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Autore: sg199885    16/05/2021    4 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5:

LA VENDETTA DELLA DAMA NERA

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- Adesso sono in cinque… - informò il Cavaliere di Rubino prostrandosi dinanzi alla Dama Nera.
- LO SO! – sbottò quella percuotendo la superficie della fonte magica per increspare l’immagine che l’acqua rifletteva. – qualsiasi cosa io faccia sembra che quei tredici piccoli demoni siano destinati a riunirsi! – ringhiò ancora.
L’aria intorno a lei vibrò di elettricità mentre dall’oceano profondo della sua rabbia emergeva un’idea incommensurabilmente malvagia.
- Forse c’è un modo più pratico per impedire che tutti e tredici si riuniscano qui a Roma… - pensò sinistra mentre una nuova bolla di energia oscura si condensava nel suo palmo.
- che cosa hai in mente? – chiese preoccupato il cavaliere.
- fermare in maniera permanente colei che sta reclutando le nuove leve degli eroi – rispose sinistra la donna, mentre la sfera si gonfiava caricava di energia sempre più.
- vola mia sfera della distruzione, VOLA! Librati nel cielo e trova la Guardiana ad ogni costo, e quando l’avrai fatto, prendi la sua vita! Ahahahaha, AHAHAHAHAH, AHAHAHAHAHAHAH! –

 
***
 
- Siamo stati bravi! – si complimentò Silver Claw con i suoi compagni.
- già… - sospirò Davide incerto.
- ehi, non fare così, hai salvato le chiappe a tutti! Dovresti essere un filo più allegro amico mio… - lo rassicurò con una sonora pacca Gladiator.
“Dobbiamo restare tutti uniti…” pensò Fiore, e capì che doveva prendere in mano la situazione prima che diventasse ancora più assurda di quanto già non fosse.
- Ascolta – disse rivolgendosi al nuovo arrivato, - io non so come facciano questi due esauriti ad essere così euforici della situazione, anche per me è tutta una grande follia e vorrei solo scappare a gambe levate… non so nemmeno perché non l’ho ancora fatto, cosa mi spinge a rimanere ancora in questa storia assurda? Non lo so, davvero. Quindi se per te è troppo pericoloso, spaventoso, è semplicemente… troppo e vuoi rinunciare, beh nessuno ti giudicherà per questo, almeno io non lo farò. –
- neanche io – aggiunse Andrea.
- figurati io, se non giudicano le donne… - ironizzò Gladiator beccandosi un pugno sul braccio dalla rossa.
- io… non so cosa dire… - rispose titubante Davide.
- facciamo così, ora Gladiator ti accompagnerà in un luogo isolato, ti ritrasformerai e poi deciderai tu se consegnare a lui il tuo Miraculous o tenerlo; è una scelta solo tua e nessuno può prenderla per te.
- oh-oh! Lasci a me l’onore di scoprire chi si cela dietro Mr. Ninjia? – chiese scherzoso Diego.
- così smetti di lagnarti, e ora sparite prima di fare la figura degli idioti! – tagliò corto la rossa e quelli su suo consiglio si defilarono.
- cosa credi che farà? - le chiese la ragazza-lupo.
- non lo so, davvero non lo so… -

 
***
 
Gladiator e il nuovo eroe del Cervo atterrarono in un vicolo buio e lercio, che non sembrava vedere né luce del sole né acqua da un bel po’; ebbero giusto il tempo di mettersi l’uno difronte all’altro prima che le loro trasformazioni quantiche si sciolsero e, dopo un primo momento di incertezza, la sorpresa si impadronì di loro:
- Ma tu sei… - iniziò Davide.
- il ragazzo del parco! – terminò Diego. –però, sono contento che abbia scelto te quella vecchia pazza. – aggiunse poi con un sorriso.
- ma se mi stavo facendo stirare come un cretino… non sono adatto a fare il supereroe… - sospirò abbassando lo sguardo verso Chopper, che, seduto sulla sua mano, lo guardava con i suoi occhioni tristi.
- invece secondo me ti sbagli, - lo smentì il più grande con una sonora pacca sulla spalla, - secondo me hai del potenziale, e mi dispiacerebbe rinunciar ad uno come te in squadra… però ha anche ragione Colombella quando dice che sei u a scegliere e non io. – rifletté a voce alta. Facciamo così – si illuminò poi – dormici su, se domani avrai deciso di restare in squadra, raggiungici alla piscina comunale, ciao! – propose allegro mentre già si allontanava agitando la mano.
Davide sospirò incerto, quella era proprio una brutta sensazione… quello scontro era stato così emozionante, sentire per una volta il cuore battere a mille non per la paura era una sensazione così nuova, che non aveva la minima idea di cosa fare. Quasi quasi rimpiangeva i tempi in cui era solo un fifone.
 
***
 
Era giunta la sera, e Luna doveva per forza di cose tornare a casa; quando a ritorno da scuola si era ritrovata quel coso dentro la propria camera, che le aveva riempito la testa fino a scoppiare di faccende di eroi, cattivi, guardiani, gioielli magici, leggende e visioni sul futuro era rimasta così turbata che gli aveva (gentilmente, dopotutto a quanto aveva capito era molto vecchio quel cosino) chiesto tempo da sola per pensare.
Era pronta a dirgli che no, che anche se continuava a ripetere il contrario ai suoi, era ancora troppo piccola per certe cose, che voleva rimanere spensierata ancora qualche anno dato che nei precedenti motivi per essere allegra ne aveva avuti pochi.
Il suo piano però, con tanto di discorso preparatosi, andò in fumo quando trovò l’uccellino sul letto, con davanti a se il proprio tablet (sapeva usarlo?!) in cui aveva mandato uno streaming del Tg, in copertina, un incidente ferroviario sulla Roma-Torino. Il dettaglio che colpì dritto al cuore come una pugnalata la ragazzina furono i grandi occhi della creaturina rossi e gonfi di lacrime.
- Ehi… - disse un po’ a disagio avvicinandosi a lui.
- è morta – annunciò sintetico il kwami, - la mia migliore amica è morta, ed è tutta colpa mia! – continuò fino a scoppiare in un pianto disperato e, senza neanche accorgersene, si fiondò addosso all’adolescente.
- ma che dici, non è vero… - lo contraddisse Luna mentre anche i suoi occhi si riempivano di calde lacrime, memori loro di un dolore più antico.
- si invece! Dovevo andare con lei, non la dovevo lasciar partire da sola! Sono stati loro, i nostri nemici… - spiegò tra i singhiozzi e, improvvisamente, alla giovane quella parola, quel “nostri” non sembrò più tanto estraneo come un momento prima.
- lo so come ti senti… anche la mia mamma è morta… credo che il senso di colpa sia una cosa che prima o poi prende tutti, pensiamo sempre ce se avessimo fatto qualcosa di diverso loro sarebbero con noi, ma la verità è che noi non possiamo fare niente, non avremmo potuto farlo, siamo impotenti ed è la cosa più difficile da accettare. – si confidò Luna sentendo le guance bagnarsi di un pianto silenzioso.
Rimasero così a lungo tempo, uniti nel dolore, fino a che Luna prese una decisione inaspettata anche a se stessa:
- dimmi che cosa devo fare Palmm – ordinò con voce mal ferma, cacciando tutte le paure in un angolo della mente, - una cosa come questa non accadrà mai più, te lo giuro su mia madre! –

