stato bello, una volta, riuscire ed incontrarsi tutti insieme, ma era quasi sempre impossibile, visto che il mondo aveva bisogno continuamente dei Vendicatori in qualche parte del mondo o dell'universo, pensando a Thor.
-Dunque,- iniziò Alexis. -Io ho già spiegato ai nostri wakandiani cosa abbiamo trovato in Germania, quindi sanno già tutto. Anche loro hanno spiegato varie cose a me, ma non a voi, perciò a voi la parola Avengers del Wakanda.- disse la ragazza con un gesto teatrale delle braccia.
Sam prese parola.
-Beh, sapete già dell'attacco e sapete che hanno preso il vibranio liquido, ma c'è una notizia in più: Visione e Wanda non hanno combattuto contro degli agenti, come noi due.- indicò sé stesso e Bucky. -Hanno combattuto contro degli androidi.-
-Erano pompati al vibranio?- chiese Tony.
-No, decisamente no, abbiamo visto i cadaveri, se così si possono chiamare, e non erano potenziati in alcun modo.-
-Probabilmente erano dei prototipi di prova o qualche androide lasciato inutilizzato dal Ultron.- disse Steve.
-Volevano vedere come se la sarebbero cavata sul campo di battaglia?- chiese Bruce.
-No, non credo.- si intromise Bucky. -Credo che ci abbiano mandato i prototipi più deboli che avessero. L'unico scopo era creare un diversivo per rubare il vibranio. Tenerci occupati.-
-Bene, ma sapevamo già che avevano in mente di creare un esercito di androidi. Per fortuna non avete avuto a che fare con la versione definitiva in vibranio.- disse Natasha.
-Bucky.- lo chiamò Alexis. -Hai detto che l'equipaggiamento degli agenti era lo stesso dell'Hydra che ricordi tu, giusto?-
-Sì, esatto. Abbastanza datato, aggiungerei.-
-Quindi è probabile che venissero dalla base in Germania.- aggiunse Tony.
 -Come fate a dirlo?- chiese Falcon.
-Era una base dei tempi della seconda guerra mondiale.-
-Ricordo qualcosa di una base estremamente segreta...- iniziò Bucky. -Ma è un ricordo molto vago, solo delle frasi. -
Tutti lo fissarono aspettando che continuasse.
-Beh, non ho molto da dire. Mi sembra di ricordare che a volte parlassero di una base in Germania da utilizzare solo in caso di estrema necessità, solo nel caso in cui l'Hydra avesse ricevuto una sconfitta definitiva. E ricordo di aver sentito nominare a riguardo un Protocollo Medusa, o qualcosa del genere. Però io non facevo parte degli organi dirigenti, quindi non so altro.-
Natasha segnò tutto su un pezzo di carta. -Farò delle ricerche.- disse.
-E invece riguardo il tipo pompatissimo?- chiese Alexis.
-Sì, ecco, l'ho visto molto da lontano, quindi potrei anche dare informazione inesatte. E' stato lui a rubare le casse di vibranio liquido, da quel che ho capito. Era davvero enorme, più grosso di un super soldato, con dei lunghi capelli neri e lisci, delle spade giapponesi sulla schiena ed aveva...-
-Sì?- chiese Tony.
-Non so come fosse possibile, ma aveva una benda che gli copriva entrambi gli occhi, eppure si muoveva come se nulla fosse.- concluse Bucky.
-Farò ricerche anche su di lui.- aggiunse la Vedova Nera. Poi mordicchiò leggermente la penna che aveva tra le mani e strinse gli occhi. -Prtocollo Medusa hai detto?-
Bucky annuì.
-Potrebbe esserci un nesso con quest'uomo. Nella mitologia Medusa poteva trasformare in pietra chiunque incontrasse il suo sguardo e questo tipo aveva una benda sugli occhi.-
-Non è da escludere.- disse Banner.
-Sam, come va con il localizzatore?- chiese Natasha.
Da quando era tornato, Falcon armeggiava con un computer, mentre partecipava alla riunione.
-Non bene.- rispose. -Il jet è come schermato da un antivirus. La cimice è attiva, ma non sta facendo il suo lavoro, devono riuscire a bypassare i protocolli di protezione. Non so quanto ci vorrà.-
Natasha si azlò in piedi. -Aspetta, ti do una mano.-
Steve si sedette in pizzo alla sedia e puntellò entrambi i gomiti sul tavolo e con lo sguardo concentrato cercò di riorganizzare le idee.
-Che ti frulla per la testa, Cap?- chiese Tony.
Steve allargò le mani, per poi ricongiungerle e fece spallucce.
-Il nostro piano d'attacco.- rispose.
Tony alzò gli occhi al cielo.
-Dobbiamo dividerci in squadre. Abbiamo troppe cose di cui occuparci.- iniziò Steve. Si guardò intorno, come per rendersi meglio conto di quanti Avengers fossero a sua disposizione. -Aspettiamo che Natasha e Sam risolvano questa cosa, poi ognuno avrà una sua missione: Natasha, Bruce, voi andrete ad interrogare Synthia. Sam tu tornerai in Wakanda, per tenere d'occhio la situazione insieme e Wanda e Visione. Tony, Alexis, Bucky ed io andremo nel luogo che ci indicherà il jet.-
-Solo noi quattro in una base dell'A.T. o dell'Hydra, quel che sia?- chiese Alexis.
Cap annuì. -E' l'unico modo, dobbiamo coprire troppi fronti.-
-D'accordo.-
-Abbiamo tempo finché Sam non individua il localizzatore, poi andiamo.- concluse Steve.


