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Autore: Donatozilla    01/05/2021    3 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 11: Ryo Honda Origin parte 1

“Per far capire meglio la situazione al detective” iniziò a parlare Ryo “Dovremmo fare un ripasso. Credo che lei sappia già, detective, che io… sono senza Quirk. Sono stato senza Quirk per tutta la mia vita… ed è stata la ragione principale per cui il qui presente Katsuki Bakugo ha cominciato a bullizzarmi.. tormentarmi… per il semplice fatto che ero senza Quirk” continuò a parlare osservando con uno sguardo torvo.

Bakugo fu tentato di evitare lo sguardo di Ryo, ma si fece forza e rimase fermo a guardarlo dritto negli occhi. Midoriya e Naomasa guardarono Bakugo per qualche secondo, ognuno con espressioni diverse: Midoriya con tristezza Naomasa con serietà. I due allora ritornarono a osservare Ryo che riprese a parlare.

“Mia madre, un giorno, scoprì per puro caso ciò che mi stava accadendo… inutile dire che era furibonda. Fece sapere tutto alla madre di Bakugo e si pensa che la storia sarebbe finita lì no? Beh no, non finì lì. Mia madre… temeva che nonostante avesse rivelato tutto ciò alla madre di Bakugo quest’ultimo non si sarebbe fermato. Che avrebbe continuato a tormentarmi, a bullizzarmi… dunque lei e mio padre decisero che ci saremmo trasferiti a Jaku City per evitare altri problemi”.

“E fin qui ci siamo” disse Naomasa “Tu vuoi vendicarti di Bakugo per il fatto che ti ha maltrattato perché eri senza Quirk. Ma ciò non spiega come tu sia entrato in possesso di quella… melma nera” l’ultima parte la disse con qualche esitazione, sapendo che la vera natura del simbionte doveva essere tenuta segreta “O non spiega neanche come mai i tuoi genitori siano spariti nel nulla. Abbiamo provato a contattarli senza successo, e quando abbiamo mandato degli agenti a Jaku City per trovarli erano come se fossero spariti. Sai spiegare questo?”.

Ryo rimase in silenzio per qualche secondo, il suo sguardo che si fece ancor più scuro. “Se mi avesse lasciato finire di parlare detective” ricominciò a parlare Ryo “Saprebbe che l’essere stato tormentato da Bakugo non è l’unico motivo per cui lo voglio morto così tanto”.

“Allora cos’altro ti ha spinto ad odiarmi così tanto?” Si intromise Bakugo, interrompendo il detective dal parlare “Cosa ti avrei portato via che ti ha spinto a volermi uccidere?” “Diciamo che c’entra con l’assenza dei miei genitori” rispose Ryo cupo.

Un silenzio incredibilmente pesante cadde d’un tratto nella sala interrogatori. “… c-cosa?” Ripetè Midoriya “Cosa c’entra Bakugo con l’assenza dei tuoi genitori” “Dimmi Izuku…” continuò Ryo rivolto al suo vecchio amico “Hai mai sentito parlare dell’incidente Shocker?” “O-oh? Sì che lo so. Un villain di nome Shocker combatte contro un Hero in una strada piena di traffico. Ne parlarono per giorni alla TV. Quella battaglia… causò… molti…” Midoriya cominciò pian piano a rallentare, il suo volto si fece più pallido e gli occhi spalancati, la realizzazione che si faceva strada nella sua mente. E a giudicare dagli sguardi impalliditi di Bakugo e Naomasa, anche loro dovevano essere arrivati alla stessa realizzazione.

“Morti” finì Ryo, gli occhi spenti, come se avesse perso ogni energia “Causò molti morti”. Guardò i volti dei tre che si trovavano oltre la vetrata e disse “A giudicare dalle vostre espressioni direi che avete capito. Ma sarà meglio che ve lo dica, in modo da confermare i vostri sospetti. Io e i miei genitori eravamo in quella strada diretta per Jaku City… eravamo bloccati dal traffico… ignari di ciò che stava accadendo più avanti”.

