La trasformazione inaspettata di Elsa, ferita ed esausta, si
era ben presto invertita, lasciandola nuda in un letto di sangue, fango
e neve.
C’era voluto l’arrivo claudicante di Jack per
riscuotere Anna: assieme
l’avevano coperta con quel poco che avevano a disposizione e,
dopo un’intensa
lotta di sguardi e rassicurazioni, erano riusciti ad issarla su Sven,
comprensibilmente non così propenso dall’avere in
groppa due predatori di tale
portata, poiché assieme a lei vi era salito anche Jack in
modo che i due
potessero darle più calore possibile ed alleggerire anche
lui, provato dalle
profonde ferite dell’Alpha, del peso di riuscire a tenere il
passo.
Anna era sinceramente dispiaciuta del dolore che i due erano costretti
a patire
ma, al tempo stesso, era sollevata: finché avessero avuto la
testa attaccata al
collo non avrebbe dovuto temere per la loro vita. Per questo aveva
chiesto a
Jack l’ultimo sforzo di non cedere alla stanchezza e rimanere
vigile nel caso
il misterioso lupo rosso avesse deciso di rifarsi vivo e, per lo stesso
motivo,
la balestra era ancora carica nella sua mano, così come le
altre due di
supporto. Era piuttosto sicura che non li avrebbe attaccati di nuovo,
non in
quel momento almeno, perché per disfarsi delle frecce che
gli avevano colpito i
polmoni sarebbe stato costretto ad invertire la trasformazione e
l’argento
avrebbe ritardato ulteriormente il suo processo di guarigione,
lasciandolo
fuori dai giochi almeno per un po’. Tuttavia era sempre
meglio tenersi pronti
per ogni evenienza, quello aveva tutta l’aria di essere
decisamente più
pericoloso ed esperto di sua sorella.
Una volta raggiunta la grotta, Kristoff, Ellen ed Emma erano accorsi
preoccupati ed erano rimasti per un attimo in uno stato di shock nel
vedere le
condizioni dei due ragazzi, per cui era toccato alla
più giovane delle sorelle
cercare di fargli forza e tranquillizzarli, invitandoli a prestargli i
primi
soccorsi e a lasciarli riposare. Potevano, sì, alleviare il
loro dolore ma
c'era un solo e unico alleato che avrebbe permesso la loro guarigione:
il
tempo.
Solamente dopo che i feriti furono medicati e gli animi calmati, Anna
si
concesse un leggero ristoro in un piccolo anfratto di cui la grotta era
piena,
rinfrescandosi con un po' di neve, sapientemente lasciata a sciogliere,
il
collo sudato dalla fatica e dalla tensione.
Fu proprio mentre stava lasciando nuovamente i capelli liberi di cadere
sulle
spalle, le quali spuntavano nude dalla camicia allentata, che qualcuno
la
raggiunse e, nel riconoscerlo, per poco non si rovesciò la
tinozza dell’acqua
addosso «K-Kristoff...» balbettò,
coprendosi istintivamente con le mani.
«Ah» schizzò sull'attenti lui
«Non pensavo fossi qui, ero venuto a prendere un
po' d’acqua pulita per Jack e...»
«Non fa niente» cercò di tagliare corto
lei, rilegando velocemente i lacci alla
bell'e meglio e cercando di evitare di sprofondare nella vergogna
«Avevo
finito, fai pure»
Kristoff cercò di non allungare troppo lo sguardo e si
dedicò al suo compito,
deglutì all'improvviso oppresso da quel silenzio che era
calato fra loro «Come
stai?» le chiese, per spezzare la tensione ma anche per la
preoccupazione di
quello che la ragazza aveva vissuto.
«Bene» rispose l'altra subito: un meccanismo
automatico che negli anni aveva
imparato a far scattare all'arrivo di domande scomode perché
quel segreto, che
lei e sua sorella custodivano, era talmente pericoloso da non poter
commettere
errori lasciandosi scappare una parola di troppo.
