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Autore: Donatozilla    16/05/2021    2 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 12: Ryo Honda Origin parte 2

Il silenzio regnava sovrano nella sala delle visite. Midoriya, Bakugo e Naomasa non sapevano cosa dire o fare, se non rimanere in silenzio con espressioni sconvolte sui loro volti.

Midoriya non riusciva a dire nulla. Apriva e chiudeva la bocca senza che alcun suono uscisse da essa, Bakugo aveva gli occhi spalancati ed un espressione di puro sgomento dipinta sul volto, mentre Naomasa passò dall’avere un espressione scioccata ad una più scura.

Finalmente Midoriya sembrò riuscire a trovare la sua voce e a dire “R-Ryo… i-io… n-non so che dire…” i suoi occhi cominciarono a farsi lucidi mentre lo sguardo del sopracitato ragazzo dai capelli viola si spostava su di lui “Q-quindi è per questo… c-che non abbiamo più ricevuto chiamate né da te né dai tuoi genitori… p-pensavamo che voi aveste deciso di lasciare tutto alle spalle… invece…”.

Midoriya cominciò a lacrimare “Mi dispiace… oddio mi dispiace tanto… se io… se io e mia madre avessimo saputo di ciò…” “Mi avreste accolto a braccia aperte?” Lo interruppe Ryo, il suo sguardo che non mostrava alcuna emozione “Un bel pensiero Izuku, ma purtroppo irrealistico. Non sareste mai riusciti a sapere ciò che era successo ai miei genitori. Non avevo nessun altro parente… nessun parente a cui poteva essere data la notizia della morte dei miei genitori. Per questo… una volta che fui guarito… fui rilasciato dall’ospedale… e portato in un orfanotrofio che, ironia della sorte, si trovava nella stessa città in cui io e i miei genitori ci saremmo trasferiti se non fossero mai morti: Jaku City”.

In un orfanotrofio di Jaku City, 11 anni fa…

Un Ryo di cinque anni si trovava dinnanzi all’orfanotrofio in cui sarebbe stato da quel momento in poi. Era stato portato lì da un poliziotto che gli aveva semplicemente augurato ‘una buona vita’ prima di andarsene.

Bella vita?

Sul serio?

Dire una cosa del genere pochi giorni dopo la morte dei suoi genitori era qualcosa sia stupido che insensibile.

Anche se era guarito dalle ferite, Ryo non poteva dire che stava bene. Tutto il contrario.

Non era riuscito a dormire le notti dopo aver saputo della morte dei suoi genitori, tormentato dagli incubi e da un sentimento di pura rabbia nei confronti colui che era stato l’inizio di tutto ciò: Bakugo.

Troppo preso dai suoi pensieri che non si accorse di una donna dai capelli biondi e con occhiali da vista che si avvicinò a lui.

“Benvenuto piccolo” disse la donna con un sorriso “Io sono la signora Miura, e sono la direttrice di questo orfanotrofio. Tu devi essere Ryo Honda giusto?”.

Ryo si limitò semplicemente ad osservarla per qualche secondo per poi annuire. La donna ora identificata come Miura guardò Ryo con uno sguardo triste dicendo “Ho saputo di ciò che è successo ai tuoi genitori… è stata una vera e propria tragedia”.

Mise una mano sulla testa di Ryo e gliela accarezzò “Non ti preoccupare però… andrà tutto bene. Questa sarà la tua nuova casa… sarai il benvenuto qui e ti farai tanti nuovi amici con i bambini che vivono qui

Benvenuto diceva?

Nuovi amici diceva?

Già…

Gran belle stronzate.

Non era affatto il benvenuto lì.

Non si stava facendo affatto nuovi amici lì. Infatti, non si era fatto nessun amico.

Tutti i bambini che vivevano in quell’orfanotrofio avevano dei Quirk, dai più incredibili ai più stupidi. Ma anche i più stupidi rimanevano dei Quirk.

Lui invece?

Era la pecora nera di quell’orfanotrofio per un semplice motivo: era senza Quirk.

Sin dal momento in cui era entrato nell’orfanotrofio e si era sparsa la voce che era senza Quirk tutti gli altri orfani avevano cominciato a guardarlo dall’alto verso il basso, a volte con sguardi addirittura schifati.

Sussurravano tra di loro frasi cattive e offensive ogni volta che lo vedevano, ogni volta che gli passavano accanto.

E faceva sempre male.

“Guardate. È il patetico Honda”.

“Hey Honda, come va col tuo Quirk? Ops. Come potevo scordarmi che sei senza Quirk?”

