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Autore: darcyanthos    11/05/2021    1 recensioni
TRAMA: Harry Potter ha appena scoperto di essere un mago. Hagrid lo porta a Diagon Alley a comprare l'occorrente per il suo primo anno ad Hogwarts, però Hagrid si allontana per fare delle commissioni ed Harry, preso dall'eccitazione della novità di questo nuovo mondo, continua il suo percorso da solo e si imbatte in un negozio nella strada di Notturn Alley. La prima cosa che cattura la sua attenzione è una pallina d'oro brillante.
Non sa ancora che è un boccino d'oro, per esattezza il suo primo boccino d'oro.
E soprattutto non sa ancora cosa accadrà toccandolo.
E come sceglierà di cambiare la prospettiva di tutta la sua vita.
DALLA STORIA: ''[...] ''Golden Snitch'' Harry lesse e sentì quasi come l'esigenza di doverlo toccare.
Allungò una mano verso il boccino e lo fece con una tale attenzione e delicatezza come se stesse per toccare qualcosa dal valore inestimabile e che potesse rompersi da un momento all'altro".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Da Epilogo alternativo
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''Golden, Golden, Golden as I open my eyes. Hold it, focus, hoping, take me back to the light.''

(Golden - Harry Styles)


 

'' Tu sei un mago, Harry ''

'' Ma io sono ... solo Harry, solo Harry ''.

Da quel momento la vita di Harry Potter era destinata a cambiare per sempre.

 

Harry guardava il mondo con occhi diversi ora e tutto brillava sotto una nuova e affascinante luce. Non aveva avuto molto tempo per le favole, piuttosto ne aveva avuto per occuparsi delle faccende domestiche che i suoi zii gli imponevano, ma tutto questo sembrava davvero come uno di quei racconti che Zia Petunia leggeva a Dudley quando era più piccolo e di cui Harry aveva solo qualche piccolo frammento origliato, ma prezioso per lavorare con la sua immaginazione quando tornava a fissare il ''soffitto'' in quel sottoscala polveroso in cui era confinato a restare.

E adesso scoprire di essere un mago era... Wow.

Anche i suoi genitori erano dei maghi ... e non erano morti in un incidente d'auto come invece gli zii gli avevano sempre raccontato approfittandone per denigrarli ancora più amaramente. A volte si chiedeva come era possibile odiare i membri della propria famiglia, nel caso di zia Petunia, ma poi ... rispondeva da solo a quella domanda non appena osservava i Dursley.

Ovviamente Harry si sentiva in colpa anche solo pensandolo, dopo tutto era la sola forma di famiglia che conosceva e che in un certo senso, possedeva, e doveva essere riconoscente del fatto che non lo cacciato via perché lo ritenevano un mostro.

Venire a sapere di tutto questo, della magia ... era come se non fosse più solo e strano, era come non essere più un mostro.
Si stava quasi convincendo di esserlo a furia di sentirsi dire solamente questo.
Si sentiva bene in qualche modo a sapere che lui e i suoi genitori erano collegati da qualcosa come la magia. Sembrava un po 'come avere una storia. Sembrava un po 'come casa.

Il sorriso non abbandonò mai il suo viso da quella rivelazione e fu lo stesso quando Hagrid - così si chiama quell'uomo cosi alto e grosso ma dal cuore buono e del quale Harry si era subito fidato - si offrì di accompagnarlo per mostrargli per la prima volta una di quelle che era una parte molto importante del mondo magico e della vita quotidiana dei maghi: Diagon Alley.