 

Alexis, dal bagno della sua stanza, sentì qualcuno bussare alla porta.
-Sono in bagno, ma entra, purché tu non sia un agente dell'A.T.!- urlò.
Sentì la porta aprirsi e qualcuno fare qualche passo dentro la sua stanza.
-Si può?-
Una voce vellutata le giunse alle orecchie e sorrise.
-Sì, entra pure.-
Bucky scostò la porta del bagno e trovò Alexis che si stava sistemando i capelli per la missione.
La ragazza stava creando una traccia alla francese, in modo che i capelli non le andassero troppo in giro.
James, con le braccia incrociate al petto, si appoggiò allo stipite della porta e la guardò ammaliato, mentre armeggiava con tutte quelle ciocche di capelli infinitamente lunghe.
Per lui stava compiendo un'azione completamente impossibile, neanche impegnandosi per giorni ci sarebbe mai riuscito.
La scrutò dall'alto al basso più volte, apprezzando quell'abbigliamento estivo che le lasciava parecchia pelle scoperta.
Alexis lo aveva guardato dallo specchio ed aveva notato che la stesse squadrando da capo a piedi mentre sorrideva.
-Che c'è?- chiese lei.
Bucky si grattò la testa, imbarazzato per essere stato colto sul fatto.
-Ehm, niente, notavo la tua maestria con... i capelli.- infilò le mani in tasca.
Lexie scosse la testa. -Oh, è solo questione di pratica, lo faccio da quando andavo al liceo.-
La ragazza legò la parte finale della treccia e si avvicinò al soldato.
-Che ci fai qui?-
-Niente di particolare, volevo vederti.-
James le passò una mano sulla guancia e lei si voltò di pochi centimetri, lasciandogli un bacio sul palmo, per poi tornare a bearsi di quella carezza.
Puntò lo sguardo negli occhi celesti di lui, che notò che Alexis era ciò che di più dolce e grazioso avesse mai visto sulla terra.
-Come mai prima non hai contraddetto Sam?- chiese lei.
Il soldato sollevò lo sguardo verso l'alto, fingendo di pensarci. Sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo la ragazza davanti a lui, ma avrebbe tanto voluto sentirlo dire da lei.
-Prima quando?-
-Beh, ehm, prima quando Sam ti ha etichettato come mio ragazzo. Tu non l'hai contraddetto.-
-No.- rispose James. -Nemmeno tu l'hai fatto.-
Alexis avvampò ed ignorò completamente la seconda parte della risposta di Bucky.
-Perché non l'hai contraddetto?- chiese di nuovo lei.
James sorrise e scosse la testa, poi allacciò le braccia intorno alla vita della ragazza, facendola aderire completamente a sé.
-Perchè io sono sempre stato tuo, Alexis. Fin dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di te.-
Aveva detto quest'ultima frase con un sorriso stampato sul volto ed una naturalezza tali da pensare che fosse impossibile che Bucky potesse essere mai stato il soldato d'inverno.
Il cuore di Alexis sussultò di gioia. Si mise sulle punte dei piedi, aggrappandosi alle braccia del soldato ed unì le labbra a quelle di lui, prima con un bacio più casto, poi si schiusero le labbra a vicenda, continuando a baciarsi con movimenti perfettamente complementari, come se lo scopo della loro vita fosse soltanto quello.
