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Autore: ljkeavjrgjn    17/05/2021    1 recensioni
Storia ispirata dal 04x18. Come reagisce Santana sapendo della "sparatoria" a scuola? Ovviamente, si tratta di una Brittana. Buona lettura :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rachel e Kurt si guardavano attraverso lo specchietto retrovisore. La strada per Lima era lunga e, anche se sapevano che era più comodo prendere un aereo, Santana non sarebbe riuscita a stare ferma, inerme e impotente, in aeroporto per ore. Stava impazzendo lì nel sedile posteriore. La testa era piena di pensieri che non le facevano bene, primo fra tutti la paura che la ragazza se ne fosse andata senza sapere la verità. Che Santana non aveva mai smesso di amarla. La latina si ripromise che gliel'avrebbe detto, se fosse stata ancora viva. Al diavolo l'orgoglio. Al diavolo la sua vita di New York. Al diavolo il suo futuro. Sarebbe tornata a Lima, almeno finché la ballerina non si fosse diplomata. Si trattava di pochi mesi, alla fine. Mesi che intendeva passare accanto al suo angelo biondo. Non avrebbe sopportato un altro giorno lontana da lei, ora che stava rischiando di perderla per semrpe. Brittany avrebbe lasciato Bocca da Trota e sarebbero tornate insieme. Poi sarebbero andate a vivere insieme a New York, per sempre. Il pensiero le diede coraggio. Sarebbe andato tutto bene. Doveva essere così, no? 
"Sì, non sembra neanche lei. Non credo che sia il caso" diceva Kurt al telefono. Certo, lui era tranquillo. Blaine era al sicuro con gli altri. Solo lei rischiava di perdere la persona che amava sopra ogni altra cosa.
"Non urlare, per tutti i numeri di Vogue! Ora te la passo!" esclamò nervoso, dando il telefono a Santana, che lo prese di controvoglia. Non aveva voglia di parlare con chiunque fosse dall'altro lato della linea.
"Pronto?" disse con la voce rotta dal pianto, la tristezza che si percepiva dal suo tono.
"Santana..." sospirò la voce familiare. La latina prese un grande respiro. Quinn Fabray era l'unica persona con chi avrebbe parlato in quel momento. La verità è che, anche se non l'avrebbe detto a nessuno, aveva bisogno della sua migliore amica in quel momento. Non si doveva vergognare di essere vulnerabile. C'era il rischio che avesse perso il grande amore della sua vita.
"Qu-Quinnie..." sussurrò con la voce roca, usando il nomignolo che le riservava solo quando aveva il ciclo o era ubraiaca. Il nomignolo della vulnerabilità. Dell'amore che provava per la bionda. I due in macchina sgranarono gli occhi, sentendo quella piccola parola. Santana non notò quello sguardo, ma non le sarebbe importato. Essere forte, in quel momento, era l'ultimo dei suoi pensieri. Aveva il diritto di essere debole, una volta nella sua vita. Di mostrarsi debole. Poteva lasciarsi andare. Le lacrime ormai le rigavano completamente le guance. 
"Tana, va tutto bene..." sussurrò la bionda dall'altro capo, ma la sua voce era debole. Dopotutto, Brittany era anche la sua migliore amica. Santana si ritrovò a pensare a quella nottata passata con Quinn, al matrimonio di Shue. Non erano seguiti altri incontri, ma le due ragazze si erano allontanate, forse per l'imbarazzo provato la mattina dopo quando, da sobrie, avevano dovuto affrontare le conseguenze di quella notte. Ma, nel momento del bisogno, Quinn c'era. Era lì al telefono con lei. Per aiutarla.
"Q...Ho paura...Non...Non ce la faccio..." ammise al telefono, il nodo in gola che si faceva più stretto, liberando altre lacrime. Si portò una mano al cuore e iniziò a singhiozzare. 
"Santana, per favore. Calmati..." Quinn voleva tranquillizzarla, anche se si sentiva morire. Brittany era indifesa, nessuno lì a difenderla. Doveva essere terrorizzata, in quel bagno. 
"CALMARMI?!" urlò la mora, facendo spaventare i suoi compagni di viaggio, che credevano di essere rinchiusi nella vettura con il diavolo in persona. 
"Lo so che è difficile. Ma lei non vorrebbe che tu la prendessi così" a quelle parole Santana strinse le mani intorno al telefono, quasi al punto di spaccarlo.
"Quinn..." sospirò la latina, continuando a singhiozzare. Si sentiva mancare l'aria. Non le arrivava nei polmoni, si fermava a livello della trachea. Era oppressa dalla preoccupazione e dalla sofferenza.
"Santana, sto in macchina anche io, okay? Sto arrivando e ti starò vicina, nel bene e nel male" tra i singhiozzi scappò un urletto alla ragazza. 
"Non lo merita. Non se lo merita" disse la mora a bassa. Diventò una specie di mantra che continuava a ripetere. Quasi non si accorse che Rachel aveva accostato e che si era scambiata con Kurt. Quasi non si accorse che le braccia dell'amica ora erano stretta attorno a lei, la bocca vicino al suo orecchio, le sua voce dolce che ripeteva parole di consolazione. Quasi. 
"Tana, devi essere forte" mormorò Quinn a mo' di saluto. Santana non voleva chiudere la chiamata, non voleva. Voleva continuare a parlare con la sua migliore amica, volev essere consolata. Ma non aveva più forze. Non rispose al saluto, convinta che Quinn avrebbe capito. E Quinn capì, mentre poggiava sul sedile il suo telefono dalla cover azzurra, concentrandosi di nuovo sulla guida. 
"Questa non è la Santana Lopez che conosco" sussurrò Rachel, vicina alla latina. Troppo vicina, in condizioni normali. Troppo lontana ora. I due - insopportabili, fastidiosi - erano la sua famiglia. Aveva bisogno della loro vicinanza. Aveva bisogno di Rachel, che Zeus la fulminasse anche solo per averlo pensato.
"Rach?" la ragazza dalla pelle olivastra alzò gli occhi - così vulnerabili, pieni di emozione, vuoti allo stesso tempo, come notò la più bassa - e li puntò in quelli dell'amica, che si sentì mancare un battito al nomignolo. Santana era così dolce, doveva stare davvero male. Non le piaceva così, voleva che tornasse ad insultarla. 
"Sì?" la diva le spostò i capelli da davanti il viso, mettendoglieli dietro l'orecchio, con una dolcezza tale che non pensava di possedere.
"Qualsiasi cosa succeda, ti voglio bene" disse con un filo di voce, senza forze. Non era mai stata così spenta in vita sua. Kurt spalancò gli occhi, sentendo quell'affermazione. Santana si era praticamente trasformata nell'ultima mezz'ora. Aveva lasciato che le difese intorno al suo cuore fossero distrutte. Aveva fatto cadere la maschera che usava per nascondersi ogni giorno. Rachel si accorse che stava conoscendo un lato dell'amica che sospettava avesse visto solo Brittany. L'affermazione l'aveva scossa. Santana le voleva bene. Sentì il cuore battere con più forza. Ciò che la turbò, tuttavia, fu la premessa. 'Qualsiasi cosa succeda'. Le parole non dette firmarono un muro tra le due. O forse lo buttarono giù. Entrambe sapevano cosa quelle parole significavano realmente. Significavano che, se tutto fosse andato male, se Brittany fosse morta, se le paure più grandi di Santana fossero diventate realtà, avrebbe voluto finirla lì. E sarebbe morta anche lei. Senza Brittany, ormai Rachel lo sapeva, Santana non era se stessa. Erano cresciute insieme e non avrebbero mai smesso di amarsi. Le loro vite erano incatenate, non importa quanto fossero lontane. Rachel stava per rispondere a Santana, stava per dirle "ti voglio bene anche io" o forse qualcos'altro, quando la vide prendere il telefono e cambiare del tutto espressione. 

