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Autore: Ivy001    12/05/2021    1 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Dalì sono finalmente, di nuovo, tutti assieme. Quante volte ciascuno di loro sognò una bella rimpatriata, resa impossibile dalle regole del Professore: non uscire dai confini del continente che li ospita, tutelare la propria identità, non mettere più a rischio la copertura, come già successe con Rio in passato.

“Amici miei, mi siete mancati da morire!” – confessa Denver, seduto su una poltrona in salotto, dove sono radunati gli uomini.

“A chi lo dici. Noi fortunatamente abbiamo vissuto con Nairobi e Bogotà, o sarebbe stato un dramma. Tokyo, specialmente, dopo il casino combinato ai Caraibi, quando mi catturarono, ha pensato bene di trasferirsi nella stessa città della sua migliore amica per averla accanto 24ore su 24” – spiega Cortés – “Pensate che onore poter essere i testimoni di queste due meravigliose persone” – aggiunge, ricevendo una pacca sulla spalla proprio dal padrone di casa, lusingato dalle belle parole.

“Peccato che non abbiamo assistito al matrimonio! La mia Nairo mi raccontava sempre, quando eravamo in Argentina, di desiderare delle nozze uniche” – Helsinki si commuove, ricordando l’assenza da un giorno tanto speciale per quella che considera sua sorella minore.

Palermo, rimasto in piedi, si siede accanto al serbo e gli sorride in modo particolare. Quel dettaglio è subito colto dal saldatore che commenta, piacevolmente sorpreso - “Cazzo, voi due state insieme ?”

“Ho penato tanto, e alla fine si è innamorato!” – Helsinki dà la conferma, ridacchiando.

“Smettiamola di parlare di argomenti così, sapete che odio le smancerie in pubblico…” - si imbarazza l’ex leader della Banda, ed evita di approfondire la questione.

Tra una chiacchiera e l’altra, il padrone di casa, intenzionato a rendere partecipi i suoi compagni di un momento unico a cui non hanno partecipato, mostra loro il famoso album nuziale porgendolo proprio a Helsinki, il quale si emoziona subito guardando la sposa – “Nairobi è un incanto. Era bellissima con quell’abito” – nessuno ha mai conosciuto quel lato tenerone del serbo, probabilmente solo la Jimenez!

“Già, è stato un momento indimenticabile” – commenta Bogotà, incupendosi subito dopo.

“Che succede? Come mai quella faccia?” – a prendere parola è il Professore, rimasto in silenzio fino ad allora. Lui, infatti, sospetta la crisi tra i due e precisa – “Avevo scritto ad Agata di non permettere che la situazione potesse destabilizzare la vostra relazione…”

“Lo so, però non capisco perché, lei sta facendo esattamente questo! Sta mandando a puttane tutto quanto”  - si confida Bogotà, lasciando emergere le sue debolezze e i suoi dubbi.

“Non demordere. Nairobi è una donna orgogliosa. Non ama mostrare fragilità… tu non cedere. Se percepisce che da parte tua non esiste più nulla, sarà la prima a chiudere. Questo va impedito…” – il consiglio viene da Helsinki, che, dopo aver vissuto con la Jimenez per due anni, ha imparato a conoscerla bene – “Sei suo marito, non permettere che lei si autodistrugga e distrugga la vostra storia!”

In quel momento, voci femminili che avanzano verso di loro, pongono fine alla conversazione. Tokyo e Stoccolma raggiungono i compagni con un vassoio di dolci e una caffettiera fumante.

“Ecco uomini, assaggiate. La nostra Nairo è anche una buona cuoca! Assaggiate questi biscotti, sono squisiti” – sostiene Monica, sedendosi sulle gambe del marito.

“Ehi vi ricordate quando preparò la paella e io brontolai che era una porcheria…” – dice Denver, rammentando i vecchi tempi. La sua risata contagia i presenti. La Gaztambide invece gli dice – “Che scemo che sei! Non apprezzi nulla”

“Apprezzo te, mi amor” – aggiunge lui, baciandola sulle labbra.

Assieme alle due ex Dalì è giunta anche Alba, con delle tazze da caffè vuote nelle quali versare la bevanda. La bambina ascolta con piacere le battute e l’allegria del gruppo, tornando a respirare aria pulita e serenità. Ha lo sguardo rilassato e non mostra disagio alcuno ad avere gente sconosciuta in casa. Bogotà la guarda fiero e tira un sospiro di sollievo, costatando che almeno un pezzo della sua famiglia ha abbandonato lo stato apatico. Infatti, l’undicenne seppure timida e riservata, non ha avuto difficoltà ad aprirsi, specialmente con Monica, nota per la sua dolcezza.

“Tua figlia ti somiglia molto, sai?” – sussurra Palermo al saldatore, complimentandosi poi per l’educazione della piccola e per la sua bellezza, gonfiando d’orgoglio ancor di più il suo papà.