 
***
 
Il Cavaliere di Rubino si chinò sulla sua amata, esausta in ginocchio, per prenderla tra le braccia.
- Mia amata – sospirò – hai consumato quasi tutta la tua riserva di energia per distruggere quel treno, scomparirai... – la rimproverò.
- no, non scomparirò, coff coff – lo rassicurò ansimante la Dama Nera, - ma non ho più energie per animare i tuoi soldati, e senza il mio potere saranno come gusci vuoti in battaglia. – constatò.
- abbiamo bisogno di un modo veloce per farti recuperare le forze… - si rese conto l’uomo.
- lo so. E so anche come fare, non preoccuparti per me. – lo rassicurò tirandosi in piedi e, malferma, emise un piccolo fischio che richiamò a se un piccolo e tenero gattino, nero come la pece, che si strofinò fuseggiando sulla sua gonna.
-Salem, mio piccolo amico – lo chiamò accarezzandolo, - tu puoi violare l’incantesimo che ci tiene in prigione in questo luogo, vai e trova un mortale, con il cuore oscurato dalla più cieca rabbia, ed infettalo con il tuo potere affinché cada nelle mie mani! – ordinò e quello saltellò via, si arrampicò su un muro ed uscì da un buco nella vetrata policroma della cattedrale, alla ricerca della sua preda.

 
***
 
L’alba del terzo giorno da supereroina per Fiore fu meno traumatica di quanto si sarebbe mai aspettata: il “Buongiorno!” squillante di Leevy le iniziava suonare quasi (quasi!) piacevole, i suoi compagni non le sembravano più di tanto alieni e, miracolo dei miracoli, il suo negozio era pieno, PIENO! C’erano ragazze dappertutto, chi guardava i manichini, chi i figurini, chi sceglieva le stoffe e chi faceva a gara per farsi prendere le misure.
- Io ti adoro, te l’ho già detto che ti adoro? – esultò abbracciando la sua neoeletta migliore amica.
- te l’avevo detto che quelle dell’accademia d’arte avrebbero adorato il tuo Camilla’s Store – le rispose con un occhiolino Andrea, - ora non dovrai più fare spesa al discount per un po’ – la rassicurò.
-ora come ora ci dovrei andare anche se fossi miliardaria, - la contraddisse la rossa, - una certa inquilina ha deciso che gli spaghetti di riso cotti al microonde sono il suo nuovo cibo preferito! –
- ah bello! E io che credevo che solo Moon avesse gusti agghiaccianti… - convenne l’artista.
- fammi indovinare, sbrana carne cruda sul divano del salotto? – ipotizzo Fiore trattenendo le risa.
- Peggio. È vegano. Ma ora credo sia giunto per me il momento di tornare sul retro e lasciarti al tuo lavoro, dopotutto abbiamo abbandonato a loro stessi un lupo, una gatta e una colomba, tecnicamente solo uno dei tre dovrebbe sopravvivere! – scherzò l’altra.
Fiore era felice, felice come non era da molto tempo e soprattutto serena… quando ecco, la campanella sopra la porta tintinnò rivelando che un nuovo cliente stava entrando; Fiore si voltò facendo volteggiare i ricci scarlatti e il sorriso allegro che aveva le si pietrificò sul volto: sulla porta c’era una donna alta, slanciata, con indosso un cappotto color cammello, tacchi vertiginosi, grandi occhiali hollywoodiani e i ricci biondi domati in uno chignon sulla nuca.
- buongiorno – salutò portandosi, con poche agili falcate, dinanzi alla padrona di casa.
- che cavolo ci fai tu qui?! – rispose quella caustica.
- è così che saluti tua madre? –incalzò la donna con un sorriso furbo sul viso.
- proprio perché sei tu, sai riservo questa accoglienza solo a clienti speciali… - si mise Fiore sulla difensiva.
- hai messo su un bel negozietto… - commentò laconica la Madre cercando di divagare.
- lo so benissimo che ti fa schifo, ora dimmi perché sei qui prima che io spaventi tutte le mie clienti facendo veder loro come ti sbatto fuori! –
La donna sospirò difronte all’aggressività della figlia, quindi vuotò il sacco:
- sono venuta per dirti che puoi tornare a casa, ho convinto tuo padre. – spiegò asciutta.
- hai convinto papà? Che cosa credi che io fossi qui ad aspettare in ginocchio sui ceci? Non ho bisogno del perdono di nessuno, non di certo per aver seguito i miei sogni e le mie aspirazioni! – sputò velenosa la ragazza.
- sogni? Aspirazioni? Questo è il meglio che desideri per te stessa, fare la stracciarola? – chiese pungente la madre.
- fuori di qui. Ora. Non voglio vederti mai più. – sibilò Fiore accecata dalla rabbia, con un tono che non ammetteva repliche.
- te ne pentirai. – le disse solamente la madre girando i tacchi, andò via sbattendo la porta. Con passi decisi si diresse all’auto che l’aveva portata fi lì, dove l’autista la aspettava, e compose frettolosamente un numero di telefono.
- pronto? No, non ci sono riuscita… si, devi venire tu… no, NO! Tu non ci devi solo provare, tu ci devi riuscire! – intimò la donna prima di mettersi in macchina, mentre un piccolo gattino nero si avvicinava a lei per strofinarsi sulle sue caviglie emettendo sonore fusa. - Non puoi deludermi anche tu Mason, devi portare tua sorella a casa… si, si ciao. – tagliò corto, poi con un gesto stizzito scacciò il felino, -via tu, sciò! – sbottò e quello, prima di scappare, soffiò e le graffiò una caviglia guadagnandosi un calcio ed un impropero; dopo che la creatura fu fuggita, la Signora Manni entrò nella vettura che partì sfrecciando.