«Stai bene... sul serio? »
cercò conferma lui, non poteva essere vero,
quella non poteva essere Anna, oh sì, d'accordo, stava per
pensare la sua
Anna, e allora? «Tu vuoi dirmi che trovare tua sorella a
battersi contro un
altro lupo mannaro che ha lasciato lei e Jack in fin di vita non ti ha
fatto né
caldo né freddo?»
La ragazza sospirò, era una sciocca, che motivo aveva di
continuare a
mentirgli? Nessuno «Vuoi che ti dica che
trovare mia sorella fra le
fauci di quel mostro mi ha terrorizzata?» l'adrenalina
trattenuta fino a quel
momento esplose tutta d'un colpo «Certo che lo ha fatto! Ma
colpirlo, quello
no, perché per proteggere Elsa farei di tutto...»
strinse i pugni «Sì, mi
spiace immensamente che lei e Jack siano feriti e soffrano ma il fatto
che
siano lupi mi solleva perché so
già che guariranno» alcune lacrime di
tensione le sfuggirono dalle ciglia «Ma sai che
c'è? La verità è che sono
felice che mia sorella abbia perso, perché così
ho
finalmente avuto la conferma
di quello che ho sempre creduto, quello che mi ha sempre sostenuto in
questi
anni e non mi ha fatto vacillare mai al suo fian…»
Due labbra sulle sue la fecero zittire di colpo, la ragazza
lasciò che le mani
di Kristoff le si posassero sul viso e si aggrappò alle sue
spalle rimanendo,
per una volta, senza altro da dire.
Dai
Elsa, fammi volare!
No Anna,
è troppo
pericoloso…
Non
lo sarà se mi riprenderai. Dai: ti prego, ti prego,
ti prego!
Un piccolo
sbuffo
E va
bene…
Un primo volo
e
gridolini eccitati, poi un altro e vere e proprie risate
Più
in alto, più in alto!
Un ultimo
slancio
particolarmente lungo, tanto dal rischiare una piroetta scomposta.
La rovinosa caduta bloccata solo grazie ad una forza ed una
rapidità fuori dal
comune.
Anna, potevi
romperti l’osso del collo!
Ma
tu mi hai preso, te l’avevo detto! Dai, rifacciamolo!
No…
Sì!
Una piccola
mano
stretta ad un esile braccio
Ti ho detto di
no!
La spinta
appare
solo leggera ma, in realtà, sprigiona una forza in grado di
far volare via quel
corpicino come un sacco vuoto.
Il rumore di una testa, che sbatte su un sasso, agghiaccia; il sangue,
che si
espande sul terreno, raggela.
Anna!
Mani candide
tinte
di rosso, lacrime cadono e il dolore nella testa esplode, prende il
cranio e lo
spacca a metà
Padre, Madre!
Passi
concitati,
respiri affannati.
Elsa,
che cosa hai fatto? Non lo controlli più.
E’
stato un incid…
Elsa?[1]
La mano di Jack scivolò dal collo candido su cui, fino ad un
attimo prima, era lievemente appoggiata e il suo corpo fu scosso da un
leggero
spasmo. Elsa aprì gli occhi di colpo, allarmata da quel
senso di sollievo che
aveva messo a tacere all’improvviso la maggior parte del
dolore «Sciocco,
perché l’hai fatto?»
Capì
immediatamente quel che era successo e le fu subito chiaro come mai
quel
doloroso ricordo era tornato a pungolarle la mente sotto forma di sogno
proprio
in quel preciso momento, per metterla in guardia.
