Dreaming of a perfect stranger

"Mi chiamo Marco Tagliaferri, nella vita faccio l'attore itinerante. Ho lavorato in un circo ed ho avuto l'opportunità di girare tutto il Mondo. Nel tempo libero amo fare il cosplay..."
Il sogno inizia più o meno così, con un perfetto sconosciuto che mi parla di sé come se mi conoscesse da sempre. E' un ragazzo sulla trentina, moro, con un po' di barba e abbastanza slanciato. E' seduto su un muretto ed io accanto a lui. Parliamo del più e del meno, ma quello che si esprime con più libertà e spensieratezza è lui. Mi mostra il telefono per farmi vedere uno dei suoi ultimi cosplay, in cui indossa una parrucca color acquamarina, che in quello scatto sembra un po' la chioma di Rapunzel, proprio perché gli arriva fin sotto le ginocchia. Io sono una semplice spettatrice, come quando vai al circo, al cinema o al teatro, osservo senza distrazioni ciò che lui ha da dire o mostrarmi. Nel frattempo, mi lascia il suo contatto in caso mi venisse voglia di entrare a far parte di qualche spettacolo itinerante. Il suo lavoro lo rende un cittadino del Mondo senza avere però una fissa dimora, ama viaggiare ma a volte pensa che avere i piedi "ampiamente ancorati sulle nubi" sia faticoso dopo un po'. Osservo il paesaggio attorno a me, mentre Marco parla dei suoi sogni e del suo futuro, e noto un Mondo in costruzione, un ambiente che va man mano crescendo, reinventandosi ogni volta che poso lo sguardo su di esso. Credo sia una metafora, il fatto che tutto si evolve e tutto si trasforma, che niente resta invariato perché come passa il tempo e gli anni con esso, anche noi cambiamo in un certo senso, pur rimanendo sempre noi stessi. Il sogno si dissolve così come era iniziato, lasciandomi impresso il volto del giovane showman con le sue visioni oniriche e i suoi desideri legati a un futuro fatto di cose semplici: di stabilità.