San. Ho paura. 

Diceva un messaggio da Brittany. La sua Brittany le aveva scritto. Santana si sentì travolgere da un'ondata di sollievo. Era ancora viva. Brittany, il suo grande amore, era viva. Sentiva ancora il cuore che voleva distruggerle il petto, ma poteva dirglielo. Poteva dirle che l'amava ancora, che non aveva mai smesso, che l'aveva lanciata andare perché starle lontana faceva troppo male, perché due videochiamate ogni tanto non erano abbastanza. L'avrebbe saputo. 
Piccola mia.
Rispose velocemente, asciugandosi gli occhi per vedere meglio la tastiera. 

Ci sono io qui. Non devi aver paura di niente.

Digitò più velocemente che poteva. Voleva dirle tante cose. Tante di quelle cose. 
Non sei qui, non c'è nessuno qui.
Rachel continuava ad accarezzarle la spalla, con un minuscolo sorriso, mentre, anche se non doveva, leggeva la conversazione. 

Sto arrivando, bimba.

Non ho mai smesso di amarti. 

Quando arrivò quel messaggio, Santana pensò che stesse per morire di felicità e di amore. Brittany la amava ancora. Non amava Sam. Amava lei. Il cuore le galoppava nel petto. La sua mano olivastra trovò quella di Rachel e la chiuse in una morsa da cui era impossibile liberarsi. 

Non amo Sam, amo solo te.

Non potevo morire senza che lo sapessi.

Era una conversazione che dovevano avere faccia a faccia. Non potevano vivere l'una senza l'altra, ma non erano cose da dire per messaggio.

Ti amo anche io. Ma non dire che morirai. Starai bene, fidati di me.

Santana si stava calmando, piano piano. Almeno non piangeva più di dolore, ma di gioia. A Rachel bastava quello. Non voleva più vederla in quelle condizioni.

Shue mi ha fatto uscire. Sono con gli altri ora. 

L'ultimo messaggio arrivo circa cinque minuti dopo e Santana pensò che era finita. Brittany era al sicuro. Era viva. E sapeva che la amava. Sentì le labbra delicate della sua amica sulla propria fronte.
"Va tutto bene..." sussurrò Rachel. E sì, andava tutto bene. 

Spazio autrice
Lo so, è passato tanto tempo. Mi dispiace se sono stata assente, ma eccomi tornata. In questo capitolo ho deciso di usare le originali parole della rottura delle ragazze, che consiglio a tutti di leggere perché sono stupende e decisamente migliori di quelle che sono state scelte alla fine. In realtà non mi fa neanche così tanto impazzire questo capitolo. Cioè boh, spero che non risulti una schifezza. 
Buona lettura a tutti :)
   
 
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