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Autore: Wild_soul    16/05/2021    1 recensioni
Stiles Stilinski, un giovane poliziotto forse fin troppo sveglio per la sua età.
Derek Hale, dichiarato colpevole dell’omicidio della sua famiglia.
Il loro incontro-scontro avverrà proprio di fronte alla scena di un crimine. Ma sarà possibile per Stiles avere fiducia in un ricercato?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi stai prendendo in giro, Jordan?” il diretto interessato alzò un sopracciglio di rimprovero.

“Linguaggio, Stilinski. Rimango comunque un tuo superiore”

“Cosa vuol dire che state dimezzando le pattuglie di controllo a villa Argent?” continuò il minore, ignorando lo sguardo sempre più severo che stava comparendo sul viso dell’altro.

“Esattamente questo, Stiles. La risoluzione del caso è stata ufficializzata settimane fa: aggressione di animale selvatico. Abbiamo voluto controllare la faccenda per alcuni giorni, ma non ci sono stati movimenti sospetti attorno alla villa, quindi gli Argent sono totalmente al sicuro.”

“Andiamo, non puoi essere serio” mormorò l’agente, alzando gli occhi al cielo “Tu stesso mi hai detto di non essere per nulla convinto della faccenda…non puoi-“

“Non posso lasciare che delle pattuglie sorveglino una casa dal nulla quando potrebbero essere impiegate per controlli più importanti” rispose il vicesceriffo, alzando il tono di voce “Non ci sono prove che famiglia Argent debba essere protetta da qualcuno, fine della questione”

“Due omicidi non sono considerabili come prove?”

“Ordini dello sceriffo, Stilinski. Ora vai nel tuo ufficio e non rendermi il lavoro più difficile” sospirò l’altro, lanciandogli l’ennesimo sguardo di rimprovero.

“Credimi, lo sarà quando domani riceveremo l’ennesima denuncia di scomparsa” mormorò l’agente, mentre apriva la porta dell’ufficio di Parrish.

 

Stiles si accorse di star tremando quando aprì lo sportello della jeep appena parcheggiata di fronte a villa Argent. Era riuscito a liberarsi dall’enorme montino di documenti che lo sceriffo –chissà perché proprio quel giorno- gli aveva dato da revisionare, ed era uscito dal suo ufficio quando ormai erano le nove e mezza passate. Di notte. Alzò automaticamente gli occhi al cielo. La luna era piena e luminosa come non mai, o forse la consapevolezza del soprannaturale rendeva i sensi di Stiles fin troppo in allerta.

Fuori villa Argent era appostata una sola volante, cosa che fece rabbrividire l’agente. Come avrebbe fatto se veramente l’alpha fosse arrivato? Questo era un dettaglio a cui Stiles non aveva minimamente pensato.

Bussò al portone d’ingresso. Prima ancora che potesse realizzare cosa stesse succedendo, venne afferrato saldamente per un braccio e tirato dentro la casa. Sbattè violentemente la schiena contro la porta nello stesso istante in cui , grazie ai suoi riflessi, puntò la pistola sulla fronte di Chris Argent.

“Che diavolo ci fai qui?” gli chiese l’uomo, con un tono di voce fin troppo allarmato. Stiles si liberò dalla morsa dell’altro con uno strattone, reinserendo l’arma nella fondina.

“Che domanda idiota” mormorò, accorgendosi solo in quel momento della presenza di Allison a pochi metri da lui con, in spalla, una delle balestre che pochi giorni prima aveva visto appese in garage.

“Lui sa?” chiese la ragazza, mantenendo lo sguardo fisso sull’agente.

“Sì” le rispose il padre “per colpa di Gerard”

“Dov’è?” domandò Stiles, preoccupato, non notando la sua presenza.

“Ben protetto ed al sicuro. Non sembrerebbe, ma un uomo con le sue doti non può avere paura di niente” mormorò Chris, allontanandosi dal ragazzo di un paio di passi “Perché sei qui?” ripeté, scrutando l’agente con sguardo nervoso.

“Perché è il mio dovere”

“Stiles, non sei pronto per…”

“Dammi delle armi” allo sguardo confuso dell’uomo, Stiles continuò “So perfettamente che tenete dei proiettili…specifici…quindi datemi qualsiasi cosa possa aiutarmi a difendervi”

Allison gli lanciò uno sguardo torvo “Pensi seriamente che leggere qualche pagina del Bestiario ti renda un cacciatore?”

“Un cosa?”

“Un cacciatore. Credi che a me e papà piaccia collezionare strozzalupo come passatempo?”

“Aspetta…” gli occhi del minore vagarono dallo sguardo fiero della ragazza fino a quello preoccupato del padre “Quindi voi…gli date la caccia?”

“Perché credi che questo alpha voglia ucciderci, allora?”