 
***
 
- Coraggio Squali! Cosa siete femminucce? Forza con quei piedi, coordinate i respiri con le bracciate! – sbraitava Diego con un megafono a bordo piscina, incitando i ragazzi della sua squadra di nuoto. Finalmente dopo anni di lavoretti avvilenti e sottopagati e imbarazzanti shooting praticamente nudo per marche di mutane da due soldi era riuscito a prendersi quella benedetta laurea in scienze motorie, e aveva intenzione di tenersi stretto il suo primo impiego come istruttore portando quella squadra di adolescenti in alto.
- si signore! – risposero in coro arrivati a bordo piscina prima di rituffarsi per un’altra vasca. Ma che cavolo prendeva a quei ragazzetti quel giorno? Gli ubbidivano come soldatini come se fossero stati drogati, quando di solito lo trattavano, complice l’età, quasi come un loro amico. Ed era irritante. Molto irritante.
- quasi quasi mi ci posso abituare ehehehe – ridacchiò il Moro rilassandosi sulla sua sdraio a bordo piscina; poi improvvisamente, quasi come se fosse un miraggio, girò la testa di lato e vide sulla sponda opposta delle corsie un certo ragazzetto magrolino e con il cappuccio della felpa ben calata sul capo, un occhio coperto dal ciuffo lungo e bruno.
Un sorriso sincero si dipinse sul volto del maggiore mentre esultava tra sé e sé-

 
***
 
Fiore, dopo una lunga e proficua giornata di lavoro, si gettò esausta sul letto sbuffando.
- Che cosa ti turba? – chiese sospettosa Leevy.
- è così evidente? – chiese mogia la rossa.
- beh, hai avuto una giornata straordinaria, dovresti essere stanca, ma felice. Non mi sembri felice. – espose la sua deduzione.
- oggi è venuta a trovarmi mia madre… - rispose vaga la stilista tirandosi su seduta sul letto per accogliere la creaturina nelle sue mani.
- e non è una cosa bella? – chiese ancora ingenuamente la colombina.
- diciamo che non andiamo molto d’accordo… sai, la mia famiglia è una casa benestante, i miei genitori avrebbero voluto che io studiassi giurisprudenza come mio padre, o che facessi la stessa carriera da attrice impegnata di mia madre, quando ho intrapreso l’accademia di moda, non hanno fatto altro che criticarmi e deridermi… alla fine una volta diplomata sono andata via di casa e mi sono trasferita in questo appartamento, poi ho aperto il negozio qui sotto. – spiegò Fiore a Leevy che ascoltava silenziosa – e oggi è venuta qui a dirmi che mi hanno perdonata, capito? Perdonata! Come se fossi una ladra! – si sfogò poi.
- sai – iniziò la Kwami dopo un lungo silenzio, - ora sei un’eroina, e il destino ha scelto per te proprio il Miraculous della Liberazione per un motivo, tu hai difeso la libertà di scegliere da sola la tua strada, ma il tuo cuore non sarà mai libero se non attraverso il perdono. –
- sei saggia. – le rispose solamente la ragazza, stringendola forte a se.
In quel momento, un’intensa luce dorata si sprigionò dalla sua corona.
- Che succede? – domandò preoccupata Fiore.
- le tredici stelle sono entrate in risonanza – chiarì Leevy.
- in parole povere? -
- qualcuno ci sta chiedendo di radunarci. –
 
***
 
White Dove planò in volo con i suoi ventagli, atterrando sulla cima del Cupolone, si guardò intorno e si accorse di essere sola.
- Beh, Leevy si sarà sbagliata… - commentò laconica prima di notare Silver Claw che, dondolandosi come Tarzan con la sua corda, la raggiunse;
- ehi! Moon era quasi sicuro che fosse questo il luogo, ma non mi ha detto perché. – la informò sempre allegra.
- donzelle! – le salutò Gladiator accompagnato dal loro nuovo amico.
- ehi! È un piacere vederti qui, dico davvero. – si rivolse Fiore al ragazzo cervo rivolgendogli un sorriso sincero e prendendo le sue mani tra le proprie.
- Cernuus, potete chiamarmi Cernuus – le rispose sorridendole con gli occhi.
- ehi, quando potrò avere lo stesso trattamento anche io? – scherzò Diego guadagnandosi un calcio nello stinco.
- possiamo chiarire piuttosto chi di noi ci ha radunato qui? – sbuffò White Dove.
- io – proferì una voce nell’ombra e tutti gli eroi si voltarono imbracciando le proprie armi.
- chi è là! – ringhiò Gladiator e dall’ombra uscì una figura bassina e minuta, una ragazzina che indossava quello che sembra un vestito bianco a maniche lunghe che scendeva fino alle ginocchia con decori dorati che le davano un motivo a piume che ricordava il manto di una civetta delle nevi, portava un corpetto rinforzato di colore oro e la parte superiore della schiena, lasciata scoperta dal vestito, era protetta da una mantellina degli stessi colori del vestito che ricordava molto le ali di una civetta. Per finire indossava una sottile maschera metallica dorata con lo stesso motivo a piume attorno agli occhi che si restringeva sul naso per formare il becco di un uccello, i suoi lunghi capelli dorati ricadevano mossi e la frangetta era aperta al centro della fronte, dove troneggiava il suo Miraculous: un semplice smeraldo verde.
Quando la ragazza si avvicinò la pietra iniziò a brillare insieme agli altri gioielli che, entrati in risonanza, emettevano un suono armonico e rilassante.
- Piacere di conoscerti Pulcino, ma esattamente perché ci hai radunati nel cuore della notte? Pe farci sentire questa ninnananna? – chiese Diego con la solita ironia.
- c’è qualcuno che ha bisogno di parlare con voi… Palmm detrasformami. – disse la nuova arrivata e la sua trasformazione quantica si disciolse, mentre il Kwami veniva sputato fuori dal suo Miraculous.
- eroi! – esordì la piccola civetta – la situazione è critica, i nostri nemici stanno attaccando, rivelando la loro crudele ferocia, e non sto parlando dei fantocci che vi hanno attaccato… loro hanno… hanno attaccato ed eliminato la custode della Miracle Box, facendo deragliare il treno su cui viaggiava, ed ora non c’è più… - li informò tradendo l’emozione nella voce e tutti gli eroi sobbalzarono: quella nonnina così speciale che li aveva scelti come eroi, intravedendo in loro qualcosa di speciale, era rimasta vittima di quell’oscura forza che ora minacciava il mondo.
- maledizione! – ringhiò Diego tirando un pugno al muro accanto a se, mentre una lacrima silenziosa cadeva sul viso di White Dove.
- Leevy, detresformami. – disse semplicemente e, appena scioltasi la trasformazione, (sotto gli occhi interdetti dei suoi compagni) la piccola kwami volò addosso al compagno per abbracciarlo.
- Moon detrasformami. -  la imitò Andrea ed anche il lupetto si precipitò dai suoi amici, mentre i cuore di Davide perdeva un battito alla vista della compagna in “borghese”, incantato dai suoi occhi così simili ai propri.
- Aares detrasformami. – sospirò Diego facendo l’occhiolino alla rossa.
- Chopper anche tu, detrasformami. – concluse Cernuus e rimasero tutti in silenzio, commossi dal vedere il grande legame che riuniva quelle creaturine così strane che gli avevano invaso la vita tre giorni prima, uniti in un unico abbraccio.


