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Autore: Whatliesintheend    10/05/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Draco iniziava ad avere paura.
Odiava ammetterlo e odiava quella sensazione, odiava la sua famigliarità.
Il tutto era dovuto a un pessimo presentimento.
Non c'era stato un evento scatenante, non era cambiato mai sostanzialmente nulla nella sua vita da Settembre a Giugno se non la sua posizione, ma anche i luoghi che si susseguivano erano ai suoi occhi tutti uguali: sempre le stesse sterpaglie, gli stessi tronchi rugosi e gli stessi rami umidicci.
Iniziava a mancargli la civiltà, ma non siamo qui per parlare dei suoi problemi di adattamento alla vita da fuggitivo, quanto più del susseguirsi dei suoi pensieri che, progredendo nei mesi, furono atrofizzati dalla paura e dall'orgoglio al punto di convincerlo che lasciare Harry sarebbe stata la cosa più giusta da fare.

Sempre ammesso che stiamo effettivamente insieme. Non si capisce niente di quello che pensa quello Sfregiato.

Pensava Draco, sdraiato sulla sua branda nella tenda con le braccia piegate dietro la testa.
Harry di solito si metteva in quella posizione e, quando il biondo lo realizzò, si affrettò a cambiarla, soltanto per togliersi l'immagine del Grifondoro dalla mente.
Si girò su un fianco e portò le ginocchia al petto mentre le mani affusolate che giocherellavano con il tessuto della coperta entravano nel suo campo visivo.
Sospirò stancamente e affondò il viso nel cuscino mordendosi un labbro con forza per soffocare un singhiozzo.

"Draco, sei qui? Ehi, va tutto bene?"

Il ragazzo alzò la testa e si mise a sedere di scatto pronto a linciare chiunque fosse entrato nella sua tenda senza avvertire e cogliendolo in un momento di dissolutezza.
Ma era solo Blaise, che con un'occhiata indagatrice tagliava il buio dell'ambiente circostante alla ricerca dell'amico.

"Lumos"

Draco accese la bacchetta e, alzatosi dal letto, raggiunse l'amico fermo sulla soglia con, alle sue spalle, una notte rischiarata da argentati raggi di luna.

"Cosa vuoi Blaise?"

Il mulatto sembrò cercare a lungo sul volto innervosito dell'amico qualcosa che aveva in realtà trovato appena vi ci aveva posato gli occhi.

"Non hai risposto alla mia domanda"

"Nè tu alla mia"

"Io l'ho fatta pri- davvero? Vogliamo metterci a litigare su questa cosa?"

Il biondo fece spallucce e Zabini alzò gli occhi al cielo, mentre entrambi pensavano a quanto fosse bello essere tornati al rapporto di sempre.
Per un momento di silenzio si guardarono complici, poi Draco si fece da parte per far entrare l'altro ragazzo nella tenda.
Quello si accomodò in fretta, prendendosi la libertà di accendere qualche candela con un colpo di bacchetta e di sedersi su una poltrona in pelle appena sgualcita e che poggiava su un vistoso tappeto persiano un po' impolverato.

"Certo che senza Elfi Domestici tu non ce la fai a sopravvivere..."

"E tu?"

Ribattè il biondo assottigliando lo sguardo mentre in tutta risposta il mulatto alzava le mani in segno di resa solo per poi appoggiarle ai braccioli della poltrona e sfregandocele contro nervosamente, un gesto che non sfuggì a Malfoy, anzi lo incuriosì.

"Allora, intendi farmi aspettare molto? Perchè sono le undici passate e vorrei dormire."

Il mulatto schioccò le labbra seccato, mentre nel suo sguardo incupito scorrevano le parole giuste per esprimere quel concetto preciso.

"Riguarda Theodore?"

Suggerì Draco, sedendosi sul bordo del letto, visibilmente sulle spine.
Era certo di avere fatto centro, ma Zabini scosse la testa.

"Riguarda più te che me"

Nel ragazzo, un forte presentimento, quello che negli ultimi giorni gli aveva irrazionalmente preso in ostaggio le facoltà mentali, tornò a farsi sentire anche se lui cercò di dissimularlo come meglio poteva.

"Sto aspettando"

"Tuo padre è evaso"

"Come lo sai?"

"È qui, al campo"

La compostezza di Draco fu tradita da un brivido che scosse il ragazzo e gli fece chinare la testa verso il basso con arrendevolezza.

"Questo non cambia niente con Potter, vero?"

"Che diamine c'entra Potter!"

Zabini sbuffò e si staccò dallo schienale, sporgendosi in avanti verso il suo interlocutore.

"Senti Draco, la riconosco ormai la tua faccia da reginetta col cuore spezzato. Voglio solo assicurarmi che non farai qualche cavolata."

Il biondo era scattato in piedi, sconvolto e profondamente offeso.
Si diresse a grandi falcate verso un punto a caso nella stanza, che era finito con l'essere il suo tavolo da pozionista, solo per non dover fronteggiare lo sguardo da predica di Blaise e strozzarlo sul posto.

"Farò finta di non aver sentito la metà delle cose che hai detto."

Il mulatto si girò, stortando la schiena e sporgendosi dalla poltrona per inseguire con gli occhi Draco per la tenda, come nel tentativo di intrappolarcelo.

"E invece faresti meglio a sentirle e a vuotare il sacco. Cosa ti ha scritto?"

"Niente, Blaise, assolutamente niente. È San Potter, è perfetto con quella sua divisa da Apprendista Auror, il suo virtuosismo assoluto e il suo far andare le cose per il verso giusto."

"Ma?"