“Allison, basta così”

“No, no fermi” Stiles fece un paio di passi in avanti “Quindi...li uccidete?”

Chris comprese solo in quel momento i reali pensieri dell’agente, ed esitò alcuni secondi prima di rispondere “Quando ci vengono segnalati degli ‘avvistamenti anomali’ abbiamo il compito di controllare la zona, ma sono anni che non ci sono più casi”

“Quanti anni?”

“Due” e prima che Stiles potesse effettivamente realizzare, l’uomo aggiunse preoccupato “Dov’è?” allo sguardo interrogativo del minore, continuò “Il…cane…dove diavolo è?”

“…Derek Hale?” vedendo gli Argent lanciargli uno sguardo tra l’allarmato ed il confuso, spiegò “Nello stesso giorno in cui sono venuto qui alla villa, lui ha…ripreso forma umana”

“Tu sapevi che…”

“Ovviamente no” rispose ad Allison con tono brusco, non lasciandole neanche finire la domanda “Altrimenti non lo avrei fatto neanche entrare nella mia casa. Mi dispiace, ho corso un enorme rischio portandolo qua l’ultima volta”

“Non importa, avevo posizionato del sorbo di fronte all’ingresso, infatti non è riuscito ad entrare” non gli servì spiegare cosa fosse, perché Stiles ricordava di aver letto qualcosa a riguardo di una particolare polvere che indeboliva i sensi dei mannari. E solo in quel motivo ricollegò quei sintomi all’irrequietezza di Oscar –Derek- non appena lo aveva portato a villa Argent. 

“Quindi tu l’avevi riconosciuto?”

“Ovviamente, Stilinski. È il mio lavoro”

“E perché non mi hai avvisato quando eravamo da soli?” domandò il ragazzo, quasi offeso.

“Credi che non ci avrebbe sentito? L’udito dei mannari è estremamente sensibile, per questo avevo paura che, rivelandoti troppe informazioni, potesse uscire allo scoperto ed attaccarti” spiegò l’uomo, sembrando ancora più nervoso.

Quindi…aveva tentato di proteggere Stiles?

L’agente venne nuovamente condotto nel garage della villa, dove gli furono dati dei proiettili con strozzalupo giallo  per la sua pistola. Tre. “Non avete dell’altro sorbo da mettere fuori dal portone?”

“Terminato” mormorò Chris, dando una rapida occhiata all’orologio appeso alla parete. Segnava le undici e mezza. Calò un inquietante silenzio fino a quando Stiles non prese di nuovo la parola.

“Victoria e Kate sono state catturate in pieno giorno” affermò, aggrottando le sopracciglia “E se l’alpha avesse deciso di non attaccare stanotte?“ alla sua osservazione, Allison accennò un breve sorriso.

“Si vede che non hai mai avuto a che fare con questa realtà” gli disse, con sguardo inaspettatamente dolce “Ma loro non interrompono mai la caccia, per nessun motivo. Siamo le loro prede, e farebbero qualsiasi cosa pur di vederci morti.”

Stiles fece per rispondere a quell’affermazione così lugubre, ma un preoccupante rumore proveniente da fuori l’abitazione fece bloccare ognuno dei presenti al proprio posto. L’agente vide lo sguardo della ragazza tornare glaciale, così quello di Chris. I due, con un cenno del dito, lo intimarono a fare silenzio mentre, senza fare il minimo rumore, ripercorrevano la strada verso l’ingresso. Il minore, accucciandosi sotto una finestra, lanciò un rapido sguardo verso l’esterno, non notando nulla di anomalo.

Solo in quel momento realizzò che, forse, avrebbe dovuto mandare via la volante con i due poliziotti ancora appostata fuori la villa. E proprio mentre completava quella riflessione, vide una macchia nera di forma indefinita sfrecciare contro la vettura e cappottarla su un fianco. Gli agenti al suo interno vennero sbalzati come bambole di pezza.

“Cos’era?” sussurrò, sentendo la presa sulla pistola farsi meno salda a causa delle mani sudate. Domanda stupida, sapeva perfettamente cosa fosse.

Vide quella macchia, veloce come un razzo, sfrecciare da una parte all’altra del giardino, fino a salire sul fianco della volante ribaltata e mostrarsi completamente alla luce della luna.

L’alpha

Stiles non aveva mai avuto paura di morire, neanche quando aveva scoperto la vera identità di Oscar. Ma in quel momento, vedendo la figura della bestia di fronte a sé, il ragazzo ne ebbe, e molta.

La stazza sembrava essere quella di un orso bruno, ma decisamente più robusta. La testa era piccola rispetto al resto del corpo, con orecchie corte e triangolari, mentre il muso rimaneva tozzo, quasi deforme. Ma furono gli occhi a rimanere ben impressi nella mente dell’agente. Erano due carboni ardenti, sembravano riflettere la luce dell’inferno.