 
***

- Non credevo potessimo arrivare a questo, voglio dire, mandare mostri in giro per la città a combinare disastri, ma questo, uccidere… io non so se ce la faccio… - si confidò Fiore stringendosi le ginocchia al petto. I cinque ragazzi erano seduti sul bordo del cornicione, i kwami abbandonati più in là a mangiucchiare caramelle e biscotti.
- dobbiamo fermarli, ad ogni costo. Non possiamo passare sopra a questo – le rispose asciutto Diego senza guardarla negli occhi, lo sguardo perso nel panorama della Roma notturna e la sigaretta che si era acceso abbandonata tra le dita.
- questa storia della trasformazione quantica è una figata, non si nota il tuo accento quando sei trasformato. – cambiò argomento Andrea rivolgendosi al ragazzo.
- sono argentino. – rispose laconico senza guardarla, ma la ragazza non se la prese, dopotutto era visibilmente turbato dalla notizia.
- a me ha detto che sono coraggioso… a me! Capite? Doveva essere una persona folle… - aggiunse Davide mestamente.
- era una veggente, sapeva cose di noi che neanche noi sappiamo. – lo smentì la nuova arrivata.
- sei sicura di quello che fai? Voglio dire, sembri molto… piccola – le chiese ancora il ragazzo.
- ehi! Ho 14 anni! – si indispettì Luna – e poi Palmm è mio amico, non lo lascio solo… anche se è una lamentela perenne! – commentò esausta.
- ti ha fatto un corso intensivo? – scherzò un po’ più allegra Fiore.
- si! – rispose l’adolescente orgogliosa tirando fuori dal suo zainetto due scatole esagonali: - questi sono i Miraculous dell’orso e del delfino. – spiegò – inizialmente secondo i piani della Custode la nostra squadra doveva essere composta da sette membri, ma ha fatto in tempo ha radunarne solo cinque quindi ha affidato questi due a Palmm, che era il suo Kwami. –
- e dovremmo farne cosa? Darli a qualcuno? Io non me la prendo questa responsabilità… - si impanicò la rossa.
- relax, Palmm ha pensato già a questo… ha detto una sfilza di cose non molto carine su come siamo impediti, inesperti, troppo giovani, troppo hippie o cose del genere… però possiamo affidarli temporaneamente a qualcuno di cui ci fidiamo per una missione e poi riprenderceli. – spiegò.
- credo che si possa fare. – la rassicurò Andrea.
- ma come fai ad essere sempre così positiva? – sbottò acido Diego, - non è tutto una passeggiata… io mi sento come…. Ecco come …
- come un sacchetto di plastica alla deriva nel vento? Fragile come un foglio di carta? – propose Davide.
- si! Proprio così! – acconsentì l’argentino.
- Chopper! – chiamò il suo kwami mentre un lampo di genio gli illuminava le iridi – trasformami! – disse deciso venendo rivestito del suo costume, imbracciò l’arco e scoccò verso il cielo una freccia, - VELO DI NEBBIA! – invocò e una nuvola di foschia si materializzò nel cielo davanti a loro.
- ehm? – boccheggiò interrogativo l’altro.
- sta a guardare, posso creare ogni tipo di illusione all’interno del mio velo - li informò mentre la nuvola si illuminava di vari colori e dal suo interno si alzava il volume di una musica energica.
- ma questa canzone… aspetta un attimo, hai creato l’illusione di un concerto di Katy Perry?! – chiese stranito Diego.
- adoro questa canzone! – si illuminò Andrea-
Do you ever feel like a plastic bag
Drifting through the wind, wanting to start again?
Do you ever feel, feel so paper thin
Like a house of cards, one blow from cavin' in?

Intonò Fiore sentendosi pervadere da una nuova forma di positività.
Do you ever feel already buried deep?
Six feet under screams, but no one seems to hear a thing
Do you know that there's still a chance for you?
'Cause there's a spark in you

Rispose Diego incrociando, per la prima volta quella sera, i suoi occhi caldi con quelli cerulei della rossa.
You just gotta ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July

Cantò ancora la stilista avvicinandosi di un passo ad ogni verso, ogni accordo in armonia con i battiti sempre più accelerati.
'Cause baby, you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go, "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go, "Oh, oh, oh"
You're gonna leave 'em all in awe, awe, awe

Duettarono insieme riunendosi tutti, umani e kwami, in un grande ballo tra grida e risate, e fin tanto che la musica suonò, la tristezza e la paura furono un po’ più lontane.
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon


 
***
 
Greta era a casa sua, immersa nel buio, talmente pesto che doveva tastare il muro con le mani per non precipitarsi a terra, l’unica cosa che sentiva era quella voce sibilante di donna nelle orecchie.

“L’hai cresciuta nel migliore dei modi, sei stata una brava madre, è stata lei a rivoltarsi contro di te”

L’unica fonte di luce era una candela accesa davanti ad uno specchio in fondo al corridoio.

“Non merita il tuo perdono, non meriti tu tutto quel livore! È solo una piccola ingrata”

Mentre si avvicinava a quella flebile e tremolante luce sentiva il piede dolergli, una fitta la assaliva ad ogni passo.

“Cedi alla rabbia, cedi al rancore, cedi a me!”

Avvicinatasi a quello specchio alzò lentamente lo sguardo fino ad incontrare i propri occhi riflessi nella superficie d’argento: erano completamente neri…

“Cedi!”

La donna si svegliò di soprassalto sudata ed ansimante… il graffio di quel maledetto gatto le faceva un male cane… molto probabilmente quella bestiaccia era infetta o cose del genere.
Si alzò dal letto stando attenta a non svegliare suo marito che dormiva profondamente accanto a lei e si avvicinò allo specchio della toeletta, si sedette e piano piano alzò lo sguardo sulla propria figura, uno strano e cupo timore nel fondo dello stomaco l’attanagliava, poi vide i propri occhi riflessi. Erano normali, assolutamente normali.
Era stato solo un sogno, uno stupido sogno.

