Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Ale Villain    17/05/2021    0 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo XIV: Rosso di sera II
 
 












 
 
“Ci siamo fatte fregare da un’umana. Una cazzo di umana…”
“Okay, abbiamo capito, basta” sospirò spazientito I.V. Era da quando avevano messo piede nel locale che Jeim non aveva fatto altro che lamentarsi.
Anche ad I.V aveva dato parecchio fastidio il fatto di dover essere entrato come invitato di Jeim, ma arrivati a quel punto che potevano farci? Rafaelle era incontrollabile. Di sicuro non si aspettava fosse così, questa fantomatica amica di Ambra di cui lei gli aveva parlato.
Sapendo di essere entrata con l’amica, però, Ambra sembrava essersi tranquillizzata almeno un po’, soprattutto sembrava essersi lasciata alle spalle il fatto di aver scoperto che le donne presenti alla festa erano tutte umane – informazione che Jeim si era lasciato scappare, che evidentemente si divertiva a spaventarla.
La vide, infatti, ritornare dai due con una pizzetta in mano che stava mangiando con gusto.
“Hai perso la bionda?” le domandò I.V, notando che fosse da sola.
“Ma magari…” commentò Jeim, aspramente e a voce bassa.
I.V alzò rapidamente gli occhi al cielo.
“Prima ti ha fatto un complimento e non te ne sei neanche accorto” tentò Ambra, finendo l’ultimo pezzo della sua pizzetta.
“E quindi?” ribatté l’altro, fermando un cameriere e rubandogli dal vassoio un bicchiere di champagne. Lo trangugiò piuttosto velocemente, sotto lo sguardo curioso di Ambra e I.V.
Poggiò il bicchiere vuoto su un tavolo dietro di loro, con molta poca grazia. Era visibilmente frustrato.
“No, non ce la faccio, devo dirgliene quattro” dichiarò poi, passando di fianco ad Ambra e scansandola malamente.
“Ahi…” borbottò lei, massaggiandosi il braccio colpito e osservando il rosso marciare verso la fine della sala, cercando la bionda.
I.V ghignò appena.
“Testa calda…” mormorò tra sé e sé.
Ambra sospirò.
“Quasi quanto Rafaelle” fu il commento della rossa.
I.V si avvicinò alla tavola imbandita, cominciando ad osservare le varie pietanze. Non avevano badato a spese, per quello che poteva constatare: c’era dolce, salato, primi, stuzzichini. Bevande di ogni tipo, bollicine pregiate. In più, camerieri vestiti di tutto punto che servivano lo champagne su dei vassoi d’argento.
Non era molto il suo ambiente, a dire la verità. Era un tipo tranquillo, solitario, che amava la sobrietà. E quelle feste erano tutto fuorché sobrie, ma dovette ammettere che erano il modo migliore per conoscere i vari cacciatori presenti nella zona, soprattutto perché in contesti come quelli era più difficile che ci fossero scontri. La maggior parte dei cacciatori ci teneva ad una buona prima impressione.
Distolse l’attenzione dal banchetto e diede una rapida occhiata alla sala: era gremita di gente, per lo più di sesso maschile. Tipico. Era piuttosto certo che le poche ragazze presenti fossero state portate come accompagnatrici e che l’unica che fosse riuscita ad entrare come invitata ufficiale era stata Rafaelle.
Si tirò su fino ai gomiti le maniche della giacca e dalla camicia, ritornando con lo sguardo verso Ambra. La rossa si rese conto di quanto potesse risultare provocante quel completo, soprattutto ora che aveva tirato su le maniche, gesto che pareva aver messo ancora più in risalto la scollatura sul petto.
“Non pensavo fosse così… vulcanica la tua amica” commentò sincero, distraendola dal suo abito.
Ambra lo guardò, accennando appena un sorriso.
“Sì, beh… Totalmente differente da me” rispose lei “Forse avrei dovuto dirtelo”
I.V alzò le spalle con fare indifferente.
“Non era me che dovevi avvertire”
Ambra corrugò le sopracciglia.
“Non dirmi che non avevi detto nulla a Jeim” disse, sperando di ricevere una risposta positiva.
Cosa che ovviamente non successe.