Bucky cominciò a camminare, spingendo Alexis, che neanche si accorse del fatto che il soldato la stesse spingendo verso il letto.
Se ne accorse solo quando cadde all'indietro sul materasso e Bucky la seguì a ruota, posizionandosi a cavalcioni sopra di lei, con le mani ai lati della testa, come ad impedirle qualsiasi tipo di fuga.
Il soldato poteva stare tranquillo: Alexis non sarebbe mai fuggita dalle sue braccia.
Rimasero qualche istante a guardarsi, poi lei allacciò le braccia intorno al collo di lui, attirandolo di nuovo verso di sé, unendo di nuovo le loro labbra, poi James si separò dalle sue e si concentrò sul collo, lasciando una scia di baci, arrivando fino alla spalla. Tirò giù la spallina della canottiera di Alexis e continuò con la scia verso il centro del collo.
Alexis affondò le mani nei capelli lunghi del soldato, mentre poteva sentire perfettamente il cuore rimbalzarle nel petto e rimbombarle nelle orecchie. Si sentiva completamente incandescente.
Ogni punto del suo corpo che Bucky sfiorava, si trasformava in lava.
Purtroppo per entrambi, però, la vibrazione di un cellulare li fece tornare nel modo dei vivi.
Alexis trasalì per lo spavento, James si fermò e trattenne il respiro per alcuni secondi, poi allungò un braccio verso il cuscino, dove si trovava il telefono e lo passò ad Alexis.
La ragazza lo afferrò e rispose, mentre si passava una mano sul volto, stravolta.
-Steve?-
Bucky si sdraiò accanto ad Alexis su un fianco e le risistemò la spallina della canottiera, quasi sbuffando.
-D'accordo, arriviamo.- riagganciò.
Alexis lanciò il telefono dietro di sé e si voltò a guardare Bucky, che la guardava con occhi leggermente spenti.
-Pare che Sam abbia localizzato il jet.- disse lei.
Bucky inclinò la testa. -E pare che tu debba risistemarti la treccia.- le disse mentre si alzava dal letto. 












Angolo Autrice
Buonasera gente!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto (fatemelo sapere con una recensione!) =)
Ci ho messo qualche giorno in più, ma alla fine ce l'ho fatta. A tal proposito, non garantisco di iuscire a pubblicare più di un capitolo a settimana, sto avendo alcune questioni che mi portano via molto tempo ed energie, ma comunque non abbandonerò mai questa storia. Mi piace troppo scriverla, e nei giorni in cui non riesco a farlo, mi manca tanto!
Capitolo di passaggio in cui vediamo gli Avengers riorganizzarsi e riposarsi un po' in seguito ai vari attacchi e alle varie scoperte traumtiche cui sono stati sottoposti. 
Dal prossimo li rivedremo in azione!
Colgo l'occasione per rignrazia di nuovo la mia recensoressa n. 1 InsurgentMusketeer <3 
Al prima possibile!


Rack =) <3
  
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