Il Sigillo
Thanks a tutti coloro
che commentano! Davvero vi sono grata, senza di voi non
So se riuscirei ad andare avanti ^.^ sarei troppo depressa---
Killkenny: Eheheh… sono contenta che ti
piaccia!
Giodan: Rikku e Zell…
non avevo mai sentito questa coppia, ma sai una
cosa… mi piace!
Leon avevo intenzione di inserirlo
più avanti (Lo adoro ^.^) così come
Cloud…
Ayu- chan: Yuna, Eiko… le Summoner piacciono parecchio a tutti (e anche me, in
effetti)
Un kisso!
Amici e Nemici –
Traverse Town
Un
Heartless? Lui? Uno di quelle piccole creaturine nere dai grandi occhi gialli.
Guardò la mano. Striature nere… fredda e
priva di vita… era così la pelle degli Heartless?
-
Cosa posso fare per…- io non voglio diventare
come loro… - mormorò. Sentì gli occhi pizzicargli. Non
voleva, non voleva, non voleva, non voleva! Non era
giusto, perché lui?
-
Nulla, temiamo. – scosse il capo, in tono dispiaciuto – Tranne
pregare affinché il portatore del Keyblade sia
trovato al più presto e sconfigga rapidamente l’oscurità
che avanza… -
-
Io! Posso portare io questo… Keyblade? – esclamò,
aggrappandosi ad un’ultima flebile speranza.
-
E’ il Keyblade a scegliere il suo portatore… non il portatore a scegliere il Keyblade. Però…
c’è una cosa ce potresti fare. Anche se
dovresti imparare a combattere… -
Combattere.
Sapeva che ne era capace. – Non è un
problema. Ma cosa posso fare? –
-
Beh… i portatori dei Keyblade hanno il compito di chiudere il Kingdom Hearts… ma purtroppo il portale
dell’oscurità potrebbe essere sempre riaperto in qualsiasi
momento. Bisognerebbe apporre ad esso un Sigillo. Il
Sigillo. –
Inclinò
il capo, ascoltando, molto interessato. Quella era davvero la sua ultima
speranza?
-
Non è detto che funzionerà, ma l’oscurità potrebbe essere sconfitta… o, meglio, relegata per sempre.
Non sarà semplice affatto e richiederà
molta fatica e sacrifici… per non parlare di volontà. Non perderti
d’animo, mai, o la progressione dell’Ombra nel tuo corpo sarebbe
più rapida. Non sarà un compito facile e potresti
fallire e morire… ma credo che ti farebbe bene… molto bene…
avere qualcosa da fare… -
-
Un Sigillo… - ripeté lui, abbassando gli occhi – Non so
neppure il mio nome e mi date un incarico di questa
portata… se fallissi cosa accadrebbe? –
-
Non lo so. Forse nulla… dopotutto l’importante è chiudere il
Kingdom Hearts… -
-
Allora bene. Partirò… - abbassò
gli occhi – Subito, se è possibile –
-
Certo… però… non puoi andare da solo – commentò la creatura incappucciata, mentre si
avvicinava alla sua strana arma appoggiata alla parete e la stringeva. – Vai da Cid… ha una Gummiship, potrai usarla per
viaggiare da mondo in mondo… - annuì. – Ora il mio tempo qui
è scaduto… ci rincontreremo, ragazzo
senza nome… -
-
Aspetta, devo chiederti ancora una cosa…!
– esclamò, ma era troppo tardi. Una luce candida lo aveva avvolto
ed era scomparso, misterioso e silenzioso. – da dove vengo…
- sospirò, abbassando gli occhi a terra. Era troppo tardi.
La
porta si aprì di scatto. La piccola ninja, Yuffie, entrò nella
stanza. Probabilmente aveva origliato tutta la discussione
del “Re”, chiunque egli fosse.
-
Mi dispiace! – esclamò. Ahi. Sapeva anche la parte del “tra tre mesi sarai un Heartless”.
-
Non è un problema – cercò di
sorridere, ma riuscì solo a fare una smorfia poco convinta. Era un
problema. Tre mesi era poco tempo… avrebbe voluto
sapere più cose sul suo mondo, sul luogo da dove veniva… invece
nulla.
-
Io… io… - aveva le lacrime agli occhi. Era davvero dispiaciuta. Lui
sorrise e le posò una mano sui capelli castani.
-
Non ti preoccupare, Yuffie, davvero! Adesso parto e vedrai che andrà
tutto bene! – non conosceva quella ragazzina che da un’ora, eppure si
era affezionato a lei.