Harry non era mai stato fuori casa prima d'ora e non aveva visto molto altro oltre al suo spazio ristretto e angusto e al vialetto fuori casa in cui sua zia Petunia, lo faceva lavorare per curare le sue piantine e tenere l'erba del prato sempre corta e ben ordinata.
E adesso era arrivato a Londra! Londra!! Era tutto bellissimo e gli occhi gli luccicarono, arrivarono in un posto chiamato il Paiolo Magico, parlarono con un professore di Hogwarts, il professor Raptor, un tipo abbastanza strano, poi uscirono finché dopo Harry non vide Hagrid fermarsi davanti ad un muro fatto di mattoni che stava ad indicare una strada chiusa e senza uscita e con aria abbastanza confusa stava per chiedere cosa significasse, quando quell'ombrello del mezzo gigante - che successivamente Harry aveva capito fosse una bacchetta magica - toccò i mattoni del muro con mosse studiate che Harry non riuscì a guardare bene e poi si ritrovò a bocca aperta perché il muro si spostò e una strada apparve dietro di esso.

'' Benvenuto a Diagon Alley, Harry. '' Disse Hagrid con un sorriso.

Harry era estasiato, il suo sorriso crebbe a dismisura, non riusciva a credere a ciò che vedeva, continuava a guardarsi intorno e girarsi ovunque come per non perdersi nulla di ciò che accadeva davanti a lui. C'erano tante persone che riempivano il posto ed erano vestite con cappelli a punta e lunghi mantelli, Hagrid gli mostrava tutti i negozi ed Harry lo ascoltava parlare del posto sempre più rapito, in particolare quando vide un negozio che aveva una scopa in vetrina ne rimase folgorato.

Camminarono ancora finché non arrivarono a quella che Hagrid gli disse essere la Banca dei Maghi: Gringott, situata al centro di Diagon Alley.
Quando entrarono tutto sembrava immenso, c'erano molte porte ed il pavimento era totalmente in marmo, e c'erano degli esserini alti quanto lui o poco meno a gestire tutto ed Hagrid dovette capire la sua confusione e disse: ''Questi sono Goblins e sono loro a gestire tutto qui dentro''.
Inoltre, il mezzogigante lo accompagnò a quella che era la camera blindata di Harry Potter, dove era contenuto ciò che i suoi genitori, James e Lily, avevano lasciato per lui.
Harry scoprì di essere davvero ricco e non sapeva bene cosa dire. Non vedeva l'ora di poter comprare le cose che gli servivano per andare in questa scuola di magia di cui Hagrid aveva parlato. Non avrebbe dovuto essere un peso per nessuno e questo lo fece sentire realmente più leggero.
Hagrid si fermò a recuperare una cosa da un'altra camera blindata e disse ad Harry di non farne parola con nessuno, Harry annuì velocemente, non sapendo neppure a chi potesse dire tutte queste cose e non sapendo nemmeno, sinceramente, come spiegarle.

Una volta usciti dalla Banca Gringott, si avviarono verso i negozi più indicati per prendere le cose presenti nella lista inviatagli insieme alla lettera di ammissione ad Hogwarts.

Come prima cosa andarono a prendere tutti i libri di testo richiesti per poter seguire le lezioni del primo anno, Harry non sapeva cosa fossero e come si studiassero le materie che c'erano scritte lì sopra ed era un po' spaventato dato che non aveva mai studiato prima in vita sua, la sua istruzione era stata molto trascurata e gli aveva garantito a stento il minimo indispensabile, figurarsi poi studiare cose riguardanti la magia di cui aveva appreso l'esistenza da troppo, troppo poco tempo, ma scommise che avrebbe scoperto presto come fare.
Ogni cosa a suo tempo.

Controllò la lista e adesso era il momento di prendere una bacchetta magica. Hagrid gli indicò un negozio che si chiamava ''Ollivanders'' e gli disse di avviarsi da solo perché doveva andare a comprare delle cose e che il Signor Ollivander stesso lo avrebbe aiutato a scegliere la sua bacchetta.
Harry fece come detto ed entrò:
''C'è nessuno?'' chiese silenziosamente e poi ripeté con un po' più di sicurezza: ''C'è nessuno?''

Un uomo su una scala attaccata a degli scaffali apparve all'improvviso, lo guardò e un sorriso comparve sul suo viso:
"Mi domandavo quand'è che l'avrei conosciuta Signor Potter!'' e scese dalla scala cominciando a guardarsi intorno per cercare la bacchetta che meglio si adattasse alla magia di Harry.

