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Autore: Ivy001    10/05/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nairobi e Bogotá hanno intenzione di riunire la loro grande famiglia allargata, ben coscienti dei rischi. Non hanno, però, altre scelte. È la soluzione al problema più grande d’affrontare, quello riguardo il segreto da mantenere sulle loro reali identità.

Ottenuta anche la conferma di Axel, possono ritenersi soddisfatti. Rivedere il suo primogenito, probabilmente, sarà la boccata l’aria di cui Agata ha bisogno.

Il piano prevede la collaborazione degli otto ragazzi, sconosciuti alle autorità mondiali, in quanto nessuno più di loro può agire di nascosto e indagare la scomparsa di Ginny senza destare sospetti.

“Sei felice che Axel venga qui?” – chiede Bogotà alla moglie, una volta sistemata casa.

“Felice non lo sarò mai, se non avrò i miei figli qui… tutti!” – precisa mantenendo un tono molto distaccato. Lasciando il marito sul pianerottolo, si avvia verso l’automobile.

Costretto dalle circostanze ad ingoiare l’ennesimo boccone amaro, il saldatore dei Dalì accetta l’ennesima sconfitta.  Quella che sembrava una pace, un riavvicinamento, non lo è affatto.

Segue la donna fino al mezzo, sul quale sale qualche secondo dopo. Entrambi si dirigono, così, verso la villetta dei Cortés-Oliveira.

Quando Tokyo apre loro la porta d’ingresso, resta piacevolmente sorpresa di vederli assieme. E così, approfittando di una distrazione di Nairobi, sussurra all’orecchio di Bogotá - “Avete chiarito, allora?”

L’uomo sospira profondamente, non approfondendo la questione. Le dice solo - “La situazione è stabile!”

Una volta pronti a rincasare, con i propri bambini, il saldatore annuncia agli amici la decisione presa, quella di convocare qualcuno di speciale per le ricerche di Ginevra.

“Volevamo dirvi che il Professore sarà qui domani e lo stesso vale per un team d’eccezione che spero siate felici di conoscere”

“Chi sarebbero?” – domanda Selene, confusa.

“I nostri figli!” – sono queste le parole chiarificatrici di Bogotá. Poche ma incisive, che colpiscono tutti, inclusi i figli che si guardano tra di loro confusi.

“Non capisco, papà!” – prende parola Alba.

“I vostri fratelli e le vostre sorelle verranno a Perth per aiutarci a riportare Ginny a casa!” – spiega il genitore, abbassandosi all’altezza dei bambini, guardandoli negli occhi.

Con tenerezza, li avvicina a sé e li abbraccia. Il loro profumo e la loro sola presenza sono ossigeno puro…e pensare che non si comportò mai da padre con gli altri sette figli, senza sapere quanto di bello avesse perduto! E sono stati proprio i suoi ultimi tre bambini ad insegnargli a diventare un papà e a godere delle gioie nell’esserlo.

Dopo quella scena tanto dolce e commovente, la famigliola si congeda.

Salgono a bordo della loro auto percorrendo quei pochi kilometri che li separano dalla loro villa.

C’è silenzio, fin troppo, durante quei minuti di tragitto, allora Bogotá, non sopportando quell’assenza di caos che, da sempre, invece, era solito udire e rimproverare ai suoi figli, accende la radio.

La musica a medio volume sembra riempire degli spazi in cui una voce mancante pesa sul cuore di tutti.

Casualmente viene tramessa una canzone in particolare. Una canzone che fa accapponare la pelle dei due adulti.

https://www.youtube.com/watch?v=ByfFurjQDb0

E quando Nairobi non sopporta più i tanti ricordi ad essa collegati, spegne l’apparecchio.

“La canzone preferita di Ginevra!” – commenta Alba, trattenendo il pianto, volgendo lo sguardo al finestrino per distrarsi da pensieri troppo forti da tollerare e sopportare alla sua giovane età.

Sebastìan, al contrario, è paralizzato dal suo dolore. Non ha aperto più bocca dalla sera precedente, e non manifesta reazioni di alcun tipo, neppure udendo la musica che la sua gemella era solita canticchiare con la sua voce angelica.