 
***
Kenny Reyes poteva dire di avere tutto nella vita, una famiglia agiata, studiava ciò che lo appassionava, un aspetto gradevole grazie al fisico slanciato e magro (forse pure troppo) e i lunghi e fluenti capelli castano scuro… certo se fosse riuscito a sbarazzarsi di quelle occhiaie profonde e violacee come lividi… ma lui non si era mai preoccupato del proprio aspetto per due motivi fondamentali, il primo era che poteva vantare un carattere esuberante per conquistare le persone, allegro, gioviale, a tratti quasi infantile, divertente ma anche saggio… insomma, in una parola “Poliedrico”; qualcuno lo avrebbe anche definito “trasformista”. Il secondo motivo era che non era suo interesse conquistar le ragazze, perché tanto il suo cuore era già bello che occupato interamente.
Chi era la fortunata? Beh, semplicemente la ragazza che stava volteggiando sulle parallele asimmetriche davanti a lui, quella di cui non perdeva neanche un allenamento quando il temo libero e i suoi impegni lo permettevano, lei con il suo sguardo ferino, la carnagione scura, i capelli tinti di viola e quella spruzzata di lentiggini. Lei, la sua migliore amica Maya.
Bella situazione vero? C’è da sottolineare che Kenny non era mai stato friendzonato, semplicemente perché si conoscevano da tanti di quegli anni che praticamente nella friend-zone ci era nato.
A lui non fregava niente di tutte le idee strampalate della sua bella, di tutte le volte in cui era severa, intransigente, che gli diceva che era solo un bambino… se avesse potuto esprimere un desiderio, si sarebbe voluto trasformare nel suo principe azzurro.
Nessuno di lor però sapeva o avrebbe immaginato che, poche stanze più in là, in quella stessa palestra proprio in quel momento si trovava un’altra persona il cui destino stava per intrecciarsi a quello dei due ragazzi: il club di kick boxing della palestra quel giorno ospitava uno show di una scuola di arti marziali, per tenere dimostrazioni e raccogliere iscritti e collaboratori.
Certo, almeno così la titolare della suddetta scuola sperava… purtroppo tutte le sue speranze si stavano infrangendo mentre la fila di ragazzi buttati al tappeto dopo essere stati corcati malamente di mazzate dalla dimostratrice della disciplina del Muay Thai, arte marziale thailandese, aumentava a vista d’occhio.
La donna si maledisse mentalmente per aver permesso a sua figlia Vaen di scendere sul ring, avrebbe dovuto impedirglielo non appena aveva visto il primo risolino sul volto di quegli sbarbatelli e la prima voce che diceva “pffff, una ragazza?!”.
Conosceva la sua unigenita abbastanza bene da sapere che se lo sarebbe attaccato al dito, ma niente, aveva sperato fosse abbastanza matura da sapere che l’orgoglio personale ogni tanto (almeno una cazzo di volta) poteva soccombere dinanzi all’esigenza di portare soldi a casa.
E invece la sua dolce figlioletta continuava ad atterrare un avversario dopo l’altro (anche quelli che l’avevano, in un impeto di virilità guizzante, attaccata in gruppo) e tutti gli altri spettatori che non avevano il coraggio di affrontarla tremavano come foglie mentre cecavano di mimetizzarsi con il muro alle loro spalle.
- Ma esattamente perché mi hi portato qui, per farmi cambiare idea? – chiese intimidito Davide, - se il prossimo nemico è cazzuto la metà di questa mi pialla le ossa! –
- che lagna che sei pequeño, è il momento di smetterla di fare il nerd e darti un po’ allo sport non credi? – lo rimbecco Diego.
- questa è violenza psicologica! – si lagnò il minore vedendo l’ennesimo malcapitato cadere inerme al suolo.
- allora, qualcun altro è abbastanza uomo da sfidare una donna?  - ruggì la furia che dominava il ring rivolgendosi alla platea.
- si, io! – rispose energico Diego fiondandosi sul ring. Si mise in posizione e fece cenno alla giovane guerriera di farsi sotto.
Quella non si fece pregare, ondeggiando la treccia scura balzò in avanti con un destro che fu prontamente parato dal ragazzo, sferrò allora alcuni colpi che vennero fermati anch’essi e allora si diede indietro.
- Non sei una pappamolla come il resto dei miei avversari di oggi - si complimentò la ragazza.
- Io non ti sottovaluto, per questo sarò difficile da mettere al tappeto zuccherino. – ribatté il moro.
- Non. Chiamarmi. Zuccherino! – lo ammonì l’asiatica mentre un fuoco le accendeva gli occhi dal taglio orientale e si lanciava di nuovo all’attacco, dando vita ad un emozionante scontro alla pari.
Davide dal canto suo stava già perdendo interesse per quei due che se la davano di santa ragione (e parevano divertisti pure, i pazzi) quando il cellulare vibrò nella sua tasca.

 
emergenza. Dobbiamo riunirci in fretta, venite a prendermi. Vi mando la posizione di scuola. Luna

Recitava l’SMS che aveva appena ricevuto, al che il moro si soffiò con uno sbuffo il ciuffo dall’occhio e cercò a gesti di attirare l’attenzione di Diego.
I due contendenti avevano appena interrotto lo scontro e si stavano studiando in attesa di sferrare l’attacco decisivo quando il moro vide e capì i segni dell’amico.
- Mi spiace donzella, ma dobbiamo interrompere lo show. – la informò prima di scendere con un balzo dal ring e defilarsi dalla palestra.
- ehi! Torna qui screanzato! – gli urlò la ragazza dietro, ma lui già era troppo lontano per sentirla


 
***
 
Per la prima volta da quando aveva aperto il Camilla’s Store Fiore era contenta che quella mattina il negozio fosse vuoto, un po’ perché era sommersa dal lavoro per tutte le clienti del giorno precedente (abbastanza per un’intera settimana) e un po’ perché aveva bisogno di pensare a ciò che era accaduto la sera prima, tanto che anche la gatta Camilla, saggiamente, si era defilata per lasciarla sola.
Aveva un bell’elenco di questioni a cui pensare, come ad esempio che
  1. Le loro rispettive identità segrete erano andate a cicorie per la sua geniale pensata di permettere ai propri kwami di consolare Palmm.
  2. Il suo “simpatico” compagno di squadra, ora che quasi se lo era dimenticato dal loro primo incontro, era e restava un figo allucinante
  3. Avevano cantato insieme un duetto spettacolare e romantico.
Risposte a non una delle questioni che tutto ciò portavano alla luce erano pervenute nella sua testa, e se anche una gatta era riuscita a capire che la rossa voleva rimanere sola, lo stesso non si poteva dire di una certa ragazza con una certa lunga treccia castana e due occhi fuori dal comune.
Praticamente Andrea aveva eletto il retro del suo negozio “Nuovo posto preferito” e passava con lei la maggior parte del suo tempo libero, chiacchierando con i kwami, leggendo o disegnando; non che fosse invadente, ma aveva quel brutto vizio di incantarsi a fissarla che…
- Hola chicas! – la riscosse una voce gioviale preceduta dallo scampanellio della porta.
- scusate il disturbo… - si intromise un’altra voce meno esuberante.
In men che non si dica, il retro del Camilla’s Store era popolato di creature volanti, ragazzi che discutevano su quanto fosse educata l’irruenza di Diego e una quattordicenne che saltellava in giro festosa raccontando la grandezza della figata che era stata farsi prendere prima da scuola da Diego trasformato in suo papà per opera di Chopper.
- Voi tre in pratica avete fatto associazione a delinquere per irrompere nel mio negozio ad orario di aperitivo?! – chiarì Fiore ancora incredula.
- esattamente Esplendor – le diede ragione tirando fuori una busta di vivande dallo zaino, - abbiamo preso 4 aperol spritz per i maggiorenni e un succo per la mocciosetta da asporto. –
Fiore decise che senza ombra di dubbio la sua vita fosse finita mentre davanti a se, nel suo laboratorio, vide uno stangone di due metri e una preadolescente litigare a proposito del ”mocciosetta”. Era decisamente la fine, della sua sanità mentale per lo meno.
- spero non siate così irresponsabili da far marinare la scuola ad una minorenne solo per poter fare aperitivo tutti insieme, - si augurò Andrea.
- a dire il vero è stata proprio la minorenne in questione ad avvertirci di doverla andare immediatamente a prendere a scuola per un motivo di vitale importanza… sarebbe divertente se si scoprisse che lo ha fatto per evitare il compito di matematica! – scherzò Diego. Perché poi ora che lo vedeva senza l’elmo la sua ironia suonava meno di merda? Un attimo, ma che cavolo stava a pensare?
- ma quando vi siete scambiati i numeri esattamente?! – chiese sconcertata Fiore.
- non è nessun compito di matematica! – smentì indignata Luna già trafitta da guardi sospettosi – stamattina mentre ero sull’autobus ho sentito delle voci sibilarmi nelle orecchie e mi è preso un forte mal di testa per alcuni secondi – spiegò – Palmm l’ha chiamata perspicacia, una specie di potere speciale che mi segnala il pericolo. –
- tipo un… senso di ragno? – chiesero in coro Diego e Davide. Da quando erano pappa e ciccia quei due?
- tipo. – confermò la ragazza, - dato che io non ho intenzione di rimanerci secca prima di aver dato il primo bacio, ci serve un piano. –
- tutti zitti! – intimò la padrona di casa sentendo il tintinnio della campanellina sulla porta. –vedo chi è e lo mando via il prima possibile, poi cercheremo di capire che cavolo vuole dirci la perspicacia, o “senso di ragno”, come vi pare, della nostra nuova amica. – istruì pragmatica.
- buongiorno, scusi ma oggi il negozio è un po’… - esordì uscendo dal retro e si pietrificò volgendo lo sguardo all’avventore sulla porta.
- ciao, sorellina!
Merda. Merda, merda, merda.
 