Continuava: ''Sembra che sia stato ieri che sua madre e suo padre sono venuti a comprare la loro prima bacchetta magica.'' Prese una scatola contenente una bacchetta e la porse ad Harry che la prese in mano non sapendo cosa fare.

''Via, la agiti!'' gli disse Ollivander. Ed Harry così fece seppur con un po' di ansia non sapendo bene cosa aspettarsi, ma all'improvviso tutto uno scaffale di scatole venne spinto fuori, Harry sgranò gli occhi ed il vecchio mago disse: ''A quanto pare no.'' e andò a prendere un'altra bacchetta e gliela porse. Harry riprovò ad agitarla, ma un vaso scoppiò e si ruppe in mille pezzi ''No, no assolutamente no. Non importa'' disse ancora il Signor Ollivander, ma poi prese un'altra bacchetta e mormorò qualcosa che Harry non udì, finché si avvicinò e gli porse ancora una nuova bacchetta e non appena Harry la prese tutto attorno a lui sembrò come risvegliarsi ed Harry si sentì davvero vivo, come se si fosse appena completato, come se si fosse finalmente riunito con qualcosa che gli era stato portato via da molto tempo.
Era davvero una sensazione bellissima.

Il vecchio mago era sbalordito, ma non propriamente sconvolto mormorando qualcosa ed Harry gli chiese cosa ci fosse di curioso in tutto questo e il mago più anziano rispose: ''Io ricordo ogni bacchetta che ho venduto Signor Potter e si da il caso che la Fenice, la cui piuma risiede nella sua bacchetta, abbia dato un'altra piuma, soltanto una e basta ed è curioso che lei sia destinato a questa bacchetta quando la sua gemella le ha inferto quella cicatrice.''

Harry chiese subito: ''E chi possedeva quella bacchetta?'' ed Ollivander disse: '' Noi non pronunciamo il suo nome. E' la bacchetta a scegliere il mago, Signor Potter...non è sempre chiaro il perché ma credo che sia chiaro che noi possiamo aspettarci grandi cose da lei dopotutto Colui Che Non Deve Essere Nominato ha fatto grandi cose, terribili certo, ma grandi!''

Harry non sapeva bene come prendere queste parole, era tutto ancora troppo nuovo per lui e si chiese se si sarebbe mai abituato a tutto questo, e sentire anche quelle parole l'aveva lasciato ancora più confuso e curioso allo stesso tempo.

Harry ringraziò Ollivander, pagò la sua bacchetta con i galeoni appena ritirati alla Gringott ed uscì dal negozio e si ritrovò di nuovo catapultato nel caos confusionario delle strade di Diagon Alley, che probabilmente sembrava ancora più immensa di quello che era agli occhi di un bambino di 11 anni che tra le altre cose, aveva appena scoperto la magia.
Hagrid non si vedeva ancora ed Harry cominciò a camminare, senza nemmeno rendersene conto, verso le altre mete, dopotutto gli mancavano ancora una veste e un animale da portare con lui.

Nel tragitto non avvistò nessun negozio che potesse essergli utile a quello che stava cercando, e probabilmente troppo preso dalla ricerca, non si accorse che man mano che camminava si era allontanato dal centro di Diagon Alley e si era recato verso una strada meno popolata.

All'improvviso si fermò vedendo un negozio che attirava la sua attenzione, il cartello fuori diceva "Magie Sinister".

Si avvicinò e diede uno sguardo all'interno della vetrina e vide cose di cui non capiva esattamente l'utilizzo, finché uno scintillio dorato non catturò la sua attenzione.

Harry entrò ed il negozio sembrava essere vuoto, così silenziosamente si avvicinò verso la fonte dello scintillio dorato: era una pallina d'oro ed era tenuta in una scatola con l'interno fatto di velluto e c'era una piccola targhetta, evidentemente messa dal proprietario del negozio, che indicava cosa fosse il prodotto ''Golden Snitch'' Harry lesse e sentì quasi come l'esigenza di doverlo toccare.

