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Autore: Farkas    30/04/2021    4 recensioni
Dopo anni di lontananza il lavoro, riporta Gale al Distretto 12. Ma ormai tutto è cambiato: l'atmosfera, la gente, la vita... e Katniss. Katniss ormai è la signora Mellark, ed è felice di esserlo.
Un ultimo incontro tra due vecchi amici, uno sguardo sulla nuova vita di Katniss, una possibilità per dirsi le cose non dette.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è più casa mia

 
Gale non tornava al Distretto 12 da anni. Non ne aveva motivo: tutta la sua famiglia lo aveva seguito nel Distretto 2 e i pochi amici sopravvissuti che erano tornati a vivere nel 12 non erano tanto stretti da meritare una visita.
E poi be’… non voleva incontrare lei. Non se la sentiva.
Il suo matrimonio alla fine era comunque andato in onda in tv, ma lui non l’aveva guardato. Un po’ gli aveva fatto male, ma in fondo se lo aspettava ed era riuscito a parare il colpo con maestria.
Il treno continuava a macinare chilometri. Ora che c’era la libera circolazione tra i distretti era molto più affollato.
A dirla tutta avrebbe potuto rifiutare di andare nel 12 come inviato del governo per la celebrazione della rivoluzione, ma in fondo non c’era un vero motivo per farlo. Non aveva nulla da temere ed era curioso di vedere come fosse cambiata la sua vecchia casa in tutto quel tempo.
 
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Gale non riusciva a riconoscere il Distretto 12. Già la stazione si era rivelata parecchio diversa rispetto ai suoi tempi: molto più grande e affollata, brulicante di attività.
Il comitato di ricevimento lo attendeva sui binari: il sindaco, un paio di assessori, gli ufficiali dell’esercito che prestavano servizio nel 12, più qualche soldato semplice che doveva fare da scorta. Non si prevedevano pericoli, ma il potere dipende anche dal far vedere i simboli di esso e una scorta è uno di quei simboli.
Anche la città era irriconoscibile. Molto più grande e più pulita. Soprattutto era molto più gioiosa. Non c’era più nemmeno un Pacificatore in giro e non si vedevano più fame e povertà ad ogni angolo. Ovviamente da qualche parte doveva esserci il centro accoglienza che dava cibo ai bisognosi, ma prevedibilmente non ci passarono davanti durante il tragitto. A lagnarsi col governo centrale e a chiederne l’assistenza ci pensavano i delegati eletti del Distretto 12, durante quell’occasione si voleva mostrare il buon lavoro fatto.
Nel tentativo di mostrarsi diverso dal precedente il nuovo governo aveva creato tutta una serie di iniziative volte ad assistere i meno fortunati e le vittime della guerra. Che fosse per vera carità, o per ottenere più consenso popolare, queste iniziative funzionavano bene ed era uno dei motivi che rendeva Gale orgoglioso di aver partecipato alla rivoluzione.
Lasciando i colleghi a scambiare convenevoli con le autorità, Gale si mise a fare quattro chiacchiere coi soldati di scorta. Erano tutti molto giovani (il più vecchio doveva avere ventidue anni al massimo) e facevano la loro bella figura in uniforme. Che probabilmente era il motivo per cui erano stati scelti per fare da scorta.
Tuttavia apparivano tutti abbastanza amichevoli e anche orgogliosi del compito a loro assegnato. Parlandoci Gale sentì una certa affinità con loro. Finite le formalità, mentre entravano in albergo (avevano costruito un albergo nel 12!) Gale si lasciò sfuggire un: -Certo che questo posto è cambiato parecchio da quando ci abitavo io-.
-Oh, lei è del Distretto 12? - chiese curioso uno dei ragazzi della scorta.
-Sì, ma non ci vengo da parecchi anni. Anzi magari puoi aiutarmi… mi piacerebbe salutare una mia vecchia amica Katniss Everdeen-.
-Everdeen?- ripeté l’altro.- Mai senti… ah, forse intende Katniss Mellark! Sicuramente sarà in panetteria col marito-.
-Mi ci accompagneresti? -.
-Naturalmente! Non è neppure molto lontano e la cerimonia inizierà solo fra due ore. Ma non vuole darsi una rinfrescata prima? -.
 