In
quel momento anche Flatrey entrò nella stanza. La lunga lancia
appoggiata ad una spalla, il cappello giallo calato sul volto – Non vorrai andare da solo, ragazzo senza nome…? –
-
Sarebbe meglio… il re mi ha detto che posso
andare da un certo… Cyed… a chiedere una Sgummihip… -
-
L’uomo è Cid e la nave è
-
Co… cosa? – esclamò lui, incredulo.
-
Non hai capito? Vengo- con- te! Ora sono stato abbastanza chiaro? –
-
E per quale ragione vorresti venire con me…?
– domandò, curioso.
-
Devo… devo cercare una persona… -
-
Chi? – saltò su una curiosissima Yuffie.
-
Nessuno, ragazzina, nessuno – la
rassicurò Flatrey l’Intrepido.
-
Davvero… verresti con me? – ripeté il ragazzo, mentre un
sorriso nasceva sul suo volto.
-
Ho già risposto a questa domanda – si strinse
nelle spalle – Ora sbrighiamoci ad andare da Cid. –
-
Allora voglio venire anch’io! – esclamò la giovane ninja,
saltellando come una piccola cavalletta verde.
-
No, ragazzina, tu devi stare qui con Aerith e Squall… cioè,
Leon… hanno bisogno di tutti i combattenti possibili per evitare che gli
Heartless si impadroniscano anche del Primo Settore di Traverse Town. –
Aerith.
Aerith. Aveva già sentito questo nome… o forse era solo una sua
impressione…
-
Ma loro sono già bravi a sufficienza e stanno
in giro per la città per tutto il tempo! E mi lasciano qui, oltretutto, dicendo che io sono troppo piccola per aiutarli seriamente!
– incrociò le braccia al petto, offesa.
-
Senti Yuffie… - si intromise lui, con un sorriso
– Il Re mi ha detto che un giorno arriverà qualcuno che è
stato scelto dal Keyblade… potresti aiutare lui, no? –
-
Cos’è un Keyblade? –
Lui
si strinse nelle spalle. – Non ne ho idea… ma
scommetto che lo capirai al momento giusto! –
-
Allora, noi adesso andiamo da Cid, al negozio… certamente accetterà di aiutarci… andiamo, ragazzo senza
nome – fece Flatrey, incamminandosi con la lancia stretta nella mano
unghiuta. Yuffie corse loro dietro fino alla porta
dell’hotel, poi cominciò a salutarli, augurandogli buona
fortuna.
Non
incontrarono molti Heartless durante il tragitto e, in uno strano forziere, trovarono
anche una spada nera, che lui prese come arma. Era
stanco di essere quello inerme e incapace di
difendersi.
Il
tragitto fu abbastanza rapido e il ragazzo si fermò molte volte ad
ammirare quella parte di città… era vuota, nessuno ci viveva
più da quando quelle creature d’ombra lo
avevano colonizzato, attaccando chiunque incontrassero. Erano pochi coloro che
si ribellavano. Solo loro quattro, in effetti. Lui, Flatrey
l’Intrepido, la giovane ninja Yuffie, un guerriero letale e terribile,
Squall Leonhearth, che si faceva chiamare Leon, ed infine Aerith, una ragazza
molto gentile e sempre disposta ad aiutare gli altri. Credevano di essere gli unici ad opporsi agli Heartless. Però
poi era giunto il re e aveva spiegato loro che erano molti i gruppi di ribelli
simili al loro, posti in tutti i mondi. Alcuni
più numerosi, altri meno. Poi c’era il fantomatico Portatore del
Keyblade, che un giorno sarebbe arrivato. Tutti lo immaginavano come un grande
e possente guerriero che avrebbe sconfitto definitivamente le tenebre.
-
C’è una sola cosa che tutti noi vogliamo, tornare nel nostro
mondo. Abbiamo solo piccoli frammenti di ricordi, che lentamente si stanno
annebbiando… nomi e volti si confondono nelle nostre menti… forse
tu sei stato più fortunato di noi ad aver perso la memoria. Non hai quel
peso sul cuore ogni volta che ripensi alla tua casa e che ti impedisce
di parlare… -
Lui
gli avrebbe volentieri confidato che lui non aveva
quel “peso sul cuore” perché in effetti non aveva più
per metà il cuore… ma scosse il capo. Era meglio che restasse un
segreto, per quanto possibile.
-
Sai guidare uno di quei Gummy- cosi? –
domandò all’improvviso.