Allungò una mano verso il boccino e lo fece con una tale attenzione e delicatezza come se stesse per toccare qualcosa dal valore inestimabile e che potesse rompersi da un momento all'altro.

Finché la sua mano toccò il boccino d'oro.
 

Accadde tutto davvero molto velocemente.
Quella che sembrava essere una pallina d'oro, reagendo al tocco di Harry, si trasformò e delle ali apparvero ad entrambi i suoi lati. Ma Harry non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa fosse successo perché nello stesso momento in cui questo accadde fu trascinato come in una visione e delle immagini che non riconosceva gli si presentarono davanti agli occhi, era come se le stesse guardando a ripetizione su un grande schermo, ma allo stesso tempo lui era lì dentro. Erano delle immagini così veloci, come dei flash e non riusciva nemmeno a visualizzarle correttamente, era tutto molto confusionario.

Una stazione. Binario 9 3/4. Molte teste rosse gli si avvicinano. ''Quel posto è occupato?'' [...] ''Sei davvero Harry Potter?'' Un mantello di velluto. Una pietra rossa. Un essere. Un unicorno. ''Paura Potter?''. Capelli biondissimi. ''Io posso aiutarti''.  Una pallina che si colora di rosso. Uno specchio. Mamma e papà. Un elfo che si colpisce. Un enorme serpente. Un grande uccello dal piumaggio rosso che piange. Dolore. Una scopa. Volare. Gioia. Libertà. Un lampo d'ali dorato che taglia il cielo. Un diario nero, un ragazzo. Un grande uccello bianco. Un cane nero che lo osserva ringhiando. ''Qui dentro''. Amore. Un topo che scappa. Un pullman molto alto che corre velocissimo. Ansia. Una coppa. ''Harry Potter''. Solitudine. ''Potter puzza''. Tristezza. Lampo verde. Figure incappucciate. Draghi. Morte. Qualcosa di oscuro. Freddo. Molto freddo. Una signora vestita di rosa. Risate. Un cervo. Un cane. Un lupo mannaro. Centauri. Troll. Una sfera. ''Solo uno sopravvive.'' Morte. Rabbia. ''L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte''. Amicizia. Amore. Un bagno. Sangue. Lampi di luce. Pianto. Morte. Cicatrici. Ancora capelli biondissimi. Sconforto. Ansia. Oppressione. Un calderone. Un libro. ''Hai gli occhi di tua madre''. Principe. ''Non ne sono sicuro.'' Tre doni. Fuoco. Bacchette. ''Sempre''. Biancospino e Crine di Unicorno. ''Fa male morire?'' La Foresta. ''Fino alla fine''. Un lampo verde. Buio. Morte. Bianco.  Lampo Verde e Lampo rosso.
''Mi apro alla chiusura''.

Harry fu come spinto fuori dalla visione di queste immagini che si mescolavano, davvero molto confuse, erano stati pochissimi secondi e alla fine non ricordava davvero niente di tutto quello che aveva visto, si trovava come in confusione quasi come se ricordasse cosa fosse successo, ma senza sapere davvero cosa avesse visto.
Le immagini e talvolta alcune parole solo ascoltate si alternavano in modo confusionario senza seguire davvero una trama e Harry alla fine ricordava solo dei colori sparsi qui e lì, più come lampi di luce che si alternavano dal verde al rosso, al bianco, dorato, capelli rossi, capelli neri, capelli così biondi da essere quasi bianchi apparivano frequentemente, sembrava fossero il ponte divisorio tra tutte le cose, come un bagliore dorato che cerca di guidarti verso qualcosa che ad Harry sembrava così giusto in quel momento.

Decise che non voleva sapere cosa fosse successo perché era come se provare a capirlo lo lasciasse ancora più confuso di quanto fosse e decise di non dirlo a nessun altro perché si sarebbe sentito stupido nel tentare di raccontare una cosa che non sapeva nemmeno come descrivere.
Si rese conto che alla fine, riflettendoci meglio, non c'era davvero nulla da descrivere erano solo dei colori che si ripetevano e quel confortevole bagliore dorato. Era...magia.
Così decise, mentre usciva molto velocemente dal negozio ripercorrendo il tragitto fatto per poter ritornare alle strade più popolate.

