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Autore: Merry brandybuck    16/05/2021    0 recensioni
Piccola premessa: Anche se so che Gil-Galad è registrato come discente di Finarfin, mi sono presa la licenza poetica di renderlo un nipote di Fingolfin.
Comunque, ecco a voi come un errorino dei Valar può generare un casino di proporzioni bibliche ( più o meno) e dare alla luce un sacco di problemi
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Figli di Fëanor, Fingon, Gil-galad, Maedhros
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Capitolo 4: Un matrimonio assai particolare 

 

Fëanor si svegliò già con la luna storta: era ancora a letto, sognando di vedere il suo prossimo consuocero esplodere, quando qualcuno iniziò a fare casino; con la stessa radiosità di Ade, il Dio greco dei morti e dell’Oltretomba, si era alzato ed era andato ad aprire la finestra per vedere chi aveva imbastito tutto quel bordello. Aveva appena spalancato le imposte nel momento in cui aveva visto il fratellastro appena fuori da casa sua in compagnia dei quattro figlioli: Finarfin lo guardava ridendo ( come un pirla, avrebbe aggiunto il primogenito) e i nipoti stringevano dei flauti con cui suonavano in modo insopportabilmente stonato il Can Can; sembravano lieti e gai nel rompergli le palle e non perdevano la loro eleganza nel prenderlo per il naso. Dopo un attimo di confusione per quella serenata orrenda fatta alle cinque e mezza del mattino, l’Erede al trono decise di ricorrere a tutta la sua dote diplomatica ed educazione: li riempì di imprecazioni ( senza mancare di bestemmie ad libitum). “ Ma porca, di quella porca, di quella Varda !” Naturalmente la moglie si svegliò e anche a lei venne uno sbotto verbale perché voleva dormire; i figli uscirono in corridoio ( tutti tranne Maedhros e Maglor che, dopo essere stati torturati per anni da innumerevoli scassa scatole ogni domenica mattina che Iluvatar metteva in terra, indossavano dei tappi per le orecchie e avevano insonorizzato la stanza) e iniziarono a chiedere perché tutti stessero gridando in giro per casa: il genitore era lì lì per svenire dalla rabbia. I gemelli, stanchi di sentirlo maledire ogni autorità e clero esistente, provarono a placarlo con tutta la calma necessaria: “ Papi invece di far sapere a chiunque quanto vorresti vedere gli zii due metri sottoterra, che ne diresti di metterti di nuovo a letto e di riposarti per la grande giornata che ci attende quest’oggi ?” propose Amrod; l’uomo fu quasi preso da un attacco d’itterizia: “ Allora…LASCIAMO DA PARTE IL FATTO CHE MI SAREI POTUTO EVITARE QUESTA “ GRANDE GIORNATA” SE TUO FRATELLO NON FOSSE STATO TANTO IDIOTA, MA ORA NON POTETE TOGLIERMI LA SODDISFAZIONE DI STROZZARE COLUI CHE MI HA MANDATO IN BESTIA DA QUANDO ERO ANCORA UN PUPO !”Amras tentò, con molta ingenuità, di sostenere la sua copia: “ Va bene, ma solo per oggi non puoi metterci una pietra sopra ?” Il suo interlocutore si mise a ridere, tagliente come un coccio di vetro: “ Gioia di papà, c’ho messo così tante pietre sopra che mi sembra di vivere a Matera” la scultrice riuscì a non far degenerare la questione in tragedia, spingendo il marito verso il bagno: “ Vai a prepararti psicologicamente a questo trauma, amore; e ricordati che nessuno può spegnere il tuo buonumore !” questi le rispose distrattamente mentre chiudeva la porta: “ Anche perché non ne ho !”