Bogotá con la coda dell’occhio scorge lo stato emotivo della consorte: le mani le tremano e lei cerca di controllarle, invano.

Con tenerezza, adagia la sua, staccandola dal cambio marcia, su quella di lei. Però quel gesto viene del tutto evitato.

Nairobi respinge la premura del marito, alimentando la tensione tra loro.

Accortasi di essere giunti a destinazione, è proprio la gitana la prima a scendere dal veicolo.

Aspetta i bambini e, prendendoli entrambi sotto la sua ala protettrice, entra in casa…non prima di aver osservato Bogotá, rimasto in automobile, solo con se stesso.

“Cazzo!” – esclama l’uomo, sfogando la sua rabbia, con dei colpi al volante.

Stanco di una situazione che gli appare surreale, riaccende il mezzo e sfreccia via.

Non ha una meta, non uno scopo preciso…sente che allontanarsi di casa è la cosa migliore per non esplodere.

“Papà dove è andato?” – domanda Alba, notando dalla finestra la fuga del genitore.

Nairobi non sembra dar peso al fatto e si limita solo a dire - “Avrà dimenticato qualcosa da zia Tokyo!”

Raggiunta la cucina, per distrarre la propria mente e quella dei figli, la Jimenez chiede loro di aiutarla a preparare dei biscotti. Sa che è difficile, visto lo stato d’animo che la attanaglia da ormai ventiquattro ore.  Eppure non vuole che tali circostanze complicate siano assorbite dai bambini, i quali, a loro volta, inevitabilmente, ne risentono.

Specialmente Sebastìan, chiusosi in se stesso, non si pronuncia in merito alla proposta della mamma: infatti, si siede al tavolo e guarda, impassibile, la donna cucinare assieme ad Alba.

E molti flashback gli balzano alla mente. Quante volte, assieme a Ginevra, si sono divertiti a impasticciare. Nairobi accendeva la radio e ballavano come matti e cantavano a squarciagola.

Agata è consapevole di non poter replicare quei momenti di allegria. L’allegria ha lasciato quelle mura quando Ginny è sparita. Non è giusto né normale ci sia gioia laddove si respira solo tanto dolore.

“Amore mio, assaggiane uno!” – dice la Jimenez al piccolo, porgendogli il vassoio, una volta sfornati i biscotti.

Il bambino, tanto simile a Bogotá nelle espressioni e nei colori della pelle e dei capelli, scuote il capo.

“Dai, sono buoni. Li abbiamo preparati come piacciono a te” – insiste la gitana.

Se c’è una cosa che Sebastìan non sopporta è la costrizione. Alla sua adorata mammina ha sempre ceduto, stavolta non lo fa.

Si arrabbia e lo mostra colpendo con forza il vassoio, lasciando che tutto cada a terra.

Proprio come la sera precedente, il gemello di Ginevra perde il controllo, scaraventando qualcosa sul pavimento.

Dispiaciuto e arrabbiato allo stesso tempo, corre nella sua camera, ignorando la madre e la sorella che, seguendolo, si preoccupano.

Bussano alla porta, tentano di farlo ragionare…eppure Sebastìan non risponde.

Sono i suoi singhiozzi, la prova di un pianto liberatorio.

“Sorellina mia, mi manchi dove sei?” – piange, strofinandosi gli occhi. Accucciato a terra, con le spalle alla parete, sfoga in solitudine la sua tristezza.

Prende un pezzo di carta e scrive una frase, per rassicurare le due persone che da almeno dieci minuti sono di fronte alla sua cameretta e gli parlano insistentemente. Dopo aver piegato il biglietto, lo infila sotto la porta, permettendo ad Alba di afferrarlo.

“Voglio stare da solo. Mammina, non ti arrabbiare, ti prego”  - legge l’undicenne, mostrando il foglio alla madre.

E così, accettando il volere del bambino, le due tornano in cucina. Nairobi sente le sue certezze frantumarsi ogni ora che passa… tra queste certezze, teme che perfino l’arrivo dei Dalì o dei ragazzi di Bogotà e di Axel, non possano cambiare le cose.

Vivere un trauma tanto forte e intenso, muta le persone… e tale mutamento può causare la fine di molte cose… soprattutto delle relazioni umane!  

   
 
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