Hagrid non si vedeva ancora e nella sua quasi corsa, Harry si rese conto di essere arrivato proprio di fronte al negozio che vendeva le uniformi da mago per la scuola ''Madama Mc Clan: abiti per tutte le occasioni'' si leggeva sull'insegna, così entrò con un po' di nervosismo e la Signora dall'aspetto cordiale che lo accolse, appunto Madama Mc Clan, gli chiese subito se anche lui dovesse andare ad Hogwarts e senza nemmeno aspettare che rispondesse, gli disse ''Di là c'è un altro giovanotto che sta provando l'uniforme.''

Nel retro del negozio, un ragazzino dal viso pallido e appuntito stava su uno sgabello, mentre un'altra strega gli prendeva le misure. Madama Mc Clan fece salire Harry su un altro sgabello vicino ed infilò anche a lui una lunga veste e cominciò a prendere le sue misure.

Harry lo guardò e lo guardò ancora ed ebbe una strana sensazione di familiarità, notando ed essendo attratto da quei capelli così biondi tanto da sembrare quasi bianchi.

''Ciao, anche tu a Hogwarts?'' chiese il ragazzino biondissimo.

''Sì'' rispose Harry.

''Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po' più avanti'' disse il biondino.

"Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro''. continuò sicuro di sé.

A Harry ricordò molto Dudley.
Ma nonostante questo Harry sapeva che con Dudley, seppure fossero cugini, non aveva comunque mai sentito nulla simile a questa sensazione di familiarità che sentiva con questo bambino di cui non conosceva nemmeno il nome. Tutto questo era un po' assurdo ed Harry dovette riconoscerlo, ma continuava comunque a guardarlo incuriosito anche se le domande che gli faceva il ragazzino biondo lo mettevano abbastanza in imbarazzo e lo facevano sentire a disagio perché lui non sapeva ancora nulla della magia e non voleva ammetterlo e farsi additare come strano dal primo mago suo coetaneo che aveva incontrato.

''E tu ce l'hai un manico di scopa tuo?'' proseguì il ragazzino.

"No" disse Harry.

"Sai giocare a Quidditch?" domandò ancora.

"No" rispose di nuovo Harry chiedendosi in cuor suo di che cosa mai stesse parlando.

''Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare?''

''No''  rispose Harry sentendosi sempre più stupido ogni minuto che passava.

''Be', nessuno lo sa veramente finché non si trova sul posto non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu?''

''Mmmm...'' rispose Harry, rammaricandosi di non riuscire a dire niente di più interessante.

''Ehi! Guarda quello!'' disse d'un tratto il ragazzo indicando con un cenno del capo la vetrina principale. Hagrid era lì che sorrideva ad Harry sollevando due gelati per fargli capire che non poteva entrare con quelli.

''Quello è Hagrid'' disse Harry tutto contento di sapere qualcosa che il ragazzo ignorava. ''Lavora a Hogwarts''.

''Oh'' disse il ragazzo, ''l'ho sentito nominare. Una specie di inserviente, vero?''

''Il guardiacaccia!'' ribatté Harry. Ogni attimo che passava, quel ragazzino gli stava sempre meno simpatico, ma non poteva ignorare la sensazione di familiarità e poi, si convinse del fatto che non lo conosceva, non sapeva nemmeno come si chiamasse ancora quindi non poteva giudicarlo solo per una chiacchierata che faceva sentire Harry un po' stupido solo perché non conosceva le cose.
Scelse di non offendersi, pensando che magari avrebbe anche potuto sapere qualcosa in più sulla magia e i maghi se questo ragazzino biondo ne avesse continuato a parlare.