******************************

La gitana è ancora in cucina assieme a Lisbona, rimasta con lei sapendola triste e sconfortata. Per evitare di toccare il tasto dolente dell’amica, la Murillo affronta un argomento che crede sia fonte di gioia…purtroppo sbagliandosi alla grande.

“Bogotá ,poco fa, mi ha raccontato che anche Axel si unirà alla Banda! Sarai contenta di riabbracciarlo, vero?”

La Jimenez annuisce, non aggiungendo altro. La mente è talmente assorta tra pensieri più disparati, da non dar peso a una questione che invece non solo le sta a cuore ma che la rende segretamente felice.

Raquel è spiazzata da quella reazione, così spenta, così atipica. La Nairobi che conosceva, una combattente, una vera Leader, la forza della natura della banda dei Dalì, pronta a reagire di fronte alle avversità, ha lasciato spazio ad una donna svuotata di ogni emozione, priva di luce e di voglia di fare.

Le ragioni di tale mutamento sono comprensibili e, proprio per questo, la Murillo accetta senza repliche la freddezza dell’amica nei suoi riguardi.

Tra le due cade il silenzio. Un silenzio pesante che taglia l’aria, creando una strana tensione. E Lisbona, vogliosa solo di dare una mano e aiutare la compagna in difficoltà, le pone una domanda che, probabilmente, se avesse saputo, non avrebbe mai posto.

“Come va con Bogotà? Vi trovate bene qui in Australia?”

Ecco… senza volerlo ha toccato una questione alquanto scomoda: la relazione con il marito.

Nairobi vorrebbe rispondere che tutto procede alla grande, che vivono sereni e contenti. In fondo era così che procedeva prima della sparizione di Ginevra.

Fino a due giorni prima, tra loro c’era la solita sintonia, il solito smisurato amore che non nascondevano davanti ai bambini, scambiandosi tenerezze e coccole.

Tale questione tocca corde profonde del suo povero cuore devastato, in quanto tutto ciò è venuto a mancare e sa benissimo di essere la sola responsabile.

Proprio perché cosciente di ciò e preda di un forte senso di colpa, sbadatamente, la gitana si distrae e rovescia, in parte, la caffettiera sul tavolo, preda di un momento di nervosismo che difficilmente passa.

“Cazzo, me ne andasse una nel verso giusto” – esclama, furiosa.

Per contenersi, nasconde il viso tra le mani; questo mentre l’ex ispettrice di polizia si appresta a pulire rapidamente il danno.

“Tranquilla, ci penso io”  - mai come allora, Raquel aveva visto Agata in quello stato.

Certo, le due non si erano mai conosciute fino in fondo. Probabilmente fu la mancanza di una vera amicizia a non dar modo a Nairobi di sfogarsi come avrebbe potuto e dovuto.

“So che non siamo molto amiche, però vorrei che tu sapessi che ci siamo tutti, per qualunque cosa abbiate bisogno! Non devi arrenderti, una roccia come te non l’ha mai fatto, non devi cedere adesso” – la consola. poi aggiunge -  “ Se hai bisogno di parlare, ci sono”

In quel momento, la gitana approfitta della poca confidenza con la ex ispettrice e irrazionalmente la abbraccia.

Quel gesto nasconde un forte dolore e Raquel lo percepisce sulla pelle, con tale intensità da avvertire il cuore schiacciato da qualcosa di talmente grande da non poter essere spiegato a parole, ma solamente sentito nell’anima.

Poi un’esternazione di Agata, emersa senza volere alcuno, fa sussultare Lisbona.

“Non ce la faccio più, sto impazzendo!”

“Allora tira fuori ciò che provi, non tenere nulla dentro. Non frenare le tue emozioni. Cosa senti che ti pressa e che ti impedisce di respirare? Dillo, liberatene… è la medicina giusta al tuo malessere!”

Ed è proprio in quell’istante che Nairobi pronuncia delle parole dure e pesanti, che pietrificano Lisbona.

“Sono morta dentro! Ecco cosa succede… ho perduto parte di me stessa quando ho perduto Ginevra"

Come si può consolare una madre con banali discorsi? Pensa Raquel, riconoscendosi impotente di fronte a tanta sofferenza. Può solo limitarsi a dirle - “Abbi fede, risolveremo tutto”

In quel momento la figura di un bambino compare sull’uscio della cucina e viene immediatamente notata dalla Jimenez.

“Sebastìan! Amore mio, sei uscito dalla tua camera finalmente!” – esclama la donna, sciogliendo l’abbraccio con Raquel, dirigendosi verso suo figlio.

Si inginocchia di fronte a lui, specchiandosi nei suoi grandi occhi scuri. Lo accarezza dolcemente e gli apre le braccia in attesa di accoglierlo a sé.

Il gemello di Ginevra, dopo aver udito il vociare di gente in casa, ha pensato di raccogliere il coraggio e confrontarsi con coloro chiamati a riportargli la sua amata sorellina.

Rimasto in silenzio, si limita ad osservare la sconosciuta, ovvero Lisbona.