-
No. Ma penso… e spero… che Cid venga con noi –
-
Bene –
Camminarono
ancora per qualche minuto. Attraversarono un grande
cancello di ferro battuto e, finalmente, entrarono nel Primo Settore,
l’unica parte della Traverse Town a non essere stata attaccata dagli
Heartless. Il cielo era scuro, ma numerosi lampioni la
illuminavano quasi a giorno e numerose persone passeggiavano per la piazza
principale. Spalancò gli occhi, notando la piccola creatura bianca e
dalle ali viola, con un buffo pon- pon sul capo e un’aria gentile.
-
Cos… cos’è? – domandò
incuriosito, fissandolo – Posso toccargli il pon- pon? –
-
No, kupò! – esclamò lui, saltellando. – Non mi piace quando la gente cerca sempre di toccarmelo,
kupò! –
-
Avanti, Mogurirò, il nostro amico senza nome è qui da poco e non sapeva quanto voi Moguri foste suscettibili – sorrise
Flatrey, posando l’asta della lancia a terra, come se invece di
un’arma fosse un semplice bastone da passeggio.
-
Va bene, kupò. Io sono Mogurirò, l’assistente di Cid.
–
-
Non lavori più con gli altri Moguri all’armeria? – chiese
incuriosito il Draghiere, indicando con un cenno del capo un edificio dalle
pareti verdi e lo spiovente tetto nero.
-
No, kupò. Ho, per sbaglio, intendiamoci, fatto saltare il forno in cui
si preparavano gli oggetti… adesso il negozio sarà chiuso per un
po’, ma Mogutarò mi ha già ordinato di non farmi più
vedere, kupò… anche per questo ho chiesto a Cid di assumermi e lui
ha accettato, kupò! –
-
Hai fatto saltare il negozio? – Flatrey scoppiò a ridere – E
adesso come farò a far aggiustare la mia arma,
dovrò andare da Qui, Quo & Qua? –
-
E’ stato un incidente, kupò, e non è saltato in aria…
non del tutto… -
-
Grandioso… beh, Mogurirò, sai se Cid è in negozio? –
-
Si, kupò. Sta preparando un progetto per una nuova Gummiship –
-
Perfetto. Andiamo, ragazzo! – si avviò con passi sicuri verso una
casa dall’ampio portone color nocciola. Lui aveva ascoltato come rapito
quelle parole.
-
Si… arrivo… -
Era
un posto strano, come mai ricordava di averne visti. Non sapeva perché, in effetti non ricordava neppure il suo nome, ma era certo
che dal mondo da cui proveniva non ci fossero luoghi come quello…
Entrarono
nel negozio. Era un locale ampio e ben illuminato. Dietro al bancone un uomo biondo
e con in bocca una sigaretta spenta, di fronte a lui
una ragazza bionda, vestita in modo piuttosto strano, anche se, a ben pensarci,
erano poche le persone vestite in modo normale, da quelle parti. Entrambi guardavano un foglio, aperto sul tavolo, discutevano e
parlavano, proponendo di aggiungere sempre nuovi pezzi, per rendere la nave
più rapida e robusta.
-
Cid! Vecchio mio! – lo salutò Flatrey. Quello alzò gli
occhi dal foglio, stringendoli fino a ridurli a due fessure.
-
Avanti, sentiamo, di cosa hai bisogno, adesso? – fece, in tono bellicoso,
mentre la ragazza approfittava della sua distrazione per aggiungere qualche
nuova parte al progetto.
-
Passi subito al sodo tu, vero? – sorrise il Draghiere, scuotendo il capo.
-
Allora? Il tempo è denaro… e tu, ragazza, leva subito quel cannone
laser! E’ del tutto inutile! –
-
Quando le navi degli Heartless ti attaccheranno e tu sarai lì inerme,
penserai “Ah, perché non ho dato ascolto a Rikku, lei si che certe cose le capiva…” Ma sarà
troppo tardi, capito? – fece lei, sbuffando sonoramente. I capelli biondi
erano stretti in una bizzarra acconciatura, molto simile ad una palma color oro
e gli occhi verdi
a spirale, le davano un’aria enigmatica e maliziosa.
-
Immagino, immagino – fece l’ex- pilota,
non troppo interessato alle sue parole. - Ti ha mandato Squ…
Leon? –
-
Ricordi il tipo bassino, il re, che è arrivato
tempo fa con l’altro mezzo- morto? – l’Intrepido
indicò con un cenno il ragazzo che lo seguiva. – Il ragazzo qui
è il secondo, solo che adesso sta meglio si nota vero? E’ stato il
re a mandarci e ci ha detto di chiederti in prestito, temporaneamente, la tua
Gummiship, che adesso marcisce in un garage…-
-
Cosa? Il mio Highwind?