11 anni fa…

Un Ryo di cinque anni insieme ai suoi genitori, Kayako e Kenta, si trovavano nella loro auto e bloccati in mezzo alla strada che portava a Jaku City a causa di un traffico immenso. “Proprio durante l’ora di punta dovevamo trovarci” sbuffò Kenta battendo le dite delle mani sullo sterzo “Suvvia caro poteva andare peggio” disse Kayako al marito con un sorriso. Spostò poi lo sguardo dietro di sé per vedere Ryo, e il suo sorriso sparì facendo posto alla tristezza sul suo volto.

Ryo sedeva col capo chino, ma Kayako poteva vedere chiaramente delle lacrime scendere per le guance di suo figlio. “Hey, hey” disse Kayako voltandosi completamente e mettendo una mano sotto il mento di Ryo in modo da fargli alzare lo sguardo. Il bambino si asciugò in fretta le lacrime dicendo “S-scusa mamma. So che non dovrei piangere perché hai già detto che un giorno potremo tornare a Musutafu… m-ma Izuku già mi manca… mi manca molto”.

Lo sguardo di Kayako si fece triste. Vedere suo figlio così le spezzava il cuore. Anche Kenta si volto leggermente per vedere il figlio, dispiacere dipinto sul suo volto. Kayako tirò un sospiro e disse “Ryo… anche io e tuo padre siamo tristi per il fatto che non vedremo i nostri amici per molto tempo… trasferirsi non è mai così facile quando ti allontani da persone che ti sono sempre state vicine” accarezzò il volto del figlio per poi sorridergli “Ma come ho già detto… un giorno li rivedremo. Torneremo a Musutafu per visitarli. E loro saranno assolutamente felici di vederci” “Tua madre ha ragione campione” continuò Kenta voltandosi per sorridere al figlio “Vedrai, solo perché vivremo lontani non significherà che non potremo più rivedere i nostri amici”.

Ryo si asciugò quelle lacrime che stavano scendendo ancora e sorrise ai suoi genitori “Sì… avete ragione… assolutamente ragione. Grazie mamma… grazie papà”. I genitori sorrisero al figlio per poi spostare nuovamente lo sguardo verso la strada bloccata dal traffico. “Ora se solo queste macchine si decidessero a darsi una mossa” disse Kenta quasi sbraitando e facendo ridere la moglie e il figlio.

Ryo d’un tratto però si bloccò. Certo, ora non era triste come prima. Ma aveva ancora quel senso di tristezza e di mancanza di Izuku che gli attanagliava il cuore. Ripensò al motivo per cui lui e i suoi genitori erano stati costretti a trasferirsi: 

Katsuki Bakugo.

Sì, a causa sua e del fatto che lo aveva tormentato fino a quel momento avevano obbligato i suoi genitori a trasferirsi per evitare che Bakugo continuasse a tormentarlo. Per causa lui e i suoi genitori erano stati costretti a trasferirsi. Strinse i suoi piccoli pugni preso da un sentimento incredibilmente forte.

I suoi pensieri furono interrotti da un rumore fortissimo: un esplosione. Per la precisione, l’esplosione di un auto che si trovava molto più avanti.

“Che diavolo?!” Urlò Kenta. D’un tratto delle figure in costume corsero verso il luogo dell’esplosione: erano Heroes. Alcuni si fermarono vicino alcune auto per parlare ai guidatori, molto probabilmente per calmarli e lo stesso accadde a Ryo e ai suoi genitori: un Hero si affacciò alla finestra del guidatore dicendo “Signori non preoccupatevi. Ci siamo qui noi” “Che diavolo sta succedendo laggiù?!” Chiese Kayako con gli occhi spalancati. “Io ed alcuni miei colleghi stavamo inseguendo un Villain di nome Shocker. È riuscito ad arrivare fino a qui e ha iniziato a combattere” “Beh, non dovremmo andarcene?!” Chiese Kenta. “No. Voi civili dovete rimanere nelle auto dove sarete più al sicuro. Se uscite rischiate di finire in mezzo al fuoco incrociate. Ci pensiamo noi Heroes al Villain” e detto questo corse verso il punto in cui si trovava il Villain. “Roba da matti…” sussurrò Kenta mentre Ryo rimaneva in silenzio con gli occhi sbarrati e una terribile sensazione che passava per il suo corpo.