 

Intanto a casa dei Nolofinwions, anche Fingolfin stava per ammazzare qualcuno ( o ammazzarsi a scelta): la pancia del suo primogenito aveva iniziato a crescere e sin dalle prime luci del giorno quest’ultimo stava sforzandosi in ogni modo per entrare nel vestito; peccato che andava in giro per chiedere aiuto a qualsiasi membro della famiglia e aveva dovuto rispondergli picche almeno trenta volte. Quando Anarië era andata a preparare la colazione e gli aveva questionato cosa voleva, le aveva dato quasi subito un responso: “ Un caffè russo, senza caffè, grazie”; lei lo aveva guardato malissimo, ma sapendo che sarebbe stata una giornata lunga e difficile lo aveva accontentato: ecco perché adesso si trovava seduto in cucina con un cicchetto di vodka in mano. Turgon gli si avvicinò, già tirato a lucido per fare da testimone a suo fratello, e si accomodò al suo fianco: “ Carico per oggi ?” Dovette trattenersi dal tirargli un pestone: “ Ma dov’è che dobbiamo andare ?” Era proprio duro a morire; a Nolo vennero in mente due opzioni: o suo figlio era cieco o era stupido per non riuscire a vedere che era a tanto così dall’avere una crisi di nervi. La seconda gli parve più probabile, ma non si stupì: con tutte le volte che lo avevano fatto cadere dal seggiolone, non poteva certo essere Einstein; tirò un sospiro seccato. “ Dobbiamo essere ai piedi di Laurelin alle dieci e mezza; tuo nonno sarà il garante del matrimonio” il suo interlocutore sembrava sorpreso: “ Ma non dovevamo iniziare alle nove ?” “ No, perché tuo zio deve finire di costruire una di quelle sue lampadine del cavolo: non capisco manco a cosa servono” “ Intendi i Silmaril ?” “ Quella roba lì; poi io mi chiedo: se ti serve una lampadina vai all’Ikea ! Vedi sto’ tirchio” Turondo se ne andò, molto confuso: evvai che un soggetto fastidioso era stato allontanato. Il nonsense era il loro pane quotidiano fino a un certo punto; mentre era ancora immerso nei suoi pensieri, sentì una mano sulla spalla: quella mattina la pace non era una possibilità contemplabile. Si voltò lentamente, per evitare di farsi venire un infarto, ma il bicchiere gli cadde in terra comunque: Findekano era fermo, immobile ad osservarlo, fasciato in un vestito blu col logo della casata, coi capelli acconciati a festa e una mano poggiata sulla pancia. “ Papi, come sto secondo te ?” davanti a quella voce incerta e spaventata non ebbe il cuore di dirgli che sembrava un saccottino alla marmellata: “ Sei meraviglioso: se Russo avrà qualcosa da ridire giuro che gli darò un cartone” il giovane rise di gusto: “ Nah non credo muoverà obiezione” l’adulto lo abbracciò e poi gli diede una seconda occhiata: “ Con questa veste sei come l’insalata” “ Magro ?” “ Proprio così” non gli fece notare che l’insalata oltre a essere magra fa anche schifo. Lo sposino novello si allontanò, saltellando in preda al giubilo, mentre il suo genitore finiva di sorseggiare il suo tonico salvavita, visto che il liquido non si era rovesciato; la moglie glielo rabboccò una volta finito e lo scosse con dolcezza ( quasi diabetica, ma tanto l’insulina in endovena se la sarebbe iniettata lo stesso in mancanza d’altro, per dimenticare quello che l’aspettava): “ Ricorda tesoro: oggi non dobbiamo fare spargimenti di sangue che sai quanto è difficile levarlo dai vestiti” L’uomo annuì e andò lentamente a prepararsi; sarebbe sopravvissuto anche a questa giornata. Probabilmente. Forse ( bah beh abboniamogli il fatto che non era sicuro di tornare a casa con la salute mentale ancora intatta).