Il biondo si fermò e, da sopra la spalla, lanciò a Blaise un'occhiata sottile, poi si girò, appoggiandosi con entrambe  le mani al tavolo alle proprie spalle.

"Ma non ho bisogno di lui, ne ho sempre fatto a meno e posso continuare a farlo. Ho sbagliato tutto negli ultimi mesi passati a Londra, ho sbagliato a cedere così in fretta a dei sentimenti stupidi, a farmi indebolire da lui in questo modo. E poi..."

Qui il biondo si fermò, tremò leggermente e abbassò il capo.
Fu Blaise ad alzarsi questa volta, a raggiungerlo e a raccogliere con fermezza lo sguardo dell'amico con il proprio mentre teneva le braccia incrociate al petto in un gesto autoritario.

"E poi?"

Incitò quasi perentorio, perchè sapeva fin troppo bene che, in momenti come quello, con quella testa dura serviva il pugno di ferro.

"E poi, se mio padre lo venisse a sapere morirei di vergogna, lui si farebbe accecare dalla delusione e... potrebbe dare di matto. Lo conosci."

Il mulatto annuì comprensivo, appoggiò una mano sulla nuca dell'altro e la spinse contro la propria spalla.
Il biondo fece una smorfia e si sottrasse da quel contatto dopo poco, tornando verso il letto dove si sedette nuovamente.

"Potter se la caverebbe comunque, lo sai no?"

"Però potrebbe anche non cavarsela. È fortunato, certo, ma non immortale, non per la terza volta di fila."

"Non importa, tuo padre non lo verrà a sapere. Basterà rispedirlo ad Azkaban"

"Ma ne sei sicuro? Insomma se fosse evaso Potter me l'avrebbe detto, mi riempie di ritagli della Gazzetta del Profeta, un articolo sull'evasione di Lucius Malfoy non gli sarebbe sfuggito."

Domandò Draco dopo qualche momento di silenzio, era chiaro che una domanda così stupida avrebbe preferito risparmiarsela, ma gli servivano prove schiaccianti per indurlo ad abbandonare ogni speranza che le informazioni di Blaise fossero false e che Lucius fosse ancora  segregato ad Azkaban.

"L'ho visto con i miei occhi, Draco. Passavo davanti alla tenda dei Nott e ho sentito distintamente due voci, quella del padre di Theodore e quella di Lucius. Non volevo crederci Draco, mi sembrava troppo assurdo, allora mi sono appostato sull'ingresso e ho sbirciato dentro. L'ho visto con i miei occhi, ma non c'erano solo loro due, c'era una terza persona, anche se non saprei dire chi fosse, stava in silenzio ed era fuori dal mio campo visivo, ma Lucius, lui l'ho visto distintamente."

Ad ogni parola di Blaise lo sguardo di Draco si spegneva di ogni speranza e veniva investito da una rassegnazione angosciata, finchè il suo respiro non iniziò a farsi pesante e il suo corpo a tremare come una foglia.
Blaise non si scompose, lo conosceva ormai, abbastanza da aspettarsi una reazione del genere.
Si limitò ad attraversare la stanza a grandi falcate mentre il biondo si passava nervosamente le mani sul viso e poi dietro il collo, cercando di controllarsi e ottenendo l'effetto contrario.

"Tranquillo, Draco, questo non cambia niente."

"Cambia tutto"

Gemette invece il biondo mentre le lunghe braccia del mulatto seduto accanto a lui lo stringevano per le spalle.
Il Serpeverde però non riusciva a lasciarsi andare a quella stretta come era stato solito fare ai tempi di Hogwarts, un'incompletezza nuova bloccava il conforto che quel gesto avrebbe dovuto dargli e lui continuava a tremare, rigido e stretto nelle proprie spalle.

Blaise se ne accorse e, malinconicamente, si accorse di dover scendere a patti con il fatto di non occupare più il primo posto nel cuore di Draco.
Potter non era più un bel sogno, Potter aveva dato a Draco, in quei pochi giorni d'estate, tutto ciò di cui il biondo aveva sempre avuto bisogno e ora, non importava quanto il ragazzo provasse a convincersi che non fosse così, non poteva più farne a meno.

Tuttavia, se anche l'abbraccio del suo migliore amico non fosse stato abbastanza, ci sarebbe stato sempre perchè anche di quello Draco aveva bisogno.

"Non cambia niente, lo scriverai a Potter e lui risolverà tutto, manderà qualcuno e..."

"Non possiamo rivelargli la nostra posizione, se qualcuno dovesse intercettare il messaggio e precedere Potter..."

"Non è mai successo prima d'ora"

"Ma potrebbe succedere, non possiamo rischiare"

Zabini rimase in silenzio mentre il ritmo della semioscurità della tenda era scandito dall'affannato respiro di Draco e dai suoi primi singhiozzi.
Lentamente il biondo si sciolse, cercando calore nella stretta di Blaise e spingendo il viso bagnato di lacrime  contro il suo petto.

"Troveremo una soluzione, te lo prometto."

Sussurrò il mulatto mentre la sua mano scivolava tra i sottili capelli biondo platino dell'altro e lui scuoteva la testa, senza accennare a calmarsi.
Nel silenzio che seguì, un improvviso suono secco fece alzare a Blaise la testa di scatto e Malfoy si bloccò, irrigidendosi e nascondendosi ulteriormente nella stretta dell'altro ragazzo.

"Ehilà!"

Gioì una voce fin troppo conosciuta nell'atmosfera pesante della tenda.

"Ehy, tu! Togli le mani di dosso al mio ragazzo subito."

   
 
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