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Autore: Ivy001    19/05/2021    2 recensioni
Quando la felicità di una famiglia viene distrutta da un evento inaspettato e inspiegabile...qualcuno scompare, la Banda si riunisce
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Nairobi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora finisce tutto così?” – domanda Bogotá a Nairobi, guardandola rivestirsi, nel suo ormai abituale silenzio.

“Guardami quando ti parlo, per favore” – l’uomo, ancora a letto, coperto solo da leggere lenzuola bianche, sfiora il braccio della moglie, invitandola a voltarsi verso di lui.

Quel tocco così delicato lascia una scossa elettrica sul corpo di Nairobi, ricordandole di quando suo marito le raccontò, subito dopo la fuga dalla Banca, che quando la conobbe percepì la stessa scarica lungo la schiena.

Una sensazione, quella che avverte, che sembra farla star bene.

E Agata sa di essere stata bene tra le braccia di Bogotá. Ha goduto al massimo quel momento di passione e si è sentita amata, esattamente come sempre. Nulla è cambiato da parte di suo marito che la ama con la medesima intensità.

Respirando profondamente, la gitana ricambia lo sguardo del saldatore.

“Non è significato niente per te?” – insiste lui.

La Jimenez avrebbe così tanto da dire, eppure il turbamento che avverte non molla la presa. Il suo silenzio spiazza totalmente Bogotá che, a quel punto, prende una drastica decisione.

“Io posso aiutarti, tu lo sai bene. E’ l’amore la sola medicina di cui hai bisogno, di cui abbiamo bisogno. Però proprio perché io ti amo follemente, ti lascio libera. Prenditi il tempo che ti serve. Inutile che io insista a convincerti a provare per me cose che forse non provi più. Sappi che per qualsiasi cosa, ci sono. Vorrei ritrovassi te stessa, e se per ottenere ciò devo mettermi da parte, lo farò”

L’amore profondo di Bogotá è comprovato da un gesto tanto nobile che sa bene gli costerà caro. È difficile dover rinunciare a chi si desidera, però non ha altra scelta. Continuare sulla strada del litigio non porta soluzioni.

Dopo la sfuriata di qualche ora prima, dove lui mise la sua compagna alle strette, mostrandole quanto la sua pazienza fosse esauritasi, il saldatore dei Dalì comprende che, in nome di quel sentimento forte che prova, e del suo stesso cuore che sente di dover tutelare da ulteriori batoste, è bene mettere in standby la loro relazione.

Avvolgendosi il lenzuolo attorno alla vita, afferra al volo i suoi indumenti e si chiude nel bagno privato, collocato esattamente all’interno della stanza.

Nairobi rimasta sola e senza parole, cede allo sconforto.

E’ stata lei a creare quel pandemonio e adesso dovrà pagarne le conseguenze.

A malincuore, prende anch’essa gli abiti di ricambio e si avvia verso la toilette in fondo al corridoio. Sola con se stessa, s’immerge nella vasca da bagno tentando di metabolizzare quanto accaduto, inclusa la decisione presa da Bogotá. Probabilmente è quella la parte di tutta la storia che le fa più male, ma di cui è palesemente responsabile.

*****************************

Emilio è nella stanza singola per gli ospiti. Disteso sul letto, è attanagliato da vari pensieri.

Mascherare le sue emozioni è sempre stato il suo “migliore difetto”. È così che definisce tale copertura…un “dif-regio”.

Ricorda bene cosa scatenò in lui risentire Bogotá dopo ben dodici anni di lontananza, un vero e proprio tonfo al cuore, sapendo di doverlo rivedere e di doversi mostrare come la persona più serena del mondo nel farlo.

Durante il viaggio intrapreso con i suoi sei fratelli, il venezuelano ha ascoltato le posizioni di ognuno di loro, eleggendosi capobranco, venendo a conoscenza di quanto i suoi consanguinei, a differenza sua, fossero entusiasti di ritrovare il genitore.

Ora, dopo aver mandato l’ennesimo messaggio a sua madre, Yerevan la congeda e congeda così anche i suoi dilemmi interiori.

A risvegliare le sensazioni più nascoste è proprio la mamma. Quella donna non smette mai di tempestarlo di chiamate e sms pur di avere notizie sulla sua condizione emotiva.

Chi più di quel suo genitore lo conosce così intimamente e fu proprio lei a criticare Bogotá di fronte alla richiesta che l’ex pose ad Emilio, prevedendo un dolore per suo figlio.

************

Sparisce per più di dieci anni, e pretende che tu scatti in piedi alla prima occasione per raggiungere l’Australia? E’ folle

Ma’, calmati. Lo so che sei in pena per me, ma io sto bene

Ti conosco tesoro. Leggere l’email di tuo padre ti ha riaperto vecchie ferite, lo so. Sei sangue del mio sangue. Anche se ti ostini a mascherare ciò che senti, io lo percepisco”

“Sono adulto e ho imparato a gestire le mie emozioni!” – sono queste le parole con cui Yerevan a alla donna di voler partire e raggiungere Perth.

E prima di lasciare casa e salire sul taxi, non manca da parte della donna un commentino rancoroso verso l’ex – “Per uno come lui, la relazione con questa nuova “vittima” è durata anche troppo. Al primo problema, stai certo che la mollerà”

Piantala con questo risentimento, dai!” – risponde il giovane, dandole un bacio sulla guancia, per sfrecciare poi diretto verso il suo destino.