L’altro
mugolò spossato «Io… non lo so...
desideravo solo che tu
stessi meglio»
Elsa non
poté evitare di sorridere «Sarei guarita comunque,
proprio come te…»
gli passò una carezza sul viso sudato «Devi
imparare a controllare questo
potere, prima di utilizzarlo, altrimenti ti
ucciderà» proseguì verso il petto
ma una mano si strinse improvvisamente nella sua «N-non
riprendertelo…»
«D’accordo…»
si chinò a lasciargli un leggero bacio a fior di labbra
«Adesso
riposa ancora un po’»
Elsa
aveva
aspettato che Jack si riaddormentasse e, incapace di stare ferma ora
che lui
aveva dato una spinta notevole al suo processo di guarigione, aveva
deciso di
uscire nella mattinata appena sorta. Non si era allontanata molto,
consapevole
del rischio, i sensi bene all’erta ma, quando
avvertì il pericolo di
un’aggressione imminente, anziché irrigidirsi si
sciolse in un sorriso e si
lasciò travolgere dalle braccia della sorella.
«Sono così felice che ti sia
ripresa!» esultò quella, stringendola forte
«Questa volta mi hai fatto prendere un colpo, quando ti ho
vista nelle grinfie
di quel coso ho pensato seriamente di essere
arrivata troppo tardi» il
solo ricordo le velò lo sguardo di lacrime.
«Ehi!» cercò di rincuorarla la maggiore,
prendendole il viso e asciugandole con
i pollici le gote bagnate «Sei arrivata in tempo e mi hai
salvata, di
nuovo»
La vide annuire e tirare su con il naso, commossa. Scosse appena la
testa e le
prese una mano «Coraggio, rientriamo…
così saremo più tranquille e potrai
raccontarmi»
Anna rise e si lasciò trascinare dentro «Mai che
ti si possa fare una
sorpresa…»
L’altra sghignazzò «Beh, so che muori
dalla voglia di dirmi qualcosa ma non so
cosa. Per cui, avanti… la tua agitazione mi ha messo
curiosità»
La più giovane prese fiato «Il lupo rosso ti ha
battuto… tu non sei più un
Alpha»
Elsa inarcò le sopracciglia, presa in contropiede
«Che c’entra questo adesso?»
domandò
confusa, come potevano quelle parole sposarsi con l’assoluta
gioia che l’altra
emanava?
«Ho visto i tuoi occhi…»
La stava prendendo in giro? Il respiro le si bloccò nel
petto e serrò le
palpebre, il cuore già stretto in una morsa di gelido
ghiaccio, azzurro
come i suoi occhi da assassina…
«… erano gialli!»
«Cosa hai detto?» chiese conferma, portandosi una
mano alla testa che aveva
improvvisamente iniziato a girare «Non puoi mentirmi su
questo» sussurrò,
incapace di crederle perché del suo risveglio
ricordava ogni cosa.
«Come potrei farlo?» Anna, invece, la mano se la
portò al cuore «Non la senti
la mia felicità, maledizione?» si batté
il petto una volta, due «Non puoi
sentire solo quello che ti fa comodo»
Aveva ragione: era sincera, credeva veramente a quel che diceva ma non
poteva
essere vero «E se ciò che abbiamo sempre creduto
fosse sbagliato?»
Avvertì il suo nervosismo ancor prima di vederlo riflesso
sul suo volto «Io non
ho motivo di dubitare degli studi di mamma e papà»
la vide stringere i denti
«Perché non vuoi ammettere che non
sei il mostro che credi?»
«Perché sono io ad
essermi risvegliata fra i loro corpi
martoriati, sono io ad aver avvertito il
loro sapore nella mia
bocca, sono le mie notti ad essere
tormentate dal loro ricordo»
quasi ringhiò in risposta, arrabbiata con lei, con se stessa
e con la sua
memoria vuota «Se non sono stata io, come me lo spieghi
questo?»
«Io non lo so» sbottò Anna a sua volta
«Ma abbiamo appena scoperto che non sei
la sola e non sto parlando di Jack ma di quel mostro che
vi ha
quasi ucciso, quello sì che lo era, non tu»
cercò di ragionarci su «E se ce ne
fosse stato un altro anche allora? E tu fossi intervenuta per
salvarli?»
s'illuminò «Anzi io sono certa che sia
stato
così, io non ho mai creduto fossi
stata tu e a maggior ragione non lo farò da adesso in
poi»
Era vero, Elsa lo aveva sempre saputo: Anna non l'aveva mai considerata
capace
di quell'atto ed era, forse, per quello che l'aveva sempre sostenuta,
sacrificando moltissimo di se stessa pur di starle accanto. La
convinzione
dell'altra riuscì a farsi strada nel suo cuore: non
era lei la colpevole? Crollò in
ginocchio e, per la prima
volta in vita sua, il petto divenne meno pesante e il sollievo le
inondò gli
occhi di lacrime «Non sono stata io»
singhiozzò.