“Senza Quirk e senza genitori? Cavoli Honda, la tua vita deve essere incredibilmente triste”.

“Vuoi diventare eroe nonostante tu sia senza Quirk? Sei davvero stupido, lo sai Honda?”.

Ma non si fermavano solo alle parole o agli insulti, o no.

Arrivavano anche alle mani.

Dunque essere pestato e picchiato dagli altri bambini dell’orfanotrofio divenne una routine per Ryo. Una routine che odiava con tutto sé stesso.

E la signora Miura? Faceva qualcosa al riguardo?

Certo che no.

Non voleva mia rovinare il futuro di questi piccoli ‘prodigi’ per degli scherzi da bambini.

Stronzate. Tutte stronzate.

E così che Ryo passò 10 anni in quell’orfanotrofio maledetto: maltrattato ed insultato dagli altri orfani che sarebbero dovuti essere i suoi ‘nuovi amici’.

E in quei dieci anni… la sua rabbia e odio per Bakugo non potè che crescere.

Ogni volta che lo trattavano da schifo gli ricordavano di come Bakugo lo trattava.

Ogni volta che lo picchiavano e insultavano, invece di vedere loro, vedeva Bakugo.

Ogni volta che si chiedeva come ci era finito in questa situazione i suoi pensieri tornavano a colui che considerava responsabile di tutto ciò.

Katsuki Bakugo.

Era per causa sua se gli stava succedendo tutto questo.

Era per causa sua che aveva perso la sua famiglia, che era finito in questo infernale orfanotrofio pieno di persone bastarde che lo trattavano come spazzatura.

Era tutta colpa sua.

Tartarus, ora…

Anche questa volta, le parole di Ryo non poterono non lasciare i tre ascoltatori interdetti. Ryo… aveva davvero passato tutto questo? Per dieci anni era stato trattato così in quell’orfanotrofio?

Bakugo abbassò la testa, preso da sensi di colpa. Era davvero colpa sua se Ryo era finito così?

Era davvero colpa sua se Ryo avevo perso i genitori ed era finito in un luogo che gli ricordava il modo orribile in cui lo aveva trattato quando avevano cinque anni?

Midoriya si mise una mano davanti alla bocca, gli occhi spalancati. Ryo… aveva davvero passato tutto questo? 

Naomasa si limitò ad avere un espressione scura in volto. Sentire questa storia… di come Ryo fu maltrattato sin da bambino da un intero orfanotrofio senza che nessuno lo aiutasse… lo faceva imbestialire. Nessuno doveva passare una vita del genere. Nessuno!

“E…” disse Bakugo alzando lo sguardo “poi che accadde?””.

Ryo spostò lo sguardo verso Bakugo, un espressione torva sul suo volto. Poi mostrò un sorriso… un sorriso finto.

“Eh… ti piacerebbe saperlo, eh Bakugo? Beh… diciamo che ciò che poi accadde fu quando cambiò tutto di nuovo. Ed accadde esattamente… il giorno del Festival dello sport”.

Tempo fa, nel giorno del Festival dello sport…

Erano passati dieci anni da quando i suoi genitori erano morti ed era stato mandato a vivere in quell’orfanotrofio infernale. Ryo ora aveva 15 anni, e stava tornando all’orfanotrofio dopo esser stato per parecchie ore a farsi una passeggiata per le strade di Jaku City.

Oggi era il giorno del Festival dello sport della UA…  ed era sinceramente eccitato di vederlo. Dopotutto aveva sempre voluto essere un eroe, e nonostante non fosse riuscito a coronare il suo sogno era curioso ed eccitato di vedere gli aspiranti eroi che avrebbero partecipato al Festival di quest’anno.

Si era perso parecchio del Festival… era infatti iniziato mentre lui era fuori a passeggiare. Speravo di arrivare in tempo per vedere le finali.

Arrivò finalmente dinnanzi all’orfanotrofio. Lo guardò per qualche secondo per poi sospirare ed entrare.

Le voci dei suoi ‘inquilini’ provenienti dall’area comune gli fecero capire che si trovavano là a vedere il Festival alla Tv. Entrò nell’area comune attirando a sé gli sguardi dei presenti.

“Ah, ecco qui il nostro senza Quirk di quartiere” disse Shun, uno dei suoi maggior persecutori, con un sorriso strafottente “Venuto a vedere chi è riuscito dove tu hai fallito?” Continuò a dire mentre Ryo si limitava a sedersi su uno dei divani ad osservare la tv.

In quel momento era iniziata l’ultima fase del Festival: un torneo dove i sedici studenti arrivati fino a quel punto si sarebbero affrontati in combattimenti uno contro uno, fino ad arrivare alla finale dove finalmente ci sarebbe stato il vincitore del torneo.