****************

Un rumore proveniente dal giardino, udibile per via della finestra spalancata, Emilio costata che la Banda dei Dalì è di nuovo nei pressi della villa, pronta a rientrare e riprendere la missione.

Ricomponendosi, cancellando i brutti pensieri dalla testa, si osserva allo specchio, per dei secondi, indossando ancora una volta la maschera da bravo primogenito, fiero e deciso, difensore della sua famiglia, e soprattutto roccia inscalfibile.

Percorre il corridoio a passo svelto, scende una rampa di scale, ritrovandosi al primo piano.

Bussa alla prima delle due stanze occupate dai fratelli maschi, ed entrandovi li trovai alle prese con la lotta con i cuscini.

“Che cazzo fate? Vi sembra questo il momento per mettervi a giocare?”

“E’ colpa sua!” – esclama Yaris indicando Julian.

E l’altro, ridacchiando, alza le mani come a dire “Io non c’entro nulla”

“Su, forza! Mettete in ordine visto che non è casa vostra, e scendiamo giù in salotto. Il Professore ci aspetta”

“Che dici?” – esclama, confuso, il messicano, ormai per tutti Quito – “Papà è stato chiaro, questa E’ casa nostra!”

“Non significa che dobbiamo distruggerla! Forza, muovetevi. Io vado a richiamare gli altri” – così dicendo, Yerevan si reca nella camera accanto.

Apre la porta e davanti ai suoi occhi si palesa una condizione totalmente opposta a quella veduta in precedenza: Erik e Drazen, i più calmi del gruppo, sono alle prese con delle ricerche su internet.

“Cosa fate?” – domanda.

“Appuntiamo tutti i nomi degli insegnanti della scuola di Ginevra! Vogliamo trovare questa Maestra Honey quanto prima!” – spiega il biondino.

La determinazione dei due è fonte d’orgoglio per il maggiore, ma avverte anche un pizzico d’invidia. Quanto vorrebbe avere la loro instancabile voglia di fare e sfamare il cervello di quante più informazioni possibili!

Dopo aver comunicato anche a Copenaghen e Londra dell’arrivo dei Dalì, Emilio si reca dall’ultima parte di famiglia rimanente. Educatamente, bussa ed entra nella camera delle sorelle per avvertirle..

“Hanna, andiamo! Dov’è Ivana?” – le chiede come prima cosa, notando l’assenza della ucraina.

“Con Alba! Quella bambina non è molto serena” – precisa Vienna.

“E’ normale. Non capita tutti i giorni che una sorellina sparisca nel nulla”

“Non solo per quello… lei teme la rottura di papà e Nairobi!”

In tale frangente, tornano alla mente di Emilio le parole di sua madre.  

Per uno come lui, la relazione con questa nuova “vittima” è durata anche troppo. Al primo problema, stai certo che la mollerà”

Scuote il capo, come a voler cancellare le parole di una donna paragonabile quasi a una veggente.

“Dubito che accada! Si amano troppo” – si limita a dire, volendo essere il più positivo ed ottimista possibile. Poi segue la sorella fino al salone, lì dove sono radunati tutti… anzi, quasi tutti.

La mancanza di Agata e Bogotà è evidente.

“Che fine hanno fatto quei due?” – si chiede, preoccupata, Tokyo.

“Spero stiano chiarendo definitivamente” – commenta Rio all’orecchio della compagna.

A distogliere la coppia dall’ansia per i loro migliori amici è  Sergio che prende parola ponendo una domanda a Hanna.

“Vienna, sei pronta a recarti a scuola?”

“Si, professore. Ho già un’idea su come presentarmi per fare buona impressione” – spiega lei.

“Noi abbiamo svolto alcune ricerche sul personale scolastico di questo istituto!” – interviene Erik, indicando anche Drazen, da sempre noti per essere dei secchioni in piena regola – “Possiamo fare una carrellata di nomi per verificare se Sebastìan conosce qualcuno noto per la sua dolcezza mielosa!”

“Assolutamente!” – afferma, fiero, Marquina. Si rivolge al piccoletto chiamandolo ad avvicinarsi – “Seba vieni qui, abbiamo bisogno di te, sei sempre importantissimo”

Il piccino, seduto su un divano accanto a Mykonos, scatta in piedi e raggiunge il suo mago preferito, pronto ad ascoltare la lista di nomi e a dare il suo contributo.

E mentre il gruppo si consulta e ascolta il bambino, compare Bogotá dal fondo della sala.

Avanza verso i compagni con passo lento.

Senza pronunciarsi, si siede sul divano, tra due dei suoi figli.  Yerevan è uno dei due in questione e percepisce la stranezza e l’inquietudine paterna.

A quel punto gli sussurra – “Come ti senti? Hai una faccia!”

“Ho l’aria di chi ha appena messo in pausa una storia d’amore di dodici anni” – confessa senza remore.
“Che?”- esclama, sbalordito, il ventisettenne.

Il saldatore non aggiunge altro, si limita a fissare Sebastian che parla con Sergio pur di concentrare la sua attenzione esclusivamente su un obiettivo: le ricerche di Ginevra.

Al diavolo il resto, è bene rimpostare le sue priorità. E quella che primeggia su tutte le altre è il ritrovamento della sua adorata bambina.

“Affrettiamo i tempi, Professore” – prende parola poco dopo – “Voglio Ginevra a casa quanto prima!”

   
 
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