Le braccia della sorella l’avvolsero nuovamente
«E’ così…» le
confermò
sinceramente commossa. Ascoltò i suoi singhiozzi in
silenzio, poi, le lasciò un
bacio fra i capelli e si rialzò, invitandola a fare
altrettanto «C’è un’altra
cosa che devo dirti: ho parlato con Kristoff e siamo
d’accordo che non possiamo
più stare qui»
«Volete andare via?»
Anna sbuffò appena «Non è che
vogliamo, dobbiamo: abbiamo bisogno
di un pasto diverso dalla cacciagione, di essere abbastanza lontani da
Friederik e dal suo proposito di ucciderci ma, soprattutto, abbiamo
bisogno
di una casa e per noi intendo tutti,
anche
tu»
Esattamente come temeva, vide Elsa sgranare gli occhi e scuotere la
testa
«Trovare un altro villaggio? Uno dove Friederik non abbia
già fatto arrivare la
verità? Ci vorranno giorni e giorni di
cammino e noi non li
abbiamo, lo sai»
«E
se
non ne avessimo bisogno? Ti ho vista davanti ad Emma ed Ellen
ieri: tu
riesci a controllarti anche se, per qualche ragione che mi sfugge,
continui a
negarlo a te stessa» la rimproverò, esasperata dal
suo comportamento «Le
temperature sono più miti, nel caso non trovassimo un
rifugio possiamo
permetterci di accamparci nel bosco, mantenendo acceso un fuoco, con te
e Jack
nessun animale oserebbe avvicinarsi, basterà fare dei turni
di guardia per chi
ci sta dando la caccia. Quando giungerà la Luna Piena, tu
non ci farai del male
e potremmo legare Jack nella rete d'argento di papà, se
necessario. Quando,
finalmente, saremo abbastanza lontani da qui, potremo azzardarci ad
entrare in
qualche villaggio, magari non tutti insieme, recuperare un carro,
rubarlo se
serve... e andare ancora più lontano e trovare un villaggio
che non abbia mai
sentito parlare di noi, oppure possiamo costruircelo un posto»
«Un
posto solo per noi? Delle
casette in mezzo al bosco, magari?
Rubare? Ma ti senti?» quasi le
scappò una risata amara «Tu
non
consideri una cosa importante: io ho morso
Jack e non l'ho ucciso solo perché sei arrivata tu ad
impedirmelo»
«Oh
Elsa, sai benissimo che con lui non avresti potuto controllarti:
perché
continui a farti carico di cose che non dipendono da te? Quando
riuscirai a vederti come ti vedo io? Questa non
è vita e lo sai benissimo
anche tu»
La maggiore
sospirò «Ci penserò,
d'accordo?» le strinse le mani e le sorrise,
sperando che bastasse per farla quietare almeno per un po'. Anna
piegò le
labbra in una smorfia poco convinta ma, alla fine annuì, e
si allontanò.
«Non
ci penserai...» la riprese Jack sarcastico, uscendo
finalmente da
quell’angolino buio da cui aveva, praticamente, ascoltato
tutto. Era ancora visibilmente
provato ma, perlomeno, riusciva a stare dritto sulle proprie
gambe.
Quella punta
di delusione che gli avvertì nella voce non la
gradì «Te lo ha
suggerito il lupo?» gli
rispose a tono, pronta a ricoprirsi di
quell'armatura di gelo che gli anni e l'abitudine avevano fatto
diventare la
sua più fedele alleata.