“Volevo pregustarmi la sua reazione alla vista della tua amica” spiegò lui “Però non avevo messo in conto il caratterino che ha”
Ambra alzò brevemente le spalle, facendo un rapido giro intorno a sé per dare un’occhiata alle persone che la circondavano. Era, stranamente, tutto abbastanza simile a come si era immaginata lei. Tutti vestiti piuttosto bene, anche se per lo più maschi, una sala enorme e molto elegante. Cibo e bevande in quantità. Forse, allora, poteva rilassarsi un attimo, anche se il fatto che in quel momento non sapesse dove si fosse cacciata Rafaelle non la faceva stare del tutto tranquilla.
Si ricordò improvvisamente il perché lei fosse presente ad una festa del genere.
“Allora mi devi fare conoscere qualcuno?” domandò ad I.V.
Lui si guardò intorno qualche istante.
“Sto ragionando”
“Cosa vuol dire?” domandò lei, subito dopo.
“Che non so se presentarti o meno i cacciatori che conosciamo” spiegò vagamente “Potrebbe essere controproducente”
Ambra incrociò le braccia al petto.
“Puoi, per favore, non essere enigmatico almeno oggi?”
I,M la guardò in volto, avvicinandosi di qualche passo. Ambra aveva ragione, ma I.V per la prima volta non aveva il coraggio di dirle la verità.
“Mh?” fece ancora lei, vedendo che non stava parlando “Almeno hai già trovato delle persone che conosci?”
I.V si limitò ad annuire.
“Bene, allora vado a cercare Rafaelle e la riporto qui”
“Perché?” domandò lui, corrugando la fronte.
“Perché è qui, perché è mia amica e perché ormai conosce te e Jeim. Praticamente è esposta ai rischi anche lei” spiegò, gesticolando appena “Voglio che sappia tanto quanto me da chi deve ragguardarsi”
Detto ciò, si allontanò dal moro e cominciò a vagare per la sala, cercando una testa bionda in mezzo a tutti gli invitati. Non aveva idea di fosse si fosse cacciata.
I.V prese un profondo respiro e seguì la rossa. Non era il caso di perderla di vista in mezzo alla miriade di cacciatori presenti nella sala; se fossero venuti a scoprire che quella ragazza con il vestito bordeaux e gli stivali neri che stava girando indisturbata era un elemento, poteva scoppiare l’impensabile.
La vide dirigersi verso un portone bianco dalle maniglie dorate, posto sul fondo di una delle pareti della sala. Probabilmente aveva pensato che la bionda potesse essersi infilata in una delle altre sale, visto che lui stesso aveva visto gente entrare ed uscire da quella porta. Dopo un attimo di indecisione se tirare o spingere, Ambra riuscì ad aprire la porta e a infilarsi dentro. I.V la seguì a ruota.
Effettivamente c’era un’altra sala adibita a festa, ma con molti meno sfarzi e con giusto un paio di tavoli come banchetto. C’erano anche delle persone, anche se in un numero decisamente ridotto rispetto alla sala adiacente. Tra queste, però, si potevano riconoscere in particolare due figure, al centro, che stavano litigando a voce decisamente alta.
Ambra, nel frattempo, era ancora bloccata davanti all’uscio della porta ad osservare la scena senza sapere cosa fare o dire.
“Trovata” sospirò I.V.
Jeim alzò appena gli occhi oltre le spalle di Rafaelle, avendo sentito la porta aprirsi.
“Oh, ecco, ci mancava solo l’altra!” esclamò, alzando le braccia per poi farle ricadere di getto e far schioccare il palmo delle mani sulle cosce.
Rafaelle si girò dietro di sé.
“Potevi dirmelo che era così antipatico”
“Io ti avevo avvertito” le disse Ambra con sicurezza.
“Cosa scusa?!” fece Jeim.
I.V alzò gli occhi cielo, ringraziandosi da solo per avere tutta quella pazienza.
“Ehm… Rafaelle se hai finito di… Mi servi, ecco” mormorò la rossa, non sapendo bene come interrompere quella litigata.
“Arrivo subito” disse la bionda guardando negli il cacciatore, girandosi e facendo per raggiungere l’amica.
Jeim la bloccò all’istante per un polso.
“Dove cazzo vai? Io e te non abbiamo ancora finito” e la fece voltare con poca grazia.
Rafaelle, ritornata direttamente davanti a lui, lo osservò con espressione seria e sguardo di sfida. Tutti, I.V ed Ambra compresi, rimasero in completo silenzio. Si poteva percepire uno strano tipo di tensione nell’aria.