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Il breve tragitto, fu sufficiente a dare un altro spaccato del nuovo Distretto 12. Ormai c’era perfino del divertimento in giro!
Gale contò tre parchi giochi per bambini, un cinema dall’aria scalcinata, due bar e una sala da ballo.
-Eccoci arrivati! - dichiarò il soldato (Gale avrebbe poi scoperto che si chiamava Josh).
La panetteria era un bell’edificio. Guardarla metteva allegria. Sicuramente aveva deciso Peeta di dipingerla di arancione tramonto. La vetrata, rivelava un interno dall’aria calda e accogliente dentro cui si affaccendavano tre garzoni, Peeta e Katniss.
Katniss serena e felice come non l’aveva mai vista. Katniss che rideva a una battuta, di uno dei garzoni, con addosso un grembiule che aiutava nella lavorazione degli ultimi prodotti da forno, sicuramente destinati alla festa della giornata.
Ma c’era di peggio. Una bimba di due o tre anni che trotterellava di qua e di là costringendo i garzoni a fare il doppio dell’attenzione per paura di farle male.
-Forza ragazzi! Ci aspetta una grande, grande, grande giornata! - urlava una ragazzina bionda di circa dodici anni. - Tutto dev’essere perfetto! -.
-E allora Abernathy, aiutaci anche tu invece di stare qui a parlare- fece in tono sarcastico uno dei lavoranti.
-Giustissimo! Lucrezia *, per piacere potresti badare un po’ a Prim? Se continua a mettersi fra i piedi, rischiamo che i dolci finiscano tutti sul pavimento- fece Katniss.
La giovane Abernathy sbuffò, ma eseguì portando la piccola fuori dalla bottega, con la promessa di una partita a un-due-tre stella.
D’istinto Gale girò i tacchi e cominciò ad allontanarsi.
-Be’, non voleva parlarci? – fece perplesso il militare.
-Adesso è troppo indaffarata, le arrecherei disturbo. Passerò più tardi-. Una grossa bugia.
 
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Katniss che per quanto fosse stata piuttosto scavezzacollo, da madre si era scoperta abbastanza apprensiva, alzò lo sguardo dall’impasto per vedere Lucrezia portare Prim fuori e vide Gale allontanarsi. Lo vide per pochi istanti, ma era così abituata alla sua figura da riconoscerlo immediatamente.
 