***
 
Matteo Corona aveva 24 anni, siciliano naturalizzato Romano, sbarcava il lunario lavorando come cameriere, fino a quel giorno almeno, dato che il suo capo aveva ben pensato di licenziarlo in tronco. A quanto pare per la “politica del locale” provarci spudoratamente con qualsiasi cliente entrasse, di qualsiasi sesso, per far lievitare le mance era qualcosa di poco consono. Pff. Bacchettone! Facile, d’altro canto, per lui parlare e giudicare, mica doveva tirare a campare, lui. Mica doveva crescere due fratelli, lui.
- Ehi tu, piccolo ladruncolo, torna qui! – urlava alle sue spalle lontano una cinquantina di metri, abbastanza da poterlo seminare. Dopotutto ripulire la cassa dopo essere stato licenziato senza un motivo valido è quasi una cosa legale! Vero?
Quel vecchio grassone non avrebbe potuto raggiungerlo neanche nei suoi più rosei sogni, così in pochi minuti di buona corsa, Matteo era al sicuro in una stradina secondaria, senza uscita sì, ma abbastanza isolata da essere sicura; eppur, nonostante fosse certo di averla scampata, mentre contava l’incasso della giornata, sentì un brivido freddo risalirgli la schiena fino alla nuca come se qualcuno dietro le sue spalle lo spesse trafiggendo con lo sguardo; si voltò piano, tutti i muscoli in tensione e la gola secca e…
Niente, non c’era assolutamente niente e nessuno… aspetta un attimo… cos’era quella scatoletta lì per terra con dentro quell’affare luccicante…. E cos’erano quegli strani occhi verdi?!

 
***
 
Nella cattedrale oscura il cavaliere di rubino stringeva con apprensione le mano della sua amata, distesa sull’altare di pietra priva di sensi.
- Mio amato… - sospirò rinvenendo.
- regina del mio cuore! – esultò l’uomo al suono della sua voce, - ero così in pensiero per te! –
- tu sei troppo debole! – lo schernì velenosa. – se fosse per il tuo buon cuore resteremmo imprigionati qui per sempre! – ringhiò, poi si avvicinò a lui carezzandogli il viso. – ma per fortuna io ti amo così tanto… - lo rassicurò ad un soffio dalle sue labbra, - manca così poco perché io possa possedere quella sciocca mortale e finalmente potrò uscire, seppur solo con lo spirito, da questa prigione… e salvarci entrambi. –
- che cosa hai in mente? – chiese sospettoso il cavaliere.
- quando ho fatto deragliare quel treno e ucciso la guardiana essa aveva la Miracle Box con sé. Contando i cinque gioielli che ha radunato e i due in possesso degli altri guardiani, abbiamo altri sei Miraculous da trovare e fare nostri! – annunciò melliflua. – mi aiuterai vero? Per me, per noi? – chiese seducente.
- tutto ciò che desideri per me è un ordine. – acconsentì l’uomo, tese una mano ed un piccolo insetto rosso vi si posò sopra.
- Vola mia piccola amica, trova un cuore tormentato dal rimorso e dalla frustrazione ed infettalo, così che anche io possa impadronirmi di un fantoccio. – ordinò e quella spiegò le piccole ali, volando via, piccola e terribilmente pericolosa, nel vento.

 
***
 
Matteo sgranò i grandi occhi grigi dietro le folte ciglia e deglutì a vuoto; si sentiva come davanti ad una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. La sua figura minuta ed androgina sembrava ancora più piccola mentre era chino su quella scatola malridotta che emetteva quella strana ed inquietante energia. Il moro decise di farsi coraggio ed aprirla, dopotutto il suo contenuto poteva essere di valore, e, una volta aperta, da essa si sprigionò una grande luce che lo costrinse a chiudere gli occhi mentre gridava e balzava indietro, cadendo con il sedere per terra tra i rifiuti. Aprì piano un occhio e… che cavolo era quella, una lucertola volante?!
- Ssssssalute, maessssstro. – gli disse. Ok, una lucertola volante parlante.
- T…. tu c…chi sei? – chiese intimorito.
- Sssssono Edenn, e ssssono un Kwami, per ssservirti. – spiegò. “per servirti” eh? Interessante…
- e cosa sarebbe un Kwami? – chiese dubbioso.
- una creatura magica. Chi possssssiede sia il Kwami che il gioiello magico che lo contiene riceve poteri straordinari. – chiarificò il piccolo esserino nero e squamoso, facendo oscillare il sonaglio all’estremità della sua coda. – quest’anello è il Miraculous del sssserpente, e il sssuo potere può mettere chiunque di fronte al suo più grande desiderio nascosto.
- ah si? – replicò il giovane prendendo tra le mani l’anello d’argento, - beh – continuò infilandoselo al dito smaltato di nero, - io conosco già il mio desiderio: io voglio il potere! –