“Ciao, tesoro! Sono Lisbona, sono una dei Dalì. Piacere di conoscerti” – la Murillo si presenta, con fare materno, sorridendo al bambino.

Sebastìan, però, in risposta, si accoccola al petto materno.

Raquel ricorda ad Agata che il bambino può aiutare a smuovere le ricerche di Ginny, e così, tra le braccia della sua mamma, il figlio di Bogotà e Nairobi viene condotto dai Dalì, in salone.

“Vi presento Sebastìan” – dice la gitana, una volta raggiunto il gruppo.

“Sei tu Seba! Il tuo papà mi ha parlato tanto di te, sai?” – lo saluta Helsinki, porgendogli una mano.

Il bambino si ritrae accucciandosi alla madre.

“Ti va di raccontare a questi amici cosa è accaduto quando hai visto Ginevra salire su quell’auto?” – lo prega Nairobi, addolcendo il tono di voce.

È necessario agire il prima possibile, e Sebastìan deve assolutamente sbloccare quello che appare a un vero e proprio mutismo selettivo.

Lui scuote il capo, non intenzionato ad aprire bocca.

A quel punto, il Professore avanza verso di lui.

“Ti va di vedere un gioco?” – tira fuori dal taschino un pezzo di cartoncino rosso.

“E’ stranissimo quest’uomo! Mi domando come mai ha quella roba nella giacca” – puntualizza Tokyo, ridacchiando e creando ilarità nei compagni a lei vicini, Denver e Rio.

“Ecco, guarda! Adesso farò una magia. Questo pezzo di carta diventerà un cigno. Ti va di vederlo?”

L’idea incuriosisce Sebastìan che finalmente sembra cedere e volge lo sguardo sul Marquina.

Così, il professore con il suo talento innato per gli origami, riesce a conquistarlo – “Se vuoi ti insegno”

Il bambino, entusiasta, accenna un sorriso e quella reazione colpisce piacevolmente tutti.

In primis, i suoi genitori non contengono la commozione.

Bogotà istintivamente guarda la moglie, cercando i suoi occhi.  E finalmente Nairobi ricambia lo sguardo.

“Sai che il tuo aiuto è importantissimo per trovare la tua sorellina?” – chiede Sergio al gemello di Ginevra, mentre si cimenta nella realizzazione di un aeroplano.

Il bambino non risponde, si limita a fissare gli origami creati dalle mani di quello che per lui è un mago.

“Se mi aiuti ne creiamo uno insieme per Ginny, così quando tornerà lo troverà sul suo lettino. Che ne dici?”

I Dalì, in piedi ad ascoltare e sperare in una reazione positiva, si sciolgono quando Sebastìan, dopo attimi di tentennamento, alza il capo e annuisce.

“Quindi è un SI?” – insiste il Prof, intenzionato a farlo parlare a tutti i costi.

“Si” - Seba trova la forza e il coraggio di rispondere. Si avvicina al professore per abbracciarlo, in segno di gratitudine – “Fai una magia, signor Mago. Porta qui mia sorella”

Riascoltare la voce del suo bambino e la richiesta che lui pone a Sergio, fanno crollare emotivamente Nairobi che, non contenendo il pianto, si allontana.

Non vuole essere compatita né vuole spaventare suo figlio, così si nasconde in veranda.

Accovacciata a terra, accanto ad una casetta per bambini, comprata da Bogotá mesi prima per i gemelli, sfoga le sue emozioni.

E mentre le lacrime le scivolano sulle gote, senza sosta, per l’ennesima volta, si accorge di qualcosa proprio accanto alla “Casetta” colorata.

“Questo cos’è?” – si chiede, asciugandosi le guance bagnate con il dorso della mano, mentre con l’altra afferra il bigliettino.

Cara Ginny, il mio papà ci porterà al parco domani, veniamo a prenderti davanti casa. Non mancare, mi raccomando” – legge ad alta voce.

“Cazzo!” – esclama Agata, alzandosi in piedi.

Si dirige, spedita, verso i Dalì i quali sono alle prese con Sebastìan.

“Hai detto che Ginny ti ha confessato che aveva un appuntamento?”

“Si, non so con chi… non me l’ha detto” – precisa il piccolo.

A quel punto, interviene la Jimenez - “Forse chi l’ha invitata è la persona che ha scritto questo biglietto” – mostra il foglio che ha tra le mani, porgendolo al Professore.

L’uomo lo esamina e commenta - “La grafia non è quella di un minore. Il che è strano, perché sarebbe potuto essere un semplice invito di una o di un compagno di scuola!”

“Dove l’hai trovato?” – sussurra Bogotà alla moglie.

“In veranda! Cazzo, Bogotà…e se avessimo la prova sotto gli occhi e non ce ne rendiamo conto?”

“Calma, appena arriveranno i nostri figli, setacciamo tutta casa! Bisogna agire,basta perdere altro tempo prezioso!”

   
 
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