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Arrivato il momento della cerimonia, Gale prese posto nella tribuna.
Due gradinate più in basso c’era una donna con un’assurda parrucca viola
-Effie Trinket continua a lavorare al Distretto 12? - fece sorpreso Gale.
-Veramente ci vive. Ed ha preso il cognome Abernathy da un pezzo- lo informò il suo vicino.
-Effie Trinket sposata con Haymitch Abernathy?!- ripeté sconcertato Gale.
-Ma da dove viene? Un vincitore e pezzo grosso della ribellione, che sposa una capitolina… la tv ne ha parlato per settimane! -.
Nel primo anno dopo la ribellione Gale aveva avuto ben altro da fare che guardare la tv o interessarsi dei pettegolezzi, (soprattutto non voleva sapere nulla sugli Everlark, ennesimo soprannome per la coppia scelto dai media), ma decise di tacere.
In quel momento Peeta salì sul palco.
-Distretto 12! - tuonò il fornaio. - Anni fa il governo di Capitol City era crudele è corrotto. Le nostre vite non valevano nulla, ci uccidevano per gioco, per ricordarci chi comandava. E noi glielo abbiamo permesso per fin troppo tempo. Io stesso ho sopportato cose indicibili, così come mia moglie. Ma alla fine ci siamo ribellati, ci siamo battuti e abbiamo vinto! Abbiamo sopportato moltissime perdite, ma alla fine abbiamo riconquistato la nostra libertà, la nostra dignità! Per questo dobbiamo sempre ricordare coloro che hanno sacrificato la vita per darci un futuro migliore, e impegnarci sempre di più per il nostro distretto è il modo migliore di onorare il loro sacrificio-.
-Ci sa fare con le parole Mellark. Un sacco di gente lo vorrebbe come sindaco- commentò Josh.
-Davvero? -.
-Trova una parola gentile per tutti, e dona sempre un po’ di cibo al centro accoglienza. È un brav’uomo-.
-Lo so- ammise Gale. - Non ci conoscevamo benissimo, ma mi ha sempre dato quell’impressione. E col tempo l’ha provata con i fatti. Ma pensate potrebbe essere anche un buon sindaco? -.
-Il suo forno è l’attività più florida del distretto, che abbia cervello è innegabile. Se si candida io voterò di sicuro per lui-.
Peeta continuò per alcuni minuti e quando ebbe finito risuonò uno scroscio di applausi. A sorpresa anche Katniss salì sul palco per parlare delle proprie esperienze.
-Paradossalmente è stata Capitol a unirmi a mio marito, che è stato la mia luce e la mia forza durante la guerra come lo è nella vita di tutti i giorni- fu la conclusione della donna. – Cercate di apprezzare più che potete le persone nella vostra vita, perché non potrete sapere, quando se ne andranno-.
Gale si sentiva un estraneo in casa propria.
“Ma che diavolo ci faccio qui?” si chiese di colpo l’ex-cacciatore.
Quella non era più casa sua. Era piena di gente sconosciuta, era cambiata fino a diventare irriconoscibile e nessuno aveva mostrato di sapere chi fosse. Katniss era diventata una madre di famiglia, che non si faceva problemi a parlare in pubblico, la vita da quella parti era diventata perlomeno sopportabile, e adesso venivano date feste con buffet a cui tutti si divertivano.
 