***

Ce la posso fare, ce la posso fare, ce la posso fare: questo mantra ( molto conosciuto da coloro che erano delle teppe a scuola) costituiva lo stupido jingle che Nelyafinwe continuava a ripetere senza sosta, nel vano tentativo di calmarsi; era evidente che non ce la potesse fare. Kano era seduto in disparte e arpeggiava incessantemente per provare la marcia nuziale: tutti i parenti avrebbero voluto strozzarlo, ma c’erano troppi testimoni oculari per passarla liscia. Gli altri fratelli stavano accogliendo gli invitati ( cioè tutta l’intera popolazione di Tirion e dintorni) e già molte persone si stavano accalcando intorno al ramato per chiedergli dove fosse la sua sposa o che tipo di ragazza fosse: meno male che sia suo padre che suo zio avevano tenuto segreto il fatto che si sposassero tra cugini, se no sarebbe stata rivolta popolare. Mentre il babbo ancora smadonnava contro i suoi fratellastri, la prole che continuava a fare casino in giro e in generale tutti quelli che si trovavano nel suo raggio d’azione ( circa otto metri) Aredhel corse verso di loro, col suo vestito elegante che frusciava in terra: “ È pronto, è una meraviglia, è uno spettacolo !” “ Sì, bah beh mo’ ti stai allargando un po’ troppo” Celegorm se la rideva come uno scellerato e subito venne colpito da una zoccolata di sua madre ( anche se in abito elegante, non perdeva certo il suo pragmatismo); tutti si misero ai propri posti, in trepidante attesa per la rivelazione della sposa, futura regina dei Noldor. Maitimo stava per svenire intanto che i suoi cugini lo fissavano divertiti, tentando di trattenere le risate; l’unico a venire in suo soccorso fu Curvo, che riuscì a trascinarlo alla bell’e meglio fino all’altare: finalmente la cerimonia poteva avere inizio.

 

Se siete pratici di serie televisive Kdrama vi sarà facile capire tutto il casino che accadde a quel matrimonio: un vero e proprio pandemonio. In primis quando Fingon si mostrò ai cittadini, loro avevano un’espressione a metà tra l’atterrito e lo sconvolto; il giovane camminava disinvolto, come se la sua pancia non fosse già evidente ( e non somigliasse molto a un organo distopico) nel frattempo che il suo fidanzato sveniva in pieno stile dantesco: fortunatamente c’erano i fratelli dietro a sorreggerlo. Dopo che questi si fu ripreso un minimo, la prima parte della funzione proseguì senza intoppi fino alla richiesta del consenso: quando Finwe chiese se c’era qualcuno contrario a quell’unione, i due Ambarussa intercettarono alcuni sguardi preoccupati degli altri figli di Fingolfin e decisero di agire in modo tale che il loro adorato paparino non potesse fare disastro; gli tirarono due poderosi calci in uno stinco. L’uomo invece di alzare il braccio e dire la propria a riguardo, strabuzzò gli occhi e sbottò a mezza voce; i ragazzini recitarono la parte dei finti pentiti: “ Scusaci papi, non lo abbiamo fatto apposta” “ Se è per questo io e vostra madre vi volevamo” “ In che senso papà ?” “ E io cosa ne so ? Siete voi che avete iniziato a sparare stronzate !” I rossi tornarono a guardare gli sposi, cercando di dimenticare quello che avevano appena sentito, intanto che il loro genitore si chiedeva perché non fosse andato al cinema quella sera; arrivò infine lo scambio delle promesse: a Maedhros tremava la voce: “ Io, Maedhros Nelyafinwe Maitimo Russandol Feanorion, dichiarò di prendere te, Fingon Findekano Nolofinwion, come mio legittimo sposo nella salute e nella malattia finché avvocato non ci separi” A tutti i presenti venne in mente che macello sarebbe successo se quei due fossero andati da Starbucks: probabilmente una tragedia. Finalmente giunse il momento più atteso: i due si baciarono per suggellare l’unione; tra le imprecazioni dei padri ( che cercavano di non vomitare per quelle effusioni), l’ovazione dei fratelli e gli applausi generali i due neo coniugi si sorrisero comprendendo a pieno che era il giorno più bello della loro vita. Infatti il peggio doveva ancora arrivare.

 

La tana della scrittrice 

ਸਾਰੀਆਂ ਨੂੰ ਸਤ ਸ੍ਰੀ ਅਕਾਲ ! ਤੁਸੀ ਕਿਵੇਂ ਹੋ ? Scusatemi per il ritardo ma ho avuto l’agenda piena di impegni negli ultimi tempi; anyway, vi prego di dirmi cosa pensate di questa storia e dei suoi sviluppi nella sezione commenti ( ringrazio ancora tirion87 per il supporto): come sempre mi scuso per eventuali errori nel testo o se non è stato di vostro gradimento, saluti e baci hobbit 

Sempre vostro

 

Merry 

   
 
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