Nel mentre quattro Heroes erano impegnati nella battaglia contro il Villain conosciuto come Shocker: indossava un costume giallo con striature marroni imbottito in gommapiuma, una maschera gialla con occhi bianchi e sulle sue mani indossava dei guanti tecnologici capaci di sparare delle vibrazioni incredibilmente potenti. 

“Maledetti Heroes!” Urlò Shocker sparando delle vibrazioni contro gli avversari che riuscirono a schivare il colpo “Non riuscirete mai a catturarmi!” “A quanto stiamo vedendo ora” disse una Hero “Credo proprio che tu non abbia via di scampo” “Al diavolo donna!” Urlò Shocker sparando vibrazioni contro l’avversaria che riuscì a schivare il colpo per un soffio “Avevo programmato questo colpo da mesi! Poi arrivate voi fessi a rovinare tutto!” Sparò altre vibrazioni dai suoi guanti colpendo altre auto facendole esplodere… con coloro che si trovavano all’interno.

“Maledizione!” Imprecò un Hero. “Forse oggi sarò catturato da voi idioti!” Disse Shocker con rabbia “Ma vedrò di mandare almeno uno di voi all’inferno!”

Shocker puntò i suoi pugni contro gli avversari, che non si erano accorti di trovarsi davanti a delle auto… e sparò delle vibrazioni più forti delle precedenti. Gli heroes schivarono velocemente il colpo… ma realizzarono altrettanto velocemente il loro errore. 

“NO!” Urlarono mentre le vibrazioni colpiranno le auto causando un esplosione che travolse un altro auto… che esplose a sua volta… che fece esplodere un altra, facendo capovolgere altre auto e causando un effetto a catena devastante.

“Hey, hey Ryo piccolo guardami” Kayako si era messa nei posti di dietro accanto a Ryo in modo da farlo calmare avendo visto il nervosismo e la paura farsi strada sul suo volto dopo la discussione con l’Hero. Ryo spostò il suo sguardo spaventato verso quello calmo e gentile della madre “Vedrai, andrà tutto bene. Ci sono gli Heroes qui… vedrai che risolveranno la situazione”. Ryo rimase in silenzio a guardare la madre… riusciva sempre a calmarlo, a fargli sparire la paura dal cuore. Riuscì a ricambiare il sorriso della madre, mentre il padre non poteva che osservarli e sorridere a sua volta.

I sorrisi dei tre sparirono dai loro volti quando sentirono delle esplosioni che si fecero vicine… sempre più vicine. I tre spostarono gli sguardi dinnanzi a loro… e videro delle esplosioni che si facevano sempre più vicine e che travolgevano delle auto capovolgendole o facendole rotolare via.

Accadde tutto così in fretta.

Kenta si lanciò nei sedili posteriori per proteggere la moglie il figlio.

Kayako tenne stretta a sé suo figlio, sussurrandogli parole dolci e calmanti.

E Ryo non poteva che meravigliarsi come diavolo erano arrivati fino a questo punto.

Chi diavolo era stato a farli stare in mezzo a quella strada?

Katsuki Bakugo.

Prima che l’auto venisse travolta da un altra auto e dall’esplosione e che il buio lo avvolgesse Ryo sentì delle parole dalla madre. 

Parole che gli sarebbero rimaste in testa per sempre.

“Ti voglio bene… mio piccolo eroe…”

Ryo aprì pian piano i suoi occhi, confusione che si faceva strada nella sua testa. 

Si alzò con un gemito dolorante, non avendo idea di dove si trovasse a causa della vista appannata. Scosse la testa cercando di chiarirsi la mente e la vista. E quando la sua vista si chiarì capì immediatamente dove si trovava.

Una stanza di ospedale.

Era ancora confuso, non ricordandosi il motivo per cui si trovava qui. Un infermiera entrò nella stanza e notò subito il bambino che si era risvegliato. “Oh, sei sveglio” disse l’infermiera sorpresa… e Ryo notò un sottotono triste nella sua voce. “Sarai confuso ora… ma non ti preoccupare piccolo. Andrà tutto bene. Fammi andare ad avvisare il dottore e tutto sarà chiaro”.