Jeim mosse dei passi nella direzione della bionda, avvicinandosi sempre di più senza mai mollare la presa sul polso della ragazza. Rafaelle si ritrovò a dover alzare lo sguardo per continuare a guardarlo in quegli occhi azzurri che, da così vicino, le sembravano ancora più belli.
“Mi hai fatto venire una gran voglia di litigare, questa sera” le disse, abbassando il tono di voce.
Rafaelle sorrise maliziosa.
“Non solo quello, mi sembra di capire”
Fu un attimo. La mano libera di Rafaelle scattò sul colletto della giacca rossa di Jeim e lo attirò verso di sé. Le labbra della ragazza si posarono con velocità su quelle del cacciatore.
Ambra sobbalzò.
“Rafaelle…?!”
La vide mettersi sulle punte e portare la mano dietro la nuca del ragazzo, per reggersi meglio e poter approfondire il bacio, apertamente ricambiato.
Ambra era paralizzata. Tutto si aspettava, ma sicuramente non quello. Anche I.V era rimasto piuttosto spiazzato, ma rinsavì subito: prese per un braccio la rossa e la trascinò via da lì.
“Aspetta!”
“Tanto ne avranno per un po’” commentò I.V, sempre con il suo solito tono di sempre ma che, quella volta, non riusciva a coprire totalmente una certa nota divertita. Anche lui era rimasto decisamente sorpreso dalla piega che aveva preso la questione, ma almeno un problema sembrava essersi risolto.
Ambra si lasciò portare via, quasi di peso, dal ragazzo, che aveva deciso di rientrare nella sala principale.
Una volta lì dentro, Ambra fermò il primo cameriere che le era passato di fianco con i calici per prenderne uno al volo. Ne finì metà in un sorso solo.
I.V la osservò quasi divertito. Sembrava traumatizzata.
Ambra fece un’espressione leggermente schifata mentre buttava giù anche il resto dello champagne.
“Davo per scontato che si sarebbero scannati…” mormorò poi, più tra sé e sé che direttamente ad I.V.
“Beh, effettivamente si sono messi le mani addosso”
Ambra si girò verso di lui, guardandolo storto.
I.V ghignò appena, mentre dava nuovamente un’occhiata alla sala. C’era decisamente un bel po’ di gente che conosceva e che, era sicuro, lo aveva riconosciuto.
Si rigirò verso la rossa.
“Vieni” disse, facendole cenno di seguirlo mentre si dirigeva al centro della sala, dove la gente stava ballando su una canzone piuttosto lenta e confortante.
Ambra posò il bicchiere e guardò la direzione in cui si stava dirigendo.
“Dove andiamo?” domandò.
I.V si fermò.
“In pista”
Ambra aprì e richiuse le labbra un paio di volte prima di riuscire finalmente a parlare.
“A ballare?”
I.V sospirò e si avvicinò, posizionandosi di fronte a lei, a pochi passi di distanza. Mise una mano dietro la schiena, sollevò l’altra con il palmo rivolto verso l’alto e si inchinò. Alzò la testa quanto bastava per riuscire ad osservarla.
“Secondo te cosa si fa in una festa in cui metà della gente sta ballando?”
Ambra boccheggiò qualche istante, sentendo il viso andare a fuoco e le guance colorarsi di rosso.
I.V ghignò apertamente vedendo la reazione, mentre ancora era inchinato ad attendere una sua mossa.
“È da quando siamo arrivati che sei estremamente imbarazzata. Almeno possiamo provare a sbloccare qualcosa?”
Ambra deglutì un paio di volte, prima di posare con delicatezza la propria mano su quella di I.V. Quest’ultimo ricambiò subito la stretta, sollevandosi e conducendola verso il centro della sala. Si posizionò di fronte a lei e mise l’altra mano sul suo fianco.
“Non mi è sembrato difficile” commentò poi, alzando appena il sopracciglio.
Ambra posizionò l’altra sua mano sulla spalla di lui. Non riusciva ancora a guardarlo negli occhi, non gli era mai stato così tanto vicina. Poteva sentire il suo profumo, notare la leggera linea dei pettorali che si intravedeva dalla scollatura, osservare da vicino il colore delle sue labbra.
E non andava bene sentire uno strano calore all’altezza del petto. Per niente bene.