Lo vide arrampicarsi sulla fiancata dell’auto e osservare la luna, mentre spalancava le fauci e ululava. Stiles conosceva bene gli ululati dei lupi, così come dei coyote, ma quello non era minimamente paragonabile ad un qualsiasi verso animale. Sembrava un ruggito che racchiudeva dentro di sé un urlo umano. Ma non vi era assolutamente nulla di umano in tutto ciò.

I piccoli occhi rossi saettarono verso la casa. Allison caricò la balestra mentre il signor Argent faceva lo stesso con il suo fucile.

“Mira al muso o al petto” gli disse l’uomo “ma va bene qualsiasi punto se inizia ad avvicinarsi troppo. Ricordati che hai solo tre proiettili.”

“Per me è già troppo vicino” rispose onestamente il ragazzo, mentre aumentava la presa sulla pistola.

E fu questione di un secondo. Un secondo in cui l’alpha scomparve dal loro campo visivo. Un secondo in cui avvertirono un assordante frastuono. Un attimo dopo vennero sbalzati a terra. Stiles si rialzò per primo, notando un foro alla parete là dove si trovava il portone da cui era entrato poco prima. E solo in quel momento realizzò la vera potenza della creatura.

Vide Allison, al suo fianco, riuscire ad alzarsi ed essere nuovamente gettata a terra. Caricò la pistola in tempo per vedere comparire di fronte ai suoi occhi quella bestia in tutta la sua stazza. E sparò.

Fu sicuro di averlo colpito in pieno petto, e il ringhio che seguì gliene diede la conferma. Ma non fu abbastanza veloce da sparare una seconda volta, perché, con una zampata, l’alpha lo scaraventò fuori dalla villa, facendolo atterrare pesantemente sulla schiena in mezzo al giardino. Ignorando la vista appannata, rotolò a terra fino a raggiungere la pistola, caduta pochi metri più avanti, ma appena si voltò per sparare, la creatura gli fu nuovamente addosso. E quando vide lo sguardo cremisi della bestia, più vicino del previsto, Stiles si mise l’anima in pace, felice di star per rincontrare la sua mamma.

Ebbe il desidero di chiudere gli occhi, ma uno sparo alle spalle dell’alpha gli fece capire che quella non fosse ancora a sua ora e, istintivamente, sgusciò via da sotto la bestia, barcollando di nuovo in piedi. Argent, sulla soglia di casa, con una preoccupante ferita alla testa ed una postura estremamente traballante, aveva sparato un colpo che, nonostante non fosse andato a segno, aveva appena salvato la vita dell’agente.

L’animale ruggì, se possibile, ancora più forte, avanzando minacciosamente verso l’uomo. Stiles strinse nuovamente la pistola e sparò ancora, lisciando l’orecchio dell’alpha, che, di risposta, si voltò di scatto per dargli una seconda zampata all’altezza dello stomaco. Il ragazzo rotolò su un fianco, mentre sentiva caldo sangue iniziare a colargli sulla camicia ormai squarciata, e prese nuovamente la mira, ma prima che potesse sparare, vide la bestia essere scaraventata a terra. Inizialmente non fu in grado di capire cosa stesse succedendo fino a quando una figura non si frappose tra lui e l’alpha.

Hale.

Lo sentì ringhiare. Di risposta, anche l’animale ruggì. Vide Derek, con viso inquietantemente deformato, attaccare l’animale, scaraventandolo nuovamente a terra e tentando di bloccarlo sotto di sé, ma la bestia, decisamente più grossa, riuscì a sbalzarlo via, lanciandolo contro la vettura della polizia.

-È  morto.-

Quello era stato il primo pensiero di Stiles non appena aveva visto il corpo del moro cadere mollemente a terra, quasi dimenticandosi si stesse trattando di creature soprannaturali. Qualsiasi essere umano sarebbe morto con uno schianto del genere. Umano, appunto.

Derek si rialzò a fatica, facendo brillare i suoi occhi di blu e ruggendo più forte, lanciandosi nuovamente all’attacco e riuscendo a colpire l’alpha più volte, fino a quando non venne afferrato per la gola e schiacciato di peso contro il terreno.

Stiles caricò ancora la pistola e sparò, noncurante di aver appena finito i suoi unici tre proiettili. Colpì la spalla dell’animale, che lo guardò con i suoi occhi iniettati di sangue per poi lasciare la presa su Derek ed avanzare verso di lui. Istintivamente l’agente si ritrovò ad indietreggiare mantenendo la pistola puntata contro la bestia, sperando che, per una qualche legge soprannaturale, i proiettili con strozzalupo si rimaterializzassero. Imprecò mentalmente quando avvertì la schiena scontrarsi contro la volante cappottata.

In trappola.