 
***
 
- Che cosa ci fai tu qui? – chiese Fiore sospettosa al ragazzo sulla porta.
- non posso venire a trovare la mia sorellina preferita? – rispose innocentemente quello sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
- sono la tua unica sorella… - sospirò la rossa – e poi dovrei credere che casualmente ti sia venuta in mente quest’idea geniale e colma di amore fraterno il giorno dopo che mamma è passata di qua? – insinuò.
- lo so che mamma è venuta qui ieri, e sono venuto a controllare come stai. Dunque… come stai? – chiese Mason prendendole le mani e sfoderando il suo sorriso-brillantante-sciogli-macchia di ordinanza.
- sto bene… - si sciolse un po’ Fiore, e fu quasi convinta di abbracciarlo, ma fu interrotta da un tonfo, la porta che sbatteva e una serie di imprecazioni. Si voltò e vide la sua “compagnia” precipitata al suolo dal più grande sotto al più piccolo sopra.
- origliavate dietro la porta?! – chiese sconcertata.
- non mi presenti ai tuoi rumorosi amici? – chiese divertito il fratello.
- oddio! – imprecò esasperata, - questi suono Diego, Andrea, Davide e Luna. Ragazzi, lui è mio fratello Mason.
- Mason? Ma che cavolo avevano in mente i vostri genitori? – chiese divertito l’argentino.
- Diego! – lo richiamò scioccata Andrea.
- no tranquilla! Lo sappiamo di avere nomi un po’ particolari. – lo rassicurò il nuovo arrivato stringendo le spalle della sorella. – a papà, Hans, non piaceva la sua sigla, HM perché gli ricordava una linea di negozi troppo cheap, voleva una sigla con due lettere uguali come quella di mamma, Greta Giorgi, GG, e così mi ha chiamato con un nome che inizia per M. – spiegò.
- e a mamma piacciono i fiori, ha una serra enorme; ringrazio tutti i giorni di non chiamarmi Glicine o Orchidea. – scherzò pungente Fiore.
- aspetta un attimo… i tuoi si chiamano Hans e Greta?! – rifletté a voce alta Davide, poi pentendosi subito arrossì e ficcò il naso sotto la sciarpa.
- ahahahahahah si, si sono conosciuti per questo, dicevano di essere predestinati, romantico no? – rispose sempre allegro Mason. – beh, non mi portate a fare baldoria? -
- baldoria prima di mezzogiorno? – ironizzò l’argentino, poi riprese: -guarda caso conosco un posticino non tanto lontano dove andare a bere qualcosa e dove questa signorina possa entrare. – scherzò scompigliando i capelli alla più piccola che rispose con un sonoro “ehi!”.
Tutti acconsentirono e si avviarono, mentre un solo pensiero si accampava nella mente della stilista:
“è la fine della mia vita.”
 
 
               
 
NOTE D’AUTORE
Namasté  ai miracolati.
Anche questo capitolo numero cinque è giunto al termine.
Come sempre andiamo avanti per punti per organizzare bene il discorso senza che mi scordi qualcosa.

1) Al numero 1 della lista come sempre c’è il nostro Ester Egg, che nello scorso capitolo nessuno ha indovinato… ma come! La frase “vecchio dinosauro incartapecorito” non vi dice proprio niente? È il modo in cui Cuzco ne “le follie dell’imperatore chiama la strega Izma. Ok ammetto che a sto giro non era particolarmente facile quindi a chi va lo spazio pubblicitario? A me naturalmente LOL. Vi lascio qui la descrizione di un’altra mia storia con relativo link. Vi piacciono i polizieschi, i misteri, i cartoni animati? Allora venite con me nella meravigliosa città di Fantastic Fantasy! Fantasic Fantasy è la città meravigliosa dove vivono tutti i personaggi di fantasia, che sta vivendo un periodo di crisi tremenda. Gwen ed Ace sono due poliziotti e compongono un team imbattibile.e se arrivasse un terzo membro a rompere i loro equilibri e mettere confusione nel cuore di Gwen? e se in città arrivasse un temibile criminale a portare con se l'ombra inarrestabile e sconosciuta della morte?
COMMENTO DI ZATANNA
Hai fuso in una specie di opera sincretica e pazzoide personaggi provenienti da anime & manga (Bibi ed Ace da One Piece), dai cartoni animati/comics americani (Ben Ten e Spider Man) e perfino da quelli italiani (Winx), proiettandoli in un universo cupo, decadente, pericoloso e assolutamente distopico, e mantenendo inalterate o quasi le rispettive personalità. Devo dire che mi è piaciuta molto la storia vista fin qui = ), sia la trama sia le atmosfere, e anche i dialoghi! La fanfiction si presenta avvincente e suggestiva ;), e mi piace molto il modo in cui far interagire Gwen, Ace e Selina ("capelli VERDE vomito" XD...).

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3169047

2)A questo punto lanciamo l’Ester Egg di questo capitolo, per aiutarvi vi do un indizio… a chi piacciono le serie Tv anni ’90? Per chi per primo troverà la citazione di questo capitolo ci sarà una sorpresa succosa succosa.
3)Date il benvenuto a Matteo, Kenny Reyes e Vaen Sanjuan, i meravigliosi OC di HARRY FINE, TELESOFAFAIRY E DRAGUN95. Aspettate il capitolo 7 per veder entrare in scena i prossimi! Spero anche accogliate il terzo personaggio introdotto in questa storia da me: Mason Manni! (si pornuncia Meson) come da tradizione ormai ho “preso in prestito” questo personaggio da un classico della mia infanzia: GLee! Lo guardavate anche voi? Ve lo ricordate? Vi piaceva questo personaggio? Se non ve lo ricordate o non lo conoscete relax, vi allego sotto un link con la sua faccia molto molto sbavabile. (ditemi se non li scelgo bene ehehehe)
4) Con sommo piacere vi annuncio che è stato rinnovato per la terza volta l’appuntamento con le magnifiche fanart di SAPPHIR DREAM, che a sto giro ha ritratto Cernuus! https://i.postimg.cc/gjLwgrwn/IMG-20210516-090213.jpg nell’attesa di sentire il parere dell’autore di questo personaggio vi do il mio: è bellissimo avere qualcuno che presta il suo talento per dare forma alla tua fantasia, soprattutto perché il risultato dell’incontro di due menti non è mai quello che ti aspetti, è la dimostrazione che si possono avere pensieri ed opinioni diverse che comunque sono perfette proprio perché unite tra di loro. Diverso è bello!
5)Ora vi starete tutti chiedendo, a che cavolo servivano le descrizioni in 50 parole? Ve lo dico io, è momento di tessere le trame! Il vostro compito in questo capitolo è abbastanza oneroso, ma non vi preoccupate perché avrete tempo, ho scritto un capitolo molto lungo e corposo proprio per allungare il tempo di aggiornamento prima del capitolo 6. Ebbene leggete tutte le descrizioni pervenute qui sotto e pensate, come potrebbe il mio OC relazionarsi con tutte queste persone? Gli staranno simpatici, antipatici, vedremo i primi occhi a cuoricino? Insomma siate fantasiosi! Capisco che chi ha presentato più di un personaggio farà un lavoraccio ma fate uno sforzo, per favore. Troverete colorate di ROSSO le descrizioni dei personaggi non ancora apparsi.Fiore ha 25 anni, stilista per passione, imprenditrice squattrinata della moda, è dolce, simpatica, altruista, ironica, goffa. Ha un rapporto complicato con la sua famiglia, sogna un amore romantico, sa cantare e cucinare, ama i gatti e gli amici sinceri, odia i prepotenti.
https://www.tvzoom.it/wp-content/uploads/2015/03/camillastore.jpg
 
