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Autore: Whatliesintheend    03/05/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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28 Febbraio

Caro Potter,

Sei proprio ridicolo, come puoi prendertela con me per l'orario in cui ti arrivano le mie lettere quando ti basterebbe aspettare di tornare a casa per leggerle senza farti rimproverare come al solito?
È chiaro che sei tu il problema, sei di nuovo ossessionato da me, credevo che la dipendenza del sesto anno l'avessi superata ormai.
Indubbiamente mi sbagliavo.

Ora, prima che tu possa venire a saperlo da altre fonti a me ancora del tutto sconosciute, fraintendere e fare uno dei soliti casini, Ursula Carrow è morta due giorni fa.
Fermo, metti giù i tuoi attrezzi d'investigazione babbani, non c'è niente su cui indagare: era vecchia e malata, come sai, da settimane le portavo pozioni curative di continuo per aiutarla con la digestione, le ossa e chissà cos'altro non le funzionasse.
Giustamente, in mancanza di Medimaghi nessuno è stato sorpreso di trovarla annegata nel suo vomito una mattina.

Tranquillo, non spendere tempo per le condoglianze, non mancherà nemmeno ai suoi nipoti, figuriamoci a me, dopo che mi ha costretto per mesi a sgobbare come un Elfo Domestico per prepararle tutti i suoi rimedi.
E intanto tu festeggi e dai a me dell'aristocratico scansafatiche, con quale faccia tosta Potter?

E che diamine è una Barbie?
Non parlare babbano con me, Potter e sappi che se vengo a scoprire che metti in dubbio la mia mascolinità arrivo a strozzarti.
Basta sono stufo di parlarti, mi fa venire i nervi anche solo immaginare la tua brutta faccia sfregiata.
A presto Potter,

D.M.

Se da quando era dovuto partire raramente Draco si trovava ad essere di buon umore, quel giorno lo era meno del solito.
Era strano a dirsi dal momento che, per la prima volta dopo mesi, non aveva pozioni da preparare o vecchie bavose da accudire.

Eppure chiuse la busta con un gesto stizzito, lasciandola sulla scrivania senza spedirla prima di uscire dalla tenda, seguendo l'istinto che lo spingeva alla ricerca di aria fresca.
Infilò le mani in tasca e si strinse nelle spalle mentre l'aria ancora gelida di fine Febbraio gli si insinuava sotto le pieghe del mantello e fin dentro le ossa, facendolo rabbrividire sul posto.

Quel giorno si sentiva particolarmente pessimista.
Era uno di quei giorni in cui arrivava a convincersi che non avrebbe mai più visto le cime fumose del grigi palazzi della sua amata Londra, i vicoli scuri e caratteristici di Nocturne Alley e nemmeno le stradicciole rumorose di Diagon Alley.
Sarebbe stato un esule per il resto della sua vita, era anche quasi certo di meritarselo e di poterlo accettare.
Credeva di essere pronto a dire addio alla sua città e sostituirla con un susseguirsi infinito di villaggi, boschi e brughiera, se non fosse stato per Potter.

Era così fastidioso pensare a come, sapendolo a Londra a battersi per lui, non fosse capace di arrendersi e continuare a scappare per sempre, perchè troppo speranzoso di tornare tra le sue forti braccia da Cercatore.

Già, per l'ennesima volta nella sua ripetitiva vita, Harry era la scomoda clausola che lo teneva lontano dalla confortevole strada della fuga e davvero il biondo non se ne capacitava certe volte.
Insomma, aveva vissuto anni amandolo in silenzio e per la maggior parte del tempo non era stato stato un problema, credette di doversi rimproverare nel momento in cui si accorse di come non riuscisse a concepire di tornare a quella situazione ora che aveva conosciuto un'alternativa migliore, tanto migliore da non sembrare possibile.

Invece fu costretto a scendere a patti con il fatto che, se avesse scelto di arrendersi, avrebbe dovuto rinunciare a Harry.
Era così ingiusto, perchè stare con quel disgraziato doveva necessariamente significare lottare per la giustizia? Perchè quel Potter doveva fare sempre l'eroe di tutti.
E perchè, per impressionarlo forse?
Come se ce ne fosse bisogno.

Più di un miliardo di volte Draco aveva solo sperato che Harry si arrendesse e scappasse con lui, che restassero solo loro due, lontani dal mondo e dal male, a condurre una vita tranquilla senza battaglie da vincere.
Tuttavia, ognuna di queste volte, Draco era arrivato a chiedersi, per diretta conseguenza dei suoi pensieri, se in effetti Harry sarebbe mai potuto essere comunque Harry senza uno scontro a cui prendere parte.