«Non
ne ho bisogno...» lui, però, non le diede corda
«Ti conosco da un po’ di
tempo, non credi?»
«Non
mi conosci affatto...» lo ferì, lo
percepì immediatamente.
«Perché
fai di nuovo così? Perché adesso?» le
chiese, sinceramente confuso
«Vuoi allontanarmi perché già sai che
sono d'accordo con tua sorella? Questo
posto non è più sicuro: siamo troppo vicini al
villaggio è solo questione di
tempo prima che ci trovino e poi c'è questo nuovo lupo,
come mi ha
trovato una volta sarà in grado di farlo di nuovo. Non
è stato un attacco
casuale, Elsa, voleva uccidermi»
«Allontanarci
da qui è troppo pericoloso, che ne sarà di Anna,
tua madre, tua
sorella e Kristoff quando giungerà la Luna Piena e non ci
sarà niente a
fermarci?» ribatté testarda.
Il
cacciatore le prese le mani, cercando di essere incoraggiante
«Tu sai
controllarti, mi terrai a bada: useremo la rete che ha detto tua
sorella, berrò
infuso di strozzalupo per indebolirmi se non avremo
alternative»
«Io
non mi so controllare» ringhiò rabbiosa,
liberandosi dalla sua presa
«Smettetela di darlo per scontato»
«Hai
intenzione di passare il resto della tua vita chiusa in quella
gabbia?»
questa volta fu la pazienza di Jack ad esaurirsi «Ora che
puoi trasformarti
quando meno te lo aspetti perché non ti ci rinchiudi anche
adesso?»
La ragazza
strinse istintivamente i pugni «Perché non vuoi
capire che rimanere
qui è la cosa migliore per entrambi?»
«Perché
questa volta hai torto, non puoi decidere per me: tu non sei
più il mio
Alpha» si pentì di aver pronunciato quelle parole
non appena le sentì
abbandonare le sue labbra: fu investito dal suo dolore «Io
non volev...»
«Oh
sì che volevi...» lo interruppe lei,
assottigliando gli occhi glaciali «Il lupo
ti ha solo dato il coraggio di dirlo»
«Siete
pronti?»
Kristoff
chiuse la bisaccia con un colpo secco e alzò
lo sguardo verso Anna «Quasi...» sospirò
«Tua sorella è tornata?» lo chiese per
un di più, di fatti non si stupì quando lei gli
fece un cenno di diniego con la
testa. Sbuffò «Ho provato a chiedere a Jack se
sapesse qualcosa: mi ha guardato
in un modo che ho pensato seriamente volesse sbranarmi...»
cercò di scherzare,
accennando appena un sorriso «Fortunatamente si è
accanito contro un ciocco di
legna: lo ha aperto a metà… a mani
nude»[2]
deglutì a vuoto.
Anna
sghignazzò appena «E’ molto difficile
per loro
controllare la rabbia, cercate di lasciarlo in pace o di concentrarlo
su
qualcosa dove possa sfogarsi: grazie a nostro padre, Elsa ha scoperto
che
incanalare le sue energie nel lavoro aveva il potere di calmarla.
Provate a
farvi venire in mente qualcosa per Jack ma, per l'amor del cielo, non
toccatelo
finché non sarà più
tranquillo» ci pensò su per un attimo
«Ah, e vi suggerisco
caldamente di non nominare mia sorella… almeno per un
po’»
Il
giovane taglialegna si fece scappare uno sbuffo
appena divertito ma l’ilarità sparì
velocemente dal suo volto «Sei sicura di
non voler venire con noi?»
Lei
sorrise e gli passò una carezza sul viso «Ehi, non
sto dicendo che rimarrò qui per sempre ma io la devo
aspettare. Vedrai: la convincerò
e grazie alla sua velocità vi raggiungeremo prima di quanto
ti aspetti» gli
disse, incoraggiante.