Present Mic, il presentatore del Festival, annunciò i primi due che si sarebbero affrontati: Hitoshi Shinso e… Izuku Midoriya.

Ryo strabuzzò gli occhi a sentire il nome del suo migliore amico d’infanzia. Aveva sentito bene? Izuku era uno studente della UA e stava partecipando al torneo?

Guardò dritto verso la TV con estrema attenzione per vedere se era davvero Izuku… e sbarrò gli occhi nel vedere proprio Izuku in TV. Avrebbe riconosciuto ovunque quel volto così amichevole e quei capelli verdi. Ryo non potè non sorridere nel vedere il suo vecchio amico. Quindi ci era riuscito… era riuscito ad entrare nella UA, coronando il suo sogno di studiare per diventare un Hero. Era felice per lui, se non addirittura fiero.

“Sono felice per te amico mio” pensò Ryo con un sorriso “Sei riuscito dove io non ho mai avuto speranze… mi chiedo solo come tu sia riuscito a superare i test di ammissione della UA”.

Ryo ebbe la risposta subito dopo: Shinso, apparentemente, aveva usato il suo Quirk su Midoriya mettendolo sotto un controllo mentale e ordinandogli di farlo uscire, ma Midoriya si liberò dal controllo mentale in maniera sorprendente: con il solo movimento delle dita creò un onda d’urto abbastanza forte da spezzare il controllo mentale.

Ryo rimase sorpreso. Quello… era un Quirk? Ma come era possibile? Izuku era senza Quirk proprio come lui… come faceva ad averne uno?

Possibile che… lo avesse sviluppato più avanti con l’età?

Stranamente Ryo non provò gelosia verso ciò. Anzi sembrò quasi… felice. Sorrise nuovamente mentre vedeva Midoriya gettare fuori dal ring il suo avversario. “Sei davvero cambiato dopo tutti questi anni Izuku… sono felice che tu sia arrivato fino a questo punto”. Pensò il ragazzo dai capelli viola.

Continuò a guardare i vari combattimenti che comprendevano da un ragazzo capace di creare ghiaccio fino ad un ragazzo capace di correre a velocità incredibile. Doveva ammettere che tutti quelli che aveva visto fino a questo momento possedevano dei Quirk davvero interessanti… e i suoi ‘coinquilini’ glielo ricordavano ogni volta, dicendo come loro avessero dei Quirk incredibile mentre lui non ne aveva nemmeno uno.

Ed alla fine arrivò l’ultima battaglia del primo round. Ryo osservò con interessa lo schermo, aspettando chi si sarebbe affrontato in questa ultima battaglia del primo round.

I suoi occhi si sbarrarono e si alzò di scatto a vedere chi avrebbe combattuto.

Capelli biondi e sparati in aria. Occhi rossi. Sguardo truce. Lo avrebbe riconosciuto ovunque, anche dopo milioni di anni. E Present Mic che annunciava il suo nome non potè che confermare i suoi sospetti.

Katsuki Bakugo.

Katsuki Bakugo era lì.

Katsuki Bakugo stava partecipando al Festival dello sport.

Katsuki Bakugo era uno studente della UA.

Ryo cominciò a tremare. I suoi occhi si sbarrano ancor di più per quanto sembrasse impossibile.

Ricordi di ciò che gli fece Bakugo in passato cominciarono a riaffiorare.

Ogni pugno.

Ogni insulto.

Tutto.

Si ricordò di come i suoi atti di bullismo avevano costretto lui e la sua famiglia a trasferirsi.

Si ricordò di come ciò porto alla morte dei suoi genitori e al suo trasferimento in questo schifoso orfanotrofio doveva ogni giorno era l’inferno per lui.

Una rabbia primordiale cominciò ad impadronirsi di Ryo, mentre tutto il suo odio verso Bakugo che era cresciuto in quei dieci anni cominciò a ritornare in superficie.

Cominciò a stringere i pugni fino a quando le sue nocche cominciarono a diventare bianche.

Come?

Come diavolo aveva fatto lui ad entrare nella UA?

Dopo tutto ciò che aveva fatto?

Dopo che aveva reso la sua vita e di tanti altri un inferno per il solo fatto che erano senza Quirk?

Come aveva fatto Bakugo, qualcuno che si comportava più da Villain, ad entrare nella scuola più prestigiosa per gli Heroes dopo tutto il male che aveva fatto?!

No, non lo poteva accettare.

Non lo avrebbe mai accettato.