L’infermiera uscì dalla stanza e tornò neanche un minuto dopo con un uomo in camice bianco e capelli castani. Era incredibilmente giovane per essere un dottore, doveva avere almeno 39 anni.

“Buongiorno Ryo” disse il dottore con voce gentile mentre si avvicinava al letto di Ryo “Sono il dottor Matsuda. Come ti senti” “I-io…” balbettò Ryo “Credo… di stare bene…sono solo… sono solo confuso signore”.

“È comprensibile” annuì Matsuda “Dopo l’incidente che hai avuto…” “I-incidente?!” Ripetè Ryo sbarrando gli occhi mentre immagini cominciarono a farsi strada per la sua testa. Era in strada con i suoi genitori, quando d’un tratto in mezzo alla strada ci fu un combattimento tra un Villain chiamato Shocker e degli Heroes. Poi d’un tratto ci furono delle esplosioni che avevano travolto la loro auto e…

“I miei genitori” sussurrò Ryo. Il dottore e l’infermiera lo sentirono e delle espressioni scure apparirono sui loro visi. “Signore… i… i miei genitori” Ryo guardò verso Matsuda “C-come stanno i miei genitori”.

“Non hai subito ferite gravi, ma un colpo alla testa che ti ha fatto stare in coma per due giorni” disse il dottore, ignorando la domanda del bambino “Ora che ti sei risvegliato dovresti prendertela con calma e riposarti e…”.

“Signore!” Ripetè Ryo con più forza nella sua voce. 

Matsuda guardò verso Ryo con dispiacere sul suo volto. Gli occhi di Ryo cominciarono a brillare. Sospettava cosa voleva dire il dottore. 

Ma non poteva essere vero. 

Non doveva essere vero.

Matsuda tirò un sospiro e rispose “I tuoi genitori ti hanno protetto dall’onda d’urto dell’esplosione Ryo. Hanno preso la maggior parte dei danni che l’onda d’urto e il capovolgimento dell’auto ti avrebbero causato. Quando la gli agenti ti ha trovato… era già troppo tardi. Mi dispiace piccolo… loro… non ce l’hanno fatta”.

Il silenzio cadde in quella stanza.

Il volto di Ryo era illeggibile, non si poteva capire quale emozione provasse… ma le lacrime che gli scendevano dagli occhi erano abbastanza da far capire ciò che stava provando in quel momento.

Ryo iniziò a scuotere la testa.

“Mi dispiace Ryo…”

“No…” scosse la testa Ryo.

“Credimi, mi dispiace davvero”

“No sta mentendo” continuò Ryo, le lacrime che ora scendevano copiose dai suoi occhi viola.

“Ryo…” provò a dire il dottore.

“Perché sta mentendo?!” Disse Ryo iniziando ad alzare il tono della voce.

“Ryo devi riposarti…”

“NO!” Urlò il bambino. Si alzò dal letto e fece un balzo da esso in modo da poter correre via. Il dottore, però, lo prese al volo e lo rimise al letto bloccandolo.

“NO NO NO NO!” Continuava ad urlare Ryo mentre piangeva.

“Infermiera aiutami!” Disse Matsuda. L’infermiera, con delle lacrime agli occhi, prese una siringa con cui far addormentare Ryo.

Quest’ultimo continuava ad agitarsi e a piangere preso dal dolore. “MAMMA! PAPà! NON POTETE ESSERE MORTI! NO NO NO NO!” Urlò il bambino.

L’infermiera iniettò il sonnifero nel braccio di Ryo, i cui movimenti si fecero più lenti e i cui occhi cominciarono a chiudersi.

Prima di addormentarsi un pensiero si fece strada nella sua mente.

E quel pensiero sostituì la tristezza… con rabbia.

Chi era stato che li aveva costretti a trasferirsi?

Chi era stato che nel farli trasferire li aveva fatti stare in quella strada dove ci fu un combattimento disastroso?

Chi era stato che li aveva fatti mettere in mezzo a quel combattimento che aveva causato la morte dei suoi genitori?

Katsuki Bakugo.

   
 
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