Il bambino dal viso appuntito interruppe il flusso di pensieri di Harry riprendendo la parola: ''Sì, proprio così, ho sentito dire che è una specie di selvaggio... vive in una capanna nel comprensorio della scuola. Ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l'appiccare il fuoco al suo letto''.

''Secondo me è geniale'' commentò Harry in tono gelido.

''Davvero?'' disse il ragazzo con un lieve sogghigno. ''Ma perché sei con lui? Dove sono i tuoi genitori''

''Sono morti'' tagliò corto Harry. Non si sentiva molto in vena di approfondire l'argomento con quel ragazzo.

''Oh, scusa'' disse l'altro, senza mostrare il minimo rincrescimento. ''Ma erano come noi?''

''Erano una strega e un mago, se è questo che intendi.'' rispose Harry, non capendo del tutto la domanda.

''Io non penso che dovrebbero permettere agli "altri" di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami di cognome?
Io non mi sono presentato, il mio nome è Draco Malfoy'' e così dicendo gli tese la mano pallida aspettandosi che fosse presa.
Nei suoi occhi c'era un luccichio di aspettativa che Harry lesse come speranza di fare un nuovo amico senza sapere bene come fare a diventare amico di qualcuno.

Non che Harry lo sapesse, non aveva mai avuto un amico e adesso questo ragazzino gli stava offrendo la sua amicizia.
Non sapeva che dire, si era sentito toccato nel vivo dalle parole di quel ragazzo come lui, che sembrava sapere molto di ogni cosa e sembrava avere un suo giudizio di tutto. Giudizio, tra l'altro non molto positivo riguardo alcune cose, ma Harry si disse che probabilmente lui lo percepiva così perché non sapeva ancora molto del Mondo Magico.
Lui, in ogni caso, non aveva mai sentito parlare di Hogwarts fino a...praticamente ora.

Inoltre, c'era sempre questa sensazione di familiarità che non poteva fare a meno di sentire, nonostante il carattere di quello che si era presentato come Draco fosse abbastanza scontroso e sicuro di sé. 
Non voleva andare contro le sue sensazioni, contro se stesso e poi fu chiaro come il giorno. Chiaro come un lampo di luce. Chiaro come quei capelli biondissimi.

Harry prese una decisione, una decisione che probabilmente non sapeva che avrebbe cambiato tutto e niente, allo stesso tempo, nella sua vita.
In quel momento stava effettuando una scelta.

Guardò la mano che gli veniva offerta e la prese, stringendola:

''Sono Harry.'' sorrise.

Il ragazzino era felice che il corvino avesse accettato la sua amicizia, per un attimo aveva dubitato di restare con la mano in aria ma poi qualcosa dentro di lui si mosse: occhi verdi, capelli corvini...non era possibile...guardò meglio, vedeva una parte di quella che sembrava cicatrice a forma di saetta spuntare dalla frangia corvina.

''Harry?'' disse il biondino ''come...Harry Potter?'' chiese mentre cercava di non fare nessuna espressione da ebete o da fan impazzito. Dopotutto, era un Malfoy e non avrebbe dovuto assolutamente rompere la maschera di compostezza che gli era stata insegnata ad indossare. Le sue guance si coloravano di rosa perché cavolo, quel bambino era Harry Potter e il cuore di Draco batteva forte nel petto, quante volte gli era stata raccontata la sua storia, quante volte un Draco molto più piccolo, aveva chiesto che gli venisse raccontata ancora e ancora e aveva sperato un giorno di poter incontrare Harry Potter.
Di essere amico di Harry Potter.

Harry, notando il rossore che colorava le guance di Draco, si sentì arrossire lui stesso e il senso di disagio man mano si allontanava.

Così annuì e vide gli occhi grigi di Draco brillare come stelle nella notte.

E sorrise.

 

Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti* , questa è la Prima Parte della storia, ne seguiranno altre due.
Spero che la troviate interessante! ❤️

N.B.: Alcuni discorsi sono gli stessi che avvengono nei libri, solo qualche cambiamento gli è stato apportato ai fini della trama della fanfiction :)

 

   
 
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