Si costrinse a mettere da parte quei pensieri anche quella mattina come già troppe volte aveva fatto negli ultimi mesi: non voleva interpretarli, confuso dal suggerimento che sembravano volergli dare.
Piuttosto era quasi ora di pranzo e dare una mano in cucina sarebbe stato, ovviamente sgradevole, ma quantomeno utile a tenersi distratto.

Quando sollevò il tessuto pesante della tenda, facendo il suo ingresso in quella che era stata adibita a cucina, vide qualcosa di tanto stomachevole da pietrificarlo sul posto con un'espressione disgustata a stortargli la faccia.

Lì, davanti ai suoi poveri occhi, quell'energumeno di Imus Rosier stava ficcando la lingua in gola a Theodore Nott.
Ma il peggio doveva ancora venire e, accorgendosi del suono di passi familiari alle sue spalle, Draco era perfettamente intenzionato ad evitare che ciò accadesse.

Quindi pensò bene di uscire dalla cucina e lasciarsi cadere la stoffa alle spalle, si bloccò davanti all'ingresso nel momento in cui la figura di Blaise gli si stagliò davanti, chiedendogli con un'occhiata seccata di farlo passare.
Il biondo scosse la testa e Zabini sollevò un sopracciglio, seccato.

"Draco, è il mio turno in cucina, spostati o ti sposto io"

"Beh, il tuo turno di schiavitù può aspettare, dobbiamo parlare."

Sentenziò Malfoy e afferrò il polso di quello che ancora faticava a considerare qualcosa di diverso dal suo migliore amico e che quindi tendeva involontariamente a proteggere, allontanandolo dalla tenda e dai suoi orrori e trascinandolo verso il limitare del bosco.

"Siamo qui da mesi e all'improvviso hai deciso di rivolgermi la parola?"

Grugnì acido il mulatto, provocando in Draco un verso di sarcastica sorpresa.

"Ah, ma da quale pulpito! Sei tu che di punto in bianco, mentre io ero a Hogwarts per l'ottavo anno, hai smesso di inviarmi gufi. Sono venuto  a sapere da Pansy, da Pansy, Blaise, che nemmeno mi parlava all'epoca, che ce l'avevi con il mondo perchè Theo ti tradiva!"

Zabini deviò lo sguardo accanito di Draco e lo fissò sulle chiazze d'erba che macchiavano il sottobosco gelato, per un po' non disse nulla anche perchè era evidente che Malfoy non avesse ancora finito.

"Io però ho continuato a scriverti per mesi prima di arrendermi. Mai parole di conforto furono più sprecate, continuavo a sperare che fosse una fase e che comunque riuscissi a renderti conto di che livelli di umiliazione abbia toccato per te. Beh sei un ingrato Blaise e ora pretendi pure di essere la vittima. Scendi da quel maledetto piedistallo e scusati, egocentrico serpentello dei miei stivali!"

"Mi dispiace"

Il mulatto soffiò quella frase coi pugni stretti lungo i fianchi e Draco incrociò le braccia al petto, non nascondendo un'espressione soddisfatta per quella reazione così immediata.

"Non mi sono comportato correttamente, ero sconvolto... non avrei mai creduto che Theodore potesse tradire la mia fiducia così, dopo tutti quegli anni, quelle promesse... era semplicemente assurdo. Credevo avremmo passato insieme il resto della vita."

Il sorriso soddisfatto di Malfoy si trasfigurò in fretta in uno sguardo molto più permissivo, addolcito da quella confessione così aperta, che da Blaise non si sarebbe mai aspettato.
Era sinceramente felice che finalmente avesse deciso di seppellire l'ascia di guerra e sfogarsi con lui, almeno avrebbe avuto modo di ricambiare il favore dopo tutti gli anni trascorsi a lagnarsi per Potter in cui il mulatto lo aveva sempre sostenuto.

"Blaise, c'è sicuramente una spiegazione. Raramente le cose sono come sembrano."

"Ah sì? E come ti sono sembrate là in cucina?"

Colto alla sprovvista, Draco arrancò.

"Eh?"

"Guarda che l'ho capito che volevi nascondermi qualcosa e... beh dato il fatto che, una volta a settimana sono di turno in cucina con loro due, diciamo che ci ero arrivato."

Malfoy rimase in silenzio, non trovando nessuna parola di conforto per Blaise.
Si sentì un incompetente e un irriconoscente... il suo amico ne aveva sempre avute per lui, perchè non riusciva a ricambiare?

"Draco, non tormentarti. Non è te che Theo ha tradito."

"Beh, più o meno sì..."