– esclamò lui, scuotendo il capo – No, no e poi no. E
nessuno di voi la sa guidare. –
-
Per questo speravamo lei potesse venire con noi! – aggiunse il ragazzo,
speranzoso, notando come la ragazza che si era chiamata Rikku si illuminava di interesse a queste parole.
-
No, no e poi no di nuovo! Ho il mio lavoro qui! E non
darò la mia bambina a qualche pazzo incapace di guidarla! –
incrociò le braccia al petto. – Chiaro? Trovatevi un pilota, cosa
impossibile, dato che io sono l’unico pilota della
Traverse Town, e allora ve la regalerò, anzi, ci metterò
un bel fiocco rosa sopra. Ma se non riuscite a trovare
qualcuno che la guidi… beh, peggio per voi. Oh, basta con questo
progetto! – fece, chiudendo il foglio con il progetto per una nuova
Gummiship. – Da queste parti ci vorrebbe qualcuno
capace di costruire Gummiship… - mormorò, allontanandosi
nel retrobottega e lasciando i tre a guardarsi negli occhi davanti al bancone.
- E noi che speravamo che avrebbe accettato… -
sospirò il ragazzo, portando automaticamente la mano all’elsa
della spada. – Ma siamo
sicuri che non ci sia nessun altri pilota in questa
città…? –
-
No… Cid ha detto di… - Flatrey fu interrotto da un tossicchiare
insistente. Si voltarono entrambi verso la ragazza bionda, che li scrutava con
un ampio sorriso sul volto abbronzato.
-
Veramente io, appartenendo all’antica stirpe degli Albhed, sono un genio
con le macchine! So costruirle, ripararle e anche pilotarle… e il mio
sogno è quello di visitare nuovi mondi e – perché no
– cercare di ritornare sul mio! –
-
Tu sei Rikku, vero? – aggrottò la fronte l’Intrepido –
Cid mi ha parlato di te… un ciclone dagli occhi verdi, ti ha definita! – rise sommessamente.
-
Cosa ha detto di me? – fece lei, battendo un
pugno sul tavolo – Traditore, come osa? –
-
Il mio nome è Flatrey l’Intrepido, lui è il “ragazzo
senza nome”, anche perché non se ne è
ancora scelto uno e non ricorda più il suo vero nome. – lì
presentò il Draghiere di Burmecia.
-
Davvero non hai un nome? Posso scegliertene uno io? Ti prego! – sorrise
lei entusiasta.
-
Non sono un cane! –
-
Si, però ti serve un nome… Mmmm… cosa ne dici di Yenke? Biran? Zev? Biggs? Wedge? –
-
No, sceglierò uno più avanti… - sospirò, capendo che
qualcuno, prima o poi, sarebbe riuscito ad
appioppargli un qualche strano nome, che a lui piacesse o meno.
-
Comunque – Li interruppe Flatrey, cercando di
non scoppiare a ridere – Rikku, sei davvero una pilota? Cioè, potresti guidare la nostra Gummiship fino ad
altri mondi? –
-
Signorsì, signor capitano! –
-
Bene. Allora chiamiamo Cid! –
Volente
o nolente l’ex- pilota fu costretto a dare loro il suo amato Highwind, dopo aver strappato a Rikku la promessa di non
far guidare nessuno all’infuori di lei stessa. Erano saliti, pronti alla
partenza, quando il quesito più ovvio quando si comincia un viaggio fu fatto dalla ragazza Albhed.
-
Allora, dove andiamo? –
Il
giovane e Flatrey si scambiarono uno sguardo. Il re gli aveva detto un sacco di
cose interessanti… ma non da dove cominciare la ricerca del sigillo! E neppure cosa fosse questo sigillo!
-
Oh, grandioso… - sospirò lei, appoggiandosi ai comandi. – E se cercassimo… che ne so, un saggio…-
-
E dove? – sospirò il ragazzo, disperato,
capendo che infondo, la colpa era sua. Era stato lui a parlare con il re, avrebbe dovuto
informarsi…
-
Ci sono centinaia di mondi, troveremo un saggio, da
qualche parte, no? –
Tutti
sorrisero.
-
Bene, da dove si comincia? – chiese il Draghiere, scuotendo il capo.
-
Dal più vicino… ha un nome un po’
strano… si chiama Agrabah… -