Vide alle spalle dell’alpha il corpo di Argent accasciarsi mollemente sul pavimento d’ingresso, svenuto. Ebbe uno spasmo di paura quando la bestia alzò una zampa al cielo per colpirlo, tanto che l’agente si schiacciò maggiormente contro l’auto. L’animale ringhiò di pura ira quando venne afferrato di spalle per la gola e sbalzato via di qualche metro. Il ragazzo vide gli occhi di Derek, di fronte a lui, brillare ancora più di prima.

Corse all’ingresso, ignorando le fitte allo stomaco che si stavano facendo più intense, e afferrò il fucile che Argent teneva ancora stretto.

L’alpha rimase immobile a terra per qualche secondo prima di rialzarsi lentamente sulle quattro zampe. Ringhiò debolmente verso il moro prima di rimettersi in posizione d’attacco, ma l’agente si avvicinò nuovamente ai due licantropi, caricando l’arma in un palese moto di avvertimento.

“Vattene” mormorò il ragazzo, senza sapere neanche lui da dove venisse quel coraggio, e mirò alla testa dell’animale, senza sparare. Questi ringhiò ancora, prima di accucciarsi sulle zampe anteriori. Sia l’umano che il licantropo temettero stesse per riattaccare, ma prima che potessero muoversi, l’alpha scomparve dal loro campo visivo. Dopo un primo attimo di incredulità, Stiles corse dentro la villa, trovando Allison cosciente abbandonata a terra con un profondo squarcio lungo tutta la spalla e altri graffi sul viso. Stava tremando.

“Sto bene” la sentì mormorare flebilmente, mentre tentava di regolarizzare i suoi respiri. Dopo essersi  accucciato al suo fianco ed aver constatato che non ci fossero altre ferite gravi, l’agente tornò da Chris, ancora accasciato a terra.

“È vivo” lo precedette la voce di Derek, seduto sui gradini fuori dall’ingresso “È solo svenuto, sento i suoi battiti. Anche i poliziotti dentro alla volante.” spiegò sussurrando con respiro ansante.

“Stiles” il richiamo di Allison gli parve innaturalmente debole “Chiama Gerard” gli mormorò, non appena l’agente le si fu di nuovo avvicinato “Lui saprà cosa fare” spiegò, porgendogli il suo cellulare. Fu una chiamata veloce, in cui il poliziotto sentì la voce dell’uomo vacillare dall’altra parte della cornetta non appena ebbe pronunciato la parola ‘alpha’. Sarebbe arrivato a villa Argent in cinque minuti.

Il minore tornò all’ingresso, avvicinandosi ad un Derek Hale non più trasformato ed estremamente pallido. Il licantropo lo osservò per alcuni attimi.

“Ragazzino, mi devi portare via” sibilò a denti stretti, mentre si teneva il fianco sinistro con le mani ormai zuppe di sangue. Ma vedendo l’agente ancorato al suo posto, continuò “Se mi vedono qui, mi fanno fuori” tentò di alzarsi in piedi, e solo in quel momento Stiles notò quanto veramente le sue condizioni fossero gravi. Aveva una ferita decisamente profonda all’altezza della vita, mentre spalle e braccia erano piene di graffi. Sul collo erano presenti segni altrettanto preoccupanti. Fu solo un piccolo lembo di tessuto della manica a fargli capire che quei brandelli di maglietta fossero originariamente bianchi, e non rossi.

Lo vide barcollare sul posto, ed istintivamente lo soccorse, mantenendolo in piedi facendogli passare un braccio sulle sue spalle. Aiutò Derek a camminare fino alla sua jeep dove, una volta aperta la portiera, lo fece salire, cercando di essere quanto più delicato possibile.

“Vo-voi licantropi avete una guarigione rapida o qualcosa del genere, giusto?” tentò, guadagnandosi un’occhiata blu elettrico dell’altro.

“Quello era un alpha, idiota”  boccheggiò, ringhiando di protesta quando il minore posizionò le sue gambe con poca grazia dentro la vettura, chiudendo lo sportello con un colpo.

“Dove dobbiamo andare?” chiese bruscamente Stiles, mentre la vista del licantropo iniziava  a farsi sempre più appannata. Il moro percepì a malapena i battiti dell’umano farsi più irregolari. “Maledizione, Hale, Gerard sta arrivando. Dove dobbiamo andare?” lo sentì urlare con tono allarmato. Solo in quel momento Derek notò i fari di un'automobile avvicinarsi velocemente a villa Argent.

“Deaton. Portami da Deaton” ringhiò debolmente, prima di crollare sul sedile.

   



    ANGOLETTO FELICE

Nelle prossime settimane, dal momento che si stanno avvicinando gli esami, non so se pubblicherò molto spesso, ma dato che sono una brava persona, vi lascio un capitolo più lungo del solito e pieno di suspense! Buona lettura!

   
 
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