Diego ha 26 anni, allenatore di nuoto, è un ragazzo sempre allegro e scherzoso che adora dare soprannomi alla gente. È atletico e forte. All’occorrenza sa essere molto saggio e coraggioso. Ha una storia misteriosa alle spalle di cui non parla mai a nessuno

https://www.pinterest.it/pin/702350504384295183/
 
Andrea ha 21 anni, ama l'arte ed il teatro, sogna di pubblicare un fumetto, deve solo trovare la storia giusta da raccontare... è altruista, solare, gentile, sveglia, fedele, ma anche testarda se vuole. Ha un buon rapporto con la famiglia, adora gli animali, odia i tradimenti e teme l'abbandono. https://i.postimg.cc/50LgdRjH/IMG-20210501-114924.jpg
 
Davide ha 20 anni, amante della musica più di ogni altra cosa e della letteratura greca, timido, impacciato, introverso, soffre di attacchi di panico nei posti affollati, ma è molto sveglio, gentile, sensibile e, seppur con difficoltà, cerca di superare i suoi problemi. Ha un ottimo rapporto coi suoi, specialmente con la madre. Ama i dolci alla crema e la calma. https://i.postimg.cc/gjLwgrwn/IMG-20210516-090213.jpg
 
Luna ha 14 anni, adora dipingere e colorare tutto ciò che la ispira, uscire con le amiche e farsi lunghe docce bollenti, è intuitiva, gentile, creativa, allegra ed energica, non fa mai vedere disegni non finiti alle persone, le manca la mamma e ha un ottimo rapporto con padre e sorelle, adora il tiramisù, i film di Julia Roberts e una passione per lo shopping
 
Mason ha 25 anni, è il gemello di Fiore, è allegro, poliedrico e affascinante. Adora essere al centro dell’attenzione e fare una buona impressione alle persone, in particolare si comporta spesso come il classico “provolone” con chiunque lo incuriosisca e gli piaccia. In realtà dentro di sé è profondo e ance un po’ malinconico.

https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fglee.fandom.com%2Fwiki%2FMason_McCarthy&psig=AOvVaw36R1Hh3LIy9sIpV-8P8x8y&ust=1620985299686000&source=images&cd=vfe&ved=0CAIQjRxqFwoTCJjp9oWvxvACFQAAAAAdAAAAABAK
 
Matteo ha 24 anni, commesso a tempo pieno, truffatore molto capace, è affascinante, subdolo, persuasivo, uno che non si fida di nessuno e disposto a fare cose non proprio legali per avere soldi e aiutare i suoi fratelli minori, ha una passione per lo smalto nero, i cani di grossa taglia e adora la cotoletta alla milanese.
 

Aurora, 25 anni, studentessa di Design all'università, ama da morire i videogiochi, fare shopping sia nei negozi dell'usato che nelle boutique e va matta per il pesce fritto e i granchi, è solare, cocciuta, diretta, vuole sempre fare le cose a modo suo e una vera testa calda, molto legata e protettiva verso il suo gemello Michele, adorerà il Camilla Store
 
Michele, 25 anni, studente di informatica all'università, anche lui adora i videogiochi, il Cinema, le torte con panna e fare lunghe passeggiate per Roma, è calmo, controllato, studioso, molto empatico, ma preferisce affrontare i problemi degli altri piuttosto che i propri, anche lui molto legato alla gemella Aurora
 
Kyros ha 18 anni, ragazzo ricco all'ultimo anno del liceo di storico, provocante, persuasivo, sprezzante e arrogante. Gli piacciono le donne, ama la sua defunta madre e la mitologia greca. Sotto sotto è anche protettivo verso i deboli e si sente solo. Vorrebbe un modo per colpare il vuoto che sente dentro. Odia i fast food.

 
Vaen ha 24 anni ed è Thailandese, forte, energia, decisa, combattiva, protettiva. Gli piace molto allenarsi, gli elefanti, le cose carine e i bambini. Odia gli stereotipi sulle donne. Lavora con la madre in una scuola di arti marziali, È indecisa in amore e non sa bene cosa voglia.
 

Maya Neri, 20 anni, ballerina e cantante per passione. Schietta, sarcastica, senza filtri e decisamente arrabbiata con il mondo, ma non con le persone a lei care. Incompresa e frustrata dalla propria incapacità di esprimere per bene ciò che prova davvero, vuole cambiare la società dei suoi giorni ma da sola non riesce a fare molto.
 
Kenny Reyes, 22 anni, doppiatore freelancer. Schivo, dispettoso e malizioso, si diverte a giocare e manipolare le persone per il proprio tornaconto personale, non sfocia mai in vera e propria cattiveria. Abbastanza frainteso, non si cura dell’opinione altrui su di lui, il suo unico interessa è restare accanto a Maya e “salvaguardarla”. Ha la capacità di rigirare qualsiasi situazione a suo favore.
Ora ho bisogno di una piccola richiesta… per questo capitolo ho perso un casino di tempo a recuperare le descrizioni di tutti i personaggi che mi sono state mandate un po’ alla rinfusa, quindi per favore inviatemi la vostra risposta per ogni oc con l’oggetto “scheda nome del personaggio” così mi aiutate. Grazie mille.

6)Adesso è arrivato il momento dei ringraziamenti, dovuti più di tutti a chi ha deciso di partecipare a questa storia:
HARRY FINE
SAPPHIR DREAM
SIM STAR 26
GRAGUN95
TALESFOAFAIRY




Vi ringrazio per tutti i meravigliosi personaggi che mi avete regalato, e vi assicuro che anche quelli che non sono ancora apparsi sono già parte integrante della storia, volete una prova? La madre e il fratello di Fiore non erano assolutamente previsti all’inizio, sono nati per poter introdurre nei prossimi capitoli i personaggi diTalesOfAFairy J, e l’idea di far consegnare ai nostri eroi i due miraculous della Forza e dell’Inversione (un po’ come ha fanno LadyBug nella seconda  terza stagione) è nata per poter incastrar tutti gli altri OC presentatimi da tutti gli altri.
Ringrazio anche chi segue silenziosamente, in particolare Francesco 6542 che ha inserito la storia nelle preferite (onore).
Eccoci, siamo alla fine. Ora, ho deciso prima di salutarci di aggiungere a questa storia ancora una chicca per renderla più interattiva che mai. Ho pensato che le domande e le attività in ogni capitolo sono riservate a chi partecipa, la garetta degli Ester Egg ( a cui spero partecipiate sempre più) premia un solo lettore, quindi perché non fare qualcosa che coinvolga tuttituttitutti? Alla fin di ogni capitolo lancerò un SONDAGGIO a fine di ogni capitolo che potrà riguardare o un aspetto della trama o un aspetto tecnico della storia, a cui potrete rispondere tramite RECENSIONE (così che i voti e il conteggio restino visibili a tutti). Ecco a voi la mia prima domanda: desiderate, alla fine di ogni capitolo, poter leggere come anticipazione un highlights (anticipazione) del capitolo successivo? Potere rispondere con un semplice “si” o “No” ovviamente già che ci siete allungate un po’ il brodo, dato che come sapere al di sotto delle dieci parole le recensioni non vengono pubblicate.
   
 
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