I.V, intanto, aveva cominciato a muoversi piano, a tempo di musica, conducendola in una danza lenta e tranquilla. Sembravano una coppia qualsiasi in mezzo a tutte la altre che le ballavano intorno. I.V aveva optato per quella mossa per provare a sbloccarla un po’ ma Ambra, se possibile, era ancora più imbarazzata di prima.
Fu però lei stessa a provare a rompere il ghiaccio. Aveva ragione lui, non poteva rimanere in quello stato per tutta la serata. E smettere di fissare il suo fisico sarebbe stato un buon punto di partenza.
Si schiarì la voce prima di parlare.
“Non dovevi farmi conoscere i cacciatori?” gli domandò ancora, alzando gli occhi.
I.V distolse l’attenzione da lei e si mise a guardare in giro, come cercando di capire dove fossero queste fantomatiche persone che lui conosceva.
“Sto pensando di farteli vedere e basta” spiegò poi “Almeno li sai riconoscere da sola”
Ambra corrugò le sopracciglia, cercando i suoi occhi con lo sguardo.
“Cioè… Mi indichi chi sono e basta?”
I.V annuì appena.
“Ma perché?” domandò lei, con sincera curiosità e senza capirne il motivo.
I.V ritornò con lo sguardo su di lei. Sembrava, finalmente, aver perso quell’imbarazzo che l’aveva accompagnata da quando era arrivata al locale.
La risposta al suo perché I.V l’aveva, ma ci mise più tempo del dovuto a rispondere e, sfortunatamente per lui, Ambra se ne accorse.
“Perché rischio di espormi troppo”
Ambra sospirò, scuotendo lentamente la testa. Se c’era una cosa che cominciava a non sopportare di lui, era proprio il suo essere così enigmatico. Sembrava voler dare delle risposte, ma, in contemporanea, anche non darle sul serio.
Ambra distolse gli occhi da lui. Che senso aveva parlare ancora, se tanto con lui non si riusciva ad imbastire una conversazione con un filo logico e comprensibile?
I.V, accorgendosi del repentino cambio di espressione della rossa, la costrinse a riportare lo sguardo su di lui, prendendo parola.
“Se la gente sa che sei in qualche modo legata a me, potrebbero pensare che tu sia il mio punto debole”
Ambra lo guardò stranita. Non aveva risolto granché rispetto a prima, ma almeno aveva un appiglio a cui potersi attaccare per cercare di capirci di più.
“Non capisco perché dovrebbe essere una cosa da dover nascondere” disse lei, esprimendo a voce alta il suo dubbio “Io sono il punto debole rispetto a tutti voi. Non so usare il mio potere”
E questo I.V lo sapeva benissimo, ma la questione era un’altra.
“No” spiegò “Non l’anello debole, il punto debole. Il mio punto debole”
Ad Ambra stava cominciando a venire mal di testa. Ora insieme agli enigmi ci si mettevano pure i giochi di parole? Non poteva negare, però, che sentirgli sottolineare quel pronome possessivo le aveva sortito uno strano effetto. I.V, intanto, sospirò.
“Ambra se ti presento come una persona a me vicina, potrebbero prenderti di mira per colpire me”
“Ma non capisc-“
“Perché darebbero per scontato che io voglia proteggerti e che quindi sarei disposto a tutto pur di salvarti. Anche a dare informazioni segrete”
Ambra rimase a labbra socchiuse qualche istante. Poi abbassò appena lo sguardo, rialzandolo poco dopo con un sorriso strano.
“Ma tanto non è così, giusto?” domandò lei, con tono quasi sarcastico “Quindi che problema c’è?”
Lo vide alzare il sopracciglio con il piercing.
“Pensi che io ti lascerei in difficoltà se ci fosse bisogno?”
Ambra si bloccò e ritornò seria. Forse aveva sbagliato a giudicarlo.
“Non lo so, sinceramente” rispose poi “So solo che fai parte del gruppo di cacciatori che mi ha rapito”
“Sì e poi cos’ho fatto durante l’ultimo scontro?” le domandò, con lo stesso tono di voce e la stessa durezza che aveva usato proprio durante lo scontro in questione.
Ambra abbassò nuovamente lo sguardo, ma quella volta non lo rialzò.
“Ti ho protetto e l’ho fatto anche davanti a tuo fratello” continuò I.V con voce ferma “E se al tuo ragazzo ha dato tanto fastidio, ci doveva pensare prima lui” disse poi, con una certa punta di disprezzo nel tono di voce che ad Ambra non sfuggì.