«Lascia almeno che ti lasci Sven…»
titubò appena «Per ogni
evenienza…»
In quella proposta lei ci lesse tutto quello che lui non aveva il
coraggio di
dirle: la preoccupazione che non riuscisse nel suo intento e rimanesse
troppo
indietro per raggiungerli; il timore che scegliesse di non seguirli
«D’accordo»
concesse, come riprova della sua assoluta buona fede «Vi
siete organizzati come
vi ho detto?»
Kristoff
annuì «Sì, io e Emma abbiamo una delle
tue
balestre, lei ha alcuni dei tuoi stiletti e io la mia ascia, Ellen
porterà lo
strozzalupo che non è molto pesante ma, allo stesso tempo,
la proteggerà e
Jack, beh, lui credo sappia badare a se stesso…»
questa volta fu il suo turno
di alzare una mano a passarle le dita ruvide sulla guancia morbida
«Dimmi che
non correrai alcun rischio»
«Stai
tranquillo: è mia sorella, non mi farà del
male»
Anna
avvertì
il rientro di Elsa quando il resto del gruppo era già
partito da un po’, era
stata via a lungo: la discussione con Jackson doveva averla innervosita
davvero
molto per farla allontanare per così tanto
tempo, era una
cosa che non faceva
mai. Non appena se la trovò di fronte, le sembrò
per un attimo diversa: la
mandibola contratta, lo sguardo più duro. Scosse la testa,
associando la sua
espressione ad una rabbia non ancora sbollita che cercava, a quanto
pare a
stento, di trattenere «Finalmente sei
tornata…»
«Se
ne sono andati…» constatò, non era una
domanda «Perché tu sei rimasta?»
Se le avesse
mollato uno schiaffo in piena faccia, forse, le avrebbe fatto meno
male «Perché sei mia sorella, l’unica
famiglia che mi rimane, non avrei mai
potuto andare via»
«Ma
è quello che vuoi, no?» la degnò appena
di un’occhiata sprezzante «Perciò
fallo, costruisciti una nuova famiglia con Kristoff… vattene
via»
«Non
puoi averlo detto sul serio…» quasi
boccheggiò, ferita «Smettila di
scavalcarmi, guardandomi dentro… e, se non puoi evitare di
farlo, almeno abbi
la decenza di guardare tutto: io voglio che tu venga con
noi, non
ti
voglio lasciare, non qui, non da sola»
L’altra,
però, rimase impassibile a quelle parole «Hai
già lasciato Ellen, Emma
e Kristoff da soli alle prese con un mostro, vuoi portargliene un
altro?»
«Elsa,
che stai dicendo?» quasi non le sembrava di riconoscere la
sorella nella
persona che aveva di fronte.
«Che
devi
andare via…»
«No, io so che
insieme potremo trovare una soluzione!»
«Come? Pensi davvero che
riuscirete a gestirci entrambi? Che potere
hai tu per fermare Jack, per fermare me?![3]»
La
più giovane strinse i denti e le afferrò un
braccio risoluta «No, io non
me ne vado senza di te»
Elsa
abbassò lo sguardo freddo e tagliente sulla mano della
sorella «Sì,
invece, vai!»
si liberò dalla sua presa con un semplice movimento,
talmente
rapido da risultare quasi impercettibile all’occhio ma con
una potenza tale da
scalzare l’altra dalla posizione in cui si trovava.
Solo gli
anni di esperienza riuscirono a non trovare Anna completamente
impreparata: impossibilitata ad opporre qualsiasi tipo di resistenza ad
una
forza come quella, irrigidì il corpo e portò in
avanti il collo in attesa dell’impatto
contro il muro, cercando di concentrare il contraccolpo sulla schiena
allenata
e non sbattere la testa. Quando questo avvenne, però, non
poté fare a meno di
lasciarsi scappare un mugolio di dolore.
Giusto
davanti a quella scena, qualcosa sembrò scattare nella
maggiore «Anna…»
sussurrò e, come se le costasse un’enorme fatica,
allungò una mano verso di
lei.