“Oi” disse Shun, il tono della sua voce chiaramente irritato “Stai davanti alla TV e non ci fai vedere. Siediti o vattene”.

Ryo lo ignorò, troppo preso dalla sua rabbia e dal suo odio verso colui che gli aveva rovinato la vita.

Shun, irritato dall’essere ignorato, si alzò dalla sedia su cui era seduto e si avvicinò a Ryo mettendogli con forza una mano sulla spalla dicendo “Oltre che senza Quirk sei anche senza udito? Siediti, stiamo cercando di vedere”.

“Toglimi quella quella mano di dosso ” ringhiò Ryo. “Come prego?” Chiese Shun con un ghigno.

“Ti ho detto di togliere quella mano di dosso” ripetè Ryo voltando lo sguardo verso Shun con uno sguardo truce.

Shun fu preso di sorpresa. Ryo non aveva mai reagito così contro nessuno di loro. Certo, a volte lanciava sguardi pieni di rancore, ma questa volta era diverso.

C’era qualcosa che non andava in quello sguardo.

C’era una rabbaia mai vista prima dietro quegli occhi viola.

Shun decise di non farsi intimidire.

Era uno senza Quirk no?

Lui invece ne aveva uno. Non aveva nulla di cui preoccuparsi.

“Altrimenti che mi fai microbo?” Rise Shun come se ciò che avesse detto Ryo fosse una battuta divertente “Cosa pensi di fare? Non hai un Quirk, sei praticamente un debole” avvicinò il suo volto a quello di Ryo, sghignazzando “Tu non vali niente senza un Quirk. Sei spazzatura”.

Quelle parole, quegli insulti non fecero altro che far ricordare a Ryo ancor di più gli insulti e i pestaggi che aveva subito da Bakugo.

E da allora vide rosso.

Al diavolo questo bastardo.

Al diavolo tutti gli insopportabili e egoisti stronzi di questo posto.

Al diavolo tutto.

Prese la mano che gli stringeva la spalla… e con una forza che non sapeva neanche di avere lanciò Shun contro la TV, distruggendola sul colpo. I presenti sussultarono o gridarono, mentre Shun lanciò un gemito di dolore.

Ryo non si fermò lì, oh no. Si avvicinò al ragazzo che stava provando a rialzarsi e lo fissò in cagnesco. Gli diede un sonoro calcio allo stomaco, poi uno al volto. Glielo diede così forte che si sentì un sonoro ‘crack’, probabilmente il suo naso che si rompeva.

Ryo si mise in ginocchio e inviò a prendere a pugni Shun che provava a difendersi, invano.

Sentì le voci spaventate dei presenti.

“Cosa diavolo sta facendo?!”.

“Sta picchiando Shun!”.

“AHHHHHHH”.

“Qualcuno lo fermi!”.

E così tentarono. Gli altri ragazzi provarono a fermare Ryo tentando di bloccargli le braccia, ma il ragazzo li spingeva via con forza e con facilità. Era così furioso che era impossibile da bloccare.

Si fermò da solo, e si alzò osservando Shun: il suo volto era ora coperto di sangue e respirava piano, mentre osservava con paura quel ragazzo senza Quirk che fino a quel momento aveva preso in giro e disprezzato.

Ryo si voltò verso gli altri ragazzi dell’orfanotrofio, uno sguardo di pura furia e odio dipinto sul suo volto. Gli altri non poterono non indietreggiare davanti a quello sguardo.

“Al diavolo…” sussurrò Ryo “Non resterò in questo posto di merda un secondo di più!”.

E corse via.

Corse fuori dall’orfanotrofio in cui aveva abitato fino a quel momento per ben dieci anni e non si voltò mai . 

Non tornò mai più indietro.

Corse per le strade di Jaku City e si fermò solo dopo essere entrato in un vicolo.

Si sedette sul suolo, le ginocchia contro al petto e il corpo che tremava. 

Ma non per paura.

Ma per rabbia.

Per odio.

Rabbia e odio verso colui che lo aveva portato fino a questo punto, verso colui il cui vederlo semplicemente alla TV aveva fatto riemergere tutto l’odio che era cresciuto dentro di lui fino a quel momento: Katsuki Bakugo.

“La pagherai cara Bakugo…” sussurrò Ryo “Giuro che un giorno te la farò pagare cara”.

 

N.A.: originariamente il capitolo avrebbe dovuto continuare, ma considerato che sarebbe uscito troppo lungo ho deciso di dividerlo in un altra parte. Probabilmente ‘Ryo Honda Origin’ si dilungherà per una terza e forse anche una quarta parte.

   
 
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