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I dolci erano davvero buoni, oltre che belli da vedere. Non che dubitasse che il probabile futuro sindaco, non fosse bravo nel suo lavoro.
Forse avrebbe dovuto odiare Peeta e invece provava una strana simpatia per lui. A pensarci bene si erano salvati le penne a vicenda durante la guerra: lui lo aveva salvato dopo la fustigazione, lui aveva ricambiato tirandolo fuori da Capitol City. Peeta Mellark era un uomo che rispettava realizzò di colpo Gale. Non era felice che Katniss avesse scelto lui, ma era felice che fosse lui e non un estraneo.
-Allora che ne dici di un saluto a una vecchia amica? – fece una voce alle sue spalle.
-Sicura che siamo ancora amici? - replicò. -Non è che ci siamo tenuti tanto in contatto-.
-Non ne saremmo stati in grado- replicò l’altra. - Vai ancora a caccia? Io sì-.
-Quando posso-.
Cielo, che conversazione triste e patetica. Un tempo gli bastava che guardasse in faccia Katniss per capire che pensava, adesso erano due estranei. Tanto valeva approfittare della situazione per dire qualcosa d’importante.
-Volevo bene a Prim. Se avessi anche solo supposto che…-.
-Lo so- lo interruppe la moglie del fornaio. - Ma con i “Se” non si va da nessuna parte-.
-Lo so- ammise Gale. - Ma almeno possono aiutarci a decidere come comportarci in futuro-.
-Vero anche questo. Non vuoi salutare Peeta, immagino-.
-No- fece l’uomo voltandosi per andarsene. Ma lei lo richiamò.
-Gale-.
-Sì? -.
-Anche senza la bomba, avrei scelto Peeta-.
Gale la fissò incredulo. Aveva passato giorni a domandarsi cosa sarebbe successo, se Prim non fosse morta o se non fosse morta in quel modo, aveva sognato di essere lui al fianco di Katniss un‘infinità di volte e ora lei se ne usciva con quelle parole.
-Perché? - si limitò a chiedere.
-Perché io non ho bisogno del tuo fuoco distruttore. Ne ho già abbastanza di mio. Aggiungerne altro mi annienterebbe. Quel di cui ho bisogno… è Peeta. La sua gentilezza, il suo ottimismo, la sua bontà … queste cose… mi completano. Non è facile da spiegare a parole, ma è così. All’epoca ero troppo immatura e troppo confusa per capirlo, ma era vero come lo è adesso-.
- Quindi non ho mai avuto una possibilità. E perché me lo stai dicendo? -.
L’altra si scrollò nelle spalle: - Non lo so. Mi pareva giusto farlo. Tutto qui-.
-Non hai mai pensato a come sarebbe stato se avessi scelto me? -.
-No. Mai. Ma mi è dispiaciuto che la nostra amicizia sia finita. E anche averti fatto stare male -.
-Ti credo-.
E rimasero lì a fissarsi. Non avevano altro da dirsi, ma in memoria di ciò che erano stati, non riuscivano semplicemente ad andarsene e tornare ognuno alla propria vita.
Ci pensò Lucrezia a spezzare l’impasse.
-Katniss! Ti ho cercata ovunque! - urlò la ragazzina.
-Mi hai trovata. Ehm… Gale lei è Lucrezia…-.
-Prim si è fatta male! - la interruppe la sedicenne. - È caduta e si è sbucciata un ginocchio. Non è niente, ma le fa male… e si è spaventata parecchio-.
Gale capì immediatamente di essere di troppo.
-Va pure. A… a presto-.
-Sì… alla prossima-.
“Fottuta farsa” si dissero entrambi. Sapevano benissimo che non si sarebbero mai più rivisti. Solo allora Lucrezia vide Gale e si rese conto di non essere stata molto educata a ignorarlo completamente. Sua madre le avrebbe fatto una ramanzina di un’ora se lo avesse saputo.
-Piacere, Lucrezia Abernathy. Scusi, ma andavo di fretta e …-.
-Fa nulla. Ma non pensate a me. La piccola ha bisogno della mamma-.
Katniss annuì e poi corse via con Lucrezia.
Poco dopo trovarono Prim addormentata fra le braccia di Peeta.
-Roba da matti. Fino a dieci minuti fa, piangeva come una fontana e ora dorme! – sbuffò la ragazzina.
Katniss si avvicinò al marito che la rassicurò con un sorriso: - Tutto a posto. Non è niente, è inciampata mentre giocava ad acchiapparello-.
Per tutta risposta la cacciatrice lo baciò.
-Non che mi lamenti, ma perché? -.
-Ti amo. Non ho bisogno di un altro motivo-.
I due rimasero in silenzio per un po’, finché la madre di Prim disse: - Ho appena visto Gale-.
-Davvero? Era venuto per la celebrazione? -.
-Sì-.
-E come stava? -.
-Non ti dispiace che ci abbia parlato? - fece sorpresa Katniss.
Peeta sorrise: - Primo: io mi fido di te. Secondo: ho in braccio il motivo vivente, per cui non devo essere geloso di Gale-.
-Gli ho detto che sei sempre stato tu l’Unico. Tu sei l’unica persona che ho davvero voluto al mio fianco-.
L’uomo sorrise e diede alla moglie un altro bacio: - Sai avevo avuto questo sospetto, ma è sempre bello ricevere conferma-.
 
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Gale rimase a guardare la mora e la bionda allontanarsi per qualche istante poi si voltò e andò a cercare i soldati della scorta, mentre la luce del tramonto scivolava via, preannunciando il calare delle tenebre, su quella che un tempo era stata la sua casa.
 
 
 
 
 
  • A Capitol City molti hanno nomi che echeggiano l’antica Roma, per questo ho scelto il nome Lucrezia per la figlia di Haymitch ed Effie.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Della serie: quando la luna piena, fa un brutto effetto a Farkas. Non credevo avrei mai scritto in questo fandom, ma mi è venuta di colpo quest’idea ed eccomi qui.
Mi piace l’idea di mostrare la vita dei protagonisti dopo la guerra, quindi forse ci saranno altre one-shot di questo tipo. Non ho molto altro da dire se non ci vediamo nelle recensioni.
  
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