«Non
mi toccare…» la bloccò invece
l’altra, mentre lacrime di rabbia e
frustrazione le rigavano il volto «Va bene, continua pure
così: rifiuta il mio
amore, quello di Jack… non potrai mai amare nessuno se prima
non imparerai ad
amare te stessa. Sai che ti dico? Rimani da sola, se proprio ci tieni
tanto…
questa volta non ti supporterò, anche io me la merito una
possibilità…»
Elsa la
guardò rimettersi in piedi a fatica e superarla senza
degnarla di un ulteriore
sguardo. Avrebbe voluto gridarle di fermarsi, che non era sua intenzione
colpirla, che sì era una testarda senza speranza ma solo
perché aveva paura,
paura di fare del male alle persone che amava ma la realtà
era che non riusciva
ad immaginarsi una vita senza di lei, senza Jack. Tuttavia non
fiatò, né si
mosse: la gola serrata e il corpo immobile. Tutto ciò che
poté fare fu il
vederla sparire oltre l’ingresso della grotta
perché quella, di fatto, era
l’unica cosa che le era stata
concessa.
Qui
si necessitano delle delucidazioni: no, non sono improvvisamente
impazzita perché, sebbene alcune battute che Elsa e Anna si
scambiano sul finale siano
esattamente le stesse che pronunciano in Frozen dentro al
castello di ghiaccio (ci sono inoltre diverse citazioni sparse un po'
ovunque di
entrambi i film), il modo in cui Elsa le pronuncia mi rendo conto possa
sembrare
OOC ma è assolutamente voluto, chiaramente c'è un
perché e, fra le righe, ci sono già diversi
indizi per farsi delle idee al riguardo.
Inoltre so bene che la Anna dei film non avrebbe mai abbandonato Elsa
in questo modo ma qui c'è una sostanziale differenza fra la
vera Anna e quella di questa storia: in Frozen l'aver ritrovato la
sorella dopo anni e anni di allontamento le ha innescato un
attaccamento talvolta morboso che spesso le impediva di vedere le reali
necessità di Elsa e di cui si accorge solo quando la perde
(e capisce di dover fare
la cosa giusta) mentre qui lei le è sempre, sempre, rimasta
accanto: l'ha sostenuta, protetta, vegliata, sacrificando praticamente
tutto di se stessa, credendo in lei quando Elsa era la prima a
non farlo e questo rifiuto così freddo, questo muro
che l'altra innalza finendo poi con il colpirla, scatenano la rabbia e
l'esasperazione che la porta, in questo momento, ad allontanarsi. Ci ho
pensato a lungo e mi è sembrato un comportamento plausibile,
all'interno del contesto. Spero sia così anche per voi.
Insomma c'è una grossa e gigantesca crisi da risolvere...
ovviamente per sapere come, e se, si risolverà, non vi resta
che attendere il prossimo capitolo. Se sarà l'ultimo o no,
non lo so perché lo sto ancora scrivendo. Trovare il tempo
materiale per mettere giù due righe è sempre
molto complesso, scusate per questi aggiornamenti così radi.
Al solito vi ringrazio per il sostegno che date a questa storia con le
vostre letture, recensioni e aggiunta alle liste.
Cida
[1] Esattamente come in Frozen, Anna viene accidentalmente ferita dalle capacità soprannaturali della sorella (immagino vi siate accorti che la scena è praticamente identica, solo un tantinello più cruenta) ed è proprio a questo episodio che Anna si riferiva nel capitolo precedente quando ha mostrato la cicatrice sulla tempia a Kristoff: se Elsa non fosse intervenuta per curarla - cosa avvenuta per puro istinto - sarebbe di sicuro morta ed è per questo che, qui, la stessa Elsa perde i sensi all'arrivo dei genitori, dato il troppo dolore che ha messo anche lei in serio pericolo di vita.
[2] Se vi ha ricordato Captain America, era esattamente quello il suo scopo XD
[3] In Frozen Elsa, in realtà, dice: "Che potere hai tu per fermare questo Inverno? Per fermare me?", ditemi che avete capito questa chicca e vi amerò per sempre <3