Blaise sorrise in un debole gesto involontario, sentendosi in imbarazzo di fronte a un lato spontaneo e altruista di Draco, che a pochi era dato conoscere, ma che, in un certo senso, non era più nascosto come lo era stato un tempo.

"Stare con Potter ti sta facendo diventare un eroe, Draco."

Il biondo fu nuovamente preso alla sprovvista e le sue guance si colorarono di un rosso acceso, particolarmente evidente sulla carnagione pallida.

"Cosa diamine centra Potter, stai cambiando discorso."

"Sono felice che il tuo Sfregiato si sia dimostrato all'altezza delle aspettative."

"Blaise! Basta io non ho mai detto questo."

Zabini ridacchiò con aria maliziosa, divertendosi a costringere Draco a mettere a nudo i suoi sentimenti, anche se sempre a modo suo.

"Vuoi forse dire che non è così?"

Il biondo stava palesemente cercando una via di fuga, ma, non trovandone, fu costretto a cedere.

"No, hai ragione. Ha perfino superato le aspettative per quanto mi riguarda, ma ora smettila di darmi il tormento."

Il mulatto alzò le mani in segno di resa, del tutto intenzionato a non insistere sulla questione, poi però si ritrovò ad indugiare sul viso dell'amico e doveva essere piuttosto evidente che avesse un dubbio che intendeva soddisfare, ma aveva troppa paura per chiedere.

"Cosa vuoi ancora?"

"Te l'ha detto che era lui James, vero?"

Draco sbuffò e si strinse nelle spalle con aria seccata.

"A modo suo, sì, ma è una lunga st- aspetta e tu come lo sai?"

Blaise si morse un labbro, aggrottando la fronte e scalciando un piccolo sasso mentre faceva i conti con una domanda piuttosto scomoda.

"Anche questa è una lunga storia, ma se non te l'ho mai detto... è stato solo per proteggerti."

"Di questo non ne dubito Blaise, ma faresti comunque meglio a vuotare il sacco."

"Al sesto anno... quando ha smesso di presentarsi è stato perchè l'ho costretto a rivelare la sua identità e l'ho minacciato."

Malfoy aveva sollevato un sopracciglio e questo era un segno preciso, era impressionato, ciò che dipendeva molto di più dalla varietà dei casi era se questa sua sorpresa fosse un brutto o un buon segno.
Di solito, non portava a niente di buono.

"Draco, ti prego... non guardarmi così e dimmi solo che cosa ti passa per la testa."

"Quindi... in pratica è colpa tua se James è sparito e invece Harry è diventato ancora più molesto"

Il mulatto annuì gravemente.

"Non era mia intenzione aizzartelo contro, pensavo demordesse... non credevo fosse uscito di testa al punto da provarci spudoratamente con te per ottenere quelle informazioni"

Tutta la sicurezza di Draco crollò in un momento solo quando realizzò precisamente il quadro della questione e il biondo si ritrovò ad arrossire di nuovo, ma questa volta si coprì il viso con una mano.

"Non era per le informazioni...  quel cretino di San Potter"

Balbettò, rendendosi conto della violenza con cui gli si era stretto lo stomaco e di come stesse trattenendo il respiro.
Che cosa stupida, no Potter era stupido, infischiarsi così della guerra alle porte e provarci con lui come se non fosse stato il nemico, ma solo un ragazzo come un altro...

"Tutto bene, Draco?"

Domandò Blaise, avvicinandosi di un passo, preoccupato dal modo in cui il biondo si era chiuso nel suo silenzio.
Lui si ricompose in fretta, drizzando la schiena e scacciando i pensieri con un gesto della mano.

"Certo Blaise, ma ora andiamo, è il tuo turno in cucina."

Zabini aggrottò la fronte, ma non protestò, limitandosi a seguire Malfoy fino al campo di nuovo, dove tuttavia la cena era già servita e in molti iniziavano a chiedersi dove i due ragazzi fossero andati a cacciarsi.

Theodore, nel vedere Blaise sedersi accanto a Draco e ridere a una delle sue tagliate sarcastiche, assottigliò lo sguardo senza quasi rendersene conto, mentre un sentimento di cui si era dimenticato tornava a farlo tremare.

In seguito Blaise ebbe modo di sfogarsi con l'amico ritrovato, rivelandogli, sebbene fosse per Draco già abbastanza ovvio, che in effetti non aveva mai smesso di credere in un futuro con Theodore.
Malfoy gli aveva sorriso e quella volta aveva trovato le parole giuste per incoraggiare l'amico, promettendogli perlomeno, una spalla su cui piangere.

   
 
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