“Come sai che ho un ragazzo?” domandò lei piano.
Il cacciatore scosse la testa.
“Ambra ti ho seguito per un po’ prima di, come hai detto tu, rapirti
Giusto, quasi si era dimenticata dal fatto che era stata pedinata da lui per un po’.
“Comunque no… Lui non sa nulla” mormorò, per poi abbassare lo sguardo. Lui non sapeva nulla e lei era lì a ballare con un altro che la faceva anche arrossire. Un ottimo modo per sentirsi tremendamente in colpa.
I.V, a quella frase, corrugò le sopracciglia.
“Ambra” richiamò la sua attenzione.
Lei alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo.
“Lui sa che sei qui?”
Ambra strinse le labbra, facendo segno di no con la testa.
I.V alzò e abbassò velocemente il sopracciglio con il piercing.
“Allora posso permettermi…” cominciò a dire, senza però concludere la frase.
Ambra rimase in attesa, ma prima che potesse esortarlo a continuare sentì la mano di I.V che stava sentendo la sua sollevarsi e, subito dopo, la fece roteare su sé stessa facendole fare un mezzo giro. La fermò circondandole la vita con il braccio e avvicinandola a sé. La schiena di Ambra era perfettamente aderente al petto del ragazzo.
Ambra si ritrovò a guardare la sala, con espressione sbigottita. Si era ritrovata improvvisamente stretta tra le braccia di I.V. Se pensava che fosse quello il modo per toglierle l’imbarazzo di dosso, aveva toppato alla grande.
“Adesso segui attentamente quello che ti dico” disse I.V, avvicinandosi con il viso al suo e abbassando il tono di voce “Ti faccio vedere chi devi conoscere, ma non posso indicare. Quindi ascoltami bene”
Ambra sbatté le palpebre un paio di volte. Quindi era per quello che si era ritrovata in quella posizione.
Annuì vagamente, cercando una posizione in cui mettere le mani. Le tenne appena sollevate sul petto, a sfiorare il braccio del ragazzo.
“Puoi toccarmi” disse lui, vedendola in difficoltà “Non scotto”
La sentì deglutire, poi poggiare tremolante un braccio sul suo. Gli strinse delicatamente il polso, come per aggrapparsi, e I.V di rimando mise anche l’altro braccio sotto il proprio. La strinse appena.
Ambra deglutì.
“Davanti a te, proprio di fronte al tavolo dove tu hai appoggiato il bicchiere” cominciò a dire lui, senza staccare gli occhi dal diretto interessato “Capelli grigi, lisci. Camicia nera accollata”
Ambra colse l’occasione al volo per distogliere l’attenzione da I.V e tentò di seguire le sue indicazioni. Lo individuò abbastanza in fretta grazie al colore dei capelli e, osservandolo meglio, si rese conto di un dettaglio.
“Ma… è asiatico anche lui?”
Sentì I.V annuire dietro di lei.
“Tanti cacciatori di discendenza coreana si sono trasferiti in Italia” spiegò poi “Lui si fa chiamare Baky. È un cacciatore dell’acqua, non particolarmente forte ma estremamente scaltro. È un cascamorto, stile Hoseok per dirci, ma puoi stare tranquilla con lui”
Ambra lo osservò attentamente. Era un bel ragazzo, senza ombra di dubbio. Aveva delle movenze delicate e studiate, quasi come Won Hu, l’altro ragazzo che faceva parte del gruppo ma che ultimamente non aveva più visto.
“Fa anche lui parte di un gruppo?” domandò Ambra.
“Tutti quelli che sono qui fanno parte di un gruppo”
“Non mi ricorderò mai di tutti… Soprattutto se mi fai vedere più bande”
I.V sospirò.
“Non credo che vengano gruppi interi” spiegò subito il moro “Di solito a questo tipo di feste ci vanno uno o due. Non serve tutta la banda per conoscere i cacciatori della zona”
A quelle parole, Ambra si rese conto che del loro gruppo gli unici che erano presenti alla festa erano proprio I.V e Jeim.
“Anche voi avete deciso di fare così?” gli domandò, incuriosita “Cioè, siete venuti solo tu e Jeim per lo stesso motivo che mi hai appena detto?”
“In realtà dovrebbero esserci anche Yunho e Hoseok” dichiarò I.V, facendo vagare lo sguardo per la sala. Ambra, dal canto suo, a sapere che poteva esserci la possibilità che i due non ci fossero si sentiva molto più tranquilla. Soprattutto nei confronti di Yunho.
I.V diede un’ennesima rapida occhiata alle persone presenti in sala. Già, Ambra gli aveva fatto tornare in mente che sarebbero dovuti arrivare anche Yunho e Hoseok. Non si stava stupendo più di tanto nel non trovare Yunho, sapeva che esattamente come lui e Won Hu non adorava quella tipologia di festa.
Chi lo stupiva di più era Hoseok: era quasi impossibile che si perdesse un’occasione simile. E se non era presente lì in sala quel momento, probabilmente Yunho lo aveva trattenuto con qualche scusa.
Allora, forse, era stato un bene che lui e Jeim fossero andati lì per conto loro.
A quel pensiero, I.V scosse impercettibilmente la testa tra sé e sé. Perché aveva appena pensato a ciò?
Abbassò gli occhi, guardando Ambra come meglio poteva, vista la posizione. La schiena perfettamente poggiata al suo petto; le braccia che la cingevano e quelle di lei poggiate delicatamente sul suo avambraccio; le sue dita che stringevano senza forza il suo polso.
Si dovrà dimenticare di noi come noi di lei.
Come tu di lei.
I.V strinse le labbra e trasse un profondo respiro.
No. Non ancora.
“I.V?”
Ambra, sentendolo in silenzio, riuscì a riportarlo al presente.
“Stavo cercando gli altri” si giustificò lui.
Fece nuovamente vagare lo sguardo tra gli ospiti, quella volta però alla ricerca di qualche cacciatore nuovo da mostrarle.
“Lì dove c’è la porta di ingresso” mormorò I.V, spostandosi dal punto in cui era prima e cercando, senza destare sospetti, di girarsi meglio nella direzione del tizio “Capelli scuri. Alto, bello, labbra carnose. Kyun, coreano anche lui, fa parte del gruppo di quello di prima. È molto, molto forte, ma è a posto pure lui”
Ambra annuì e lo osservò attentamente, cercando di memorizzare nome e volto, appuntandosi mentalmente che era collegato a quello che si chiamava Baky. Non pensava ci fossero così tanti asiatici nella sua zona.
Aspetta, ma questo vuol dire che…
“Ma perché ci sono così tanti cacciatori nella mia zona?” domandò Ambra allarmata, girando appena la testa di lato tentando di osservare I.V.
“Non lo so” rispose lui, semplicemente.
Ambra sospirò con preoccupazione. In tutti quegli anni che aveva vissuto lì con suo fratello, non si era mai posta il problema se potessero vivere vicino a lei anche dei cacciatori. Il problema era che, una volta consapevole, ora l’idea di uscire di casa la spaventava più del dovuto.
“Ci sono tantissime persone a questa festa…”
“Lo so, calma” disse I.V, mantenendo il tono serio “Se non ti hanno mai fatto niente in questi anni, non vedo perché dovrebbero iniziare proprio ora”
Ambra ragionò sul da farsi. Non era ancora del tutto convinta.
“Ma io ora sono collegata a te e agli altri”
I.V alzò velocemente il sopracciglio.
“Capisci il mio discorso di prima, allora”
Ambra strinse le labbra.
Sì, capiva il discorso che aveva fatto I.V prima; ma soprattutto capiva in quel momento quanto la sua vita da semplice umana non si era mai del tutto staccata dalle sue origini. Lei e Giovanni vivevano, letteralmente, in mezzo ad un’infinità di cacciatori. E lei non sapeva minimamente come difendersi.
Fu proprio formulando quei pensieri che si rese conto, anche un po’ a malincuore, che tra le braccia di I.V non sentiva la paura di essere circondata dai cacciatori.
 


















Angolo Autrice
Questo capitolo va preso così. Teneramente, romanticamente. Mi piace tanto, devo essere sincera. Lo trovo introspettivo e finalmente vengono fuori alcuni sentimenti. Insomma, ci voleva secondo me un capitolo un po' più romantico e sentimentale. E poi dovevo far sbaciucchiare qualcuno, su!! 
Scherzi a parte, ringrazio davvero tantissimo tutti per le costanti visite e chi ha inserito questa storia nelle preferite/seguite. Ancora grazie.
Al prossimo capitolo!
E tenetevi forte... Nel prossimo capitolo c'è una bella sorpresona a livello di trama!!

 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Ale Villain